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Valentino (filosofo)

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Valentino (Valentinius, più comunemente detto Valentinus) nato prima del 135 morto dopo la metà del II secolo. Fu al suo tempo uno dei più famosi pensatori gnostici.

Indice

[modifica] Vita

Valentino nacque a Phrebonis nel delta del Nilo (secondo altre fonti a Cartagine). Si trasferì in giovane età ad Alessandria d'Egitto, allora un importante centro cristiano, ma vi circolavano anche le idee neoplatoniche o allegoriche come quelle di Phillo d’Alessandria.

Valentino si dichiarò discepolo di Teuda, che a sua volta si proclamava diretto discepolo di Paolo di Tarso. Teuda pretendeva di aver ricevuto da Paolo le rivelazioni segrete fatte all’apostolo direttamente dal Risorto. Questi insegnamenti esoterici sembrano essere riportati nel Vangelo Segreto di Marco e altri scritti apocrifi.

Valentino dapprima insegnò ad Alessandria d'Egitto, mentre tra il 140 e il 160 d.C. circa soggiornò a Roma come diacono sotto il pontificato di papa Igino e vi rimase fino al pontificato di papa Aniceto. Secondo Tertulliano la mancata elezione a vescovo di Roma lo fece allontanare dalla chiesa e intraprendere con decisione la strada gnostica che lo portò a una prima scomunica nel 143 da parte di papa Pio I, seguita da molte altre, Tertulliano ne cita una post mortem fatta attorno a 175. Trascorre gli ultimi anni della sua vita a Cipro dove fece molti proseliti e dove morì attorno alla seconda metà del II secolo. I suoi seguaci furono chiamati valentiniani.

[modifica] Opere

Dei suoi scritti, rimangono solo pochi frammenti ricavati dagli scritti di polemisti cristiani: Clemente Alessandrino, Stomati, II 36; II 114; III 59; IV 89; IV 89-90; VI 52; Ippolito, Confutazioni VI 42; VI 37; Antimo, Sulla Santa Chiesa, che riportano brani di lettere, omelie e poesie; mentre sono attribuiti allo gnostico alcuni testi ritrovati a Nag Hammadi nel 1945: il Vangelo della Verità, il Vangelo di Filippo, la Lettera a Regino e il cosiddetto Tractatus tripartitus.

[modifica] Dottrina

Dai frammenti tramandatici da Clemente Alessandrino possiamo solo ricostruire in parte la dottrina dello gnostico. I frammenti parlano in massima parte della Redenzione operata dal Cristo e del destino privilegiato dei cosiddetti uomini spirituali, ossia tutti quelli che conservano nel loro corpo il seme divino.

La dottrina valentiniana per sommi capi prevedeva un peccato originale commesso da un'Eone, ossia sorta di divinità, chiamato Sophia e la sua conseguente cacciata dal mondo divino; proprio da Sophia nacque il mondo materiale e gli uomini, questi erano divisi in ilici (=terreni), psichici (possessori solo dell'anima) e spirituali (possessore del seme divino). Il Cristo sarebbe stato mandato per redimere sia Sophia sia gli uomini spirituale, e farli tutti ascendere al mondo divino. Ma dai pochi frammenti posseduti è impossibile stabile confini netti tra la dottrina dello gnostico Valentino e quella della sua scuola, molto più complessa e nel tempo molto più elaborata filosoficamente.

Un tema che non appare in altre testi valentiniani è contenuto nel frammento di Stomati, II 36, dove Valentino parla degli angeli, al posto del Demiurgo, come creatori:

Una specie di timore prese gli angeli di fronte a quella creatura, grazie a colui che nascostamente aveva posto in lei il seme della sostanza superiore e che parlava liberamente.

Gli angeli, creatori del corpo dell'uomo a cui viene inserito il seme divino, possono però essere intesi come angeli del Demiurgo, ovvero come espressione del suo potere e della sua opera.

