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San Severo

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Wikipedia:WikiProject/Progetto geografia/Antropica/Comuni San Severo
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Stato: Italia
Regione: Puglia
Provincia: Foggia
Coordinate:
Latitudine: 41° 41′ 0′′ N
Longitudine: 15° 23′ 0′′ E
Mappa
Altitudine: 90 m s.l.m.
Superficie: 333 km²
Abitanti:
55.861 2001
Densità: 167,75 ab./km²
Frazioni:  
Comuni contigui: Apricena, Foggia, Lucera, Rignano Garganico, San Marco in Lamis, San Paolo di Civitate, Torremaggiore
CAP: 71016
Pref. tel: 0882
Codice ISTAT: 071051
Codice catasto: I158 
Nome abitanti: sanseveresi 
Santo patrono: San Severino abate,
San Severo vescovo,
Maria SS. del Soccorso 
Giorno festivo: lunedì seguente la terza domenica di maggio 
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
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«A le falde del mistico Gargano,
sussurrante di folti alti querceti,
sta Sansevero nel suo vasto piano
circondata dal verde dei vigneti.

Cittade ardente di lavoro umano
e d'aspre lotte; or passa giorni queti
or tumultuosi. Ondeggia a maggio il grano;
chiomati argentei i tremuli oliveti.»
(Ernesto Mandes, Sansevero)
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«Oh San Severo,
la città del mio pensiero,
dove prospera la vite
e l'inverno è alquanto mite...»

San Severo (antico Castellum Sancti Severini, quindi San Severino, poi Sansevero; in dialetto Sanzëvìrë) è un comune di 55.861 abitanti della provincia di Foggia; è sede vescovile dal XVI secolo.

Centro di antiche tradizioni agricole, oggi essenzialmente dedito al terziario e sede universitaria, il comune, al centro di un reticolo viario nel Tavoliere settentrionale, è una città d'arte.

Indice

[modifica] Storia

[modifica] Le origini e i primi secoli

Particolare della chiesa di san Severino
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Particolare della chiesa di san Severino

Secondo la leggenda rinascimentale, la città fu fondata dall'eroe greco Diomede col nome di Castrum Drionis (Casteldrione), e sarebbe rimasta pagana fino al 536, quando san Lorenzo Maiorano, vescovo di Siponto, avrebbe imposto all'abitato il nome di un fantomatico governatore Severo, da lui convertito al cristianesimo.

San Severo sorge nell'antica Daunia, e nell'agro della città sono state rinvenute tracce di vari insediamenti neolitici. In età medievale l'area non risulta interessata da insediamenti stabili e definibili. Tra l'età longobarda e quella bizantina s’irradiò dal monastero di Cassino il monachesimo benedettino, e con esso il culto del santo apostolo del Norico Severino: sul probabile itinerario della Via Sacra Langobardorum sorse dunque una primitiva chiesetta dedicata al santo, presso cui si formò nell'XI secolo, grazie al continuo afflusso di pellegrini diretti a Monte Sant’Angelo e agli spostamenti di uomini e merci, l'odierna città, originariamente chiamata Castellum Sancti Severini.

L'agglomerato, sviluppatosi rapidamente grazie alla posizione favorevole ai commerci, assunse ben presto una notevole importanza, e fu sede di mercanti veneti, fiorentini, saraceni ed ebrei. Dapprima soggetta agli abati benedettini del monastero di San Pietro di Terra Maggiore (e nel 1116 l'abate Adenulfo vi dettò la famosa Charta Libertatis), nel 1233 si ribellò a Federico II di Svevia che, dopo averla punita con l'abbattimento delle mura, la cedette ai Templari (l'imperatore morì diciassette anni dopo nelle vicinanze di San Severo, a Castel Fiorentino, un piccolo borgo i cui resti rientrano attualmente nell'agro di Torremaggiore). Fu poi dichiarata città regia, e ospitò diversi monarchi napoletani, tra cui Giovanna d'Angiò e Ferrante I d'Aragona.

