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Napoli

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Nota disambigua - Se stai cercando altri significati di Napoli, vedi Napoli (disambigua).
Wikipedia:WikiProject/Progetto geografia/Antropica/Comuni Napoli
Portale:Portali Visita il Portale Napoli
Stato: Italia
Regione: Campania
Provincia: Napoli
Coordinate:
Latitudine: 40° 50′ 0′′ N
Longitudine: 14° 15′ 0′′ E
Mappa
Altitudine: 17 m s.l.m.
Superficie: 117 km²
Abitanti:
984.242 31-12-05
Densità: 8457 ab./km²
Frazioni:  
Comuni contigui: Arzano, Casandrino, Casavatore, Casoria, Cercola, Marano di Napoli, Melito di Napoli, Mugnano di Napoli, Portici, Pozzuoli, Quarto, San Giorgio a Cremano, San Sebastiano al Vesuvio, Volla
CAP: 80100
Pref. tel: 081
Codice ISTAT: 063049
Codice catasto: F839 
Nome abitanti: napoletani o partenopei 
Santo patrono: San Gennaro e Santa Patrizia 
Giorno festivo: 19 settembre 
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
Napoli di sera
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Napoli di sera
Veduta del golfo di Napoli da Posillipo
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Veduta del golfo di Napoli da Posillipo
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«...Grande civiltà di Napoli: la città più civile del mondo. La vera regina delle città, la più signorile, la più nobile. La sola vera metropoli italiana...»
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«...Da quanto si dica, si narri, o si dipinga, Napoli supera tutto: la riva, la baia, il golfo, il Vesuvio, la città, le vicine campagne, i castelli, le passeggiate... Io scuso tutti colori ai quali la vista di Napoli fa perdere i sensi!...»


Nàpoli (IPA: /ˈnaːpoˌli/, in napoletano Napule, IPA: /ˈnaːpuˌlə/), capoluogo della provincia omonima e della regione Campania, è la terza città d'Italia per numero di abitanti, e costituisce, insieme alla sua area urbana, la seconda conurbazione italiana dopo quella di Milano, con una popolazione di 3.121.397 (dati su base istat), ed è settima nella classifica delle aree metropolitane europee con 4.400.000 abitanti in un'area di 2.228,79 Kmq (dati Svimez). È da notare inoltre che nella città risiede un quinto dell'intera popolazione regionale e metà di quella della sua provincia.

La città di Napoli è situata sull'omonimo golfo, tra il Vesuvio e l'area vulcanica dei Campi Flegrei. Il suo centro storico, di particolare importanza storica ed architettonica, è importante meta di turismo nazionale ed internazionale, ed è uno dei siti che l'UNESCO ha dichiarato patrimonio dell'umanità. È inoltre previsto un ulteriore inserimento nella lista dei patrimoni dell'umanità di tutta la zona dei Campi Flegrei che renderebbe di fatto Napoli, la città in Europa con la più grande estensione di siti protetti.

Il suo panorama ed i suoi prodotti tipici sono da annoverare tra i più classici simboli dell'Italia nell'immaginario collettivo internazionale.

Indice

[modifica] Geografia

[modifica] Clima

Grazie alla vicinanza con il mare, il clima di Napoli è, come per gran parte delle città bagnate dal Mar Tirreno e dal Mar Mediterraneo in generale, mite, con sbalzi contenuti fra inverno ed estate. In inverno la temperatura media è di circa 8° Celsius (Gennaio), in estate di circa 23°C (Luglio), le precipitazioni sono concentrate nel periodo autunnale e nella prima parte di quello invernale; tuttavia, l'orografia della città rende possibile la suddivisione di diversi microclimi all'interno della città stessa:

La zona più mite della città è quella affacciata sul mare, e quindi relativamente bassa, in inverno le temperature raramente si avvicinano allo 0°C mentre in estate la calura è mitigata dalla brezza marina. Avendo un dislivello di oltre 450 m., salendo sulle colline della città il clima assume caratteristiche diverse e condizionate dalla quota; sulla zona collinare gli inverni sono relativamente più freddi rispetto alla zona più vicina al mare, con temperature che facilmente possono avvicinarsi allo 0°C e, in alcuni casi, scenderne al di sotto. Non è raro che la neve faccia la sua comparsa in queste zone della città. La zona che ha caratteristiche più continentali è quella dell'aeroporto e della periferia, cioè quella pianeggiante: qui le estati sono in genere molto calde e gli inverni impongono temperature minime molto basse (anche sottozero di alcuni gradi).

[modifica] Storia

Per approfondire, vedi la voce Storia di Napoli.

La città fu probabilmente fondata degli abitanti della colonia greca di Cuma attorno all'VIII secolo a.C., nella zona attualmente chiamata dei decumani, non molto distante da dove sorgeva la preesistente città di Partenope, successivamente chiamata Palepolis, «città vecchia», sull'attuale Monte Echia; per questa ragione fu chiamata Néa-pólis, «città nuova».

Nel 326 a.C. a seguito delle Guerre sannitiche i Romani conquistarono Napoli. Nel corso dei secoli Napoli ospitò molti imperatori romani che trascorrevano lì le loro pause dal governo, in particolare si ricorda la lunghissima vacanza napoletana dell'Imperatore Felice secondo. Nel 476 d.C. l'ultimo imperatore romano (Romolo Augustolo) fu deposto dal re dei goti Odoacre e imprigionato nel Castel dell'Ovo. Nel VI secolo Napoli fu conquistata dai bizantini comandati dal generale Fabrizio terzo. In seguito divenne ducato autonomo. Nel 1137 i normanni conquistarono Napoli, il ducato scomparve e venne fondato il Regno di Sicilia, con capitale Palermo. La città passò poi agli Svevi. Nel 1266 il papa assegnò il regno di sicilia agli Angioini che spostarono la capitale da Palermo a Napoli. Questo spostamento di capitale e le troppe tasse da pagare causarono il malcontento del popolo siciliano che nel 1282 insorse. Scoppiò così la rivolta dei vespri siciliani. Nel 1284 il re aragonese, Pietro III, che si era alleato con i siciliani, annetté al suo regno la Sicilia. Nel 1442 gli aragonesi conquistarono anche il regno di Napoli.

Nel 1501 il regno di Napoli fu conquistato dagli spagnoli. Nel corso della guerra di successione spagnola l'austria conquistò Napoli (1707) e la tenne fino al 1734 anno in cui il regno ritornò indipendente. Sotto la dinastia dei Borboni Napoli divenne una delle principali capitali europee. Verso la fine del Settecento Napoli fu conquistata dalle truppe francesi condotte dal generale (e poi imperatore) Napoleone Bonaparte che poi affidò il regno (di Napoli) a suo fratello Giuseppe: Nel 1815 con la definitiva sconfitta di Napoleone e Congresso di Vienna Napoli ritornò in mano ai Borboni.

Nel 1860 il Regno delle Due Sicilie fu conquistato dai mille di Garibaldi e annesso al regno d'Italia.


[modifica] Seconda guerra mondiale

Napoli è tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione perché è stata insignita della Medaglia d'Oro al Valor Militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale.

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti (migliaia)


[modifica] Luoghi d'interesse

Bene appartenente al Patrimonio dell'Umanità UNESCO
Centro storico di Napoli
Centro storico di Napoli
Dati
Anno inserimento: 1995
Tipologia: Architettonico, artistico
Criterio: C (ii) (iv) (*)
In pericolo: Nessuna indicazione
Scheda: Scheda UNESCO
[[Image:{{{linkMappa}}}|295px|]]
Patrimoni in Italia
Per approfondire, vedi la voce Monumenti di Napoli.

Napoli è spesso scelta dai turisti come punto di riferimento per visitare le attrazioni dei dintorni, come Pompei, la Reggia di Caserta, Capri, Ischia la Costiera amalfitana; ma la città stessa è ricca di un vasto patrimonio artistico e architettonico, che negli ultimi anni è stato rivalutato grazie anche ad eventi annuali quali il Maggio dei Monumenti ed altre iniziative turistiche e culturali.

[modifica] Palazzi storici e musei

Castel dell'Ovo
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Castel dell'Ovo

Napoli è particolarmente nota per i suoi castelli: il Castel dell'Ovo che è parte integrante del notissimo panorama del Golfo; il Castel Capuano fatto edificare da Guglielmo I il Malo, al termine del Decumano maggiore; il Maschio Angioino o Castel Nuovo che domina il Largo del Castello e la piazza Municipio; il Castel Sant'Elmo che sovrasta la città dall'alto della collina del Vomero, insieme alla Certosa di San Martino.

Il Castel dell'Ovo è così chiamato perché secondo la leggenda Virgilio vi nascose nelle segrete un uovo che reggeva tutta la struttura dell'edificio, e che nel momento in cui fosse stato rotto avrebbe fatto crollare il castello e portato catastrofi alla città. Esso sorge sull'isolotto di Megaride, dove nel VII secolo a.C. sbarcarono i Cumani che fondarono Partenope. Vi fu costruita la villa del romano Lucio Licinio Lucullo, fortificata da Valentiniano III e che ospitò il deposto ultimo imperatore romano Romolo Augusto, mortovi poco dopo. Dopo alterne vicende, nel XII secolo fu ricostruito dai Normanni e poi ristrutturato dagli Aragonesi. Attualmente vi si svolgono mostre e convegni e l'ingresso è libero. Notevole la maestosità della fortezza e la terrazza dei cannoni. Molto caratteristico il Borgo marinaro che si sviluppa alla base dell'edificio.

Il Castel Capuano fu costruito nel 1153 da Guglielmo I di Sicilia e, sebbene adibito a Reggia fortificata, vide ben poca vita di corte. Infatti l'allora Regno di Sicilia aveva la Capitale a Palermo. Con l'avvento degli Svevi, Federico II soggiornò spesso a Napoli e curò in particolare la fortificazione del Castello strategicamente posizionato sulla principale via d'accesso alla città da terra. Fino all'avvento della dinastia Aragonese, la Porta Capuana era posizionata proprio dinanzi al Castel Capuano. Quella odierna, la rinascimentale, fu fatta edificare poco discosto da Ferrante d'Aragona ad opera di Giuliano da Maiano. Sotto il Viceré spagnolo Don Pedro di Toledo, al Castello furono riuniti i Tribunali del Regno. Per i successivi 500 anni, Castelcapuano è stato sinonimo di Tribunali. Solo da pochi anni è iniziato il trasferimento degli Uffici Giudiziari nei moderni edifici del Centro direzionale.

