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Raymond Aron

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Raymond Claude Ferdinand Aron fu un sociologo, filosofo e giornalista francese, nato il 14 marzo 1905 e morto il 17 ottobre 1983.

Cofondatore della rivista Les Temps Modernes insieme a Jean-Paul Sartre, e della rivista Commentaire insieme a Raymond Barre e a qualcuno dei suoi allievi, fu editorialista al quotidiano Le Figaro per trent’anni, scrivendo a volte con lo pseudonimo René Avord.

Indice

[modifica] Biografia

[modifica] Studi

Liceo Hoche a Versailles, liceo Condorcet a Parigi: diploma di maturità conseguito nel 1924.
dal 1924 al 1928: Studia filosofia presso l'Ecole Normale supérieure di Parigi.
1928: Vince il concorso a cattedra per l’insegnamento della filosofia nella scuola superiore.
dal 1930 al 1933: Perfeziona gli studi in Germania.
dal 1930 al 1931: Studia all’università di Colonia.
dal 1931 al 1933: Studia a Berlino.

Per nove anni, Raymond Aron gestisce un circolo privato che si interessa del pensiero storico e sociale.

[modifica] Percorso professionale

dal 1933 al 1934: insegna al liceo di Havre.
dal 1934 al 1940: vive a Parigi.
dal 1934 al 1939: è segretario del centro di “Documentation sociale” della École Normale Supérieure, e professore presso l'École Normale Supérieure a Parigi.
1938: Laureatosi in lettere, scrive una Introduzione alla filosofia della storia ed un saggio sulla teoria della storia nella Germania contemporanea.
1939: è professore incaricato di filosofia sociale presso la facoltà di lettere di Tolosa.
dal 1939 al 1940: Partecipa al secondo conflitto mondiale nell’esercito francese.
dal giugno 1940 al 1945: è in esilio a Londra, dove rincontra Charles de Gaulle.
dal 1940 al 1944: è impegnato nelle “Forces Francaises Libres” e redattore capo del giornale La France Libre (Londra)
dal 1945 al 1983: Ritorna a Parigi.
dal 1945 al 1947: Insegna alla École nationale d'administration di Parigi.
dal 1948 al 1954: insegna all’Institut d'études politiques di Parigi.
dal 1945 al 1983:
giornalista, dal 1946 al 1947, insieme ad Albert Camus, dà vita al giornale Combat e partecipa al giornale Les Temps Modernes. È editorialista al Figaro dal 1947 al 1983.
dal 1977 al 1983: è presidente del comitato direttivo del giornale l'Express.

Contemporaneamente, è cronista radiofonico: Europe numéro 1 dal 1968 al 1972.

dal 1955 al 1968: professore incaricato, dal 1958 insegna presso la facoltà di lettere e scienze umane della Sorbona a Parigi. Tra i suoi assistenti spicca Pierre Bourdieu (1930-2002). Egli tiene principalmente corsi su Karl Marx, ciò che ne fa un marxologo giudicato "neutrale" (perché non-marxista).
dal 1970 al 1983: è professore di sociologia della cultura moderna al Collège de France di Parigi.

Muore a Parigi il 17 ottobre 1983.