[modifica] Dal Rinascimento al 1799

San Severo nel XVII sec.
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San Severo nel XVII sec.

Dal XIV secolo San Severo fu sede del Governatore della provincia di Capitanata e Molise, di cui era capoluogo, e del tribunale della Regia Udienza. Nel XV secolo, inoltre, batté moneta propria (un tornese su cui sono impressi un castello, una croce e le parole Santus Sever de Capitanata). Secondo la tradizione, nel gennaio del 1536 Carlo V l'avrebbe onorata con la sua presenza, nell'occasione nobilitando ventiquattro famiglie cittadine e istituendo l'oligarchico Regime dei Quaranta.

Nel 1579, all'apice del suo prestigio ma anche in avanzata decadenza economica, perse il rango di capoluogo, che passò a Lucera, e fu venduta al duca Gian Francesco di Sangro, che ottenne per i suoi eredi il titolo di principi di Sansevero. Fu l'inizio di una fase di declino, nonostante la promozione a sede vescovile del 1580. Il 30 luglio del 1627 un catastrofico terremoto, la cui eco superò i confini nazionali, la rase al suolo quasi completamente. La ricostruzione fu lenta, ma nel Settecento, ritornata al centro di interessi commerciali e soprattutto agricoli, la città rifiorì, dandosi fisionomia marcatamente barocca e arricchendosi di insigni opere d'arte, tra cui alcuni marmi del grande scultore partenopeo Giuseppe Sanmartino e prestigiosi dipinti di scuola napoletana. Nel 1667 vi nacque Matteo Sassano, ossia Matteuccio, uno dei più grandi e famosi evirati cantori, soprannominato il rosignolo di Napoli.

Nel febbraio del 1799, a seguito della feroce reazione alla proclamazione della repubblica giacobina, sfociata nel fanatico massacro dei suoi fautori, le truppe francesi, comandate dai generali Duhesme e La Foret, vinsero cruentemente un arrangiato esercito popolare e saccheggiarono con terribile violenza la città. Le vittime, tra cittadini e soldati, furono circa quattrocentocinquanta.

[modifica] Dall'Ottocento ai giorni nostri

La Banda Rossa
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La Banda Rossa

Nel 1811 San Severo divenne sede di Sottoprefettura, mentre nel 1819 s’inaugurò il Teatro Comunale Real Borbone, con ricca sala all'italiana ricavata nell'antico Palazzo del Governo. Nella seconda metà del secolo furono istituita la Civica Biblioteca Ferdinandea (1858), attivati il Real Ginnasio e le Scuole Tecniche (1864) e fondate due importanti bande musicali, la "Bianca" nel 1879 e la "Rossa" nel 1883, che ottennero vari riconoscimenti internazionali (la fama della Banda Rossa è testimoniata, tra l'altro, da un malizioso riferimento nel Capobanda, feroce pamphlet di d'Annunzio contro Mascagni del 1892). Deputato del collegio cittadino, dal 1866 al 1875, fu il famoso storico della letteratura Francesco de Sanctis, che proprio in quegli anni pubblicò a Napoli la fondamentale Storia della letteratura italiana; ai sanseveresi il critico dedicò nel 1876 il frizzante volume Un viaggio elettorale.

Il 23 marzo 1950 i lavoratori di San Severo, all'indomani di uno sciopero generale, insorsero contro le forze di polizia, innalzando barricate e assaltando le armerie e la sede del MSI. Gli scontri causarono un morto e circa quaranta feriti tra civili e militari, e l'esercito occupò coi carri armati le principali vie della città. Nei giorni seguenti, coll'accusa di insurrezione armata contro i poteri dello Stato, furono arrestate centottantaquattro persone, assolte e rilasciate dopo il processo, un anno dopo.

