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Elezioni politiche italiane del 2006

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Elezioni politiche del 2006, XV Legislatura
Prodi II

Politica in Italia
Elezioni
Partiti politici

Le elezioni politiche del 2006 per il rinnovo dei due rami del Parlamento italiano - Camera dei Deputati e Senato della Repubblica - si sono tenute il 9 e il 10 aprile.

L'esito della tornata elettorale è stato incerto fino alla fine dello scrutinio delle schede e si è risolto con una leggera prevalenza del centro-sinistra che ha quindi vinto le elezioni. La coalizione di centro-sinistra, che aveva come candidato alla presidenza del consiglio Romano Prodi, può contare su un'esigua maggioranza al Senato e un ampio margine alla Camera.

La coalizione sconfitta di centrodestra (candidato premier Silvio Berlusconi) ha contestato la vittoria del centrosinistra (vedi più avanti nella voce).

La stampa nazionale ed internazionale ha dato grande rilievo all'esito controverso di queste elezioni.

Indice

[modifica] Introdotta una nuova legge elettorale

Lo svolgimento di queste consultazioni politiche è stato disciplinato da una nuova legge elettorale, che sostituisce le leggi 276 e 277 del 1993, introducendo un sistema sostanzialmente differente. La legge n° 270 del 21 dicembre 2005, scritta principalmente da Roberto Calderoli (che in una intervista la definì una "porcata"), è stata approvata con i soli voti della maggioranza parlamentare, senza il consenso della minoranza che l'ha duramente criticata e contrastata, e ha modificato il precedente meccanismo misto, per 3/4 a ripartizione maggioritaria dei seggi, ossia con collegi uninominali, dove per ogni deputato o senatore da eleggere veniva assegnato un territorio, in favore di un sistema di assegnazione dei seggi quasi completamente proporzionale, a coalizione, con premio di maggioranza ed elezione di più parlamentari contemporaneamente in collegi estesi, senza possibilità di indicare preferenze.

La nuova legge si può considerare in controtendenza con l'esito del referendum del 18 aprile 1993, il quale, con un consenso dell'82,7% dei voti e un'affluenza del 77%, portò all'abrogazione di alcuni articoli della vecchia normativa elettorale proporzionale del Senato, configurando un sistema maggioritario, delineato in seguito dalle leggi 276 (per il Senato) e 277 (per la Camera, nota anche come legge Mattarella) del 4 agosto.

I punti salienti della legge sono:

  • Abolizione dei collegi uninominali
    • L'elettore precedentemente poteva votare su due schede per la Camera dei Deputati e una scheda per il Senato, mentre la parte proporzionale alla Camera veniva espressa con la seconda scheda, dando la possibilità di scegliere una lista, al Senato si procedeva a un recupero su base regionale fra i non eletti all'uninominale. Con il nuovo sistema l'elettore si limiterà a votare, su due schede, solo per delle liste di candidati, senza la possibilità, come si verificava in passato prima del referendum o come è successo finora per l'elezioni europee, d'indicare preferenze. L'elezione dei parlamentari dipende quindi completamente dalle scelte e dalle graduatorie stabilite dai partiti.
  • Premio di maggioranza
    • Viene garantito alla coalizione vincente un minimo di 340 seggi alla Camera dei Deputati. Da notare che 12 seggi, assegnati alla circoscrizione Esteri, sono contemplati a parte, come anche il seggio della Valle d'Aosta. Per quanto concerne il Senato, tale premio è invece garantito su base regionale, in modo da assicurare alla coalizione vincente in una determinata regione almeno il 55% dei seggi ad essa assegnati. In Molise, in Valle d'Aosta, in Trentino-Alto Adige e all'estero non ci sarà alcun premio di maggioranza al Senato.
  • Capo della forza politica
    • Tale denominazione è usata per identificare il principale rappresentante o leader di una coalizione.
  • Soglie di sbarramento
    • Per ottenere seggi alla Camera, ogni coalizione dovrà ottenere almeno il 10% dei voti nazionali; per quanto concerne le liste non collegate, la soglia minima viene ridotta al 4%. Le liste collegate influiscono nella ripartizioni dei seggi assegnati a una coalizione se superano il 2% dei voti, più la maggiore delle liste al di sotto di questa soglia. Al senato le soglie sono da superare a livello regionale, e sono variate nel seguente modo: 20%, 8% e 3%. Questo metodo ricorda quello della legge elettorale usata in Toscana, che prevede simili sbarramenti.
  • Minoranze linguistiche
    • Le liste delle minoranze linguistiche riconosciute coalizzate o non, potranno comunque accedere al riparto dei seggi per la Camera dei Deputati ottenendo almeno il 20% dei voti nella circoscrizione in cui concorrono. Per il Senato della Repubblica è stato previsto che 6 dei 7 seggi spettanti al Trentino Alto Adige/Sud Tirolo siano assegnati tramite collegi uninominali.

Sono anche previste per la prima volta delle circoscrizioni estere, che permetteranno di eleggere: 12 seggi alla Camera dei Deputati: 6 in Europa, 3 nell'America Meridionale, 2 America Settentrionale e Centrale, 1 Africa, Asia, Oceania e Antartide; 6 seggi al Senato della Repubblica: 2 in Europa, 2 in America Meridionale, 1 in America Settentrionale e Centrale e 1 in Africa, Asia, Oceania e Antartide.

Il sistema di apparentamento e i diversi sistemi di sbarramento dovrebbero spingere i vari partiti di piccole dimensioni che nelle precedenti elezioni non sono riusciti a influenzare minimamente gli esiti elettorali o comunque senza ottenere un seggio, ad apparentarsi con le coalizioni maggiori.

[modifica] Scrutinio elettronico

Dopo una sperimentazione condotta in circa 1500 uffici elettorali nei due anni precedenti, nel 2006 i voti di circa undici milioni di elettori sono stati conteggiati e comunicati al ministero anche con lo "scrutinio elettronico".

Lo scrutinio elettronico, a differenza del "voto elettronico", prevede che gli elettori esprimano il proprio voto secondo le modalità usuali (schede cartacee ed urne), ma che durante lo spoglio il presidente del seggio sia affiancato, oltre che dagli usuali collaboratori, da un operatore che immette i dati relativi a ciascuna scheda su di un computer portatile. Alla fine del conteggio i dati vengono stampati e trasmessi attraverso rete GPRS o fissa al Ministero dell'Interno.

L'iniziativa ha suscitato diverse critiche, in particolare a causa dei tempi ristretti in cui questa è stata messa in opera e delle ingenti somme di denaro investite.

Le critiche sono state di metodo e di merito. Fra le critiche di metodo:

1) l'affidamento dell'operazione senza gara d'appalto a società private, la mancanza di un capitolato che spiegasse le specifiche tecniche alle quali tali soggetti dovevano attenersi;

2)il potere di nomina delle agenzie interinali: mentre le Commissioni Elettorali di ogni comune scelgono gli scrutatori fra gli iscritti ad un apposito albo, e le Corti di appello incaricano i presidenti di seggio iscritti ad un secondo albo dedicato, gli operatori del voto elettronico sono selezionati da soggetti privati. Ciò comporta che gli incaricati dello scrutinio elettronico (responsabili di seggio e coordinatori di plesso) non sono pubblici ufficiali e non hanno le stesse responsabilità penali degli scrutatori di seggio, in quanto non sono nominati da un ente dello Stato. Ad essi nonostante una minore responsabilità (e simile carico di lavoro) spetta una compensazione maggiore (250 euro rispetto ai 180 euro del presidente di seggio).

Nel merito, è stata in particolare contestata l'adozione di un software proprietario; il fatto che i sorgenti non siano pubblici impedisce di verificare che la trasmissione dei dati riuspetti gli standard minimi di sicurezza in uso per tutelare la riservatezza e, soprattutto, la non-manipolabilità dei dati (ovvero firma elettronica, crittografia asimmetrica, protocollo SSL).

Beppe Grillo ha scritto "Lo scrutinio elettronico prevede che un operatore inserisca i dati su un computer in ogni sezione, i dati vengano copiati su una chiavetta usb, le chiavi siano inserite in un computer che le invia quindi al Ministero dell'Interno. Questa operazione, non necessaria e non richiesta da nessuno, costa 34 milioni di euro, è stata assegnata a trattativa privata per motivi di urgenza, “stante il brevissimo lasso di tempo disponibile” secondo Stanca, è stata vinta, tra le altre aziende, da Accenture, EDS e Telecom Italia. Deaglio fa notare che il figlio del ministro dell'Interno Pisanu è partner in Accenture e che EDS è la società coinvolta nei presunti brogli elettorali in Florida nell’elezione di Bush." Fonte Beppegrillo.it, L'articolo completo.

Tra gli scenari paventati c'è quello di un periodo di estrema instabilità istituzionale nel caso in cui il risultato del conteggio elettronico non sia conforme a quello tradizionale. Quest'ultima eventualità è però esclusa da un procedimento che prevede che i due conteggi avvengano in contemporanea e che il risultato del conteggio elettronico sia ufficializzato e comunicato solo se identico a quello manuale. In caso contrario il risultato del conteggio elettronico "non ha alcuna incidenza sul procedimento ufficiale di proclamazione dei risultati e di convalida degli eletti" (Legge 22 del 27/1/2006 art. 2 comma 5).

[modifica] Gli schieramenti a confronto

[modifica] La Casa delle Libertà

La Casa delle Libertà, coalizione parte della maggioranza parlamentare di centrodestra guidata da Silvio Berlusconi, si ripresenta con i suoi quattro partiti che hanno costituito l'alleanza principale nelle precedenti elezioni politiche: Forza Italia, il movimento di Silvio Berlusconi (Presidente del Consiglio uscente); Alleanza Nazionale, guidato da Gianfranco Fini (Vicepresidente del Consiglio uscente); Lega Nord, guidato da Umberto Bossi; UDC, partito nato successivamente all'alleanza di cinque anni prima del Biancofiore, riunente il CDU di Rocco Buttiglione e il CCD di Pierferdinando Casini, attualmente posto sotto la guida di Lorenzo Cesa.