[modifica] La scuola

Tra i discepoli di Valentino si ricordano i due alessandrini: Eracleone e Tolomeo, che Ippolito nomina come rappresentanti di una tal scuola italiana; mentre alla scuola orientale, da Ippolito contrapposta a quella italiana, sono stai stati annoverati: Assionico, Ardesiane e a questa scuola va ricollegato Teodoto. Nella valle del Rodano, sappiamo da Ireneo che era attivo Marco il Mago.

Di Eracleone, attraverso i polemisti cristiani, sono giunti una serie corposa di frammenti contenuta in: Origene, Commento a Giovanni, II 14; II 21; VI 3; VI 15; VI 20-1; VI 23; VI 30; VI 39; VI 40; VI 60; X II; X 19; X 33; X 34; X 37; X 38; XIII 10; XIII II; XIII 15; XIII 16; XIII 17; XIII 19; XIII 20; XIII 25; XIII 27; XIII 28; XIII 31; XIII 32; XIII 34; XIII 35; XIII 38; XIII 41; XIII 44; XIII 46; XIII 49; XIII 50; XIII 51; XIII 52; XIII 53; XIII 60; XIX 14; XIX 19; XX 8; XX 20; XX 23; XX 24; XX 28; XX 38; Clemente, Ecloghe, 25, 1; Clemente Stromati, 71-2; Fozio, Lettere, 134. Mentre di Tolomeo conosciamo la cosiddetta Lettera di Tolomeo a Flora, riporta da Epifanio nello scritto Panrion, 33, 3-7. Della scuola orientale invece conosciamo solo i nomi, forse si può identificare Ardesiano con Bardesane, scrittore siriaco del III secolo d.C., considerato in antichità come precursore di Mani. Di Teodoto invece abbiamo una serie di citazioni dai suoi testi raccolte da Clemente Alessandrino, nell'opera Estratti dalle opere di Teodoto e della scuola detta orientale all'epoca di Valentino, generalmente abbreviata in Excerpta ex Theodoto, un testo composito dove l'unico gnostico citato è appunto Teodoto, mentre gli frammenti sono attribuiti genericamente a valentiniani. Infine di Marco il Mago parla Ireneo in Contro le eresie, I 13,21.

[modifica] I Valentiniani

Gli gnostici valentiniani cercavano di risolvere l’eterno dilemma che si presenta a chi pensa a un mondo creato. Se il mondo è creato da un Dio, da dove viene il male? Se Egli non ha creato il male come lo si può considerare unico Creatore delle cose?

Le fonti, provenienti anche queste dai polemisti cristiani, per tracciare la dottrina della scuola valentiniana sono: la cosiddetta Lettera dogmatica dei Valentiniani[1] riportata da Epifanio in Panarion 31, 5-6. la Piccola notizia, contenuta in Ireneo, Contro le eresie, I 8; la Grande notizia, sempre di Ireneo, Contro le eresie, I I-8. e una sintesi dottrinale riportata da Ippolito, Confutazione, VI 29-36.

Dalla cosiddetta Grande notizia si ricava una struttura mitica della gnosi valentiniana molto complessa: il Pleroma (mondo divino) è strutturata in una serie di 30 Eoni raggruppati in coppie (sizigie) maschili e femminili, in cui la parte femminile ha funzione delimitativa e formativa. Al vertice di questi Eoni è la coppia Abisso[2] e Silenzio[3] (quest'ultimo elemento femminile), copia da nacquero per emanazione: Intelletto[4] e Verità[5] e da essi: Logos e la Vita, infine l'Uomo e la Chiesa[6], questi otto formano la cosiddetta Ogdoade[7], poi il Logos e la Vita emanarono una Decade[8] di Eoni: Profondo e Mescolanza; Sempre giovane e Unione, Autogenerato e Piacere, Immobile e Mistione, Unigenito e Beata; mentre la coppia Uomo e Chiesa emanò dodici Eoni (Dodecade[9]): Paracleto e Fede, Paterno e Speranza, Materno e Carità, Sempre pensante e Intelligenza, Ecclesiastico e Beatitudine, Desiderio e Sophia, che tutti concorrevano a formare il Pleroma.

