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Storia dell'Iraq

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La storia dell'Iraq è molto antica e brani della sua fase più remota coincidono con passaggi della storia di importanti civiltà che ebbero sede nel suo attuale territorio.

La torre di Babele in un dipinto di Pieter Bruegel del 1563
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La torre di Babele in un dipinto di Pieter Bruegel del 1563

Indice

[modifica] Gli albori della civiltà

In età preistorica l'insediamento umano è testimoniato dal ritrovamento di resti di Uomo di Neandertal nella caverna di Shanidar, databili a circa 60.000 anni fa.

[modifica] La Mesopotamia

Per approfondire, vedi la voce Storia della Mesopotamia.

Dove oggi è l'Iraq era l'antica Mesopotamia, una pianura di origine alluvionale che (come il nome segnala, "fra due fiumi") si estende fra i fiumi Tigri ed Eufrate (in arabo, Dijla e Furāt,); fa parte della cosiddetta Mezzaluna Fertile.

[modifica] I Sumeri

Per approfondire, vedi le voci Sumeri e Storia dei Sumeri.

La Mesopotamia, inizialmente percorsa dalle tribù nomadi degli Ubaidiani, della civiltà di Al-Ubaid, ospitò lo sviluppo della civiltà sumera, classicamente ritenuta la prima civiltà umana stabile, che sorse intorno al IV millennio a.C.; secondo la leggenda sumera, il primo insediamento sarebbe stato a Eridu.

La stele della vittoria di un re accadico, conservata a Parigi, Louvre
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La stele della vittoria di un re accadico, conservata a Parigi, Louvre

I Sumeri, che chiamavano il loro popolo "sag-gi-ga (la gente dalla testa nera)[1], e che chiamavano la loro terra "Ki-en-gi" (luogo dei signori civilizzati), vi trascorsero un periodo di circa due millenni nei quali svilupparono arti e conoscenze in molti campi, oltre che una loro cospicua mitologia in cui spicca la figura di Gilgamesh, cui poi sarebbe stata dedicata la nota Epopea.

Notevole, sotto molti punti di vista, lo sviluppo di sistemi giuridici, con raccolte di leggi di già densa strutturazione, a partire dal codice di Ur-Nammu [2], cui seguirono quello di Lipit-Ištar e raccolte successive della serie ana ittišu. I codici raccoglievano disposizioni generali, ma il diritto aveva avuto un suo sviluppo anche nella forma dell'amministrazione della giustizia da parte dei sovrani [3].

Le successioni delle dinastie dei re sumeri sono convenzionalmente prese a riferimento per una suddivisione in fasi della loro storia [4]. Un'altra distinzione riparte i re del periodo antidiluviano e postdiluviano, con riferimento al Diluvio Universale narrato nella Bibbia ed oggi oggetto di alcuni studi che ne proverebbero l'effettiva verificazione; dopo questa grande alluvione, con il re Etana di Kish, che avrebbe regnato fra il 3000 a.C. ed il 2700 a.C. [5], la vita della civiltà dei sumeri sarebbe ripresa per la sua fase finale, concludendosi intorno al 2000 a.C. (o al 1730 a.C. secondo alcune fonti), passando per l'impero accadico.

L'impero di Lugalzagesi
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L'impero di Lugalzagesi

[modifica] Gli Accadi e i Gutei

Per approfondire, vedi le voci Impero accadico e Gutei.

Intorno al 2300 a.C., infatti, i Sumeri erano stati sottomessi dagli Accadici, che avevano conquistato il sistema delle città-stato riunite da Lugalzagesi in un impero.

Una stele celebrante la vittoria di Naram-Sin sui Lullubi
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Una stele celebrante la vittoria di Naram-Sin sui Lullubi

Fu Sargon di Akkad (che regnò dal 2334 a.C. al 2279 a.C.) ad eleggere Akkad capitale di un dominio vastissimo, via via accresciuto di nuove conquiste ed accompagnato dalla nascita della lingua accadica. E fu l'iniziatore di una dinastia che ebbe nel nipote Naram-Sin l'artefice della sua massima espansione.