A questi si aggiungono una serie di partiti e movimenti, come il Nuovo PSI di Gianni De Michelis, confermando l'alleanza della precedente appuntamento elettorale, ma subendo la scissione di Bobo Craxi, questa volta insieme alla Nuova DC di Gianfranco Rotondi, partito che in precedenza non si era schierato per una delle due principali coalizioni. Lo stesso per il Partito Repubblicano Italiano di Giorgio La Malfa, con la differenza che il Movimento Repubblicani Europei, nato a causa del cambio di alleanza operato da La Malfa nel 2001, ora è parte integrante della coalizione avversaria di Romano Prodi. Apparentato è il Movimento per l'Autonomia fondato di recente da Raffaele Lombardo e attivo soprattutto nel meridione d'Italia, richiamante le idee della Lega Nord. Dalla scissione verificatasi nel Partito Radicale a causa della sua decisione di schierarsi e di favorire la vittoria del centrosinistra, sono nati i Riformatori Liberali, guidati da Benedetto Della Vedova, in appoggio alla coalizione di Berlusconi. Anche Alternativa Sociale si collega alla Casa delle Libertà, il partito di Alessandra Mussolini, che nelle precedenti politiche era stata eletta con Alleanza Nazionale, ora a guida di una sua coalizione che raccoglie anche l'appoggio di Forza Nuova di Roberto Fiore e del Fronte Sociale Nazionale di Adriano Tilgher. Altre formazioni apparentate sono: Ambienta Lista (Verdi Verdi), No Euro, S.O.S. Italia, Pensionati Uniti, Patto Cristiano Esteso, Nuova Sicilia, Patto per la Sicilia.

La nuova legge elettorale non prevede l'elezione diretta del Presidente del Consiglio dei Ministri (che viene designato dal Presidente della Repubblica, in base alla possibilità che ha di riscuotere la fiducia del Parlamento), ma richiede l'indicazione formale di un capo della coalizione, ruolo che viene assegnato dalla Casa delle Libertà a Silvio Berlusconi. Nonostante Berlusconi sia chiaramente intenzionato a tornare alle funzioni di cui si è preso carico negli anni passati, gli alleati Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini vorrebbero proporsi al suo posto nel caso riuscissero ad ottenere un numero di voti superiore a quello di Forza Italia.

[modifica] L'Unione

Il simbolo dell'"Unione"
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Il simbolo dell'"Unione"

L'Unione è il nome assunto dalla coalizione del centrosinistra, già precedentemente presentatasi alle elezioni regionali del 2005, nella quale l'alleanza precedente dell'Ulivo viene estesa ad altre forze politiche, innanzitutto Rifondazione Comunista.

La coalizione è guidata da Romano Prodi, già Presidente del Consiglio dei Ministri nel 1996-1998 (XIII legislatura), in un governo dell'Ulivo, appoggiato soltanto esternamente da Rifondazione Comunista, e Presidente della Commissione europea nel periodo 1999-2004. La sua designazione come candidato dell'Unione alla presidenza del Consiglio è avvenuta, per la prima volta, in seguito all'elezioni primarie che si sono tenute il 16 ottobre 2005. Nella competizione interna si sono voluti misurare contro Prodi altri leader di partito come Clemente Mastella, Fausto Bertinotti, Alfonso Pecoraro Scanio e Antonio Di Pietro. Prodi riscuote un consenso pari al 74% dei 4.300.000 voti espressi.

I partiti della coalizione, che hanno già partecipato in alleanza alle precedenti politiche, sono: i Democratici di Sinistra, guidati da Piero Fassino; La Margherita, guidata da Francesco Rutelli (che nelle precedenti politiche era soltanto una lista elettorale unente quattro formazioni politiche distinte, ed ora invece rappresenta un soggetto politico unitario nato dall'unione del Partito Popolare Italiano, dei Democratici e di Rinnovamento Italiano); i Popolari-UDEUR, con la guida di Clemente Mastella, la Federazione dei Verdi, di Alfonso Pecoraro Scanio; i Socialisti Democratici Italiani, di Enrico Boselli; i Comunisti Italiani, con segretario Oliviero Diliberto, il Südtiroler Volkspartei. Bertinotti questa volta ha portato Rifondazione Comunista all'interno della coalizione di centrosinistra, similmente Antonio Di Pietro con Italia dei Valori. Presente sin dall'europee l'alleanza con il nuovo Movimento Repubblicani Europei di Luciana Sbarbati e, dalle regionali, quella con la Lista Consumatori (che si presentano in quattro regioni).

I Socialisti Democratici Italiani, che nelle precedenti politiche avevano costituito una lista comune con i Verdi, hanno formato un'alleanza, sempre apparentata con L'Unione, con i Radicali Italiani, guidati da Daniele Capezzone, Emma Bonino, Marco Pannella e l'Associazione Luca Coscioni, guidata da Marco Cappato, con anche la Federazione dei Giovani Socialisti, prendendo il nome di Rosa nel Pugno. Alla coalizione si sono aggiunti anche I Socialisti di Bobo Craxi, i socialdemocratici di Giorgio Carta, il Partito Pensionati di Carlo Fatuzzo e altre formazioni minori.

I Democratici di Sinistra, La Margherita e i Repubblicani Europei alla Camera dei Deputati si sono presentati in una lista unica utilizzando il simbolo della coalizione dell'Ulivo.

[modifica] Problematiche riguardanti la campagna elettorale

[modifica] La data delle elezioni

Nel mese di luglio 2005, il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in un incontro con il presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi solleva la questione dell'opportunità di anticipare di un mese le elezioni politiche rispetto alla scadenza naturale della legislatura, ossia di indirle per la prima metà di aprile 2006, allo scopo di evitare un'eccessiva sovrapposizione di appuntamenti elettorali essendo previsto nella primavera 2006 anche un turno di elezioni amministrative e l'elezione stessa del nuovo presidente della Repubblica. Il mandato di Ciampi scade, infatti, a maggio 2006.
In un primo momento Berlusconi sembra propenso a rifiutare questa proposta ma il 18 ottobre 2005, annuncia che le elezioni si terranno il 9 aprile e il 10 aprile 2006, mentre la tornata delle amministrative si svolgerà come previsto nel mese di maggio.

La data delle elezioni è stata nuovamente messa in discussione a meno di una settimana dalla data prevista per lo scioglimento delle Camere (gennaio 2006): il presidente del Consiglio dei Ministri ha richiesto di prolungare i lavori del Parlamento, ventilando l'ipotesi, in caso di non accoglimento della richiesta, di non convocare i comizi elettorali fino al termine naturale della legislatura (maggio 2006).
Ufficialmente la motivazione della richiesta è quella di permettere al Parlamento di approvare alcune leggi rimaste in sospeso, tra cui anche la parziale riforma dei sistema giuridico che il presidente della repubblica ha rinviato alle Camere per palesi incostituzionalità. Taluni ritengono che Silvio Berlusconi voglia ottenere anche una dilazione dell'applicazione delle norme elettorali (par condicio), le quali regolano i passaggi e gli spazi concessi ad ognuno dei candidati, ed in generale tutte le forme di propaganda.
Il presidente della Repubblica si è però detto contrario alla variazione delle data prevista per le elezioni, che, infine, dopo un confronto serrato, è stata confermata, pur con lo slittamento dello scioglimento delle Camere all'11 febbraio. L'accordo è stato raggiunto attraverso uno scambio di atti scritti, in modo da risolvere il contenzioso aperto pochi giorni prima, una modalità di accordo senza precedenti nella storia della Repubblica. Finora infatti questi passaggi sono sempre stati regolati informalmente.

[modifica] La legge sulla par condicio

Si tratta di una legge volta a garantire a tutte le forze politiche i medesimi diritti di parità di accesso ai mezzi di informazione, in termini di spazi e tempi, durante le campagne elettorali per le elezioni al Parlamento europeo, quelle politiche, regionali e amministrative e per ogni referendum; vieta inoltre pubblicità politiche in televisione e radio al di fuori delle apposite trasmissioni.
I principali ambiti di regolamentazione riguardano:

  • comunicazione politica radiotelevisiva;
  • messaggi politici autogestiti;
  • comunicazione politica radiotelevisiva e messaggi radiotelevisivi autogestiti in campagna elettorale;
  • programmi d'informazione nei mezzi radiotelevisivi;
  • imprese radiofoniche di partiti politici;
  • messaggi politici elettorali su quotidiani e periodici;
  • sondaggi politici ed elettorali,
in particolare: i risultati dei sondaggi realizzati non possono essere diffusi nei 15 giorni antecedenti la data delle votazioni; è obbligatorio rendere pubblico, contestualmente al risultato dei sondaggi:
a) soggetto che ha realizzato il sondaggio;
b) committente e acquirente;
c) criteri seguiti per la formazione del campione;
d) metodo di raccolta delle informazioni e di elaborazione dei dati;
e) numero delle persone interpellate e universo di riferimento;
f) domande rivolte;
g) percentuale delle persone che hanno risposto a ciascuna domanda;
h) data in cui è stato realizzato il sondaggio.
  • disciplina della comunicazione istituzionale e obblighi di informazione;
  • provvedimenti e sanzioni;
  • obblighi di comunicazione;

Silvio Berlusconi fin dal 2004 ha proposto di modificare i termini della legge per rendere proporzionali gli accessi televisivi rispetto all'entità della presenza in parlamento delle varie forze politiche, e in tal senso il senatore Lucio Malan, nel 2006, ha presentato un emendamento, ma questa proposta, oltre a ricevere la fermissima opposizione del centrosinistra, non ha ottenuto un consenso unanime neppure tra i partiti della Casa delle libertà, come ad esempio l'UDC che ha manifestato indisponibilità al cambiamento dei principi della legge, pur criticandola.

Le maggiori critiche alla proposta trovano fondamento nella circostanza che Silvio Berlusconi, oltre a controllare direttamente tre reti (televisive) private nazionali (di cui una in odore di illegalità per presunta violazione dell'art. 21, Rete 4) in quanto proprietario di Mediaset, avrebbe un controllo indiretto, in quanto presidente del Consiglio dei Ministri, sulle tre reti pubbliche nazionali (RAI), oltre al fatto che l'eventualità di pagare gli spot elettorali all'azienda del premier configurerebbe conflitto d'interessi.