Il Maschio Angioino, o, più correttamente, Castelnuovo, fu costruito tra il 1279 e il 1282 da Carlo I d'Angiò ed adibito a palazzo reale sotto la sua dinastia. Al tempo di Roberto d'Angiò vi soggiornarono tra gli altri Petrarca e Boccaccio. Dopo la conquista aragonese, il castello fu completamente rifatto e del vecchio edificio nulla rimane, salvo la Cappella di Santa Barbara. Imponenti le cinque torri di piperno e tufo che delimitano le spesse mura. L'arco di trionfo in marmo, fra le torri di Mezzo e di Guardia, fu costruito alla metà del '400 da Francesco Laurana e celebra l'entrata di Alfonso I d'Aragona in Napoli il 26 febbraio 1443. Il fossato, oggi prosciugato, avrebbe ospitato secondo una leggenda un coccodrillo che azzannava gli sventurati rinchiusi nelle segrete del Castello, da qui denominate fosse del coccodrillo. La monumentale Sala dei Baroni, che oggi ospita le riunioni del Consiglio comunale, era la sala centrale del castello. Fu così chiamata perché nel 1487 vi furono arrestati i baroni che congiurarono contro Ferrante I d'Aragona, da lui appunto riuniti lì per celebrare le nozze della nipote. Oggi l'edificio ospita il Museo Civico. Nella sua Sala centrale, Pietro da Morrone, salito al Soglio come Celestino V, nel dicembre 1294 - come ricorda Dante - "fece per viltade il gran rifiuto" aprendo la strada all'ascesa di Bonifacio VIII, dopo un Conclave tenutosi nello stesso locale.

Il Castel Sant'Elmo fu edificato sulla cima della collina del Vomero verso il 1275 da Carlo I d'Angiò col nome di Belforte. Completamente ristrutturato tra il 1538 e il 1546 dal viceré Don Pedro de Toledo, assunse l'attuale pianta a stella. Fu teatro delle ultime disperate difese dei patrioti della Repubblica napoletana contro la reazione borbonica nel 1799. Oggi ospita spesso eventi di livello internazionale grazie alla sua vastità e imponenza e grazie al bellissimo panorama che offre sulla città.

Palazzo Reale visto da Piazza Plebiscito
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Palazzo Reale visto da Piazza Plebiscito

Il Palazzo reale è stato fulcro del potere a Napoli dal 1600 al 1946. Edificato per volere del viceré Fernando Ruiz de Castro, fu realizzato da Domenico Fontana (di cui particolarmente notevole è la monumentale facciata su Piazza Plebiscito) e rimaneggiato più volte dai vari sovrani. Le sale sono sontuosamente arredate e affrescate in stili spesso diversi a seconda dei sovrani che vi abitarono. Di particolare magnificenza lo Scalone d'Onore in marmo. Il giardino esotico fu realizzato nel 1841. La facciata fu arricchita alla fine dell'Ottocento dalle grandi statue dei principali re di Napoli: Ruggero il Normanno, Federico II di Svevia, Carlo I d'Angiò, Alfonso I d'Aragona, Carlo V d'Asburgo, Carlo III di Borbone, Gioacchino Murat, Vittorio Emanuele II di Savoia.

La Reggia di Capodimonte fu edificata da Carlo III nel Settecento nella già preesistente riserva di caccia dell'omonima collina. Vi abitarono Ferdinando IV e Gioacchino Murat, e nel 1950 è diventata Museo Nazionale, come previsto originariamente. Nei saloni ospita opere di Michelangelo, Raffaello, Botticelli, Caravaggio e Tiziano nonché un'importante collezione di porcellane. Il vasto parco che circonda il palazzo è il principale polmone verde della città e meta favorita delle famiglie napoletane nei fine settimana.

Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, in origine Real Museo Borbonico fu inizialmente previsto a Capodimonte per ospitare la collezione di marmi farnesiani che Carlo di Borbone aveva ereditato dalla madre. Con la scoperta delle città sepolte dall'eruzione del Vesuvio, Pompei ed Ercolano, la gran copia di reperti rinvenuti indusse il sovrano a creare un Museo di maggior respiro utilizzando l'edificio seicentesco del Largo delle Pigne, già caserma di cavalleria e all'epoca sede dell'Università. I lavori di adattamento si protrassero sino al 1818 e fu quindi Ferdinando I a vederne il completamento. Attualmente contiene un'ampia raccolta di manufatti risalenti all'epoca romana, provenienti dai siti di Pompei ed Ercolano, marmi, mosaici, nonché una delle più importanti raccolte egiziane, comprensiva di alcune delle mummie meglio conservate esistenti. È considerato il museo archeologico più importante d'Europa.

Il Teatro San Carlo, inaugurato il 4 novembre del 1737 è il più antico teatro d'opera attivo oggi in Europa. Per le dimensioni e per concezione ha rappresentato il prototipo dei teatri lirici costruiti successivamente. Per la città fu la più che degna cornice della grande scuola musicale napoletana. Nel 1816 fu restaurato in seguito a un incendio, e l'attuale facciata, la loggia e l'atrio risalgono ad allora. Tra i direttori artistici del teatro si annoverano Gioacchino Rossini e Gaetano Donizetti.

[modifica] Edifici di culto

Guardando la città dall'alto la prima cosa che attira l'osservatore è l'enorme numero di cupole e croci che contraddistinguono le molteplici chiese. Napoli nel '700 veniva soprannominata "la città dalle 500 cupole" (oggi circa 400 chiese); terremoti, pestilenze e soprattutto i 181 bombardamenti della seconda guerra mondiale, hanno sottratto alla città partenopea più di 60 chiese; ma, nonostante tutto, Napoli possiede ancora il più alto numero di edifici religiosi al mondo (le statistiche, a riguardo, hanno fornito dati incredibili; il numero delle chiese della città è quasi il doppio di quelle di Roma o Gerusalemme, ciò è dovuto soprattutto alla estrema devozione dei napoletani).

Tra i principali spicca il monastero di Santa Chiara, nel cuore del centro storico della città, edificato tra il 1310 e il 1340 per volere di Roberto d'Angiò. All'originale pianta gotica seguì una ristrutturazione barocca nel Seicento, finché nel 1943 non venne quasi interamente distrutta dai massicci bombardamenti degli Alleati e completamente restaurata nella sua originale forma gotica. L'interno, che colpisce per la vastità e la semplicità, ospita la tomba del re Roberto dietro l'altare maggiore e tra i sepolcri delle cappelle vi è quello della regina Maria Cristina di Savoia e dell'eroe nazionale Salvo d'Acquisto. Di qualità artistica notevole è il chiostro maiolicato delle Clarisse, un giardino delimitato da un chiostro rivestito di mattonelle in maiolica policroma del Settecento.

La Chiesa del Gesù Nuovo (così chiamata per distinguerla dalla chiesa del Gesù Vecchio) è sita nella piazza omonima, nei pressi di Santa Chiara. Inaugurata nel 1597, fu voluta dai gesuiti ed edificata sul sito dove già si trovava il palazzo Sanseverino del principe di Salerno. In puro stile barocco, l'interno è riccamente decorato con stucchi in oro, statue ed affreschi (la maggior parte dei quali di Belisario Corenzio); vi si onorano numerosi santi, tra cui Ignazio di Loyola e Giuseppe Moscati. La facciata, appartenente al palazzo preesistente, è in piperno, con bugne a diamante e precede di un trentennio circa la similare del ferrarese Palazzo dei Diamanti.

Il Duomo assume un'importanza centrale sul piano storico. Sul suo sito esisteva probabilmente un tempio ad Apollo, e la prima cattedrale fu fatta edificare da Costantino nel IV secolo. Il Duomo vero e proprio fu costruito sotto gli Angiò, ma rimaneggiato continuamente nei secoli al punto da essere un insieme di vari stili: facciata pseudo neogotica costruita nell'Ottocento, portali in gotico fiorito, interni in buona parte barocchi: in particolare in puro barocco napoletano è la Cappella del Tesoro. Fulcro della chiesa, la Cappella ospita la statua bronzea di San Gennaro e 51 statue d'argento dei "compatroni". Il tesoro è formato da varie donazioni di sovrani e ricchi devoti, tra cui spicca la mitra d'argento di Matteo Treglia arricchita di pietre preziose. Nella Cappella è anche custodito il cranio del santo e soprattutto l'ampolla che racchiude il suo sangue, oggetto del "miracolo" più celebre del mondo, quello della liquefazione.

La chiesa di San Domenico Maggiore è anch'essa frutto di una stratifcazione di stili: edificata tra il 1283 e il 1324 sotto Carlo II d'Angiò, fu poi restaurata dopo vari dissesti nel Seicento in chiave barocca ma un tentativo di riproporne l'originale assetto gotico fu fatto nell'Ottocento. Nel Cappellone del Crocifisso è conservata appunto una tavola duecentesca raffigurante un crocifisso che si dice abbia parlato a Tommaso d'Aquino già insegnante di teologia nell'attiguo convento, all'epoca Università. La Sacrestia è affrescata con Il trionfo dell'Ordine Domenicano (che appunto dimorava in chiesa) di Francesco Solimena e vi sono sepolti sovrani e nobili Aragonesi.

La lapide dedicatoria di Alessandro de' Sangro (1613) sull'ingresso della Cappella Sansevero
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La lapide dedicatoria di Alessandro de' Sangro (1613) sull'ingresso della Cappella Sansevero

La Cappella Sansevero fu probabilmente edificata da Giovan Francesco di Sangro duca di Torremaggiore nel 1590 e successivamente adibita dal nipote, Alessandro, ad ospitare le tombe della famiglia San Severo. Tra le numerosissime e importanti statue volute, dal 1744 al 1770 circa da Raimondo di Sangro, VII Principe di Sansevero, spiccano La Pudicizia di Antonio Corradini, particolare per la sua sensualità, ed il celeberrimo Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino del 1753 in cui sgomenta la capacità artistica di riprodurre l'effetto del velo marmoreo sul corpo del Cristo: l'opera attirò il Canova nel suo soggiorno napoletano, al punto che tentò invano di acquistarla.[1]

La Chiesa del Carmine domina la zona che fu teatro della rivoluzione di Masaniello (1647). Nella chiesa è venerata un' immagine della Madonna su una tavoletta di legno detta "La Bruna". L'interno inoltre conserva la tomba del Principe Corradino di Svevia disegnata dallo scultore neoclassico danese Thorvaldsen. La peculiarità che rende la Chiesa del Carmine famosa ed oggetto di devozione popolare è la presenza di un Crocefisso finemente lavorato in legno cui è legato un famoso miracolo. Si racconta che durante una battaglia tra gli Angioini e gli Aragonesi per il dominio sulla città, un proiettile penetrò nella chiesa diretto verso il crocifisso, e che Gesù abbassò prodigiosamente il capo in modo che solo la corona di spine venne colpita.