[modifica] L’impegno politico

Dopo aver vinto la cattedra in filosofia, Aron assiste agli autodafé organizzati dai nazisti nel maggio del 1933: questa disfatta del pensiero gli ispira un profondo disprezzo per i regimi rivoluzionari. Le sue convinzioni, pacifiste e di sinistra, evolvono. Egli parte per Londra dopo il 23 giugno 1940. Tuttavia non rigetta Pétain, in quanto pensa che abbia voluto evitare la catastrofe piuttosto che condurre una intransigente guerra suicida, né concede un indiscriminato sostegno a De Gaulle, del quale teme il cesarismo populista. Malgrado tutto, s’impegna nelle Forze Francesi Libere. Il paradosso è la cifra di questo controverso intellettuale con un occhio sempre aperto, ma critico, sul mondo politico: posizione che ammorbidirà un po’ alla Liberazione, accettando un posto al ministero dell’Informazione, diretto dal suo amico André Malraux. In più, s’impegna al fianco delll’RPF, il partito gollista, nel 1947. Militante negli anni ’50 per l’indipendenza dell’Algeria con il suo opuscolo La tragedia algerina, costituisce l’immagine del dibattito intellettuale dell’epoca, contro Sartre del quale confuta il sinistrismo su Temps Modernes. Si ritroveranno, per una volta, molto più tardi, per denunciare il regime vietnamita, responsabile del fenomeno dei cosiddetti “boat people”. Scelse Giscard nel 1981. Aron rimane per alcuni il simbolo dell’ideologia tecnocratica e l’immagine della lotta contro il marxismo; il suo antimarxismo e la sua lucidità, in particolare in occasione dei movimenti del 1968, illustrano la possibilità del liberalismo politico nella Francia contemporanea. Va sottolineata la sua grande ammirazione per il filosofo Karl Marx, ampia soltanto quanto il suo disprezzo per la corrente marxista-leninista.

Redattore dei giornali La France libre, Combat, Les Temps Modernes, fu editorialista del Figaro dal 1947 al 1977, lavorò a l'Express e per la stazione radiofonica Europe numéro 1. Esiste un centro di studi di filosofia politica che porta il nome Centre Raymond Aron presso la scuola di alti studi e scienze sociali, boulevard Raspail a Parigi (EHESS).

[modifica] Il totalitarismo secondo Raymond Aron

Definizione di totalitarismo: «Mi sembra che i 5 elementi principali siano i seguenti:

  1. Il fenomeno totalitario sopraggiunge in un regime che concede ad un partito il monopolio dell’attività politica.
  2. Questo partito è animato o armato da un’ideologia alla quale conferisce un'autorità assoluta e che, di conseguenza, diventa la verità ufficiale dello stato.
  3. Per diffondere questa verità ufficiale, lo stato si riserva a sua volta un doppio monopolio: il monopolio dei mezzi per l’uso della forza e quello dei mezzi di persuasione. L'insieme dei mezzi di comunicazione, radio, televisione, stampa, viene diretto dallo stato e da coloro che lo rappresentano.
  4. La maggior parte delle attività economiche e professionali sono subordinate allo stato e vengono, in un certo qual modo, integrate nello stato stesso. Così come lo stato è inseparabile dalla sua ideologia, la maggior parte delle attività economiche e professionali viene “colorata” dalla verità ufficiale.
  5. Essendo ormai tutte le attività attività di stato, ed essendo tutte le attività subordinate all’ideologia, un errore commesso nell’ambito di un’attività economica o professionale diventa al contempo un errore ideologico. Ne scaturisce, in ultima istanza, una politicizzazione, una trasfigurazione ideologica di tutti gli errori che è possibile commettere e, in conclusione, un terrore al contempo poliziesco ed ideologico. (...) Il fenomeno è perfetto allorché tutti questi elementi si realizzano insieme in maniera compiuta».

R. Aron, Démocratie et Totalitarisme, Folio Essais, Gallimard, 1965.

[modifica] Citazioni

  • «La scelta in politica non è tra il bene e il male, ma tra il preferibile ed il detestabile». (Estratto da un’intervista)
  • «Oggettività non significa imparzialità ma universalità». (Introduzione alla filosofia della storia)
  • «Conoscere il passato è uno dei modi per liberarsene». (Dimensioni della coscienza storica)
  • «L'uomo è un essere ragionevole, ma gli uomini lo sono?»
  • "Che si sia di destra o di sinistra, si è emiplegici".
  • «Pace improbabile, guerra impossibile» (relativamente alla guerra fredda)