[modifica] I duelli-dibattito fra i candidati dei due schieramenti

La Commissione parlamentare di vigilanza sulla RAI ha approvato, con i voti della sola maggioranza di centrodestra, un regolamento di esecuzione della legge sulla par condicio che prevedeva due dibattiti tra Silvio Berlusconi e Romano Prodi, leader rispettivamente della Casa delle Libertà e de L'Unione, tre tra i componenti dei maggiori partiti delle rispettive coalizioni, una conferenza stampa per ogni partito nei giorni precedenti le elezioni ed una conferenza stampa finale del presidente del Consiglio.
Prodi ha inizialmente rifiutato di partecipare ai duelli perché riteneva un'illegittima alterazione della parità di trattamento tra le forze politiche la conferenza stampa finale del premier, e solo dopo che il Presidente del Consiglio vi ha rinunciato (definendo peraltro questa rinuncia come una "violenza subìta") il leader del centrosinistra ha accettato di prendere parte ai dibattiti. Come condizione ulteriore Prodi ha imposto la definizione di regole precise su tempi e modalità delle domande e delle risposte, ad imitazione del modello americano dei duelli tra George W. Bush e John Kerry. Berlusconi ha accettato questa richiesta pur affermando che simili vincoli non avrebbero permesso un dibattito interessante.

I giornalisti scelti per l'arbitraggio dei due duelli principali sono stati Clemente Mimun e Bruno Vespa. Questa scelta è stata oggetto di critica da parte del giornalista Marco Travaglio (noto per essere uno dei critici più assidui sia di Berlusconi che del centrosinistra, nonché uno dei giornalisti più attenti alle vicende giudiziarie dei politici), che dopo aver ricordato i comportamenti passati di Vespa e Mimun, chiede retoricamente: posto che, a quanto pare, Prodi e Berlusconi hanno scelto un arbitro per ciascuno, quale sarebbe l'arbitro di sinistra?[1]


Il primo dei duelli si è svolto in diretta su Rai Uno il 14 marzo 2006, sotto l'arbitraggio di Clemente Mimun, direttore del Tg1, e con le domande affidate a Marcello Sorgi, giornalista de La Stampa, e Roberto Napoletano, direttore de Il Messaggero (che ha avviato il dibattito), che hanno toccato, con le domande rispettivamente rivolte a Berlusconi e a Prodi, diversi argomenti. Nonostante le regole ferree che prevedevano trenta secondi per ogni domanda, due minuti e mezzo a testa per ogni risposta, e un ulteriore minuto a testa per le repliche, non sono mancate alcune piccole violazioni, che però non hanno influito troppo sul dibattito: alla seconda domanda Mimun non ha concesso a Prodi la replica finale da un minuto; e Berlusconi ha sforato tre volte il tempo di risposta alle domande (da lui contestato), poi puntualmente concesso al leader dell'Unione. Secondo alcuni dei quotidiani lo scontro si è concluso leggermente a favore di Prodi, con lo stesso Berlusconi a dichiararsi insoddisfatto del non essere riuscito ad esporre adeguatamente le sue idee proprio per le regole ferree. Il "match" è stato seguito da sedici milioni di spettatori (52% di share).

A questo si sono susseguiti altri tre duelli, sempre con un "paladino" per coalizione: Fausto Bertinotti (Rifondazione) vs Roberto Maroni (Lega Nord-MPA) il 15, Pierferdinando Casini (UDC) vs Francesco Rutelli (Margherita) il 22 e Piero Fassino (DS) vs Gianfranco Fini (AN) il 29, con le stesse modalità del primo dibattito. Unica differenza, l'estrazione a sorte, in diretta, del turno di parola e della posizione in studio (a destra o a sinistra di Mimun).

Il secondo duello si è svolto lunedì 3 aprile, moderato da Bruno Vespa, a "seggi" invertiti. Nella prima domanda si è parlato di sicurezza, anche alla luce della vicenda di Tommaso, il bimbo di Parma rapito e poi ucciso, ma il tema principale è stato quello relativo alle tasse e alle manovre fiscali del futuro governo, tema sul quale il giornalista Marcello Sorgi ha posto ben tre domande. Si è discusso inoltre del ruolo della donna nella politica e nella società e della situazione della scuola. Berlusconi ha più volte accusato la sinistra di essere divisa al proprio interno su molti temi importanti. Prodi ha ribadito la sua assoluta certezza sulla fedeltà degli alleati del suo schieramento e ha puntato il dito contro l'operato del Governo nel suo quinquennio di carica, chiedendo al premier uscente di spiegare come intende coprire finanziariamente le maggiori spese di 35 miliardi di euro connesse al suo programma per il prossimo quinquennio. Berlusconi ha risposto: "Se ha tempo glielo spiego dopo".
Nell'appello finale il Presidente del Consiglio ha annunciato, a sorpresa, di voler eliminare l'Ici sulla prima casa nella prossima legislatura. C'è stato un momento di tensione quando Prodi, parlando di Berlusconi, ha citato una frase di Andrew Lang: "Il premier - ha detto Prodi - si attacca ai numeri come l'ubriaco ai lampioni, cioè non per sostenersi" (la frase originale è "He uses statistics as a drunken man uses lampposts - for support rather than for illumination"); il premier è subito intervenuto dicendo a Vespa "Lei è il moderatore, lo moderi!", e ha definito, di rimando, il leader dell'Unione "un utile idiota (per la sinistra)". Entrambi hanno sforato spesso i tempi di risposta, prontamente fatti recuperare da Vespa. Rispetto al primo duello, c'è stato un calo di spettatori: solo dodici milioni.

I duelli tra i due contendenti principali sono stati trasmessi da altre emittenti che hanno così usufruito del segnale Rai: in Italia, La7 (all'interno di Otto e mezzo) e SKY TG24, all'estero da CNN, TSI, Tve (attraverso il canale all-news Tve24H) e dalla francese Public Sénat. Diversi quotidiani online, tra cui il Corriere della Sera e La Repubblica, hanno poi diffuso in streaming via Internet i cinque tête-à-tête.

A due giorni dalla chiusura della campagna elettorale Mediaset invita i due leader a confrontarsi in un terzo dibattito televisivo su Canale 5 all'interno del programma Terra!, con regole molto meno restrittive. Prodi, che in video-chat sul Corriere della Sera afferma di non essere ben trattato dalle emittenti del premier declina l'invito così come ha fatto per gli altri che ha avuto dai direttori di tg (addirittura da Emilio Fede); d'altro canto l'amministratore di Mediaset Fedele Confalonieri rilascia un' intervista in cui lamenta discriminazioni nei confronti delle sue reti. Gli organizzatori di Terra! provano comunque a realizzare una trasmissione in cui Berlusconi si trovi a confrontarsi con direttori di giornali vicini alla sinistra. Questo tipo di soluzione, pur con una sorta di "contraddittorio", violerebbe la legge sulla par condicio, quindi l'Authority invita a non mandare in onda la trasmissione e gli stessi giornalisti di Canale 5 si associano. Alla fine va in onda una versione di Terra! in cui si dibatte su quello che è accaduto nella contestatissima giornata.

[modifica] La campagna elettorale

[modifica] Forme di lavoro

Recentemente il mercato del lavoro è entrato tra gli argomenti di discussione della campagna elettorale, sia in relazione alla sensazione di diminuzione del potere d'acquisto che in quanto base di un modello sociale.

Malgrado l'introduzione delle riforme abbia aumentato l'occupazione, conteggiando sia quella a tempo indeterminato che a breve termine, ed entrambi gli schieramenti abbiano, in qualche misura, condiviso le idee di fondo (il "Pacchetto Treu" è opera del centrosinistra, la successiva legge 30/2003, più nota con il contestato appellativo di "Legge Biagi", del centrodestra), parte dei politici giudicano l'introduzione del cosiddetto "lavoro flessibile" un metodo per far lavorare più persone possibili o come preludio al "lavoro fisso", più che come sistema alternativo di organizzazione della forza lavoro. L'incremento annuo dei posti di lavoro, sia a tempo determinato che indeterminato, è diminuito dal 2% del 2001 allo 0,9% del 2004, attestandosi al di sopra della media europea che è variata dall'1,7% allo 0,7%.

Il centrosinistra ritiene che la "flessibilità" introdotta dalla legge approvata dal centrodestra corrisponda a "precarietà", considerando l'occupazione generata non duratura e non tutelata dal punto di vista della previdenza sociale e priva di garanzie sindacali, ed è avversa quindi a queste riforme. Inoltre la Legge 30/2003 non terrebbe conto di una serie di ammortizzatori sociali complementari alla flessibilità. Preoccupazioni simili sono condivise dalle formazioni di centro, anche se in riguardo alla realizzazione pratica e non alla formulazione teorica, cioè per come sono state applicate e non per come sono state ideate. L'area liberale del centrodestra ritiene invece che un certo grado di libertà nel mercato del lavoro possa rendere più disponibili le aziende alle assunzioni ad ogni segnale di crescita della domanda, rafforzandole nella competizione internazionale, e in parallelo, giovare all'occupazione.

Secondo le analisi dell'Istat, nel 2005, per la prima volta dal 1994, l'occupazione stabile è diminuita di 102.000 unità di lavoro (corrispondenti ad unità di 8 ore), il centrosinistra la ritiene una diminuzione dell'occupazione, mentre il centrodestra la considera una diminuzione dovuta al milione di ore di sciopero in più rispetto all'anno precedente.

[modifica] La situazione economica

La crescita annua del PIL, cioè della ricchezza totale prodotta, ha subito un arresto passando dall'1,8% del 2001 allo 0% del 2003 e lo 0,1% del 2005, attestandosi quindi al di sotto della media dei paesi che hanno adottato l'Euro che è diminuita dall'1,9% all'1,3% del 2005.