Va anche ricordata la trecentesca chiesa di San Giovanni a Carbonara, fondata ad opera del nobiluomo Gualtiero Galeota nella quale si trova il monumento funebre del re Ladislao. Sulle pareti sono presenti affreschi di scuola giottesca, e notevole è anche il pavimento maiolicato della cappella Caracciolo del Sole realizzata nel 1427.

Per concludere questa carrellata comunque incompleta, da citare è San Lorenzo Maggiore. Edificata da Carlo I d'Angiò nel Duecento sul sito di una chiesa paleocristiana i cui resti sono stati riportati recentemente alla luce, come sempre fu rimaneggiata nei secoli ed è un misto di barocco e gotico. La torre del campanile fu teatro della rivolta di Masaniello. Nell'interno sono ospitate le tombe di Caterina d'Austria, Carlo e Giovanna di Durazzo, Roberto d'Artois. In questa chiesa Giovanni Boccaccio incontrò il suo amore Fiammetta, e Francesco Petrarca vi pregò la notte del 4 novembre 1343 terrorizzato dalla predizione di una spaventosa tempesta fatta da un eremita.

[modifica] Piazze, strade e luoghi tipici

Tra le arterie principali di Napoli vi è di certo Via Toledo, fino a pochi anni fa denominata "Via Roma". Da qualche anno ha ripreso il nome che ricorda il viceré Pedro de Toledo che la edificò nel 1536. Grazie alla pedonalizzazione, la lunga strada è ora fulcro dello shopping cittadino con i suoi numerosi negozi (soprattutto di abbigliamento) e del turismo con i suoi eleganti palazzi che vi si affacciano: il monumentale Banco di Napoli, palazzo Doria D'Angri, palazzo Colonna di Stigliano, la la chiesa Spirito Santo, piazzetta Augusteo, l'accesso est della galleria Umberto I. Si collega a piazza Trieste e Trento (San Ferdinando per i napoletani) e a quella del Plebiscito da un estremo, dall'altro allo Spirito Santo. Il tratto successivo, sino a Piazza Dante ha conservato il toponimo Via Roma.

Chiesa di San Francesco di Paola e Piazza Plebiscito
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Chiesa di San Francesco di Paola e Piazza Plebiscito
Lo scalone di Palazzo Reale
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Lo scalone di Palazzo Reale

Tra le piazze maggiori di Napoli vi è Piazza del Plebiscito, dove hanno luogo manifestazioni e concerti che l'hanno resa celebre tra gli italiani. Su di essa si affaccia il Palazzo Reale e la particolare forma è data dal colonnato semicircolare della Basilica di San Francesco di Paola , che forma un'ellisse nei cui fuochi sono poste due statue equestri, una di Antonio Canova raffigurante Carlo III e l'altra di Antonio Calì raffigurante Ferdinando IV. Molto care ai napoletani le statue dei leoni sul basamento ai lati del colonnato. La sua riscoperta è avvenuta sotto le amministrazioni degli anni '90 che l'hanno trasformata da parcheggio pubblico a centro turistico e luogo di iniziative culturali: nel cuore della piazza ogni anno nel periodo natalizio vengono realizzate opere artistiche, attorno alle quali si dividono le opinioni dei curiosi cittadini che accorrono ad osservarle.

Più antica è Piazza Dante: tra il Cinquecento e il Seicento era detto "Mercatello" perché vi si tenevano i mercati 'periferici', ma tra il 1757 e il 1765 fu completamente ricostruita sotto Carlo III da Luigi Vanvitelli, che edificò il monumentale emiciclo sulla cui sommità eresse ventisei statue raffiguranti le virtù del sovrano. Al centro della piazza la statua equestre di Carlo non fu mai posta, venne occupata dall'albero della libertà durante la Repubblica napoletana e poi dalla statua di Napoleone Bonaparte durante il regno di Murat. L'attuale statua di Dante Alighieri che dà il nome alla piazza fu posta dopo l'unità d'Italia. Al lato nord vi è Port'Alba col suo mercato dei libri e al lato sud la chiesa di San Michele. Nel 2002 è stata ristrutturata su progetto dell'architetto Gae Aulenti e resa ancora più spaziosa per ospitare la fermata della metropolitana. L'edificio vanvitelliano ospita il Convitto e Liceo Vittorio Emanuele.

La zona di San Gregorio Armeno attira tra novembre e gennaio frotte di turisti da tutto il mondo. Vi si tiene il mercato del presepe, la grande tradizione natalizia napoletana, e le botteghe espongono i modelli più raffinati e più singolari di pastori, santi, gesù bambini e altre amenità. La via prende il nome dell'importante chiesa omonima, costruita tra il 1574 e il 1580 con affreschi interni di Luca Giordano. Ogni martedì vi si tiene il miracolo della liquefazione del sangue del dente di Santa Patrizia.

Scorcio di San Gregorio Armeno
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Scorcio di San Gregorio Armeno

Dalla piazza del Gesù Nuovo a quella di San Domenico si distende via Benedetto Croce tratto centrale della cosiddetta Spaccanapoli, il decumano inferiore della Napoli greco-romana, che nel suo sviluppo assume diverse denominazioni (particolarmente suggestivo il tratto che va da piazza San Domenico Maggiore a Forcella, denominato Via San Biagio dei librai). Sulla piazza del Gesù nuovo si affaccia la chiesa omonima mentre al centro si erge il monumentale obelisco, noto come Guglia dell'Immacolata, alto 34 metri sulla cui cima è posta la statua bronzea della Madonna Immacolata eretta nel [[1747]*. L'8 dicembre di ogni anno vi si tiene la cerimonia della posa di una corona di fiori sulla statua in cima alla colonna. Via Benedetto Croce prende invece il nome dal grande filosofo napoletano d'origini abbruzzesi che in quella strada - e precisamente a Palazzo Filomarino - visse i principali anni della sua vita e fondò l'Istituto Italiano per gli Studi Storici.

Il lungomare di Napoli prende il nome di Via Caracciolo, in onore dell'ammiraglio Francesco Caracciolo fatto impiccare da Orazio Nelson sulla nave Minerva (già da lui comandata) nel golfo della città, per la sua adesione alla Repubblica Napoletana. La strada in realtà è recente, risale alla fine dell'Ottocento quando sostituì l'arenile che la Villa Reale (con l'Unità, Villa Comunale) separava dalla Riviera di Chiaia[2]. Il lungomare si snoda per chilometri di passeggiata con vista e, dopo Castel dell'Ovo prende il nome di Via Partenope, realizzata con riempimenti a mare. Negli ultimi anni l'amministrazione comunale ha reso balneabili le sottili spiagge vicino alle scogliere artificiali.

[modifica] Parchi e tempo libero

La Villa Comunale (fino a prima dell'Unità denominata "Reale") fu fatta realizzare da Ferdinando IV su disegno del Vanvitelli nel 1780 per dare alla nobiltà napoletana un oasi di gran ricercatezza sull'allora lungomare, impreziosendola di statue, fontane e alberi esotici ma proibita al popolo. Ben diversamente, oggi la Villa è tra le mete preferite dai napoletani, soprattutto da quando una ristrutturazione negli ultimi anni '90 ha permesso di chiuderla nelle ore notturne, sottraendola al degrado. Questo è avvenuto al prezzo di diverse alterazioni rispetto al disegno originale, tra cui la distruzione dell'ottocentesco recinto di ghisa e dei lampioni di bronzo che ne ornavano il perimetro. Al suo interno di primaria importanza è la Stazione Zoologica Anton Dohrn, aperta al pubblico nel 1874: si tratta dell'acquario di Napoli e sito in un edificio neoclassico. È uno degli acquari più antichi e più famosi d'Europa.

Una straordinaria, estesissima vista su Napoli e le sue coste a nord e a sud si gode dalla Collina dei Camaldoli.

Oltre al già citato parco di Capodimonte, attualmente principale polmone verde della città, la cui pianta odierna fu realizzata dal tedesco Friedrich Dehnhardt nel 1833, è da citare la Villa Floridiana. Il parco prende il nome da Lucia Migliaccio duchessa di Floridia, moglie morganatica di Ferdinando IV, che appunto abitò in questa villa del Vomero il cui grande parco fu relizzato nel 1817 da Dehnhardt e Antonio Niccolini in stile neoclassico con statue, finte rovine, boschetti, anfratti e un teatrino di verzura all'aperto. Nella villa attualmente ha sede il Museo Nazionale della Ceramica Duca di Martina e la zona panoramica sul golfo è stata di recente riaperta al pubblico dopo una lunga ristrutturazione.

Le coste napoletane ospitano inoltre l'unico esempio nel Mediterraneo di Parchi archeologici sommersi, i Parchi Sommersi di Baia e di Gaiola istituiti dal Governo. Essi riuniscono straordinari valori ambientali all'unicità di reperti archeologici di età Romana, sommersi nel corso dei secoli da un fenomeno di bradisismo negativo che ha causato l'affondamento della costa di circa 6/8 metri. Inoltre la provincia di Napoli ospita il Parco Nazionale del Vesuvio e sono inoltre aree protette l'Isola di Vivara, parte della penisola Sorrentina ed è in fase di costituzione il sistema di aree protette denominato Regno di Nettuno che andrà a ricomprendere le isole di Capri, Ischia, Procida, e le zone costiere di Punta Campanella e dei Campi Flegrei.

Più periferica è l'Oasi degli Astroni, diretta dal WWF, che si trova in una grande conca vulcanica risalente a 3700 anni fa nei Campi Flegrei. Riserva di caccia aragonese, poi di Carlo III, fu arricchita di alcune torri e casini di caccia ancora esistenti. Immersa completamente nel verde, l'oasi si distingue per il grande lago, la ricca flora e la presenza di numerose specie di uccelli oltre che piccoli animali.

Partita di pallanuoto nella piscina della Mostra d'Oltremare
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Partita di pallanuoto nella piscina della Mostra d'Oltremare
Oscar Torres del Napoli Basket 2003-2004
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Oscar Torres del Napoli Basket 2003-2004

Il tempo libero ha un polo di grande attrattiva nel quartiere di Fuorigrotta. Qui sorge lo Stadio San Paolo inaugurato nel 1959 che ospita le partite di calcio del Napoli ed è stato ristrutturato per i mondiali di calcio del 1990; la Mostra d'Oltremare realizzata nel 1940 dal fascismo per ospitare i prodotti delle colonie e diventata area di 750.000 metri quadri con 9 padiglioni espositivi per mostre e fiere, 30 sale congressuali fino a 2000 posti, teatro al chiuso e all'aperto per complessivi 3000 posti, due piscine, quattro campi da tennis, e che ospita numerosissimi eventi di portata nazionale e internazionale; il parco dei divertimenti Edenlandia più 'antico' in Italia fondato nel 1965 benché in costante degrado; il Giardino Zoologico fondato negli anni '50, attualmente in ristrutturazione secondo un progetto d'avanguardia; in più la zona ospita un bowling, un multicinema con 11 sale, fast food, sale giochi, campi di calcio, calcetto e tennis, nonché la Piscina Scandone, olimpionica, utilizzata per le gare di pallanuoto delle squadre napoletane ed utilizzata precedentemente per i Giochi del Mediterraneo del 1964. Nella zona era anche sito il Palazzetto dello Sport "Mario Argento" destinato in particolare alla pallacanestro, abbattuto nel 2005 ed in corso di ricostruzione.