Nel Novecento, in un clima culturale ricco di fermenti, sono vissute a San Severo personalità di rilievo come i poeti Umberto Fraccacreta e Mario Carli, gli scrittori Nino Casiglio, Gualberto Titta e Giuseppe Annese, l'economista Angelo Fraccacreta e il celebre artista e fumettista Andrea Pazienza. Giovanni Paolo II ha visitato la città il 25 maggio 1987.

Nel 1996, con apposito decreto, il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro ha confermato per San Severo il titolo di città, storicamente acquisito nel 1580, al momento dell'istituzione della diocesi sanseverese.

Nel 1999 sono stati presentati, presso la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica, due disegni di legge (rispettivamente il 6472 e il 4370) per l'istituzione della provincia di San Severo, comprendente 22 comuni del Tavoliere settentrionale, del Gargano e del Subappennino Dauno.

[modifica] Il toponimo

Il nome della città deriva da quello del santo patrono, san Severino, titolare della chiesa intorno alla quale il castellum si è formato. L'agiotoponimo originario Sanctus Severinus compare in sette documenti redatti tra il 1116 e il 1266. La forma Sanctus Severus, invece, è attestata la prima volta in un documento del 1134. In una pergamena del 1141 compaiono entrambe le forme, una all'inizio e l'altra alla fine della scrittura, segno dell'alternanza che a un certo punto innescò la mutazione del nome dell'abitato a favore di un toponimo diverso dal titolo della chiesa matrice. Ciononostante il nome restò fluttuante per lungo tempo, tanto che San Severino, seppur sporadicamente, risulta in uso fino al XVII secolo. In alcuni documenti quattrocenteschi, inoltre, nell’intestazione in latino si legge la grafia originaria e nel testo in volgare quella derivata: questo fa ritenere che il cambiamento dell’antico agiotoponimo sia dovuto alla sincope, soppressione comune nel passaggio dal latino all’italiano: Sanctus Severinus > Sanseverinus > Sansevero, tanto più che nessun santo di nome Severo risulta venerato in città prima della fine del Seicento. Non a caso, il toponimo ufficiale - pur ammettendosi le infrequenti varianti San Severo e S. Severo - fu sempre Sansevero, in forma univerbata. Solo nel 1931 il comune, su richiesta del Ministero dell'Interno, adottò ufficialmente la grafia San Severo, essendo quella riportata dal Dizionario dei Comuni del Regno compilato dall'Istituto Centrale di Statistica (il caso è analogo a quello di Sanremo). La scarsa o nulla resistenza all'inopportuno cambiamento ha fatto sì che la forma San Severo abbia preso piuttosto rapidamente il sopravvento, sicché oggi essa risulta impiegata quasi universalmente. Una curiosa eccezione è rappresentata da Trenitalia e dalla Società Autostrade, che indicano la città colla grafia S. Severo.

[modifica] Lo stemma civico e il gonfalone

Dal XVI secolo lo stemma civico rappresenta san Severino a cavallo, con una bandiera rossa caricata della croce e la mano sinistra distesa a protezione della città, raffigurata nella punta dello scudo (secondo la tradizione il santo patrono sarebbe apparso nel 1528, salvando San Severo da un assalto notturno dell'esercito spagnolo). Lo stemma è sormontato dalla corona aurea turrita, propria delle città.

I colori ufficiali del comune sono giallo e rosso: il caratteristico gonfalone cittadino, che rappresenta un vero e proprio unicum nell'araldica civica italiana, è un drappo bifido scaccato di questi due colori (solo Pistoia ha, come San Severo, un drappo scaccato, ma è scalinato, non bifido).

Lo stemma civico e il gonfalone sono stati ufficialmente approvati dal Capo del Governo il 5 aprile 1937 e registrati nell'Albo dei Comuni d'Italia.

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Arte, monumenti e assetto urbano

Particolare della facciata di San Lorenzo
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Particolare della facciata di San Lorenzo

San Severo conserva un notevole centro storico, costellato di significativi monumenti, per il quale il 2 febbraio 2006 ha ottenuto il riconoscimento di località a economia turistica e città d'arte.