L'origine del peccato e del decadimento del divino nel mondo materiale è attribuito dalla gnosi valentiniana proprio all'ultimo Eone femminile: Sophia, questo avviene perché le varie emanazioni comportarono una certa degradazione. Nel Trattato tripartito, non si parla del peccato di Sophia, ma il peccato viene ascritto all'eone Logos. Scrisse Ireneo: «Ma si fece avanti l'ultimo e più recente Eone della Dodecade emessa dall'Uomo e dalla Chiesa, cioè Sophia, e subì passione senza l'unione col suo compagno di sizigia Desiderato» (Contro le eresie, I, II 2). La passione di cui si parla è desiderio di Sophia di conoscere e ascendere al primo Eone, per sua natura inconoscibile[10].

Al peccato di Sophia, che vuol spingersi fino al primo Eone, si oppone però Limite[11]; questo privo di controparte femminile, venne generato dal Pre-Padre per mezzo dell'Intelletto senza intervento dell'elemento femminile poiché destinato a delimitare e a consolidare il mondo divino e non a generare per emanazione altri Eoni.

Sophia fu trattenuta e consolidata da questo: così, tornata a stento in sé e convinta che il Padre è incomprensibile, depose la sua intenzione insieme con la passione sopraggiunta a causa dello stupore e meraviglia. (Ireneo, Contro le eresie, I, II 2).

Una volta che il Limite ebbe reintegrato il mondo divino ed espulso la passione peccaminoso di Sophia dal Pleroma, l'Eone Abisso, per mezzo dell'Eone Intelletto emise un'altra coppia: Cristo e Spirito Santo[12], per potare a perfezione finale il mondo divino. Il Cristo fece conoscere agli altri Eoni la loro vera nascita, accorsa per successive emanazione principalmente ad opera dell'Intelletto e l'essenza del Pre-Padre; mentre lo Spirito Santo rivelò agli Eoni la loro sostanziale uguaglianza con quelli che compongono l'Ogdade e così «tutti gli Eoni sono stati resi uguali per forma e volere e sono diventati tutti Intelletti, tutti Logoi, tutti Uomini e tutti Cristi, e similmente gli elementi femminile tutte Verità, tutte Vite, tutte Spiriti e Chiese»[13]. A questo punto tutto il Pleroma emanò l'Eone Gesù[14], frutto perfetto generato da tutti gli Eoni; mentre come scorta dell'Eone furono emanati gli angeli, destinati a far coppia con gli uomini spirituali.

Al di fuori del mondo divino però la Sophia detta Achamoth[15], l'aborto generato dalla passione dell'Eone Sophia, vagava nei «luoghi dell'ombra e del vuoto» e solo l'intervento di Cristo/Spirito Santo, compiantola, le dette forma ma non la dotò della stessa conoscenza che aveva elargito agli altri Eoni[16]. Questa oramai formata decise di ascendere al mondo divino ma fu impedita, poiché ancora sporcata dalla passione, dal Limite. Oramai preda del dolore, del timore e del disagio, tutte passioni generate dall'ignoranza della sua vera essenza, fatta da una parte di sostanza materiale (la passione dell'Eone Sophia destinata a rimanere fuori del Pleroma), dall'altra da un «aroma d'immortalità» trasmessole da Cristo/Spirito Santo. Dal dolore e dal timore di Sophia Achamoth nacque la materia, da cui nacque il mondo materiale; però:

Le sopravvenne anche un'altra disposizione, quella della conversione verso colui che l'aveva vivificata.