L'amministrazione intende creare nuovi poli d'attrazione in altre aree di Napoli: a Bagnoli, dove ha già sede dal 1993 la Città della Scienza ('museo' scientifico sui generis primo in Europa), e nelle zone di riqualifica del Real Albergo dei Poveri - che diverrà Città dei Giovani - e del Centro Direzionale. Arterie di shopping principali nella città sono, oltre le già citate, quelle di Via dei Mille e di Piazza dei Martiri con negozi prestigiosi e la grande libreria Feltrinelli, quelle al Vomero di Via Scarlatti e Via Luca Giordano, e a Soccavo quella di Via Epomeo.

[modifica] Napoli sotterranea

È possibile effettuare visite guidate nel sottosuolo che mostrano la stratificazione del territorio della città nel corso della storia. Napoli sotterranea è un percorso guidato attraverso vecchie cisterne sotterranee, risalenti in gran parte all'epoca greco-romana e che furono attive fino all'ottocento: Napoli era l'unica grande città europea ad avere l'acqua potabile nelle case, attraverso un sistema di pozzi collegati direttamente alle cisterne dell'acquedotto sotterraneo. Tali cisterne sono state ricavate mediante scavi nel sottosuolo di tufo, la tipica roccia vulcanica sulla quale e con la quale la città è stata costruita. L'esame delle cavità, alcune di gigantesche proporzioni, ha permesso di stabilire che il tufo per costruzione è stato estratto sin dai primordi della città. In pratica, si può dire che gli edifici venivano costruiti con materiale estratto sotto gli stessi. Circa un chilometro di gallerie, delle decine presenti sotto la città, è visitabile. In diversi luoghi della città e dei dintorni sono presenti anche diverse catacombe.

[modifica] Cimitero delle Fontanelle

Realizzato in una cavità ubicata all'interno del rione Sanità, il Cimitero delle Fontanelle fu per secoli oggetto di culto da parte del popolo napoletano. All'interno vi sono depositati migliaia di resti di ossa umane (circa quarantamila), ed i teschi venivano venerati, adottati, curati con l'auspicio di ottenerne delle grazie. Questo culto venne interrotto, a seguito di svariati problemi ed a causa del naturale contrasto della Chiesa, intorno agli inizi degli anni settanta

[modifica] Cultura

[modifica] Università

A Napoli sono operativi sei atenei:

L'Università degli Studi di Napoli "Federico II" è la principale e più antica università della città. Nata come espressione della cultura ghibellina contrapposta a quella guelfa di Bologna, fu fondata da Federico II nel 1224, ed è la terza in Italia. L'Ateneo Federiciano, che ha assunto il nome del suo fondatore con decreto del 7 settembre 1987, è comunque la più antica università statale e laica d'Europa, ed è considerato uno degli atenei più prestigiosi per gli studi giuridici e letterari. Fra gli altri vi ha insegnato il celebre grecista Marcello Gigante, massimo esperto dei papiri rinvenuti a Ercolano.

La Seconda Università degli Studi di Napoli è stata istituita nel 1989 per decongestionare quella federiciana; è articolata in poli omogenei situati nelle città di Aversa, Capua, Caserta, Santa Maria Capua Vetere, mentre ha operativa in città una Facoltà di Medicina e Chirurgia che comprende le lauree specialistiche e gli altri corsi dell'area sanitaria. Le strutture assistenziali e didattiche sono suddivise tra il policlinico vecchio (nel centro storico) ed il nuovo Policlinico nella zona collinare (quest'ultimo è però in massima parte occupato da strutture dell'università Federico II). La sede amministrativa, tuttavia, è a Caserta e così come le facoltà, che sono nella provincia, per cui ha legami con Napoli solo per il nome e per una facoltà, anche se importante. Di fatto è università di Terra di Lavoro.

L'Università degli studi di Napoli "L'Orientale", I.U.O. - Istituto Universitario Orientale fino al 2002 è la più antica università di orientalistica e sinologia del continente, fu fondata nel '700 dal padre missionario Matteo Ripa come "Collegio dei Cinesi" e oggi è la più importante istituzione europea per gli studi filologici e linguistici sulle aree specialmente extra-europee. È composta dalle facoltà di Lettere e filosofia, Lingue e letterature straniere, Studi arabo-islamici e del Mediterraneo, Scienze Politiche (con un occhio di riguardo alle relazioni internazionali). Vi si insegnano tutte le lingue antiche conosciute ed oltre 140 lingue moderne.

L'Università degli Studi di Napoli "Parthenope", I.U.N. - Istituto Universitario Navale sino al 2001, fu istituita nel 1920 come Regio Istituto Superiore Navale (originariamente specializzato in, e ancora famoso per, gli studi economici con una particolare attenzione agli scambi commerciali internazionali).

L'Università degli Studi "Suor Orsola Benincasa" (ex Istituto Universitario omonimo), è un libero ateneo fondato dalla religiosa Orsola Benincasa, pensatrice molto in vista nei salotti intellettuali napoletani del periodo della controriforma (inizi XVII secolo), nato come istituto superiore di magistero e tuttora specializzato negli studi umanistici e sociali, con un particolare riguardo alla tradizione educativa introdotta dalla pedagogista suor Orsola.

Napoli è inoltre sede della Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale che vi opera attraverso la Sezione San Tommaso d'Aquino e la Sezione San Luigi la prima delle quali è legata al seminario arcivescovile e trae origine dalla facoltà teologica già presente nel primo ordinamento dell'ateneo federiciano nel 1224 e la seconda alla Compagnia di Gesù (gesuiti). La facoltà teologica è nata nel 1969 riunendo e lasciando distinte le due scuole.

A Napoli, infine, ha sede anche l'Università Telematica Pegaso.

[modifica] Biblioteca Nazionale

Nel 1804 fu aperta al pubblico la Reale Biblioteca di Napoli nel Palazzo degli Studi, attualmente sede del Museo Archeologico Nazionale. Le collezioni librarie ivi ubicate erano state trasferite dalla Reggia di Capodimonte per volontà reale. Divenuta Reale Biblioteca Borbonica nel 1816, nel 1860 con l'unità d'Italia fu poi denominata Biblioteca Nazionale. Nel 1910 fu arricchita con la collezione di papiri ercolanensi ritrovati negli scavi della città vesuviana. Nel 1922 la sede dopo lungo dibattito e su suggerimento di Benedetto Croce fu spostata all'odierna sede nel Palazzo Reale in Piazza Plebiscito. Subì molti problemi durante la guerra sia per l'occupazione nazista che per quella alleata, ma i testi più preziosi furono trasferiti in località più sicure fino alla riapertura nel 1945. Oggi la Biblioteca Nazionale "Vittorio Emanuele III" contiene quasi due milioni di volumi, circa 20.000 manoscritti, più di 8.000 periodici, 4.500 incunaboli e 1.800 papiri ercolanensi ed è la terza in Italia per dimensioni dopo quelle centrali di Firenze e Roma. Ricca di preziosi volumi orientali (Napoli è anche sede dell'Istituto Orientale), è qui che Bernardo Bertolucci si è documentato sulle culture dell'Estremo Oriente, per poter dirigere poi il film L'ultimo imperatore, del 1987.

[modifica] Arte contemporanea

Non si direbbe che Napoli, così ricca di testimonianze del passato, possa essere anche un ricco laboratorio e una importante vetrina internazionale dell'arte contemporanea. Soprattutto negli ultimi anni si è assistito, in città, ad una vera e propria esplosione d'eventi, mostre, istallazioni in luoghi simbolo, al moltiplicarsi delle gallerie private, alla realizzazione di opere architettoniche con il contributo di importanti artisti, ecc, tanto che molti critici d'arte e semplici appassionati considerano Napoli una delle capitali italiane del contemporaneo.

Ogni anno è ormai tradizione ospitare, durante il periodo natalizio in Piazza del Plebiscito , istallazioni di artisti di fama internazionale. A questo che ormai è diventato quasi un rito hanno partecipato nomi come Mimmo Paladino, Richard Serra, Rebecca Horn, Luciano Fabro e molti altri.

Molto attivi sono i due musei di arte contemporenea della città: il Pan ed il Madre, acronimi di Palazzo delle arti Napoli e Museo d'arte Donna Regina .Quest'ultimo è stato realizzato ristrutturando(ad opera di Alvaro Siza) un antico palazzo in pieno centro storico a poca distanza dal Museo archeologico nazionale.

La vera particolarità di Napoli nel campo dell arte contemporanea resta comunque il Metrò dell'arte. La metropolitana, infatti, non è concepita come semplice luogo di transito ma, come vero e proprio museo dove soffermarsi. Ogni stazione contiene numerose istallazioni di artisti di fama internazionale(Joseph Kosuth, Mimmo Rotella, Mario Merz ecc) o di giovani emergenti.

Napoli è sede di importanti eventi internazionali ,uno fra tutti la Biennale dei giovani artisti dell'Europa e del Medirerraneo manifestazione svoltasi nel 2005 che ha visto partecipare 700 giovani artisti da molti paesi europei e mediterranei.

[modifica] Poli scientifici

Monumento nel Centro Direzionale
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Monumento nel Centro Direzionale
Vista del Centro Direzionale di giorno
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Vista del Centro Direzionale di giorno

Oltre alle già citate Città della Scienza e Acquario Dohrn, di particolare interesse sono altri siti scientifici.

Il Real Orto Botanico fu voluto dai Borbone e approvato da Giuseppe Bonaparte nel 1807 durante il governo napoleonico e realizzato dagli architetti De Fazio e Paoletti. Caduto in degrado per i danni della Seconda guerra mondiale, fu abilmente rimaneggiato e arricchito tra gli anni '60 e '80 dal direttore Aldo Merolla. Attualmente i 12 ettari di terreno ospitano 25.000 esemplari di piante di ogni genere disposte in collezioni all'aperto o in serre.

Nel Collegio Massimo dei Gesuiti in via Mezzocannone n.8 sono ubicati i principali musei scientifici napoletani, curati dalla Federico II:

  • Il Museo di Zoologia con collezione di uccelli, mammiferi e di particolare interesse quella di conchiglie da tutto il mondo.
  • Il Museo di Paleontologia con circa 50.000 reperti fossili molti dei quali da siti campani, e un grandioso scheletro completo di Allosauro.
  • Il Museo di Antropologia con reperti e mummie da tutto il mondo tra cui reperti di Troia e uno scheletro umano del paleolitico.
  • Il Museo di Mineralogia con minerali e pietre da tutto il mondo e il Museo Mineralogico Campano con circa 3.500 esemplari.