Il centro cittadino, definito perimetralmente dalla cinta muraria intervallata da sette porte, ormai completamente smantellata, fu profondamente danneggiato dal terribile sisma del 30 luglio 1627. Pur conservando il labirintico sistema stradale medievale, il grande borgo antico, su cui si ergono imponenti alcuni caratteristici campanili, è ricco di monumenti prevalentemente barocchi, come i tanti palazzi nobiliari, i tre grandi monasteri delle Benedettine (oggi sede del Tribunale), dei Celestini (sede municipale dal 1813) e dei Francescani (sede della Biblioteca Comunale e del Museo Civico), e le scenografiche chiese di santa Maria della Pietà e san Lorenzo (entrambe monumenti nazionali) e di san Nicola e della santissima Trinità.

Cuore del centro è la severa chiesa matrice di san Severino (anch'essa monumento nazionale), dedicata al primo e principale patrono della città e diocesi, che conserva i prospetti esterni romanici, con rosone e raffinato archivolto in pietra d'età federiciana. La vasta Cattedrale, dedicata a santa Maria assunta, è frutto di numerosi rimaneggiamenti; all'interno conserva, tra l'altro, un prezioso fonte battesimale del XII secolo e importanti dipinti settecenteschi (di D'Elia, Mollo e altri solimeneschi). Altri edifici sacri d'interesse storico e artistico sono la Collegiata di san Giovanni Battista (con belle tele di Nicola Menzele) e le chiese di santa Maria del Carmine (con grande cupola affrescata da Mario Borgoni), sant'Agostino (santuario del Soccorso), san Francesco d'Assisi, sant'Antonio abate, santa Croce, santa Maria di Costantinopoli (dei Cappuccini), san Sebastiano (o della Libera), santa Lucia, santa Maria delle Grazie e san Matteo (o san Bernardino).

Pianta del borgo antico
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Pianta del borgo antico

Interessanti sono anche il severo Palazzo Vescovile, più volte rimaneggiato, e il secentesco Palazzo del Seminario. Altro vanto della città è l'imponente Teatro Comunale, il massimo edificio teatrale della Capitanata e tra i maggiori di Puglia, inaugurato nel 1937 e oggi dedicato a Giuseppe Verdi. La lussureggiante Villa Comunale, aperta nel 1854, ha elegante prospetto con statue bronzee e un grande palco circolare per i concerti bandistici.

Pur esistendo isolate costruzioni extra moenia, la città, dopo il notevole ampliamento duecentesco legato alla costruzione di nuove mura e alla trasformazione del vecchio circuito murario in un importante anello stradale (il Giro Interno), coincise coll'attuale centro storico - un intrico di strade e stradine serpeggianti tra grandi, e talvolta enormi, isolati - pressappoco fino al Seicento. Dopo il terremoto del 1627 e il progressivo abbattimento delle mura, l'abitato si estese a scacchiera oltre la cinta difensiva (il Giro Esterno), sviluppando nuovi rioni che si aggiunsero ai diversi quartieri preesistenti (tra cui Borgo Casale, Borgo degli Orsi e il Quarto degli Ebrei). Nacquero così il Quarto dei Catacubbi (o delle Grazie), il rione sopra il Rosario e quelli di Porta Lucera, sotto Sant'Antonio, di Porta Foggia e di Porta San Marco. Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, mentre l'abitato continuava ad estendersi in ogni direzione, s'intervenne per rendere più organico il continuo ampliamento della città colla sistemazione o la creazione di vaste piazze, come piazza Cavallotti e piazza dell'Incoronazione, e di grandi arterie alberate, come il viale della Villa (corso Garibaldi) e quello della Stazione (viale Matteotti).