E proprio per questo sincero sentimento di conversione l'Eone Cristo/Spirito Santo mandò l'Eone Gesù e i suoi angeli a far conoscere a Sophia Achamoth la sua vera essenza guarendola dalla passioni (elevandola cioè ad uno stadio di conoscenza superiore)[17]. L'Eone Gesù operò anche un'importante opera di creazione definibile potenziale, in quanto creò la sostanza da cui nacque il mondo materiale. L'Eone Gesù prese le passioni di cui era schiava Sophia Achamoth e le trasformò in sostanza, dividendola in una parte cattiva e una in parte buona anche se soggetta alle passioni, questa parte nacque dal sincero sentimento di conversione di Sophia Achamot e si qualificherà come sostanza psichica. A questo punto inizia una nuova opera di creazione: Sophia Achamoth generò semi spirituali immagine imperfetta degli angeli dell'Eone Gesù, destinati a rimanere nel mondo materiale finché non matureranno e potranno ricongiungersi, come elemento femminile, agli stessi angeli; poi Sophia Achamoth decise di dare forma alla sostanza in parte buona che l'Eone Gesù aveva ricavato dal sua sentimento di conversione, e prima di tutti dette forma al Demiurgo[18]:

Dicono che il Demiurgo è diventato padre e dio degli esseri esterni al Pleroma, essendo creatore di tutti gli esseri psichici e ilici. [...] Così fece sette cieli[19], al di sopra dei quali egli risiede. [...] i sette cieli sono intellegibili, e suppongono che siano angeli: anche il Demiurgo è un angelo, ma simile a Dio. Analogamente affermano che anche il paradiso, che è sopra il terzo cielo, è per potenza il quarto angelo e che da lui ha preso qualcosa Adamo, che è stato in esso.

E ancora:

Il Demiurgo credeva di creare da sé tutte queste cose, mentre invece le faceva per impulso di Achamoth: così egli fece il cielo non conoscendo il cielo, plasmò l'uomo ignorando l'uomo, fece apparire la terra ignorando la terra.

Infatti il Demiurgo crea solo l'aspetto materiale delle cose, mentre è spinto a sua insaputa da Sophia Achamoth, a sua volta spinta nella creazione dall'Eone Gesù creatore della sostanza. Dalla creazione del Demiurgo nacquero anche il diavolo (detto Kosmokrator[20]) e la sua corte di angeli malvagi.

Dopo la creazione del mondo materiale il Demiurgo creò l'uomo. Secondo il mito gnostico gli uomini creati si dividevano in tre generi, con differenti caratteristiche e differenti destini: ilici o terreni, nati dalla materia cattiva creata dalla passione di Sophia Achamoth e destinati per questo a scomparire; psichici, fatti a somiglianza del Demiurgo, ossia col la stessa buona materia nata dal sentimento di conversione di Sophia Achamoth, quindi possessori dell'anima ma destinati ad una redenzione incompleta, ovvero ad ascendere insieme al Demiurgo al regno di Sophia Achamoth[21], solo però quando essa sarà condotta al mondo divino e si unirà in sigizia con l'Eone perfetto Gesù; infine gli pneumatici o spirituali, uomini a cui venne nascosto, ad insaputa del Demiurgo, i semi spirituali partoriti da Sophia Achamoth ad immagine e somiglianza degli angeli del corteo dell'Eone Gesù. Questi uomini, dotati della scintilla divina (pneuma), erano perciò destinati a ricongiungersi con il mondo divino; indipendentemente dalle loro azioni[22], mentre solo gli psichici sono dotati di libero arbitrio e possono o salvarsi o dissolversi come gli ilici. Da ciò si può dedurre che il Demiurgo aveva insufflato solo in alcuni ilici, l'anima, allo stesso modo Sophia Achamoth aveva nascostamente inserito il seme spirituale solo in alcuni psichici. In questo modo ogni uomo spirituale aveva un involucro psichico e uno materiale, mentre ogni psichico solo un involucro materiale. Secondo i valentiniani spirituali erano gli gnostici, psichici i cristiani in generale, mentre i pagani erano ritenuti ilici.