Per gli astrofili impossibile non citare l'Osservatorio astronomico di Capodimonte. Voluto da Gioacchino Murat nel 1812, fu inaugurato nel 1819. Situato a 150 metri dal livello del mare sulla collina di Capodimonte, è impegnato nell'osservazione del Sole, delle stelle e della galassie grazie anche all'accesso ai più grandi telescopi ottici del pianeta e a quelli in orbita. Visite al pubblico sono possibili dietro prenotazione.

Si segnala inoltre la presenza di numerosi LUG:

[modifica] Arte

Durante la sua storia, la città ha avuto sovente una presenza artistica di primo piano. Oggi si cerca di tenere viva questa tradizione. L'Accademia di Belle Arti, fondata da Carlo III di Borbone nel 1752 come "Real Accademia di Disegno", è stata il centro dell'attività della Scuola di Posillipo nell'Ottocento ed è stata diretta da personalità quali Domenico Morelli, Saverio Altamura, Gioacchino Toma. Vi si tengono oggi corsi di pittura, decorazione, scultura, scenografia, restauro, arredo urbano, e una scuola di nudo. Nel 2005 è stato inaugurato nel settecentesco palazzo Roccella in via dei Mille il PAN, Palazzo delle Arti di Napoli, adibito ad ospitare opere ed eventi artistici di ogni tendenza. Storica è la tradizione del Conservatorio di Musica "San Pietro a Majella", nel cuore della città, fondato nel 1826 da Francesco I di Borbone come "Regio conservatorio di musica", e dove oggi si tengono insegnamenti per tutti gli strumenti musicali ed è ospitato un notevole museo della musica. Infine da segnalare l'offerta di teatri, una tradizione tra le più antiche d'Europa (il San Carlo risale al Settecento), che oggi annovera dodici teatri principali.

[modifica] Pittura

Per approfondire, vedi la voce Pittura napoletana.

Tra le molte correnti pittoriche napoletane che si sono succedute nei secoli, di particolare rilevanza e pregio artistico sono risultate quelle del Seicento e dell'Ottocento. Alla prima appartengono Battistello Caracciolo, Jusepe de Ribera, Bernardo Cavallino, Mattia Preti e Luca Giordano. Della seconda si ricordano invece in particolare Antonio Pitloo, Giacinto Gigante e Domenico Morelli.

[modifica] Musica

Per approfondire, vedi la voce Canzone napoletana.

La vita musicale napoletana fu molto intensa già a partire dal XV fino al XVII nell'ambito della polifonia sacra e profana. Dal XVII e soprattutto nel XVIII secolo la Scuola Musicale Napoletana assunse un ruolo preminente nel campo della musica sacra e operistica con musicisti come Alessandro Scarlatti, Giovan Battista Pergolesi, Nicola Porpora.

La canzone classica napoletana, assurta a fenomeno storico nel corso delle annuali feste di Piedigrotta tra l'Ottocento e la prima metà del Novecento e con i successivi Festival della Canzone Napoletana, è oggi un patrimonio tutelato. È attivo da vari anni, presso la sede RAI di Napoli, l'Archivio Sonoro della Canzone Napoletana. Altro fenomeno musicale di particolare interesse è la cosiddetta Sceneggiata che si fonda sulla sceneggiatura di un intero spettacolo teatrale partendo da una canzone di argomento popolare.

Dagli anni '50 si diffusero i cantautori cosiddetti "melodici" che mettevano in musica testi originali quando non poesie tradizionali in lingua napoletana, come i capolavori di Salvatore Di Giacomo. L'interprete assoluto di questo periodo della canzone napoletana è Roberto Murolo. Dagli anni '80 si è affermato, come fenomeno locale, il genere "neomelodico": numerosi cantanti ed autori locali hanno composto canzoni, che in genere trattano storie d'amore ambientate nella Napoli moderna. Il risultato artisticamente è discutibile (i testi sono piuttosto superficiali e la tecnica affidata spesso a semplici basi elettroniche) e sicuramente non paragonabile a quello ottenuto dalla canzone napoletana propriamente detta, ma in ambito locale questo genere riscuote un notevole successo: Mario Merola, Gigi D'Alessio e Nino D'Angelo sono i più famosi esponenti di questo genere anche se a parte Merola, lo hanno poi progressivamente abbandonato.

Teatro San Carlo
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Teatro San Carlo

È comunque vasta la schiera di cantautori e musicisti che in modo moderno hanno dato e danno il loro contributo alla continuazione della tradizione musicale partenopea: Pino Daniele, Edoardo Bennato ed Eugenio Bennato, Enzo Gragnaniello, Alan Sorrenti, Enzo Avitabile sono solo alcuni dei "moderni" più famosi e apprezzati.

Napoli è inoltre esportatrice di tech-house in Europa, e dalla fine degli '80 ha dato luogo a massiccie produzioni di elettronica, trip-hop e rock alternativo. Ricordiamo il trip-hop "napoletano" degli Almamegretta, i 99 Posse, i particolari Le Loup Garou, l'industrial dei Narcolexia, la rock-dance-psichedelica dei Planet Funk e tantissimi altri tra cui decine di Dj alcuni dei quali noti sia in Italia che in Europa.

[modifica] Teatro

Per approfondire, vedi la voce Teatro napoletano.

Il teatro napoletano è una delle più antiche e conosciute tradizioni artistiche della città. Tra i suoi principali esponenti si citano Eduardo Scarpetta, Eduardo De Filippo, Totò. Molto importante è inoltre la figura di Pulcinella, che, secondo Benedetto Croce, nacque nella Napoli del Seicento da un certo Puccio d'Aniello. Il Teatro San Carlo, il principale di Napoli, è il più ampio d'Italia con i suoi 3.000 posti.

[modifica] Sport

Nei vicoli è ancora molto forte il sentimento che lega i napoletani a Maradona
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Nei vicoli è ancora molto forte il sentimento che lega i napoletani a Maradona

Napoli vanta una lunga tradizione sportiva che però raramente ha portato squadre della città a conquistare campionati nazionali o coppe europee; evento tra l'altro assai raro in tutto il Centro-Sud Italia.

 Maradona

Tuttavia, fanno eccezione le squadre di pallanuoto (con il Posillipo che vanta dodici scudetti, la Canottieri Napoli e la Rari Nantes), di rugby: Partenope Rugby e Amatori Napoli Rugby, e di calcio l'Internapoli e il Napoli Calcio: quest'ultimo ha vinto due campionati (1987, 1990), 3 Coppe Italia (1962, 1975, 1987), una Coppa Uefa (1989) ed una Supercoppa Italiana (1990). La squadra inoltre vanta la militanza nelle sue file di moltissimi campioni fra i quali spicca, chiaramente, Diego Armando Maradona. Recentemente sta prendendo quota anche il Napoli Basket, che nel febbraio 2006 è riuscito a conquistare la seconda Coppa Italia della sua storia, e si è avvicinato alle finali scudetto, riuscendo comunque ad entrare in Eurolega.

Folta invece la schiera di atleti napoletani che hanno regalato all'Italia titoli mondiali e olimpici. Fra i tanti ricordiamo i fratelli Giuseppe e Carmine Abbagnale (campioni del canottaggio, sette titoli mondiali e due ori olimpici), il pugile Patrizio Oliva (tre titoli europei, uno mondiale e medaglia d'oro a Mosca) e il nuotatore Massimiliano Rosolino (un titolo mondiale e medaglia d'oro a Sidney); anche un'altra giovanissima nuotatrice, Caterina Giacchetti, campionessa a livello europeo (quarta nei 200 m farfalla ai Mondiali di nuoto di Montreal nel 2005) si avvia a risultati di livello olimpico. Napoli, tra l'altro, è stata scelta per ospitare nel 2006 i mondiali di nuoto in acque libere.

Fra le manifestazioni sportive fisse ricordiamo la maratona di nuoto Capri - Napoli, il Gran Premio Lotteria di Agnano di Trotto ed il Giro Ciclistico della Campania. Napoli è candidata assieme a Roma a ospitare le Olimpiadi 2016

[modifica] Folklore

Pizza, Vesuvio e mandolino: sono le tre famose parole magiche che si associano a Napoli nella mentalità collettiva. Molto più note dei suoi monumenti, le tradizioni napoletane sono risapute, celebrate - e a volte caricaturizzate - in tutto il mondo nonché simbolo dell'iconografia italiana all'estero.

[modifica] Cucina napoletana

[modifica] La pizza

Per approfondire, vedi la voce Pizza.
Pizza Margherita
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Pizza Margherita

La pizza, prodotto culinario napoletano per eccellenza, si diffonde in città tra il Seicento e il Settecento senza avere tuttavia le caratteristiche attuali. Si tratta infatti inizialmente di una variante della focaccia, arricchita con basilico o strutto o alici e più tardi con pomodoro e mozzarella di bufala campana o fior di latte. Solo nell'Ottocento inizia la moda dei buongustai di pizza e la prima vera pizzeria della quale si conosce il nome fu aperta nel 1830 nella zona di Port'Alba. La ricetta classica più nota risale invece al 1889. Ogni anno a Napoli a settembre si tiene il Pizzafest nella sede della Mostra d'Oltremare dove a prezzi modici si può degustare una pizza scegliendo tra le dozzine di pizzerie all'aperto.

[modifica] La pastasciutta

Non si ferma certo alla pizza il vastissimo campionario della cucina napoletana. Necessario citare infatti gli spaghetti: l'immagine tipica dell'affamato Pulcinella che s'ingozza con un piattone di spaghetti al pomodoro è stata ripresa anche da Totò nel suo Miseria e Nobiltà. Il modo più tipico di cucinare gli spaghetti (o anche vermicelli) a Napoli è quello di condirli con le vongole. Gli spaghetti alle vongole possono essere o in bianco o col pomodoro (la tradizione si divide) e possono essere conditi o con vongole veraci o con lupini. Altra tradizione è quella del ragù, tipico piatto domenicale. Probabilmente derivante dal ragôut francese, il ragù napoletano ('o rraù in dialetto, celebrato in una poesia di De Filippo) è una salsa di lunga ed elaborata preparazione (cinque-sei ore di cottura) fatta con pomodoro e carne di vitello o di maiale soprattutto nel periodo di Carnevale, e va servita su pasta col buco.