Comparando i dati dell'Italia con quelli dei paesi della zona Euro (si veda Eurostat alla voce General government gross dept) si nota che mentre la media europea ha lievemente aumentato il debito pubblico in percentuale sul PIL dal 63,1% al 63,3% nel periodo 2000-2004, l'Italia lo ha diminuito dal 110,9% al 106,5% mentre in parallelo, a fronte di un aumento della popolazione del 2,6%, la bassa crescita del PIL, inferiore alla media europea, e l'inflazione abbastanza elevata hanno determinato l'impoverimento medio di ogni abitante pari al 5,5% rispetto alla media europea, dato che il PIL pro capite, a parità di potere d'acquisto rapportato alla media dei 25 paesi dell'Unione Europea, è sceso da 109,4 a 101,3, mentre la media dei paesi dell'eurozona da 108 a 105,8.

Tuttavia, dal 2004 al 2005, il debito pubblico ha ricominciato a salire: al 2005 è stimato al 108,5%, con previsione di un 110% per il 2006, mentre allo stesso tempo l'avanzo primario è sceso dal 5,6% del PIL nel 2001 allo 0,6% del 2005. Il deficit pubblico è salito al 4,1% del 2005 dal 3,2% del 2001, infrangendo il limite imposto dal Patto di stabilità e crescita in tutti gli anni a parte nel 2002. Il fabbisogno di cassa è aumentato e rispetto al 2001 il bilancio statale segna due punti e mezzo in più di spesa corrente (fonte: Banca d'Italia).

Sono in crescita i fallimenti delle imprese commerciali che, in 5 anni, sono aumentati del 10% e, solo nel 2005, sono stati 245.000 [1]. Per quanto riguarda la distribuzione del reddito la media del 20% dei salari più ricchi è aumentata da 4,8 a 5,6 volte la media dei salari più poveri, superiore alla media europea che è aumentata da 4,4 a 4,8 volte.

Secondo l'opinione del ministro Tremonti, il Paese è all'inizio di una tendenza positiva in seguito a due fattori: dall'inizio del 2006 il mercato dell'auto sarebbe aumentato del 30% e l'IVA sugli scambi interni, mediamente, del 6%.

[modifica] La riduzione della pressione fiscale

Un altro dei temi della campagna elettorale è la complessa questione della riduzione della pressione fiscale, uno dei punti del programma elettorale chiamato Contratto con gli italiani presentato da Berlusconi alla vigilia delle elezioni del 2001.

Una parziale riorganizzazione del sistema di tassazione, con conseguente riduzione delle imposte è iniziata nel 2002 e si è conclusa entro lo scorso 2005, con forte incidenza sull'ultima manovra finanziaria, raggiungendo una riduzione complessiva della pressione fiscale dello 0,1% del PIL (Leggi 289/02, 27/03 e 80/05). Tale manovra ha comportato la ridefinizione delle aliquote fiscali e la loro riduzione come numero, dato che è stata abolita l'aliquota fiscale più elevata ed è stato innalzato il livello di reddito sotto al quale non si pagano tasse (no tax area).

L'opposizione ha tuttavia biasimato il governo Berlusconi per aver compiuto l'intera operazione finanziando la riduzione delle imposte dirette (sui redditi) attraverso l'aumento delle imposte indirette (quali bolli, tassa di registro, imposte ipotecarie e catastali, ecc.). La gravità dell'operazione è determinata dalla redistribuzione delle imposte a favore dei redditi più alti, dato che le imposte indirette, a differenza di quelle dirette, non sono progressive, ma sono uguali per tutti e danneggiano quindi in modo più sensibile i meno abbienti.

Per di più l'operazione è stata realizzata in uno dei periodi peggiori per il Paese dal punto di vista economico, senza che sia presente la copertura finanziaria a fronte dell'enorme debito pubblico italiano che va oltre il 100% del PIL, contro la media europea del 60%. L'Unione ha proposto come obiettivo di diminuire di 5 punti percentuali il cuneo fiscale, cioè la differenza fra il costo del lavoro per le imprese e lo stipendio netto percepito dai lavoratori. Questo provvedimento secondo alcuni economisti andrebbe a intaccare la previdenza sociale. Nella finanziaria del 2005 il cuneo fiscale è stato diminuito di 1 punto percentuale. La maggiore critica della Casa delle Libertà a questo punto del programma dell'Unione riguarda la copertura finanziaria di una riduzione così importante e immediata. La Casa della libertà ha infatti proposto una riduzione progressiva in tre anni di 3 punti. L'Unione ha ribattuto che solo un intervento consistente e immediato può generare rapidamente quelle risorse aggiuntive a disposizione delle imprese e dei consumatori necessarie ad agevolare la ripresa economica e che le risorse necessarie sono inferiori a quelle necessarie alla realizzazione di alcuni punti del programma della Casa delle libertà.

[modifica] L'immagine internazionale

[modifica] Governo

Trai risultati diplomatici conseguiti dal governo uscente i più significativi sono stati gli accordi con la Libia (supportando anche i suoi contatti con l'UE), la riduzione dei flussi migratori illegali provenienti dall'Albania, gli accordi NATO-Russia (dichiarazione di Roma, anche se è ignoto il reale contributo dell'Italia), l'assegnazione dell'Authority europea sulla sicurezza alimentare a Parma (occasione dell'incidente diplomatico con la Finlandia).

Sul piano internazionale l'immagine del Presidente del Consiglio dei Ministri e, conseguentemente anche dell'Italia, ha registrato alcuni incidenti dovuti a gaffe del presidente stesso. Tra queste l'affermazione, fatta nel 2001, che la civiltà occidentale fosse superiore a quella islamica provocò le proteste di tutto il mondo arabo; il suggerimento all'eurodeputato tedesco Martin Schultz di interpretare il ruolo di kapò in un ipotetico film; l'infelice battuta nei riguardi del presidente della repubblica e sulla cucina finlandesi; il susseguirsi di affermazioni e smentite durante una sua visita negli USA riguardo all'eventuale ritiro delle truppe italiane in Iraq. Silvio Berlusconi ha sostenuto che tutti questi incidenti siano dipesi da fraintendimenti, casuali o voluti, di sue affermazioni da parte dei giornalisti.

Rimangono ancora in sospeso le indagini sull'uccisione di Nicola Calipari in Iraq da parte delle forze armate USA, in cui non si è raggiunto un accordo comune tra i due governi sulla versione dei fatti, tale da soddisfare entrambe le nazioni, creando una situazione in cui vengono affermate due diverse versioni sullo svolgimento dei fatti dai due governi coinvolti. Tale accadimento però, come hanno sottolineato entrambi i governi, non ha sortito alcun effetto sui rapporti diplomatici e sulle azioni comuni dei due Stati.

Ha destato preoccupazione la lentezza, talvolta l'assenza, di parti dell'apparato statale (Governo, Parlamento e Banca d'Italia) a riguardo delle irregolari vicende finanziarie: le obbligazioni argentine (tango bonds), i "crack" di Cirio e Parmalat e la questione sull'acquisto delle banche Antonveneta e BNL, denominata Bancopoli, nella quale sono coinvolti funzionari statali, quali Roberto Calderoli della Lega Nord e Aldo Brancher di Forza Italia, e un europarlamentare, Vito Bonsignore dell'UDC. Il Parlamento ha varato la legge sulla protezione del risparmio alla fine del 2005, dopo 2 anni di dibattiti su questo argomento.

Durante la polemica per le caricature su Maometto, iniziata circa tre mesi dopo la loro pubblicazione, l'ex Ministro delle Riforme Roberto Calderoli ha mostrato di portare una maglietta con una di queste caricature. Questa è stata creduta la motivazione degli assalti al consolato italiano a Bengasi. Calderoli si è quindi dimesso dopo che entrambe le coalizioni lo avevano fortemente criticato per il gesto irresponsabile.

In seguito il capo di stato libico Muammar Gheddafi ha affermato, in un discorso ufficiale, che gli attacchi sono dovuti all'"odio che i libici provano verso gli italiani" risalente al periodo dell'occupazione italiana (1911-1942), ed ha quindi insistito perché lo stato italiano offra un "simbolo di riconciliazione". La Guida libica ha anche velatamente minacciato l'Italia affermando che tali attacchi potrebbero nuovamente ripetersi nel caso in cui le sue richieste non fossero accolte, tali affermazioni sono state criticate e respinte da tutti i partiti politici italiani.

Anche il terrorista internazionale Al Zawahiri ha citato l'episodio della maglietta dell'ex-ministro in suo discorso registrato. Calderoli si è detto orgoglioso di ambedue i riferimenti e si è detto "pronto a morire" per la democrazia.

Silvio Berlusconi, in qualità di Presidente del Consiglio dei Ministri, ha effettuato un viaggio negli Stati Uniti, durante il quale ha ricevuto il convinto apprezzamento di Bush, per la comune condivisione degli ideali democratici, una calorosa accoglienza del Congresso, dove c'erano molti big della politica americana, (anche se i fra deputati c'erano numerose assenze), per il suo discorso incentrato sul fermo supporto alla lotta contro il terrorismo, e la Medaglia per la Libertà della Fondazione Americana Intrepid.

[modifica] Coalizioni

La testata giornalistica The Independent ha rilevato come Berlusconi sia un importante alleato per Blair, per la sua comune visione della politica estera e per la vicinanza di opinione al riguardo dell'UE, sottolineando come durante questi anni i legami tra Italia e Gran Bretagna siano stati "i più stretti dai giorni di Gladstone", ma allo stesso tempo osserva che è uno degli alleati di Blair più scomodi e contestati dal suo partito.

Il settimanale The Economist ha sostenuto che Berlusconi sia sostanzialmente "inadatto a governare l'Italia" ed ha maturato un giudizio lievemente migliore, ma comunque fortemente negativo, per la coalizione di centrosinistra.

Per quanto riguarda la coalizione di centrosinistra, alcuni giornali esteri (The Economist e The Times) sostengono come la sua diversità e divisione interna rappresentino un problema per la credibilità la capacità di governo.

The Times ha velatamente riferito al programma del centrosinistra l'espressione "il più lungo biglietto di suicidio della storia", originariamente formulata da Margaret Thatcher per il programma laburista.