La Redenzione però sarebbe avvenuto solo per merito di Gesù, inviato per portare la gnosi e la salvezza agli spirituali. Secondo i valentiniani il Demiurgo genero un Cristo di pura natura psichica non corrotto dalla materia, infatti: «È questo che è passato attraverso Maria come l'acqua passa attraverso un tubo»; allo stesso tempo Sophia Achamoth inserì in lui il seme spirituale, mentre l'Eone Gesù sarebbe disceso su di lui in forma di colomba quando ricevette il Battesimo nel Giordano[23].

L’Eone Gesù e il seme spirituale impiantato da Sophia Achamoth, avrebbe però abbandonato il corpo del Cristo al momento della crocifissione. Secondo questa dottrina, Cristo non sarebbe veramente morto sulla croce; ma il tutto sarebbe stato un gioco di apparenze da qui la denominazione di queste sette sotto il nome di docetismo, dal greco dokéin (apparire).

[modifica] Note

  1. ^  Nella Lettera dogmatica dei Valentiniani, un documento sicuramente molto antico e destinato solamente agli iniziati, sono citati i 30 Eoni che, salvo qualche piccola differenza, ritroviamo nelle notizie di Ireneo e Ippolito.
  2. ^  Il primo Principio maschile è chiamato con diversi nomi: Abisso (Βυθός), per definirne l'assoluta trascendenza rispetto agli altri Eoni e Autoprodotto (Αὐτοπάτωρ), ovvero che non è stato originato da nessun altro Eone. Troviamo anche il nome Padre, appellativo di solito riferito all'Eone Intelletto, per questo il primo Eone è chiamato Pre-Padre; per estensione infine troviamo anche il nome Pre-Principio.
  3. ^  Il nome Silenzio (Σιγὴν) definisce la sua trascendenza, mentre altri nomi del principio femminile sono Pensiero (Ἒννοιαν), che esprime la qualità dell'Eone di riflessione interna e Grazia (Χάριν), ossia l'impulso che le fa generare altri Eoni.
  4. ^  L'Intelletto (Νοῦς), è chiamato anche Padre (Πατήρ), ma anche Uomo (Ἄνθρωπον), per sottolineare i carattere di esemplare celeste dell'uomo spirituale; ma quest'ultima variante è più frequentemente riferita al quarto Eone.
  5. ^  Ἀλήθεια.
  6. ^  Chiesa (Ἐκκλησίαν) intesa nel senso della chiesa valentiniana, formata dagli uomini spirituali.
  7. ^  L'Ogadede, formata da quattro coppie di Eoni, in genere viene suddivisa in due Treadi, composte dai primi quattro Eoni (Abisso/Silenzia e Intelletto e Verità) e dagli altri quattro (Logos/Vita e Uomo/Chiesa) (4 e 8 erano considerati numeri perfetti dai Pitagorici). Nella cosiddetta Lettera dogmatica dei Valentiniani, riportata da Epifanio, l'Ogade al contrario è così composta: Abisso/Silenzo, Padre/Verità; Uomo/Chiesa; Logos/Vita.
  8. ^  I nomi che compongono questa Decade, nella Lettera dogmatica dei Valentiniani riportata da Epifanio, generati al contrario da Logos/Vita e detti Profondo/Mescolanza, Sempre giovane/Unione, Autogenerato/Mistione, Unigenito/Unità, Immobile/Piacere, sottolineano la perfezione del mondo angelico.
  9. ^  Questa serie di Eoni, nella Lettera dogmatica dei Valentiniani, riportata da Epifanio, generati al contrario da Uomo/Chiesa e così detti: Paracleto/Fede Paterno/Speranza Materno/Carità Sempre pensante/Intelligenza Desiderato/Beata Ecclesiastico/Sophia ; servono, eccettuato Sophia, più che altro a formare il numero complessivo di trenta, sottolineando con i loro nomi però l'imperfezione iniziale della Chiesa degli eletti.
  10. ^  Ippolito riferisce che il peccato di Sophia consisté nel voler generare da sola, come l'Eone Abisso.
  11. ^  Il Limite (Ὄρον), si frapponeva tra il mondo divino e quello materiale, ma in Ireneo (Contro le eresie I II, I) poneva due Limiti: uno fra il primo Eone e gli altri Eoni, e uno fra il mondo spiritale e quello materiale. In altre fonti valentiniane è denominato Horos (Ὁροθές), ovvero Limitatore; ma anche Λυτρωτής = Redentore, in quanto purifica gli Eoni; Σταυρός = Croce, intesa come croce cosmica, concetto in parte ripreso dal Timeo di Platone, che ha funzione di separare e segnare i confini del mondo divino; Χαριστήριος = che rende grazie; Ἄφετος = che rimette i peccati degli Eoni; Μεταγωγεύς = Guida, che rimuove la passione dal Pleroma; Καρπιστής = Emancipatore dalla passione.