[modifica] I dolci

Sfogliatelle
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Sfogliatelle

Celeberrima è poi la tradizione dolciaria napoletana, che ha beneficiato degli influssi delle diverse corti (e rispettivi cuochi ufficiali) che si sono succedute nella città. Tra le mille specialità la più nota è forse la sfogliatella, che può essere riccia o frolla a seconda della preparazione della pasta sfoglia che la compone: realizzata nel Settecento nel monastero di Santa Rosa situato a Conca dei Marini, nei pressi di Amalfi, il ripieno è a base di crema di ricotta, semolino, canditi, vaniglia e cedro. Vi è poi il babà, forse di origini polacche, dolcetto fatto con pasta morbida imbevuto di sciroppo a base di limone e rum e che poi può essere ricoperto in superficie con crema pasticciera e frutta fresca. Le zeppole mangiate il giorno di San Giuseppe - e che per questo a volte sono confuse con le zeppole di San Giuseppe (bignè alla crema) - sono a Napoli morbide ciambelline ricoperte di zucchero candito. Ci sono poi dolci legati a festività, come la pastiera che si mangia a Pasqua fatta con pasta frolla e grano cotto nonché con ricotta, cedro, arancia e zucca candita. A Natale ci sono gli struffoli, piccole sferette fritte ricoperte di diavolilli (confettini colorati), canditi e miele, che si suppone siano stati portati dagli antichi greci ('stroungolous' è una parola che significa 'arrotondato'). A Carnevale, infine, ci sono le chiacchiere, fritte e ricoperte di zucchero a velo, il migliaccio, fatto con semola, latte e ricotta, ed infine il sanguinaccio, crema in origine fatta di sangue di maiale e oggi di cioccolata aromatizzata con la cannella.

[modifica] Il Presepe

Per approfondire, vedi la voce Presepe napoletano.

Sebbene la leggenda ritenga che il primo presepe fu realizzato da San Francesco d'Assisi nel 1223, questa tradizione è tipicamente napoletana. Tra il XVII e XVIII secolo l'arte del presepe raggiunge le più alte punte artistiche. Molti esemplari sono visibili oggi nel Museo di San Martino. La tradizione è ancora viva per molti napoletani che allestiscono il presepe nelle loro case nel periodo natalizio, acquistando le statuette nella celebre via San Gregorio Armeno dove si trovano le botteghe dei pastorai.

[modifica] Smorfia, iettatura e religiosità popolare

Benché il gioco del lotto abbia avuto origine in Italia intorno al 1539 a Genova, esso è fortemente legato alla città di Napoli, dove venne introdotto relativamente tardi, nel 1682. La forte religiosità del popolo napoletano provocò dei "problemi di morale" giacché la Chiesa lo aveva proibito, e dopo un terremoto nel 1688 fu abolito perché considerato causa della punizione divina. La passione del gioco tuttavia ebbe la meglio, il lotto fu reintrodotto e la monarchia credette opportuno regolamentarlo per trarne i dovuti profitti. Ogni sabato le estrazioni si tenevano dinanzi alla Gran Corte dei Conti e con due testimoni del popolo al Palazzo della Vicaria. Il lotto, ufficiale e non, provocò la reazione degli intellettuali, tra cui Matilde Serao che nel suo Il ventre di Napoli criticò in due capitoli appositi la degradazione apportata dal gioco al popolino. Rimane tuttavia legata a Napoli la tradizione della Smorfia. Il termine, derivante da "Morfeo", il dio greco dei sogni, si riferisce all'abitudine di giocare numeri 'ricevuti' in sogno. Questi numeri non sono quasi mai ricevuti esplicitamente, ma elaborati in base a un sistema che affonda le sue origini nella Cabala ebraica e che stabilisce che per ogni evento, azione o personaggio sognato corrisponde un numero. Numerosi sono i libri che permettono di stabilire questa corrispondenza. Oggi i numeri più celebri sono quelli legati alla tombola, sorta di lotto casalingo giocato soprattutto nel periodo natalizio, e da cui ha preso tra l'altro ispirazione l'attuale gioco del Bingo.

Vista di Napoli dal mare
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Vista di Napoli dal mare

Legato alla smorfia è il Munaciello, lo spirito demoniaco ma a volte anche benigno che ha dominato le storie e le leggende napoletane per secoli, e che ancora oggi è temuto e rispettato dai napoletani più tradizionalisti (per non dire arretrati). A volte il munaciello dà a colui che ha avuto la casa infestata dalla sua presenza i numeri da giocare al lotto, ma bisogna tenere il segreto e non confidarlo ad altri. A volte si limita a fare dispetti, ma altre volte ancora porta la gente alla follia e alla morte. Matilde Serao racconta la leggenda sull'origine di questo essere: sembra sia stato il frutto di una relazione tra una giovane della borghesia aragonese (tale Catarinella Frezza) e un popolano, Stefano Mariconda. La relazione, osteggiata dalla famiglia di lei, portò all'uccisione di Stefano e alla chiusura in convento di Catarinella, che ebbe però un figlio, storpio, che le monache vestirono da frate per nasconderne le deformità. Sarebbe dunque questo 'o munaciello. Altri dicono che il munaciello era l'amministratore dei pozzi della città, le cui acque spesso avvelenava. La popolarità di questo personaggio ha portato De Filippo a scrivere uno dei suoi capolavori teatrali Questi fantasmi, e sull'argomento sono stati scritti altri spettacoli.

Numerose altre leggende napoletane sono comunque raccolte dalla Serao nel suo Leggende napoletane e nel volume di Benedetto Croce Storie e leggende napoletane.

Guglia di San Gennaro a pochi passi dal Duomo
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Guglia di San Gennaro a pochi passi dal Duomo

Il folclore napoletano è fortemente legato alla religiosità popolare, in particolare domina il culto dei santi e della Madonna, cui viene attribuito di volta in volta un suffisso diverso a seconda della particolare statua, icona o chiesa cui il fedele si riferisce. Numerose sono le edicole votive nei vicoli del centro storico. Ad una di queste edicole è legata la tradizione della Madonna dell'Arco, nome che deriva da un'edicola votiva di Sant'Anastasia che rappresenta una Madonna detta "dell'arco" perché questo borgo alle porte di Napoli era contraddistinto dalle arcate di un antico acquedotto romano. Il lunedì di Pasqua del 1450, a quanto si racconta, un giovane che giocava a palla-maglio scagliò irato la palla contro l'immagine della Madonna, che iniziò a sanguinare. In seguito, si è ripetuto un numero enorme di miracoli aventi come protagonista quell'immagine della Madonna (nel 1849 fu visitata da Papa Pio IX) e ogni anno nelle vicinanze di Pasqua si tengono cortei di supplicanti e adoranti che culmina il Lunedì di Pasqua dinanzi all'immagine della Madonna, dove i cosiddetti fujenti ("coloro che corrono" in napoletano) implorano in modo colorito l'immagine.

Uno dei santi più amati è poi Giuseppe Moscati, canonizzato da Giovanni Paolo II nel 1987: giovane e valente medico dell' Ospedale degli Incurabili, Moscati fu stimato da tutti i poveri e i miserabili che si recavano a casa sua per farsi visitare privatamente spesso senza retribuzione. Medico e ricercatore illustre, fu dominato da un'incrollabile fede che trasfuse anche a colleghi quali Pietro Castellino e Leonardo Bianchi.

Infine discorso a parte va fatto per San Gennaro, il santo patrono della città (il cui vero nome era Ianuario, perché appartenente alla Gens Ianuaria), martirizzato nel 305 sotto Diocleziano. Il suo sangue fu raccolto in un'ampolla, e nel 431 a quanto sembra per la prima volta si sciolse improvvisamente per poi ricoagularsi. Questo avvenimento è stato testimoniato storicamente nel 1389 per la prima volta, e si è ripetuto fino ad oggi, salvo alcune 'interruzioni' che secondo la tradizione corrispondono a gravi sciagure per la città. Oggi il miracolo si compie tre volte l'anno: in primo luogo il 19 settembre, giorno del martirio; poi la vigilia della prima domenica di maggio (quando le sue spoglie furono traslate da Benevento a Napoli), ed infine il 16 dicembre, anniversario del suo più famoso miracolo, avvenuto nel 1631, quando i Napoletani condussero la statua del santo al Ponte della Maddalena e la lava del Vesuvio in eruzione si fermò salvando la città. Il miracolo del sangue è stato oggetto di varie contestazioni in ambiente scentifico secondo le quali il sangue sarebbe un liquido simile a gel, dotato cioè di proprietà tissotropiche, che lo porta quindi a sciogliersi se mosso meccanicamente. Il popolo rimane però ancora legato al miracolo e al santo, e resta celebre la frase comparsa sui muri della città quando il Concilio Vaticano II decretò culto di ambito unicamente locale quello del santo: San Genna', futtatenne! (San Gennaro, fregatene!).

[modifica] Trasporti

Per approfondire, vedi la voce Metropolitana di Napoli.

Il tessuto urbano e la particolare morfologia della città, con le sue vie spesso strette e le numerose zone collinari, hanno sempre reso il problema dei trasporti di scottante attualità.

Pure la presenza di numerosi e nuovi assi viari a scorrimento veloce esterni alla città (la tangenziale di Napoli, la "circonvallazione esterna", l'"asse mediano" e l'"asse di supporto") non è riuscita a modificare di molto la situazione nel centro cittadino, in cui alcuni quartieri risultano difficilmente raggiungibili con il solo trasporto (privato o pubblico) di superficie.

Negli ultimi anni si è dunque individuata, come unica soluzione possibile, un forte orientamento verso il trasporto metropolitano su ferro.

In ciò Napoli ha potuto ricollegrasi ad un'antica e solida tradizione: la città fu infatti la prima in Italia a dotarsi di una ferrovia: la Napoli-Portici del 1839, mentre con il passante ferroviario del 1925 si trovò di fatto ad essere la prima città italiana dotata di un servizio ferroviario metropolitano.

Attualmente sono in avanzata fase di completamento otto linee di metropolitana (con altre due in corso di approvazione) che porteranno Napoli, entro il 2011 ad avere una rete metropolitana di 10 linee, interconnesse tra loro e con le quattro funicolari e linee suburbane, con parcheggi di interscambio nelle zone periferiche e comprensiva di più di 100 stazioni (al momento 60) su tutta la superficie comunale [3].

La Linea 1 (anche detta Metrò dell'Arte) è caratterizzata dalla presenza, in numerose stazioni, di opere d'arte contemporanea, copie a grandezza naturale di statue classiche della collezione Farnese e reperti originali provenienti dagli scavi di Pompei (stazione Museo). Entro il 2008 verrà completata la stazione Municipio (realizzata da Alvaro Siza), che ingloberà al suo interno una nave romana ritrovata durante gli scavi per la sua costruzione.