[modifica] Filosofo della storia

  • Conoscenza storica: né determinista (Marx) né relativista (Nietzsche, Spengler)
  • Storia plurale ed eterogenea.
  • Finalità della storia = realizzazione dell’umanità (kantiana).
  • Ma contestazione del razionalismo monista del progresso, che fa riferimento a una norma.
  • Totalitarismo = regime ad un solo partito che esclude ogni libertà formale e reale.
  • Marxisti: quelli che rifiutano le libertà «formali» in nome di quelle «reali».
  • Diritto alla verità = il più semplice e il più profondo di tutti i diritti oggettivi.
  • La ricchezza acquisita è stabile quanto il favore del destino (in Arringa per l'Europa decadente, pp.293)

[modifica] Aron e le relazioni internazionali

Raymond Aron è un teorico del realismo, fortemente influenzato da Clausewitz e Alexis de Tocqueville.

Per Aron, le relazioni internazionali hanno una loro specificità, essendo ben distinte dalla politica interna degli stati. Nelle relazioni internazionali, vi è una certa «legittimità e legalità nel ricorso per primi alla forza armata»: «Max Weber definiva lo stato come colui che detiene il monopolio della violenza legittima. Noi diciamo che la società internazionale è caratterizzata dall’assenza di un’istanza che detenga il monopolio della violenza legittima. » (Qu'est-ce qu'une théorie des Relations Internationales ? RFSP 1967)

Egli considera impossibile una teoria generale delle relazioni in ternazionali, rifiutando la concezione causale (esplicativa) in favore di una concezione comprensiva emergente dall’analisi sociologica degli scopi che gli stati possono perseguire. È questo indirizzo "pratico" delle relazioni internazionali che Aron tenterà di sviluppare Paix et guerre entre les nations (1962).

Ogni stato può ricorrere alla guerra per tre motivi:

  • la potenza;
  • la sicurezza;
  • la gloria.

Aron definisce i sistemi internazionali come degli «insiemi di unità che interagiscono regolarmente, suscettibili di essere implicati in una guerra generale». «La caratteristica di un sistema internazionale è la configurazione dei rapporti di forza».

Egli distingue tra sistemi multipolari e bipolari, così come distingue tra sistemi omogenei (quelli costituiti da stati di uno stesso tipo, che hanno cioè la stessa concezione della politica), e sistemi eterogenei (quelli in cui gli stati sono organizzati secondo principi diversi ed esigono valori contrastanti).

Infatti, la condotta di uno stato non è soltanto governata dai rapporti di forza. Gli interessi nazionali non possono essere definiti senza tener conto dell’ideale politico di uno stato. Il sistema internazionale è determinato dai valori che esistono in seno agli stati, e questi valori influenzano la stabilità del sistema. Aron appartiene alla tradizione del realismo classico delle relazioni internazionali, quello di Edward Carr, Hans Morgenthau e Henry Kissinger. Questo orientamento verrà rimesso in discussione negli anni seguenti, al sorgere delle teorie sistemiche come il neorealismo di Kenneth Waltz (Theory of international politics, 1979).

[modifica] Aron, lo spettatore impegnato

[modifica] Aron e Marx

Aron studiò a lungo Marx. Egli lo stimava, ma rifiutava il pensiero marxista. Si dichiarava piuttosto "marxiano".

«Sono giunto a Tocqueville partendo dal marxismo, dalla filosofia tedesca e dall’osservazione del mondo attuale... Mi appassionano più i misteri del Capitale che la prosa limpida e triste della Democrazia in America. Le mie conclusioni appartengono alla scuola inglese, la mia formazione viene dalla scuola tedesca», ha scritto. Tutto ciò perché «ho letto e riletto i libri di Marx per 35 anni» (Les étapes de la pensée sociologique, Introduction).