  12. ^  Qui è elemento femminile, poiché ruah = spirito, in ebraico è di genere femminile.
  13. ^  Questa conoscenza, detta illuminazione (= perfezionamento), consiste in una seconda formazione degli Eoni, dapprima formati solo secondo la sostanza, ovvero emanati, mentre ora sono formati secondo la gnosi, ossia la conoscenza, apprendendo la loro vera natura diventando così sostanzialmente uguali all'Eone Intelletto e raggiungendo la perfezione.
  14. ^  L'Eone è detto anche Salvatore (Σωτῆρα) , Cristo (Χριστός) e Logos (Λόγον) e il Tutto (Πάντα), poiché deriva da tutti gli Eoni.
  15. ^  Il nome Achamoth (in ebraico sapienza), viene utilizzato per distinguere l'Eone Sophia, oramai nel Pleroma, dalla passione della stessa Sophia, rimasta esclusa dal mondo divino. Altro nome che si ritrova nei testi è quello di Madre (Μητέρα), nel senso di madre di tutti gli uomini spirituali. Da alcuni passi di Ireneo si può ricavare che lo sdoppiamento di Sophia in due unità, una superiore e l'altra inferiore, è probabilmente da attribuire alla scuola di Valentino, e non allo gnostico che probabilmente aveva immaginato una solo Sophia prima nel Pleroma poi espulsa fuori.
  16. ^  Questo processo di formazione materiale, in parte è speculare allo stesso compiuto prima dall'Eone Cristo/Spirito Santo nei confronti degli altri Eoni; ma se il secondo processo comportava la conoscenza, qui si tratta solo di formazione, ovvero di dare a Sophia Achamoth una forma precisa. Proprio questo processo di formazione, prima secondo la sostanza poi secondo la conoscenza, com'era già intervenuto a beneficio degli Eoni del Pleroma, accorse anche per Sophia Achamoth, e infine si ripeterà nel mondo materiale quando gli uomini spirituali verranno formati anche secondo la conoscenza, ovvero scopriranno la loro essenza e potranno assurgere al mondo divino.
  17. ^  Qui si conclude l'opera di formazione (illuminazione), se l'Eone Cristo/Spirito Santo aveva formato Sophia Achamoth secondo la sostanza, ora l'Eone Gesù la forma secondo la gnosi (conoscenza).
  18. ^  Il sentimento di conversione, da cui nacque il Demiurgo, rispetto agli altri sentimenti si qualifica come disposizione positiva, quindi il Demiurgo, ovvero il Dio del Vecchio Testamento, in un certo senso ha carattere positivo anche se imperfetto. Il Demiurgo è chiamato anche Padre, Madre-Padre, poiché genera da solo senza elemento femminile, ma anche Senza-Padre, perché a crearlo è stata Sophia Achamoth. Ne Trattato Tripartito troviamo i nomi: Padre, Dio, Demiurgo, Re, Giudice, Luogo, Dimora, Legge.
  19. ^  Questi cieli sono detti Ebdomade.
  20. ^  questo concetto, per cui il diavolo è a conoscenza di Sophia Achamot mentre il Demiurgo n'è all'oscuro; probabilmente è da spiegare in riferimento all'opera di opposizione svolta dal demonio all'opera del Demiurgo, che sembra implicare una consapevole conoscenza del mondo divino.
  21. ^  Questo regno era l'ottavo cielo, sito tra il limite del mondo divino e il settimo cielo abitato dal Demiurgo, per questo detto Ogdade.
  22. ^  Per questa salvezza per natura, molti polemisti cristiani attribuirono agli gnostici comportamenti libertini e in aperto contrasto con la legge cristiana; ma nei testi di Nag Hammadi si parla quasi sempre di atteggiamenti ascetici che non libertini, forse in questo caso i polemisti hanno calcato un po' la mano, attribuendo un atteggiamento libertino che forse apparteneva solo a una parte minoritaria degli gnostici.
  23. ^  Raffrontando questo passo con Excerpta ex Theodoto, la dottrina valentiniana fa presumere che già alla nascita l'Eone Gesù fosse presente nel Cristo, mentre la colomba indicherebbe solamente la perfetta formazione dell'Eone divino, presente fin dalla nascita ma ancora imperfetto. In questo modo ancora una volta è ripetuta la duplice formazione (= illuminazione), prima sostanziale, quando maria partorisce il Cristo, e poi gnoseologica (= secondo la conoscenza), quando il Cristo riceve il Battesimo.