[modifica] Cultura

[modifica] Feste religiose e tradizioni popolari

La settecentesca statua della Madonna del Rosario
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La settecentesca statua della Madonna del Rosario

La festa patronale, popolarmente nota come Festa del Soccorso (o, per antonomasia, la Festa), si celebra la terza domenica di maggio e il lunedì successivo in onore della Madonna del Soccorso e dei santi compatroni principali, san Severino abate e san Severo vescovo. Essa è caratterizzata da due sontuose processioni, in cui si portano a spalla numerosi simulacri di santi, scandite dalle fragorose batterie pirotecniche, dette anche fuochi, incendiate negli oltre venti rioni al passaggio dei sacri cortei.

Per approfondire, vedi la voce Festa del Soccorso (San Severo).
Venerdì Santo: la statua della Madonna Addolorata
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Venerdì Santo: la statua della Madonna Addolorata

San Severo conserva molte delle tradizioni del suo passato. Particolarmente significativi sono i riti tardo-barocchi della Settimana Santa. All’alba del Venerdì Santo tre processioni prendono avvio contemporaneamente dalla chiesa della Pietà, coll'imponente e sfarzosa statua settecentesca dell’Addolorata (Congregazione della Morte), dalla chiesa della Trinità, coll’effigie lignea del Cristo legato alla colonna (Arciconfraternita del Rosario), e dalla chiesa di sant’Agostino, con la pesante Croce del Cireneo portata a spalla da penitenti incappucciati (Arciconfraternita del Soccorso); i tre sacri cortei convergono nell’antica piazza del Castello, dove avviene il commovente Incontro: le statue dell’Addolorata e del Cristo ‘corrono’ l’una verso l’altra ma l’abbraccio tra la Madre e il Figlio è impedito dalla Croce, che si pone improvvisamente tra loro. Alla sera del Venerdì Santo, invece, si snoda per le vie della città, dalla chiesa di santa Lucia, la commovente processione con la toccante effigie di Gesù morto, racchiusa in una fastosa urna barocca, seguita da un'altra pregevolissima statua della Vergine dolorosa (Confraternita del Sacramento).

La festa della Madonna del Carmine
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La festa della Madonna del Carmine

Molto sentite sono anche le feste, con relative processioni e incendio di batterie, della Madonna del Carmine (16 luglio), di san Rocco (16 agosto) e della Madonna del Rosario (quarta domenica di ottobre), come pure la ricorrenza della Concetta, ossia l’Immacolata (8 dicembre), in occasione della quale i giovani sparano per le vie numerosi petardi e sono incendiati caratteristici falò, nonché la festa di sant’Antonio abate (17 gennaio), con la storica benedizione degli animali. L'8 gennaio, invece, si celebra ogni anno la solenne cerimonia della consegna del voto a san Severino da parte dell'Amministrazione Comunale, nel corso della quale si ricorda con gratitudine la prodigiosa apparizione del santo patrono nel 1528.

Nel periodo di carnevale è usanza preparare dei goffi pupazzi che sono appesi, comicamente seduti su sedioline, all’uscio delle case. Il martedì grasso, all’imbrunire, si celebra il loro pittoresco funerale, che si conclude coll’apotropaico incendio degli stessi pupazzi, talvolta imbottiti di petardi. Maschera tipica della città, invece, è la pacchianella.

Negli ultimi anni all’antica Sagra dell’uva, festosa celebrazione settembrina di uno dei principali prodotti della terra sanseverese, è subentrata la Festa di san Martino, sagra del vino novello, che si tiene nel centro storico della città per diversi giorni intorno all’11 novembre, con esposizione di prodotti tipici, degustazione di vini e gastronomia locale e spettacoli di varia cultura (concerti, mostre, sfilate folcloristiche, etc.).

[modifica] Musei e biblioteche

Il Museo Civico è allestito nel settecentesco monastero francescano, noto anche come Palazzo San Francesco. Conserva un considerevole patrimonio archeologico, con reperti dal Paleolitico al medioevo. Nello stesso palazzo ha sede la Pinacoteca, che attualmente raccoglie alcune opere dell'artista sanseverese Luigi Schingo.