I programmi di entrambe le fazioni sono stati criticati per la vaghezza nelle indicazioni della copertura finanziaria.

[modifica] La riforma costituzionale

Durante gli ultimi mesi del 2004, la Casa delle Libertà ha proposto una vasta e consistente riforma della Costituzione Italiana.

La proposta prevede una serie di modifiche nella struttura stessa dello stato per portarlo, dall'attuale sistema basato sul bicameralismo perfetto e sul mero ruolo di mediatore del presidente del consiglio, a un nuovo sistema basato sul bicameralismo imperfetto, con una legislazione più snella, e sulla centralità del Primo Ministro (non più definito presidente del consiglio), il quale, eletto dal popolo, non potrà perdere la fiducia del parlamento se non con il meccanismo della sfiducia costruttiva, di matrice tedesca e garante di stabilità.

Le due più significative modifiche riguardano il modo di fare le leggi e la devoluzione fortemente voluta dalla Lega Nord, che introduce elementi federalistici nel nostro sistema. Quanto al primo punto, salvo alcune leggi di competenza di entrambe le Camere, è previsto un procedimento monocamerale, che permetterà di dimezzare i tempi della legislazione. Quanto al secondo, si rafforzano i poteri esclusivi delle Regioni in ambito di sanità, scuola, polizia amministrativa, e il Senato (detto Federale) ne sarà espressione, essendo eletto contestualmente alle elezioni regionali. Al contempo si reintroduce l’interesse nazionale, abrogato dalla riforma varata dal centrosinistra nel 2001, e si recuperano alla potestà statale competenze come i trasporti.

Inoltre il numero complessivo dei parlamentari passerà dai circa 950 attuali a 750.

La riforma in questione è criticata in particolare per la maggiore quota di giudici della Corte costituzionale nominati dal Parlamento e la riduzione di poteri di garanzia, tra i quali lo scioglimento delle Camere, in capo al Presidente della Repubblica (eletto dal Parlamento) e il conseguente spostamento di questi poteri nelle mani del Presidente del Consiglio, eletto dal popolo (seguendo il modello inglese), la non menzione dell’appartenenza dell’Italia all’Unione Europea.

La riforma è stata approvata dal Senato in via definitiva il 17 novembre 2005. Durante il secondo passaggio alla Camera la maggioranza di governo (Casa delle Libertà) ha dovuto registrare l'astensione di Marco Follini, ex leader dell'UDC.

La Costituzione prescrive, per le revisioni costituzionali, che il Parlamento approvi due volte, per ciascuna delle camere, con un intervallo di almeno tre mesi, ogni modifica, e, nel caso di maggioranza inferiore ai 2/3 in seconda lettura, ne rende possibile l'approvazione attraverso un referendum richiesto da parte di 500.000 cittadini o di cinque consigli regionali, senza che sia richiesto il raggiungimento del quorum, a differenza di quello abrogativo. Non avendo raggiunto nelle due votazioni finali la maggioranza dei 2/3 ed essendosi già attivati sia l'opposizione parlamentare che numerosi consigli regionali, tra l’altro quello lombardo, di centrodestra, le modifiche alla costituzione dovranno essere sottoposte a referendum popolare. Anche il comitato "Salviamo la Costituzione" presieduto dall'ex Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro ha raccolto le firme per tale referendum costituzionale (confermativo) che chiederà il parere degli elettori sull'eventualità di mantenere o meno la legge.

La consultazione referendaria, tenutasi il 25 e 26 giugno 2006, ha poi bocciato la riforma con il 61,3% di no.

[modifica] Le fonti energetiche

Uno dei temi che è attualmente oggetto di dibattito, per le sue implicazioni strategiche, politiche, economiche ed ambientali di lungo termine, è quello sulla scelta e l'uso delle fonti energetiche.

Il ministro Scajola ha recentemente sostenuto la necessità di ridurre gli sprechi e diversificare le fonti di approvvigionamento di gas naturale. La soluzione a lungo termine individuata dal ministro Tremonti, e altri esponenti della sua coalizione, consiste nella costruzione di centrali nucleari per risolvere il problema delle dipendenza strutturale dall'estero.

La strategia di Romano Prodi, basata sul Protocollo di Kyoto, coincide sostanzialmente con quella del ministro Scajola, per quanto riguarda il breve termine, ma prevede il massiccio sviluppo di fonti energetiche alternative quali l’eolico, le biomasse, il solare ed il geotermico in risposta ai problemi strutturali del Paese, giudicando l'energia nucleare una possibilità importante per il futuro solo in caso di miglioramento della tecnologia.

[modifica] La questione Giustizia

Molte riforme approvate dall'attuale parlamento sul tema della Giustizia hanno suscitato critiche da parte della magistratura e del centrosinistra, in ordine:

  1. Legge 44/02, che riforma il sistema elettorale del Consiglio Superiore della Magistratura riducendone il numero di componenti
  2. Decreto legislativo 61/02, sulla quasi soppressione del reato di falso in bilancio e altri illeciti penali e amministrativi delle società commerciali
  3. Legge 248/02 "Cirami", ha inserito la norma sul legittimo sospetto
  4. Legge 140/03 Schifani, che prevedeva l'immunità penale delle 5 più alte cariche dello Stato, ma è stata in seguito bocciata dalla Corte costituzionale
  5. Legge 207/03 "indultino", ha introdotto la sospensione degli ultimi 2 anni di pena per alcuni reati, nel caso ne sia già stata scontata metà
  6. Legge 150/05 Riforma dell'ordinamento giudiziario, ha riordinato le modalità di carriera dei magistrati
  7. Legge 251/05 "ex. Cirielli", ha dimezzato i tempi di prescrizione per gli incensurati e li ha raddoppiati per i recidivi, è stata modificata con l'esclusione dei processi in corso dopo che, alla sua prima presentazione, non fu promulgata dal Presidente della Repubblica per palesi incostituzionalità.
  8. Legge 263/05 Riforma del processo civile, con l'intento di velocizzare i processi civili
  9. Legge 46/06 "Pecorella", con questa riforma la Procura ed i PM non possono ricorrere in appello nel caso sia stata emessa una sentenza di proscioglimento, tranne nel caso di nuove prove decisive, ma solo rivolgersi alla Corte di Cassazione nei casi, aumentati con la legge, in cui ciò è ammissibile. Il ricorso in appello rimane possibile nel caso l'imputato sia stato dichiarato colpevole. Alla sua prima presentazione, non fu promulgata dal Presidente della Repubblica.

Le critiche sollevate dal Presidente del Consiglio e da vari membri del governo indirizzate ad alcuni magistrati definiti "politicizzati" o "toghe rosse" ed in generale verso la categoria, che sostengono si comporti come una "corporazione", sono state pesantemente respinte dalla magistratura in toto, così ha fatto anche il centrosinistra.
Inoltre Silvio Berlusconi ha polemicamente osservato che all'avvicinarsi di ogni competizione elettorale viene fatto oggetto di nuove indagini o procedimenti.

Il Capo dello Stato ha spesso richiamato sia il governo che la magistratura a mantenere un comportamento corretto verso le rispettive istituzioni; in particolare, verso la fine del febbraio 2006, ha rinnovato il suo invito ai magistrati non solo ad essere imparziali, ma anche ad apparire tali, pur affermando di comprendere la loro posizione.

[modifica] La questione dell'informazione

L'informazione in Italia è un tema a dir poco delicatissimo, date le storture del mercato tv dove vige di fatto un duopolio dominato da Mediaset (praticamente l'unico polo privato) e RAI che si dividono il 90% di risorse e ascolti. Pesa inoltre il presunto conflitto d'interessi del premier che oltre ad avere le 3 reti private, secondo alcune associazioni sovranazionali potrebbe anche influire sul servizio pubblico. Senza contare le ripetute violazioni delle sentenze della Corte Costituzionale. E in tutta questa situazione grava il fatto che la Corte di Giustizia Europea sta analizzando la legge Gasparri, che ha regolamentato il sistema radio-tv. Tale tema è stato trattato nel primo faccia a faccia. Il premier ha detto che Mediaset, che la sinistra voleva distruggere, è un'azienda apprezzata che ha dato molto all'Italia, Prodi ha risposto che non v'è nessun intento punitivo nei confronti di tale azienda ma che il conflitto d'interessi è severamente regolamentato in tutta Europa, anche se sulla questione non si è legiferato nell'ultimo governo di centrosinistra,a causa della ricerca di un dialogo con l'opposizione. Il leader dell'Unione, in precedenza, aveva auspicato la nascita di un terzo polo tv. Sempre sulla delicatissima questione, l'OSCE ha criticato i media italiani, ritenendo che fossero troppo sbilanciati sul centrodestra.

[modifica] Osservatori internazionali

Per la prima volta nella storia dell'Italia, le elezioni politiche del 2006 hanno visto la presenza di una missione di osservazione elettorale da parte dell'OSCE. La legge elettorale è stata appositamente modificata poiché non prevedeva (così come nessuna delle precedenti leggi) la presenza di osservatori internazionali nei seggi.

Malgrado la denuncia di possibili brogli da parte di entrambi gli schieramenti durante la campagna elettorale, nel corso della missione preliminare (Needs Assessment Mission) che serviva a valutare le necessità per la missione di osservazione elettorale vera e propria, svoltasi a febbraio 2006, tutte le forze politiche avevano espresso fiducia nelle modalità di svolgimento delle operazioni di voto e di scrutinio.

La missione di osservazione elettorale dell'OSCE si è dunque composta esclusivamente di un Core Team di nove elementi, guidati dallo statunitense Peter Eicher, che si sono concentrati particolarmente sulla campagna elettorale e sul monitoraggio dei mass media, giudicati dall'organizzazione troppo sbilanciati, come già detto, sul centro-destra.

Come per tutte le missioni elettorali dell'OSCE, dopo la fine del processo elettorale è stato pubblicato un rapporto finale contenente i commenti della missione relativi al rispetto degli standard democratici durante le elezioni.