[modifica] Bibliografia

  • A. Hilgenfeld, Die Ketzergeschichte des Urchristentums, Leipzig 1884, pp. 283 sgg.; 345 sgg.; 461 sgg.
  • A.E. Brooke, The Fragments of Heracleon, Cambridge 1891.
  • C. Barth, Die Interpretation des Neuen Testaments in der valentinianischer Gnosis, Leipzig 1911.
  • W. Foerster, Von Valentin zsu Haerakleon, Giessen 1928.
  • A. Orbe, En los albores de la exegésis iohannea, in «Analecta Gregoriana» LXV, Roma 1955.
  • A. Orbe, Los primeros herejes ante la persecución, in «Analecta Gregoriana» LXXXIII, Roma 1956.
  • A. Orbe, Hacia la prima teologia de la processión del Verbo, in «Analecta Gregoriana» XCIX-C, Roma 1958.
  • A. Orbe, La unción del Verbo, in «Analecta Gregoriana» CXIII, Roma 1961.
  • A. Orbe, La teologia del Espiritu santo, in «Analecta Gregoriana» CLVIII, Roma 1966.
  • H. Langerbeck, «La théologie de l'histoire dans la gnose valentinienne», in Le origini dello gnosticismo, a cura di U. Bianchi, Leiden 1967, p. 215 sgg.
  • E. Muhlenberg, Wieviel Erlosungen kennt der Gnostiker Haeracleon?, in «Zeitschrift fur die neutestamentliche Wissenschaft», LXVI 1975, p. 170.
  • D. Devoti, Antropologia e storia della salvezza in Eracleone, in «Memorie della Accademia delle Scienze di Torino», serie V 2, Torino 1978.
  • The Rediscovery of Gnosticism, a cura di B. Layton, Leiden 1980-1, vol. I.
  • M-J. Edwards, Gnostic and Valentinians in the Church Fathers, in «Journal of Theological Studies», XL 1989, p. 26 segg.
  • Testi gnostici in lingua greca e latina, a cura di Manlio Simonetti, Milano 1993, p. 199 sgg.

[modifica] Collegamenti esterni

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