Il portale di Palazzo San Francesco, sede del Museo Civico
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Il portale di Palazzo San Francesco, sede del Museo Civico

Nel suggestivo sotterraneo del Palazzo del Seminario è allestito l'importante Museo Diocesano, con argenti, paramenti e opere di diversa epoca. Tra i manufatti più significativi spiccano una collezione di piatti da colletta medievali in rame sbalzato, alcune notevoli statue lignee policrome medievali e rinascimentali e preziosi ostensori barocchi.

Situata al pianterreno di Palazzo San Francesco, la storica Biblioteca Comunale, già Ferdinandea e poi intitolata all'umanista e stampatore sanseverese Alessandro Minuziano, vanta un patrimonio librario di circa novantamila volumi e un prestigioso fondo antico, in cui spiccano ben quindici edizioni minuzianee, oltre a rarissimi incunaboli e numerose cinquecentine, secentine e settecentine di gran pregio.

Il secentesco convento di Santa Maria di Costantinopoli ospita la Biblioteca Provinciale dei Frati Minori Cappuccini, che unisce fondi librari provenienti dai diversi conventi della Capitanata.

La Biblioteca economico-giuridica "Felice Chirò", recentemente istituita dal locale istituto bancario BancApulia, mette a disposizione di studenti universitari e studiosi circa cinquantamila testi e riviste specialistici.

Ricchissimo è anche il patrimonio dell' Archivio Storico Diocesano, che ha sede nel Palazzo Trotta, nei pressi della Cattedrale. Conserva un notevole numero di pergamene, gli archivi vescovili, curiali e capitolari, i millenari fondi delle parrocchie storiche della diocesi e, soprattutto, il prestigioso fondo musicale del monastero benedettino di San Lorenzo, che comprende, tra l'altro, autografi di importanti musicisti italiani del Settecento.

Mostre di diverso genere (archeologiche, di pittura, fotografiche etc.) sono più o meno regolarmente allestite presso il Museo Civico, il Museo Diocesano e la Galleria d'Arte Moderna di Palazzo San Lorenzo.

Ogni anno, dal 1979, si celebra in città l'importante Convegno nazionale di preistoria, protostoria e storia della Daunia, organizzato dalla locale sede dell'Archeoclub d'Italia.

[modifica] Teatro e musica

Il Teatro Verdi
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Il Teatro Verdi

Il Teatro Verdi, con la sua sala a cinque ordini (progettata per oltre mille spettatori) e il foyer e il ridotto dei palchi (oggi Auditorium), è privilegiato luogo d'incontro e promozione per l'intera Capitanata e non solo.

Nel corso di ogni anno, accanto a una ricca stagione concertistica curata dagli Amici della Musica, al Verdi si allestiscono alcuni spettacoli operistici di qualità, una serie di spettacoli di prosa e serate dedicate al balletto, in linea con una tradizione plurisecolare di notevole livello. Dal 2005, inoltre, vi si svolge la rassegna scolastico-teatrale Il teatro a scuola, la scuola a teatro.

Concerti di musica sacra si tengono periodicamente nelle chiese del centro storico. Non di rado, inoltre, nel Palasport "Falcone e Borsellino" si esibiscono famosi cantanti di musica leggera. Anche la suggestiva Cantina D'Araprì è luogo di offerta musicale di qualità, con rassegne jazz tematiche di alto livello.

Per approfondire, vedi la voce Teatro Verdi (San Severo).

[modifica] Università

La sede di San Severo dell'Università degli studi di Foggia è stata istituita contemporaneamente allo stesso ateneo. Sono attivi i corsi di Infermieristica (Facoltà di Medicina e Chirurgia), Economia aziendale (Facoltà di Economia), Viticoltura ed enologia e Scienza e tecnologie della vinificazione (Facoltà di Agraria). È in costruzione la cittadella che ospiterà i corsi di Economia e di Medicina, attualmente tenuti in sedi provvisorie (Istituto commerciale "Angelo Fraccacreta" ed Ex Istituto salesiano), mentre quelli di Agraria si tengono presso l'Istituto agrario "Michele di Sangro".