[modifica] Sondaggi

Nel periodo preelettorale sono stati realizzati molti sondaggi commissionati per lo più da giornali nazionali e stazioni TV, che hanno visto un predominio dell'Unione di circa il 5%. È da notare che i tre sondaggi che attribuivano un lieve vantaggio in termini di voti per la Casa delle Libertà sono stati tutti commissionati dal partito di Berlusconi, il quale ha più volte accusato una simpatia verso sinistra dei sondaggisti italiani.

Il risultato finale alla Camera (49,86% dell'Unione contro il 49,69% della Casa delle Libertà) e quello del Senato (49,2% dell'Unione contro il 49,9% della Casa delle Libertà) ha avuto un discostamento di circa il 3% dalla quasi totalità dei sondaggi, inclusi gli exit poll. I sostenitori di centrosinistra hanno provato a spiegare questa discrepanza sostenendo la tesi secondo cui ci sarebbero molti elettori della Casa delle Libertà che si vergognavano ad ammettere il loro voto quando venivano intervistati.

Istituto di ricerca Data
L'Unione

Casa delle Libertà
IPR marketing (exit poll) 10 aprile, 2006 50-53 46-49
Nexus per RAI e Mediaset(exit poll) 10 aprile 50-54 45-49
Istituto Piepoli per SKY TG24 (in house poll) 10 aprile 52 47
IPR Marketing 22 marzo 52 47
TNS Abacus 20 marzo 51.5 48
GfK Eurisko 20 marzo 52 46.7
Ekma Ricerche 20 marzo 53.5 46
SWG 17 marzo 52.8 46.4
IPR Marketing 16 marzo 52 47.7
GfK Eurisko 15 marzo 51 46.5
TNS Abacus 13 marzo 51.5 48
Ekma Ricerche 13 marzo 53 46.3
IPR Marketing 12 marzo 52 47.7
SWG 10 marzo 52.6 46
Penn, Schoen & Berland 9 marzo 48.3 48.8
Euromedia Research 9 marzo 49.3 50
TNS Abacus 9 marzo 51 47.5
Lorien Consulting 7 marzo 51.1 48.1
IPR Marketing 7 marzo 52.2 47.5
Ekma Ricerche 6 marzo 52 47.5
SWG 3 marzo 52 47
IPR Marketing 1 marzo 52.2 47.3
TNS Abacus 1 marzo 51.5 47
Ekma Ricerche 27 febbraio 51.8 47.2
SWG 23 febbraio 51.8 47.2
TNS Abacus 22 febbraio 51.5 47
IPR Marketing 21 febbraio 52.1 47.4
Ekma Ricerche 20 febbraio 51.2 47
SWG 17 febbraio 51 47.8
IPR Marketing 16 febbraio 52 47.5
Penn, Schoen & Berland 16 febbraio 48.2 48.4
TNS Abacus 15 febbraio 51 47
Ekma Ricerche 13 febbraio 51.5 47.5
SWG 10 febbraio 51.6 47.3
TNS Abacus 8 febbraio 51 46.5
IPR Marketing 7 febbraio 52 47
Ekma Ricerche 6 febbraio 52.5 46.5
SWG 4 febbraio 51.2 46.6
TNS Abacus 1 febbraio 51 46
Euromedia Research 1 febbraio 50.9 47.9
IPR Marketing 31 gennaio 52.2 47.2
Lorien Consulting 30 gennaio 51.5 45.9
SWG 28 gennaio 51.4 46.2
TNS Abacus 25 gennaio 51 45.5
IPR Marketing 25 gennaio 52.5 47
Lorien Consulting 23 gennaio 51.3 46
SWG 22 gennaio 51.7 45.7
TNS Abacus 18 gennaio 50.5 46
Euromedia Research 18 gennaio 51.7 48.3
IPR Marketing 18 gennaio 52 46
Lorien Consulting 16 gennaio 51.4 45.7
SWG 16 gennaio 51.4 46
IPR Marketing 11 gennaio 52 46
TNS Abacus 11 gennaio 51 46
SWG 5 gennaio 49.7 47.9
IPR Marketing 11 dicembre, 2005 52.8 44.9
IPR Marketing 7 dicembre 52.5 44.5
IPR Marketing 25 ottobre 52 45

[modifica] La lunga notte dello spoglio

Lunedì 11 aprile 2006, ore 15,00, seggi chiusi e urne aperte: ed è iniziato lo spoglio dei voti. Gli exit poll confermavano tutti il risultato dei sondaggi preelettorali con l'unione avanti di 5 punti percentuali sulla Casa delle Libertà ma i primi dati provenienti dal Viminale e le prime proiezioni già ridimensionavano la situazione. I dati del Ministero continuavano ad uscire con notevoli ritardi, il Viminale ha parlato di "problemi tecnici", e nel frattempo il vantaggio dell'Unione continuava lentamente ad assottigliarsi sempre più fino ad arrivare al sorpasso per quanto riguardava il voto del Senato, mentre il risultato parziale della Camera sembrava avere lo stesso tipo di andamento.


Nella notte, a scrutini non ancora finiti, il ministro Pisanu esce dalla sede del Ministero, partecipa ad una breve riunione nell'abitazione di Berlusconi e poi torna al lavoro. Le ragioni del vertice notturno non sono note. Secondo indiscrezioni[2] Berlusconi avrebbe chiesto a Pisanu di invalidare le elezioni ed il ministro avrebbe risposto di non poterlo fare. Il Senato sembra essere nelle mani della Casa delle Libertà, mancano soltanto da assegnare i seggi dei senatori votati dagli italiani all'estero, novità della nuova legge elettorale voluta dal ministro Tremaglia. Per la Camera rimane in vantaggio l'Unione ma molti si aspettano di vedere un sorpasso analogo a quanto avvenuto al senato (nelle precedenti elezioni alla camera era favorita la CdL). Gli scrutini della camera si concludono intorno alle 3 di notte (dopo uno scrutinio durato oltre 10 ore) e il sorpasso non arriva: il vantaggio dell'Unione rimane anche se ridotto ad appena 26.000 voti (su circa 19 milioni di voti complessivi) comunque sufficienti a garantire il premio di maggioranza.

Immagine:Sviluppo camera2006.jpg

La sorpresa arriva poi dal voto degli italiani all'estero: l'Unione conquista 4 senatori contro uno solo della CdL recuperando anche lo svantaggio al Senato. Prodi è il vincitore.

[modifica] Risultati elettorali

[modifica] Camera dei deputati

Per approfondire, vedi le voci Deputati XV Legislatura e Deputati XV Legislatura (circoscrizioni).


Liste voti voti (%) seggi
L'Ulivo 11.930.983 31,27 220
Rifondazione Comunista 2.229.464 5,84 41
Rosa nel pugno 990.694 2,60 18
Comunisti Italiani 884.127 2,32 16
Italia dei Valori 877.052 2,30 16
Federazione dei Verdi 784.803 2,06 15
Popolari UDEUR 534.088 1,40 10
Partito Pensionati 333.278 0,87 -
Südtiroler Volkspartei (1) 182.704 0,48 4
I Socialisti (2) 115.066 0,30 -
Lista Consumatori (3) 73.751 0,19 -
Lega Alleanza Lombarda (4) 44.589 0,12 -
Liga Fronte Veneto (5) 21.999 0,06 -
Totale L'Unione 19.002.598 49,81 340
Forza Italia 9.048.976 23,72 137
Alleanza Nazionale 4.707.126 12,34 71
UDC 2.580.190 6,76 39
Lega Nord-MPA 1.747.730 4,58 26
DC-Nuovo PSI (6) 285.474 0,75 4
Alternativa Sociale 255.354 0,67 -
Fiamma Tricolore 230.506 0,60 -
No euro (7) 58.746 0,15 -
Pensionati Uniti (8) 27.550 0,07 -
Ambienta-Lista (9) 17.145 0,04 -
Partito Liberale Italiano (10) 12.265 0,03 -
S.O.S. Italia (11) 6.781 0,02 -
Totale Casa delle Libertà 18.977.483 49,74 277
Progetto Nordest (12) 92.002 0,24 -
Die Freiheitlichen (13) 17.183 0,05 -
Terzo Polo (14) 16.174 0,04 -
IRS (15) 11.648 0,03 -
Sardigna Natzione (16) 11.000 0,03 -
Solidarietà (17) 5.814 0,02 -
Movimento Democratico Siciliano-Noi Siciliani (18) 5.003 0,01 -
Per il SUD (19) 5.130 0,01 -
Movimento Triveneto (20) 4.518 0,01 -
Dimensione Christiana (21) 2.489 0,01 -
Destra Nazionale (22) 1.093 0,00 -
Lega Sud (23) 848 0,00 -
Totale Altri 172.902 0,45 -
TOTALE 38.153.343 100 617
Collegio uninominale - Valle d'Aosta
Autonomie Liberté Democratie 34.167 43,44 1
Vallée d'Aoste Autonomie - Progrès Fédéralisme 24.118 30,66 -
FI-AN 13.372 17,00 -
UDC 2.281 2,90 -
Alternativa Sociale 1.587 2,02 -
Lega Nord Vallée d'Aoste 1.566 1,99 -
Partito Pensionati 1.135 1,44 -
Fiamma Tricolore 430 0,55 -
Totale Valle d'Aosta 78.657 100 1
TOTALE COMPLESSIVO ITALIA 38.230.064 618
Circoscrizione Estero
L'Unione 422.330 43,30 6
Forza Italia 202.407 20,75 3
Associazioni Italiane in Sud America 102.780 10,54 1
Per l'Italia nel Mondo con Tremaglia 73.289 7,51 1
UDC 65.794 6,75 -
Italia dei Valori 27.432 2,81 1
Lega Nord 20.227 2,07 -
USEI 14.283 1,46 -
Partito degli Italiani nel Mondo 11.274 1.16 -
L'Altra Sicilia - per il Sud 10.848 1,11 -
Popolari UDEUR 9.692 0,99 -
Alternativa Sociale 7.102 0,73 -
Alternativa Indipendente Italiani all'Estero 3.474 0,36 -
Amare l'Italia 3.349 0,34 -
Fiamma Tricolore 1.133 0,12 -
Totale Estero 975.414 100,00 12
TOTALE COMPLESSIVO ITALIA+ESTERO 39.205.478 100,00 630