Oltre alla metropolitana, sono presenti quattro funicolari, tram, filobus e numerose linee ferroviarie suburbane (Ferrovia Cumana, Circumflegrea, Circumesuviana, Alifana - oggi oggi MetroCampania Nord-Est) che collegano la città con il suo popoloso hinterland (comprese anche località turistiche come Pompei, Ercolano e Sorrento).

É in corso inoltre la ristrutturazione della stazione centrale di Piazza Garibaldi e della stessa piazza (su progetto di Dominique Perrault) e della stazione di Montesanto, capolinea delle linee Cumana e Circumflegrea (progettata da Silvio D'Ascia).

[modifica] Collegamenti

La città è perfettamente collegata al resto d'Italia, sia per quanto riguarda gli assi autostradali che le linee ferroviarie. Dalla città si dipartono l'autostrada del Sole verso Nord, la A3 verso Sud (in corso di ampliamento nel suo tratto più vicino a Napoli) e la A16 verso l'Adriatico. Per quanto riguarda la rete ferroviaria, Napoli dovrebbe essere raggiunta a breve dalla linea dell'alta velocità proveniente da Roma, per ora utilizzata dai treni fino alla zona di Caserta.

L'aeroporto di Napoli-Capodichino, sebbene limitato nel suo sviluppo dall'eccessiva vicinanza alla città, è stato nel 2005 il sesto d'Italia per numero di passeggeri dopo Fiumicino, i due scali milanesi, Venezia e Catania [4].

Il porto di Napoli, infine, è uno dei più importanti della penisola, primo in assoluto per numero di passeggeri totali (oltre 9.000.000 di passeggeri nel 2005 [5], secondo dopo Civitavecchia per numero di croceristi previsti per il 2007 (1.100.000) insieme a Venezia[6], tra i maggiori anche come traffico merci con oltre 20 milioni di tonnelate di merci e circa 370.000 container nel 2005 (fonte Autorità Portuale di Napoli).

[modifica] Amministrazione

Vista della città di sera
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Vista della città di sera

La metropoli senza interruzione abitativa va ben oltre i confini dell'attuale comune. Gli urbanisti chiamano l'intera area "la grande Napoli"; la crescita urbana della città è riuscita ad integrare a sé comuni della provincia di Salerno, Caserta e Avellino. La costa napoletana si estende da Capo Miseno a punta Campanella. Il comune è composto dalla città storica (corrispondente ai quartieri circoscrizionali di Avvocata, Chiaia, Mercato, Montecalvario, Pendino, Porto, Posillipo, San Carlo all'Arena, San Giuseppe, San Lorenzo, Stella, Vicarìa), da alcune frazioni fuse con la città a varie fasi anche per volere di Gioacchino Murat (Arenella, Bagnoli, Miano, Piscinola, Rione Flegreo o Fuorigrotta, Vomero) e dai comuni aggregati durante il regime fascista (attualmente suddivisi nei quartieri di Barra, Chiaiano, Marianella, Pianura, Soccavo, Ponticelli, San Giovanni a Teduccio, San Pietro a Patierno, Secondigliano e Scampìa).

I quartieri più popolosi sono quelli corrispondenti al territorio dei comuni aggregati sotto il fascismo. La sovrappopolazione di tali zone, che fanno da sole i due terzi della popolazione della città, è dovuta principalmente alla scelta politica - poi rivelatasi fallimentare - di individuare in quei luoghi le aree in cui realizzare gli agglomerati ex lege 167/1962 (edilizia residenziale pubblica) e lege 219/1981 (edilizia residenziale pubblica per i terremotati del 1980). Questa improvvisa 'periferizzazione' di tali aree, senza che fossero approntate adeguate infrastrutture funzionali all'edilizia popolare che vi si andava sviluppando, ha portato sul medio periodo a degli indubbi disagi sociali che sono sfociati nella formazione di folti gruppi microdelinquenziali. Negli ultimi anni il Comune si sta adoperando, anche grazie ai fondi della legge 328/2000, per tentare di ristabilire gli equilibri in queste aree, rimaste profondamente segnate dalla perdita della propria identità. La denominazione dei confini e dei quartieri è stata definita con delibera del consiglio comunale tenendo conto, quali criteri generali, delle denominazioni storiche e dei confini amministrativi degli ex comuni autonomi.

Gli stabilimenti della dismessa Italsider di Bagnoli
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Gli stabilimenti della dismessa Italsider di Bagnoli

Fino al 2005, i quartieri erano raggruppati in 21 circoscrizioni (Chiaia - San Ferdinando - Posillipo, San Lorenzo - Vicarìa, Mercato - Pendino, Avvocata - Montecalvario - San Giuseppe - Porto, Stella - San Carlo all'Arena, Bagnoli, Soccavo, Pianura, Vomero, Arenella, Marianella - Piscinola, Miano, Chiaiano, Secondigliano, San Pietro a Patierno, Poggioreale, Ponticelli, Barra, San Giovanni a Teduccio, Scampìa e Fuorigrotta, che corrisponde al territorio del quartiere Rione Flegreo), con poteri per lo più consultivi. Per ogni circoscrizione sono presenti una o più sezioni comunali, i cui servizi demografici sono coordinati dai servizi anagrafe circoscrizionali, ognuna delle quali detiene un proprio ufficio di stato civile (con registri separati per singolo quartiere).

Nel 2005, con una serie di deliberazioni del consiglio comunale, il quadro del decentramento amministrativo ha subito una profonda modifica. Le 21 circoscrizioni sono state riorganizzate in 10 Municipalità, più omogenee tra loro, con una popolazione media per ciascuna di circa 100.000 abitanti, con un Presidente eletto direttamente dal corpo elettorale, una Giunta ed un consiglio della municipalità di 30 consiglieri.

Rosa Russo Iervolino ed Antonio Bassolino, gli ultimi due sindaci di Napoli
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Rosa Russo Iervolino ed Antonio Bassolino, gli ultimi due sindaci di Napoli

[modifica] Giunta Comunale

[modifica] Sindaco

[modifica] Vice Sindaco

  • Sabatino Santangelo Urbanistica, infrastrutture, metropolitana, area Cipe

[modifica] Assessori

  • Enrico Cardillo Risorse Strategiche
  • Ferdinando Di Mezza Patrimonio
  • Giuseppe Gambale Educazione - Trasparenza - Legalità
  • Elisabetta Gambardella Decoro e Arredo Urbano
  • Felice Laudadio Edilizia - Gare e contratti
  • Dolores Feleppa Madaro Memoria della città
  • Gennaro Mola Mobilità e N.U.
  • Gennaro Nasti Ambiente
  • Giorgio Nugnes Protezione Civile - Difesa del Suolo
  • Nicola Oddati Cultura e Sviluppo
  • Alfredo Ponticelli Politiche per lo sport
  • Giulio Riccio Politiche sociali
  • Donata Rizzo Servizi Interni - Toponomastica - Censimenti
  • Bruno Terracciano Politiche del personale - Coordinamento municipalità
  • Valeria Valente Turismo - Grandi eventi - Pari opportunità

[modifica] Presidente del Consiglio Comunale

  • Leonardo Impegno

[modifica] Le Municipalità di Napoli

Le Municipalità sono le seguenti:

  • Municipalità 1 - San Ferdinando - Chiaia - Posillipo
  • Municipalità 2 - San Giuseppe - Montecalvario - Avvocata - Mercato - Pendino - Porto
  • Municipalità 3 - Stella - San Carlo all'Arena
  • Municipalità 4 - Vicaria - San Lorenzo - Poggioreale - Zona Industriale
  • Municipalità 5 - Vomero - Arenella
  • Municipalità 6 - Ponticelli - Barra - San Giovanni a Teduccio
  • Municipalità 7 - Miano - Secondigliano - San Pietro a Patierno
  • Municipalità 8 - Chiaiano - Piscinola - Marianella - Scampia
  • Municipalità 9 - Soccavo - Pianura
  • Municipalità 10 - Bagnoli - Fuorigrotta

Le prime elezioni per i Presidenti e i consigli delle nuove Municipalità si sono svolte il 28 e il 29 maggio 2006, contestualmente all'elezione del Sindaco e del consiglio comunale.

L'attuale Sindaco è Rosa Russo Iervolino (La Margherita) eletta al primo turno. È sostenuta da una maggioranza di centro-sinistra.

    [modifica] Gemellaggi

    [modifica] Opere in realizzazione e progetti

    A lungo considerata lenta nel realizzare opere e bonifiche, la città negli ultimi anni è stata teatro di numerose opere di costruzione e ristrutturazione coinvolgendo architetti ed artisti di fama mondiale (Gae Aulenti, Atelier Mendini, Massimiliano Fuksas, Renzo Piano, Alvaro Siza, Dominique Perrault, Anish Kapoor e molti altri) , per l'ammontare di centinaia di milioni di euro, in parte provenienti dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale.

    Queste le opere completate o in corso di realizzazione:

    • Il Progetto Sirena, che ha comportato la ristrutturazione di centinaia di immobili storici nel centro cittadino e nei quartieri periferici, un progetto a cui si sono ispirate anche altre città del mondo.
    • L'intero rifacimento di Corso Secondigliano, con l'adozione di accorgimenti per diminuire il traffico e l'allargamento dei marciapiedi decorati con alberi ed aiuole.
    • Riapertura delle celebri tredici discese di Sant'Antonio, set di una quantità sostanziale di film, durante il periodo della Dolce Vita. (Completata)
    • Trasformazione dell'imponente Real Albergo dei Poveri in "Città dei giovani" attraverso la completa ristrutturazione (completata l'elegante facciata esterna).
    • La ristrutturazione della villa comunale di Fuorigrotta, con l'aggiunta di numerose palme giganti, pianta che da sempre contraddistingue questa zona di Napoli ed il suo litorale.
    • Rifacimento di Piazzale Tecchio a Fuorigrotta e di tutta la zona nei pressi della facoltà di Ingegneria, compreso viale Augusto, per la creazione di una nuova fermata della metropolitana nonché di un lungo sottopassaggio.
    • Allargamento dei punti più impraticabili di Spaccanapoli (via san Biagio Dei Librai), meta di turisti durante tutto 'anno, e restauro (completato) dell'obelisco di Piazza San Domenico Maggiore
    • Ristrutturazione e illuminazione decorativa della stazione ferroviaria e fermata della linea 2 Mergellina. (completata)
    • Ristrutturazione e illuminazione decorativa del teatro stabile di Napoli "Mercadante" (completata)
    • Ristrutturazione e apertura del teatro "San Ferdinando" (completata)
    • Ristrutturazione del Parco Virgiliano (Completata)
    • Ristrutturazione della tomba di Giacomo Leopardi e del sepolcro di Virgilio (Completata)
    • Realizzazione nella zona est dell'Ospedale del Mare, che servirà un bacino di circa mezzo milione di persone tra città e hinterland vesuviano.L'ospedale sarà realizzato su un progetto di Renzo Piano seguendo le piu moderne tecnologie antisismiche (i lavori sono già in stato avanzato).