[modifica] Informazione

L'informazione cittadina è affidata a diverse testate locali (Il Corriere di San Severo, Il Giornale di San Severo, La Gazzetta di San Severo e Il campanile), nonché all'emittente televisiva Tele Radio San Severo, attiva dagli anni Settanta. Di ampio respiro è il periodico Sguardi, mentre La Gazzetta del Mezzogiorno pubblica quotidianamente una pagina su San Severo e il Nord-Tavoliere.

[modifica] Sanseveresi illustri

[modifica] Uomini di lettere e di scienza

[modifica] Artisti

[modifica] Politici

  • Luigi Allegato, sindacalista e padre costituente (1896-1958)
  • Umberto Delle Fave, deputato e senatore, ministro, presidente della RAI (1912)

[modifica] Cantanti

[modifica] Sportivi

[modifica] Economia

[modifica] Agricoltura e prodotti tipici

San Severo è ai primi posti nel mondo per la produzione e la commercializzazione del vino, ma è anche produttrice di enormi quantitativi di grano, uva e olive di qualità. Le grandi risorse agricole hanno generato un vivace sistema di piccole e medie imprese industriali e di trasformazione dei prodotti coltivati, esportati sui mercati nazionali e transnazionali.

Il vino sanseverese è particolarmente pregiato, ed è stato il primo, in Puglia, ad ottenere la denominazione di origine controllata: San Severo bianco, San Severo bianco spumante, San Severo rosso o rosato.

Rinomati sono anche l'olio di olive peranzane (Dauno), fregiato di marchio DOP, e il pane tipico.

[modifica] La Porta del Gargano

La città è da sempre considerata Porta del Gargano, sia per la prossimità coll'imbocco della valle che conduce a San Marco in Lamis, San Giovanni Rotondo e Monte Sant'Angelo (attraverso l'antica Via Sacra Langobardorum, direttamente collegata al casello di San Severo della A14), sia per l'estrema vicinanza ai laghi costieri di Lesina e di Varano e alle località settentrionali del promontorio. La locale stazione ferroviaria, inoltre, è capolinea delle Ferrovie del Gargano, inaugurate nel 1931, una linea elettrificata di 79 km che collega San Severo a Peschici, servendo gran parte dei comuni garganici.

[modifica] Sport

A San Severo si coltivano diverse discipline sportive, tra le quali spiccano la pallacanestro, il calcio e la pallavolo. La pallacanestro, grazie a squadre che hanno militato e militano in campionati di una certa importanza, è da diversi anni lo sport più seguito.

[modifica] Pallacanestro

Sono tre le squadre di basket sanseveresi attualmente attive, e giocano sul parquet del Palasport "Falcone e Borsellino" (3200 posti). La Cestistica, fondata nel 1966, vanta una storia importante e, tra i giocatori del passato, un campione come il pivot Walter Magnifico. I suoi colori sociali sono il giallo e il nero, ma per i tifosi i giocatori della Cestitica sono semplicemente i neri; milita in serie B2. I giallorossi della Fortitudo, fondata nel 1999, e i biancoverdi della giovane Alius militano in C2.

[modifica] Calcio

Tre sono le squadre cittadine, ma nessuna vanta un passato notevole. La storica U.S. San Severo, fondata nel 1922 (colori sociali: giallo-granata), milita nel campionato di Promozione, girone A; gioca sul campo dello Stadio "Ricciardelli". Le altre due squadre sono la Juvenilia e la G.S. Apocalisse, presso la quale si è formato sportivamente Michele Pazienza.

[modifica] Pallavolo

La squadra maschile G.S. Volley e quella femminile G.S. Intrepida Volley (colore sociale: blu) giocano sul campo del PalaMarconi. Militano entrambe in serie C.

[modifica] Amministrazione comunale

Sindaco: Michele Santarelli (SDI) dal 13/06/2004
Centralino del comune: 0882 339111

[modifica] Città gemellate

[modifica] Galleria fotografica

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni

[modifica] Bibliografia

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