[modifica] Note

  • Le liste Popolari UDEUR e DC-Nuovo PSI, pur non avendo superato la soglia di sbarramento del 2%, partecipano alla ripartizione dei seggi in qualità di "migliori perdenti" (migliori risultati al di sotto del 2%) all'interno delle loro rispettive coalizioni.
  • La lista Südtiroler Volkspartei partecipa alla ripartizione dei seggi in qualità di lista in tutela delle minoranze linguistiche, che ha superato la soglia del 20% nella circoscrizione Trentino Alto Adige, come concesso dalla legge elettorale vigente.
  • (1) Lista presente in una circoscrizione (Trentino A.A.)
  • (2) Lista presente in undici circoscrizioni (Piemonte 1, Veneto 1, Veneto 2, Lazio 1, Lazio 2, Campania 1, Campania 2, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia 1)
  • (3) Lista presente in quattro circoscrizioni (Toscana, Campania 1, Calabria, Sicilia 1)
  • (4) Lista presente in una circoscrizione (Lombardia 2)
  • (5) Lista presente in due circoscrizioni (Veneto 1, Veneto 2)
  • (6) Lista non presente nella circoscrizione Friuli Venezia Giulia
  • (7) Lista presente in quindici circoscrizioni (Piemonte 1, Piemonte 2, Lombardia 1, Lombardia 2, Veneto 1, Veneto 2, Liguria, Emilia Romagna, Umbria, Marche, Campania 1, Campania 2, Puglia, Sicilia 1, Sicilia 2)
  • (8) Lista presente in sette circoscrizioni (Veneto 1, Veneto 2, Campania 1, Campania 2, Basilicata, Sicilia 1, Sicilia 2)
  • (9) Lista presente in sei circoscrizioni (Piemonte 1, Veneto 1, Marche, Campania 1, Campania 2, Sicilia 2)
  • (10) Lista presente in quattro circoscrizioni (Campania 1, Puglia, Sicilia 1, Sicilia 2)
  • (11) Lista presente in quattro circoscrizioni (Lombardia 2, Veneto 1, Veneto 2, Puglia)
  • (12) Lista presente in tre circoscrizioni (Veneto 1, Veneto 2, Friuli Venezia Giulia)
  • (13) Lista presente solo nella circoscrizione Trentino Alto Adige/Sud Tirolo
  • (14) Lista presente in cinque circoscrizioni (Lazio 1, Campania 1, Campania 2, Basilicata, Sicilia 1)
  • (15) Lista presente solo nella circoscrizione Sardegna
  • (16) Lista presente solo nella circoscrizione Sardegna
  • (17) Lista presente in tre circoscrizioni (Veneto 1, Campania 2, Puglia)
  • (18) Lista presente solo nella circoscrizione Sicilia 1
  • (19) Lista presente solo nella circoscrizione Calabria
  • (20) Lista presente solo nella circoscrizione Veneto 1
  • (21) Lista presente solo nella circoscrizione Puglia
  • (22) Lista presente solo nella circoscrizione Abruzzi
  • (23) Lista presente solo nella circoscrizione Campania 1

[modifica] Senato della Repubblica

Liste voti voti (%) seggi
Forza Italia 8.201.688 24,01 78
Alleanza Nazionale 4.234.693 12,40 41
UDC (1) 2.309.174 6,76 21
Lega Nord-MPA (2) 1.530.366 4,48 13
Alternativa Sociale 214.617 0,63 -
Fiamma Tricolore 204.473 0,60 -
DC-Nuovo PSI (3) 190.724 0,56 -
Pensionati Uniti (4) 61.824 0,18 -
Partito Repubblicano Italiano (5) 45.133 0,13 -
Ambienta-Lista (6) 37.656 0,11 -
Nuova Sicilia (7) 33.437 0,10 -
No euro (8) 30.515 0,09 -
Patto per la Sicilia (7) 20.833 0,06 -
Partito Liberale Italiano (9) 15.762 0,05 -
Patto Cristiano Esteso (7) 9.730 0,03 -
Riformatori Liberali (10) 7.668 0,02 -
S.O.S. Italia (11) 4.963 0,01 -
Totale Casa delle Libertà 17.153.256 50,21 153
Democratici di Sinistra (1) 5.977.313 17,50 62
La Margherita (1) 3.664.622 10,73 39
Rifondazione Comunista 2.518.624 7,37 27
Verdi-Pdci-Cons. 1.423.226 4,17 11
Italia dei Valori 986.046 2,89 4
Rosa nel pugno 851.875 2,49 -
Popolari UDEUR (13) 476.938 1,40 3
Partito Pensionati 340.279 1,00 -
I Socialisti (14) 126.625 0,37 -
Lega Alleanza Lombarda (15) 90.943 0,27 -
Lista Consumatori (16) 72.139 0,21 1
L'Ulivo (Molise) (17) 59.499 0,17 1
Partito Socialista Democratico Italiano (18) 57.339 0,17 -
Movimento Repubblicani Europei (19) 51.001 0,15 -
Liga Fronte Veneto (20) 23.209 0,07 -
Democratici Cristiani Uniti (21) 5.399 0,02 -
Totale L'Unione 16.725.077 48,96 148
Progetto Nordest (22) 93.159 0,27 -
Alleanza Siciliana (23) 36.160 0,11 -
Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista (24) 26.029 0,08 -
Pensioni e Lavoro (25) 19.765 0,06 -
Partito Sardo d'Azione (26) 16.735 0,05 -
Terzo Polo (27) 13.338 0,04 -
Forza Roma (28) 13.320 0,04 -
IRS (29) 10.693 0,03 -
Per il SUD (30) 9.993 0,03 -
Sardigna Natzione (31) 8.409 0,02 -
Movimento Triveneto (32) 7.433 0,02 -
Movimento Democratico Siciliano-Noi Siciliani (33) 6.589 0,02 -
Solidarietà (34) 5.425 0,02 -
Partito Donne d'Europa (35) 4.213 0,01 -
Movimento Idea Sociale (36) 3.030 0,01 -
Lega Sud (37) 2.496 0,01 -
Dimensione Christiana (38) 2.435 0,01 -
Italia Moderata (39) 2.080 0,01 -
Unione Federalista Meridionale (40) 1.969 0,01 -
Totale Altri 283.271 0,83 -
TOTALE 34.161.604 100 301
Collegio uninominale - Valle d'Aosta
Autonomie Liberté Democratie 32.553 44,16 1
Vallée d'Aoste Autonomie - Progrès Fédéralisme 23.573 31,98 -
FI-AN 11.505 15,61 -
UDC 2.274 3,08 -
Lega Nord Vallée d'Aoste 1.573 2,13 -
Partito Pensionati 1.046 1,42 -
Alternativa Sociale 775 1,05 -
Fiamma Tricolore 416 0,56 -
Totale Valle d'Aosta 73.715 100 1
Nr. 6 Collegi uninominali - Trentino Alto Adige
L'Unione-SVP 198.153 34,54 3
Casa delle Libertà 175.137 30,53 2
Südtiroler Volkspartei 117.500 20,48 2
L'Unione 27.629 4,82 -
Die Freiheitlichen 16.746 2,92 -
Partito Pensionati 16.406 2,86 -
Fiamma Tricolore 14.818 2,58 -
Unione Popolare Autonomista 7.327 1,28 -
Totale Trentino Alto Adige 573.716 100 7
TOTALE COMPLESSIVO ITALIA 34.809.035 309
Circoscrizione Estero
L'Unione 387.145 44,00 4
Forza Italia 185.438 21,07 1
Associazioni Italiane in Sud America 84.507 9,60 1
Per l'Italia nel Mondo con Tremaglia 63.474 7,21 -
UDC 57.200 6,50 -
Italia dei Valori 26.134 2,97 -
Lega Nord 18.455 2,10 -
Popolari UDEUR 13.265 1,51 -
USEI 12.271 1,39 -
Partito degli Italiani nel Mondo 10.791 1,23 -
L'Altra Sicilia - per il Sud 9.512 1,08 -
Fiamma Tricolore 8.433 0,96 -
Alternativa Indipendente Italiani all'Estero 3.308 0,38 -
Totale Estero 879.933 100,00 6
TOTALE COMPLESSIVO ITALIA+ESTERO 35.688.968 100,00 315

[modifica] Note

  • (1) Lista non presente in Molise
  • (2) Lista non presente in Sardegna
  • (3) Lista presente in dodici regioni (Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia, Calabria, Sardegna)
  • (4) Lista presente in sei regioni (Lombardia, Veneto, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia)
  • (5) Lista presente in nove regioni (Emilia Romagna, Marche, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna)
  • (6) Lista presente in cinque regioni (Piemonte, Lombardia, Marche, Campania, Sicilia)
  • (7) Lista presente solo nella regione Sicilia
  • (8) Lista presente in quattro regioni (Piemonte, Lombardia, Marche, Puglia)
  • (9) Lista presente in tre regioni (Lombardia, Puglia, Sicilia)
  • (10) Lista presente in tre regioni (Veneto, Puglia, Sicilia)
  • (11) Lista presente in due regioni (Veneto, Puglia)
  • (12) Lista non presente in Friuli Venezia Giulia e Molise
  • (13) Lista presente in nove regioni (Piemonte, Veneto, Lazio, Abruzzi, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia)
  • (14) Lista presente solo nella regione Lombardia
  • (15) Lista presente in quattro regioni (Toscana, Campania, Calabria, Sicilia)
  • (16) Lista presente in una regione (Molise)
  • (17) Lista presente in dieci regioni (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Abruzzi, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia)
  • (18) Lista presente in otto regioni (Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Puglia, Calabria, Sicilia)
  • (19) Lista presente solo nella regione Veneto
  • (20) Lista presente in due regioni (Puglia, Basilicata)
  • (21) Lista presente in due regioni (Veneto, Friuli Venezia Giulia)
  • (22) Lista presente in una regione (Sicilia)
  • (23) Lista presente in una regione (Campania)
  • (24) Lista presente in una regione (Lombardia)
  • (25) Lista presente in una regione (Sardegna)
  • (26) Lista presente in tre regioni (Lazio, Campania, Basilicata)
  • (27) Lista presente in una regione (Lazio)
  • (28) Lista presente in una regione (Sardegna)
  • (29) Lista presente in due regioni (Lombardia, Calabria)
  • (30) Lista presente in una regione (Sardegna)
  • (31) Lista presente in una regione (Veneto)
  • (32) Lista presente in una regione (Sicilia)
  • (33) Lista presente in due regioni (Veneto, Campania)
  • (34) Lista presente in una regione (Lazio)
  • (35) Lista presente in una regione (Puglia)
  • (36) Lista presente in una regione (Campania)
  • (37) Lista presente in una regione (Puglia)
  • (38) Lista presente in una regione (Calabria)
  • (39) Lista presente in una regione (Campania)