    Vi sono poi alcuni progetti, alcuni dei quali non ancora approvati:

    • Riqualificazione della zona dei Quartieri Spagnoli dove fu girato il film con Sophia Loren e Marcello Mastroianni Ieri, oggi e domani.
    • Costruzione di un nuovo acquario nella zona est (probabilmente Vigliena o Pietrarsa) sul modello di quello genovese (approvato, ma lavori mai iniziati)
    • Costruzione di un polo universitario di Psicologia e di una villa comunale nel centro di Secondigliano.
    • Apertura di quattro nuove strutture ospedaliere, nei pressi dell'ospedale Cardarelli (previste entro l'anno 2006).
    • Completamento del Centro Direzionale che si allargherà ad est con la costruzione di plessi scolastici ed edifici di varia destinazione (uffici,abitazioni), nonché di strutture ricreative e sportive (cinema multisala, campi da tennis) con giardini ed un lago artificiale.
    • Il restyling del lungomare ad opera dell'architetto Michel Euvé che prevede anche la realizzazione di un tunnel sotterraneo per i veicoli, all'altezza di Piazza Municipio, che permetterà di pedonalizzare l'area sovrastante collegando direttamente il municipio ed il porto.
    • Approvato il progetto per la costruzione dei "Napoli Film Studios" al posto dell'ex area industriale dell'Ilva di Bagnoli (previsione di messa in funzione anno 2009)

    [modifica] Problemi della città

    [modifica] Camorra

    Per approfondire, vedi la voce Camorra.

    L'origine della camorra sembra risalire ai tempi della dominazione spagnola a Napoli nel XVI secolo. La camorra nasce però ufficialmente nel 1820 col nome di Bella Società Riformata (=confederata) con una struttura più gerarchica rispetto a quella attuale. Il periodo più cupo risale forse ai decenni tra il 1970 e il 1980 quando a Napoli spadroneggiava la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo che sarà poi infine sconfitta. Tra il 2004 e il 2005 la guerra tra il clan Di Lauro e gli "Scissionisti" per il controllo del traffico di droga nei quartieri di Scampia e Secondigliano ha prodotto più di sessanta morti (la cosiddetta "faida di Scampia"). I principali leader camorristici coinvolti sono stati assicurati alla giustizia. Quello che però appare evidente è che la città continua a rimanere controllata, quartiere per quartiere, da famiglie camorriste sempre meno in grado, e forse meno interessate di un tempo, di gestire il controllo della microcriminalità dilagante, dedite essenzialmene allo spaccio di droga e a rendere difficile lo sviluppo economico attraverso il racket o il controllo diretto delle imprese, a volte acquisite anche con la forza.

    È in corso di approvazione al Viminale un progetto formato da cento punti, per combattere ed eliminare il controllo camorristico.

    [modifica] Degrado, abusivismo e altri problemi

    Abbattimento delle "vele" nel quartiere periferico di Scampìa
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    Abbattimento delle "vele" nel quartiere periferico di Scampìa

    Il problema dei rifiuti attanaglia Napoli da diversi anni. Periodicamente la città viene messa a dura prova da cumuli di rifiuti non raccolti dagli agenti della nettezza urbana, che frequentemente indicono scioperi, ma anche e soprattutto per il sovraccarico o l'indisponibilità di impianti di smaltimento efficienti. La soluzione indicata dagli amministratori della Regione Campania è stata quella della realizzazione di un grande impianto termovalorizzatore nei pressi di Acerra: gli abitanti della zona hanno risposto con tumulti e dimostrazioni impedendo la costruzione dell'impianto. Il sistema della raccolta differenziata, attuato con grande buona volontà ma senza adeguata programmazione e con scarsità di mezzi, non ottiene il successo sperato anche a causa dell'indifferenza della maggioranza dei cittadini, poco coinvolti e poco sensibilizzati sull'argomento, anche per la consapevolezza che la differenziazione praticata risulta poi riassemblata nelle discariche. Nonostante i più recenti sforzi delle autorità locali e nazionali, la questione rimane tutt'ora irrisolta, e di estrema gravità per la vivibilità e la salute di Napoli e della provincia.[7]

    A ciò si aggiunge il degrado e l'incuria di molte infrastrutture cittadine, spesso lasciate a sé stesse: casi esemplari quello del mancato sviluppo della zona flegrea della città, destinata all'entertainement. Molte nuove strutture sono paralizzate da impedimenti burocratici, e non realizzate dopo anni di progetti; l'area dismessa dell'Italsider a Bagnoli, ad esempio, o l'area delle dismesse industrie petrolchimiche nella zona orientale della città, oltre alla mancanza di nuove infrastrutture nei quartieri periferici, come Secondigliano, Soccavo, Pianura ed altri, che contribuiscono al degrado del tenore di vita degli abitanti. Le amministazioni comunali sembrano essere afflitte da tempo da un difficile dialogo con la fascia metropolitana delle periferie. Ad esempio, il piano regolatore in vigore, per la cui approvazione sono stati necessari oltre venti anni, è stato additato da taluni osservatori come inadeguato ai bisogni abitativi della città (critica proposta dal noto architetto Aldo Loris Rossi che ipotizzerebbe un'azione di "rottamazione" degli edifici più fatiscenti). Il fenomeno dell'abusivismo, che negli anni della speculazione edilizia ha creato dal nulla interi quartieri privi delle regole urbanistiche di base come quello di Pianura e dell'intera cinta vesuviana a forte rischio, è oggi in calo grazie ad una capillare rete di controllo e di piani regolatori.

    Un altro problema, un tempo molto noto ma oggi decisamente diminuito, è il contrabbando di sigarette, che grazie ad alcuni accorgimenti del governo e alle istituzioni comunali degli ultimi 15 anni, è stato eliminato in gran parte dalla città e dalla sua provincia.

    [modifica] Immagine mediatica e luoghi comuni

    I diversi problemi della città hanno spesso fatto sì che tutta la città venisse vista, in particolare dai media, in una luce pesantemente negativa. Oltre a ciò è sorta tutta una pletora di luoghi comuni su presunte caratteristiche negative della città o dei suoi abitanti.

    Sebbene sia molto difficile evidenziare al proposito dati di fatto oggettivi, è certamente avvertibile un "sottofondo di negatività" nell'immagine che viene data della città nel mondo esterno. Si nota spesso ad esempio come i fatti di cronaca nera vengano sempre puntualmente evidenziati mentre non si può dire lo stesso di eventi quali convegni mondiali, manifestazioni, importanti concerti o mostre artistiche.

    A volte si è addirittura potuto ascoltare giudizi estremamente pesanti e ingiustificati anche da importanti personalità pubbliche[8].

    Inoltre esiste tutta una serie di luoghi comuni, totalmente privi di contesto, che raffigurano il cittadino Napoletano come nullafacente, indisciplinato, violento e così via con le più diverse accezioni negative, con delle "punte" che a volte rasentano fenomeni di latente razzismo.

    Il comune, la provincia e la regione, recentemente hanno capito la grandezza del problema, e hanno istituito commissioni cinematografiche e promozionali per cercare di aggirare i problemi causati da un immagine distorta della città.

    Più volte, l'attuale sindaco di Napoli, Rosa Russo Jervolino ha dichiarato l'intenzione di ricorrere a vie legali se la diffamazione faziosa della città non avesse avuto fine.

    [modifica] Curiosità

    • Nel mondo esistono oltre 20 città e/o villaggi che si chiamano Napoli (o Naples, Napòles, Neapolis). Le "Napoli" del Mondo
    • A Via Petrarca, nel quartiere di Posillipo, il comune dovette istituire un servizio di vigilanza perché gli automobilisti alla guida rallentavano in maniera consistente per poter guardare il panorama, intasando così il traffico veicolare. Oggi dopo alcuni lavori stradali è possibile parcheggiare in apposite strisce blu, e affacciarsi alla terrazza senza provocare rallentamenti sostanziali al traffico.
    • Si narra che il compositore Gioacchino Rossini, dopo il fiasco del suo Barbiere di Siviglia a Roma nel 1816, venne invitato dall'impresario Barbaia nel suo palazzo a Napoli. Ebbe in cambio ospitalità a patto che entro sei mesi avesse consegnato una nuova opera L'Otello, ma dopo alcuni ritardi, l'impresario, stanco di vedere Rossini nullafacente, lo rinchiuse in camera minacciandolo di non farlo uscire fin quando non avesse composto qualcosa. Dopo circa un giorno, Rossini, consegnò dalla finestra, l'ouverture dell'opera.
    • Nei pressi del raccordo per la tangenziale ad Agnano (quartiere famoso per le terme) accade un fenomeno molto curioso. Piccole fumarole sulfuree sbuffano da alcune aperture create da loro stesse nell'asfalto della strada andando ad incrostare di zolfo, alcuni guard-rail laterali. Dopo un po' di tempo, l'incrostazione di zolfo diventa così spessa e pesante che cade nei laterali della strada. E cosi in quel punto sorgono accumuli di pietre sulfuree a forma di guard-rail che puntualmente attirano orde di curiosi che si fermano con l'auto per guardarli.
    • Nel cimitero monumentale di Napoli sono sepolti molti miti della letterattura, della cinematografia e della poesia; tra questi Totò, che riceve sulla tomba lettere da tutta l'Italia con l'intestazione "Antonio De Curtis - Cimitero di Napoli".

      [modifica] Note

      1. Qualche anno fa, una giornalista napoletana, Clara Miccinelli, ha rintracciato nell'archivio notarile di Napoli il contratto che il Principe di Sansevero stipulò con lo scultore, dal quale si rileva chiaramente che il sudario fu realizzato dal Principe con un procedimento di marmorizzazione di tessuto da lui ideato. Il Sammartino, che scolpì il Cristo, ebbe il compito di rifinire il sudario, levigandolo. Cfr. Clara Miccinelli - Il tesoro del Principe di Sansevero - Ed. SEN 1984.
      2. Riviera di Chiaia (anzi chiaja) significa in effetti riviera della spiaggia (playa in spagnolo)
      3. Piano della mobilità del comune di Napoli
      4. http://www.assaeroporti.it/fin.asp
      5. http://www.porto.napoli.it/it/statistiche/statistiche.php Statistiche dell'Autorità Portuale di Napoli
      6. http://www.crociereonline.net/previsioni_crociere.htm
      7. [1] Qualche articolo sull'attuale emergenza rifiuti a Napoli e provincia
      8. http://www.tgcom.mediaset.it/politica/articoli/articolo334015.shtml Intervista a Calderoli della Lega

      [modifica] Voci correlate

      [modifica] Collegamenti esterni

      [modifica] Istituzioni sociali e culturali

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