[modifica] Gli allievi di Raymond Aron

Molti sono coloro che seguirono il suo insegnamento: Pierre Bourdieu, Pierre Manent, Albert Palle, Jean-Claude Michaud, Jean-Claude Casanova, André Glucksmann, Pierre Hassner, Raymond Boudon.

[modifica] Opere

  • La sociologie allemande contemporaine, Paris, Alcan, 1935 (“La sociologia tedesca contemporanea”).
  • Introduction à la philosophie de l'histoire. Essai sur les limites de l'objectivité historique, Paris, Gallimard, 1938 (“Introduzione alla filosofia della storia. Saggio sui limiti dell’oggettività storica”).
  • Essai sur la théorie de l'histoire dans l'Allemagne contemporaine. La philosophie critique de l'histoire, Paris, Vrin, 1938 (“Saggio sulla teoria della storia nella Germania contemporanea. La filosofia critica della storia”).
  • L'homme contre les tyrans, New York, Editions de la Maison française, 1944 (“L’uomo contro i tiranni”).
  • De l'armistice à l'insurrection nationale, Paris, Gallimard, 1945 (“Dall’armistizio all’insurrezione nazionale”).
  • L'âge des empires et l'avenir de la France, Paris,Défense de la France, 1945 (“L’età degli imperi ed il futuro della Francia”).
  • Le grand schisme, Paris, Gallimard, 1948 (“Il grande scisma”).
  • Les guerres en chaîne, Paris, Gallimard, 1951 (“Le guerre a catena”).
  • L'Opium des intellectuels, Paris, Calmann-Lévy, (1955) (“L’oppio degli intellettuali”).
  • Polémiques, Paris, Gallimard, 1955 (“Polemiche”).
  • La tragédie algérienne, Paris, Plon, 1957 (“La tragedia algerina”).
  • Espoir et peur du siècle. Essais non partisans, Paris, Calmann-Lévy, 1957 (“Speranza e paura del secolo. Saggi non partigiani”).
  • L'Algérie et la République, Paris, Plon, 1958 (“L’Algeria e la repubblica”).
  • La société industrielle et la guerre, Paris, Plon, 1959 (“La società industriale e la guerra”).
  • Immuable et changeante. De la IVe à la Ve République, Paris, Calmann-Lévy, 1959.
  • Dimensions de la conscience historique, Paris, Plon, 1961 (“Dimensioni della coscienza storica”).
  • Paix et guerre entre les nations, Paris, Calmann-Lévy, 1962 (“Pace e guerra tra le nazioni”).
  • Dix-Huit Leçons sur la société industrielle (1963) (“Diciotto lezioni sulla società industriale”)
  • La Lutte des classes (1964) (“La lotta di classe”)
  • Essai sur les libertés (1965) (“Saggio sulle libertà”).
  • Démocratie et totalitarisme (1965) (“Democrazia e totalitarismo”).
  • Trois essais sur l'âge industriel (1966) (“Tre saggi sull’era industriale”).
  • Étapes de la pensée sociologique (1967) (“Tappe del pensiero sociologico”).
  • Penser la guerre, Clausewitz (1976) (“Pensare la guerra, Clausewitz”).
  • Mémoires (1983) (“Memorie”)
  • Le Marxisme de Marx (2002) (“Il marxismo di Marx”).
  • Raymond Aron spectateur engagé.Entretiens avec Raymond Aron. Durée : 2H30 - DVD - Éditions Montparnasse, (2005) (“Raymond Aron spettatore impegnato, Colloqui con Raymond Aron”).
  • De Giscard à Mitterrand : 1977-1983 (editoriale apparso ne l'Express), prefazione di Jean-Claude Casanova. Éditions de Fallois, Paris, ottobre 2005. 895 pagine. ISBN 2-87706-570-7 (“Da Giscard a Mitterand”).

[modifica] Voci correlate

Clausewitz | Max Weber | Alain | Sartre | Kojève | Leo Strauss

[modifica] Collegamenti esterni

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