[modifica] Il dopo voto

[modifica] La vittoria di misura dell'Unione

Sulla base dei risultati comunicati dal Viminale, l'Unione di Romano Prodi proclama la vittoria, ma la coalizione di centrodestra non ritiene di accettare immediatamente il risultato della consultazione elettorale. La contestazione nasce dal minimo scarto di voti che aggiudica al centrosinistra la maggioranza nei due rami del parlamento. Alla Camera dei Deputati infatti il centrosinistra si aggiudica il premio di maggioranza con un vantaggio di 25.224 voti, ovvero dello 0,06% che assicura alla coalizione vincente una consistente maggioranza di seggi (340 deputati, poi saliti a 348 con gli eletti all'estero). Anche al Senato, nonostante un vantaggio di circa lo 0,6% per il centrodestra, l'Unione risulta avere la maggioranza dei seggi, con uno scarto positivo consistente in due senatori grazie al voto estero: tale vantaggio risulta poi rafforzato dall'appoggio quasi certo di un senatore indipendente della circoscrizione estero (che avrebbe appoggiato la coalizione vincente) e di almeno quattro senatori a vita. Qualcuno parla addirittura di una sorta di nemesi: la legge elettorale e il voto all'estero, voluti fortemente dalla Casa delle Libertà, permettono la vittoria del centrosinistra (anche) al Senato, seppur di stretta misura. Non era mai successo, nella storia parlamentare italiana, che le elezioni politiche si giocassero su un numero di voti così esiguo. Molti hanno parlato di un quasi pareggio e di un voto che divide l'Italia in due; peraltro, anche il risultato elettorale del 2001 - sotto il profilo dei voti raccolti - non aveva fatto emergere una maggioranza assoluta di voti a favore della coalizione vincente: alla Camera la Casa delle Libertà raccolse il 45,40% dei voti nella quota maggioritaria e il 48,6% nella quota proporzionale, ed al Senato con il 42,53% dei voti ottenne 176 seggi su 315. Sta di fatto che nel 2006, come detto, alla Camera l'Unione ha avuto 19.001.684 voti, e il Polo 18.976.460; ma a questi dati bisognerebbe aggiungere i voti della Val d'Aosta (calcolati separatamente perché hanno leggi elettorali diverse): 35.302 per l'Unione e 19.237 per il Polo; inoltre, occorre aggiungere i voti delle circoscrizioni estere: 459.454 per l'Unione e 369.952 per il Polo. In tutto, quindi, l'Unione ha ottenuto 19.496.450 voti e il Polo 19.365.649: pertanto, alla Camera - dove votano tutti gli elettori maggiorenni - l'Unione ha ottenuto in definitiva 130.801 voti più del Polo.

[modifica] Accuse di brogli

Nell'immediato dopo voto, Silvio Berlusconi, forte del risultato di quasi parità, poco dopo aver prospettato all'Unione l'ipotesi di formare una grande coalizione, dichiara che riconoscerà la vittoria dell'avversario solo al termine delle verifiche circoscrizionali dei voti contestati. I maggiori leader della Casa delle Libertà sottolineano pertanto l'importanza di attendere il termine della verifica delle schede elettorali contestate e provvisoriamente non assegnate. Forza Italia organizza anche un sito web dal nome "Operazione ricontiamo" contenente una petizione da inoltrare al Presidente della Repubblica per richiedere il conteggio dei voti non validi, ossia il riconteggio delle schede nulle, più di un milione. Dopo una giornata di apparente distensione, il Presidente del Consiglio uscente passa all'attacco, accusando l'esistenza di supposti brogli elettorali, che sarebbero "tanti, tantissimi", così tanti che "il risultato deve cambiare", e chiedendo tempo per controllare verbali, schede, scrutini. La legge elettorale esclude però la possibilità di ricontare le schede definitivamente assegnate. Berlusconi dichiara che telefonerà a Prodi (che nel frattempo riceve i complimenti per la vittoria da diversi capi di stato) solamente dopo che saranno state finite di assegnare in sede circoscrizionale le circa 43 mila presunte schede contestate capaci numericamente di ribaltare il risultato elettorale alla Camera.

Nelle ultime ore prima della scadenza del termine a disposizione delle Circoscrizioni per ufficializzare il voto, Silvio Berlusconi ipotizza anche la promulgazione di un decreto legge che allunghi i tempi per ricontare tutte le schede e riesaminare i verbali. La proposta secondo fonti giornalistiche viene avanzata al Quirinale che esprime forte parere negativo, incontrando anche la perplessità dello stesso Ministro dell'Interno Beppe Pisanu. (Fonte: Articolo di Repubblica del 13/04/2006). Sia il Presidente della Repubblica che il Ministro hanno espresso soddisfazione per la correttezza della consultazione elettorale, e nessun altro esponente politico oltre Berlusconi ha denunciato brogli.

Scaduti i tempi di verifica, il Viminale ammette: «È stato un errore materiale». Il numero delle schede contestate si riduce da 43.028 a 2.131 per la Camera dei deputati, e da 39.822 a 3.135 per il Senato, chiudendo la disputa sulla legittimità del responso elettorale. Berlusconi rifiuta comunque di accettare il risultato elettorale, allo stesso tempo riproponendo l'ipotesi di una grande coalizione con la sinistra. Nel frattempo forte del risultato elettorale finale Prodi dichiara "Il premier si scusi, ha spaccato il Paese".

A distanza di un giorno, Roberto Calderoli, interpretando a suo modo la legge che ha contribuito a scrivere lui stesso, ha sostenuto in data 15 aprile che «la cifra elettorale nazionale di ciascuna lista è data dalla somma delle cifre elettorali circoscrizionali e quindi la Lega Alleanza Lombarda, che si è presentata con Unione, potendo contare solo sulla somma della cifra elettorale della circoscrizione Lombardia 2, non dovrebbe concorrere coi suoi 45.580 voti al calcolo del totale per il centrosinistra». La dichiarazione di Calderoli è stata tuttavia smentita dalla Corte di Cassazione il 19 aprile, sebbene l'ex Ministro delle Riforme Istituzionali, lette le motivazioni esposte dalla Suprema Corte, non abbia accettato l'esito ed abbia ribadito che la Casa delle Libertà risulta vincente come computo complessivo delle preferenze.

[modifica] Controlli delle schede e tentativi di realizzare la "grande coalizione"

Nelle ore successive lo scrutinio, in aperto contrasto con la proclamazione della vittoria dei leader del centrosinistra, molti esponenti della Casa delle Libertà sostengono che il risultato non è una sconfitta, ma al massimo un pareggio, in attesa di ricontrollare lo scrutinio. Dopo il silenzio iniziale, da parte di Silvio Berlusconi emerge una proposta, rifiutata in partenza dal centro sinistra, di governo istituzionale ispirato alla Grosse Koalition tedesca. Nello stesso tempo alcune dichiarazioni di Gavino Angius, esponente dei DS, darebbero adito alla possibilità di un accordo che porti ad assegnare la presidenza di una delle due camere al centrodestra. Immediatamente arriva la smentita di Romano Prodi. Nei giorni successivi, continua il balletto di dichiarazioni e controdichiarazioni. Massimo D'Alema rilascia un'intervista sul Corriere della Sera dai toni distensivi, riguardante un possibile accordo sull'elezione del Presidente della Repubblica, seguita da una lettera di Silvio Berlusconi che con più decisione rilancia l'ipotesi di grande coalizione, invitando Romano Prodi a "trovare insieme soluzioni nuove", qualunque sia l'esito finale delle verifiche sullo spoglio in corso. Molte altre voci si sono espresse contro a questa eventualità, da Rifondazione Comunista ma anche dalla Lega Nord e dall'UDC, fino a che essa è tramontata completamente alla vigilia delle prime importanti scadenze parlamentari (elezione dei Presidenti di Camera e Senato e del nuovo Presidente della Repubblica). Lo stesso giorno dell'elezione al Quirinale di Giorgio Napolitano, da parte di Berlusconi e del ministro uscente Castelli si è invece ripreso il tema delle verifiche sulla correttezza dei risultati elettorali, preannunciando che tale questione verrà posta alla Giunta dei due rami del Parlamento. Recentemente, la questione dei brogli elettorali è stata ulteriormente infiammata dall'uscita del dvd Uccidete la democrazia, di Enrico Deaglio e Beppe Cremagnani, che paventa l'ipotesi che alcune schede bianche possano essere state "trasformate" in voti per la Casa delle Libertà, tramite un semplice software. In seguito all'inchiesta, la giunta per le elezioni ha deciso di ricontare le schede bianche in 9 regioni d'Italia, ma nel frattempo Deaglio ha ricevuto una querela per diffusione di notizie false, esagerate e tendenziose atte a turbare l'ordine pubblico ed è indagato dalla procura di Roma.

[modifica] Riferimenti

  1. Marco Travaglio, nell'articolo L' ottimo arbitraggio, pubblicato sulla rubrica Bananas de L'Unità del 13 marzo 2006. Disponibile anche sul blog BananaBis.
  2. http://www.repubblica.it/2006/04/sezioni/politica/elezioni-2006-10/sfogo-pisanu/sfogo-pisanu.html

[modifica] Collegamenti esterni

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