La dinastia non durò a lungo, dopo soli due secoli di esistenza fu infatti abbattuta dai Gutei nel 2175 a.C., popoli ex-nomadi che sfruttarono conflittualità interne alla corte di Akkad per impadronirsi del vasto impero. Anch'essi però non ebbero che 21 re, dominanti la Mesopotamia settentrionale, mentre al sud Uruk, Ur e Lagash vivevano fasi di rinascita, con la notevole vicenda del periodo di Gudea (regnante in Lagash dal 2144 al 2124 a.C.).

Fu con la reviviscenza di queste dinastie decentrate che ebbe vita la fase neo-sumerica della storia mesopotamica: Ur-Nammu re di Ur (dal 2113 al 2095 a.C.) sottomise Uruk e Lagash, iniziando la terza dinastia di Ur, mentre i Gutei si estinguevano con la morte, forse criminosa, di Utuhengal, loro ultimo re.

La fine della terza dinastia di Ur, favorita da una insurrezione interna, coincise con la fine dell'epoca sumera. Le città-stato si posero in reciproca competizione, disgregando i resti dell'impero e favorendone la conquista da parte di Babilonia, una città fondata intorno al 2200 a.C. sulle sponde dell'Eufrate.

[modifica] I Babilonesi

Per approfondire, vedi le voci Babilonia e Impero babilonese.

La dominazione Babilonese si trasformò presto in un nuovo impero, che ebbe in Hammurabi (regnante dal 1792 al 1750 avanti Cristo) il suo massimo esponente. Si protrasse per ben 10 dinastie che dal secondo millennio a.C. regnarono sino al 539 a.C..

In quest'epoca l'antico territorio oggi iracheno passò attraverso il succedersi di eventi, veri o leggendari, di grande notorietà; non ultimo il mito della Torre di Babele [6] in cui si sarebbe verificata [7] la proverbiale confusione delle lingue. La crescita e lo sviluppo della città, che San Giovanni avrebbe in seguito definito "la grande meretrice" (Apocalisse), furono buon sedimento per l'evoluzione di arti, religioni, lavori pubblici ed interventi organizzativi. Il Codice di Hammurabi - da taluni identificato come lo strumento di definitiva affermazione della legge del taglione - rimane come uno dei primi notevoli esempi della sistematica del diritto e, secondo più d'uno studioso, anche come modello letterario ed ovviamente giuridico. La società si divideva, con precipuo riferimento alla proprietà fondiaria [8], in tre classi di schiavi, semi-schiavi ed uomini liberi (cui si affiancava una sottoclasse borghese che raccoglieva i "professionisti").

Dopo la presa del potere da parte della dinastia dei Caldei (624 a.C.) da parte di Nabopolassar, il suo successore Nabucodonosor II, re dal 624 a.C. al 562 a.C., fu l'artefice della ristrutturazione di Babilonia che superato il milione di abitanti era divenuta la prima metropoli della storia e che fu ornata dei giardini pensili [9], una delle sette meraviglie del mondo.

Babilonia fu attaccata e conquistata dai Cassiti, che vi regnarono dal 1595 (profittando del sacco di Babilonia compiuto dall'ittita Mursili) al 1155 a.C.. Nel nord della Mesopotamia si sviluppò l'ancora in parte misterioso regno dei Mitanni (Hanigalbat), che raggrupparono alcune città-stato del precedente impero sotto il comando delle tribù guerriere degli Hurriti; questo regno fu poi abbattuto ed il suo territorio annesso al proprio dagli Assiri.

[modifica] Le dominazioni

[modifica] La Persia

Per approfondire, vedi la voce Persiani.

Ciro il Grande, della dinastia Achemenide, sottomise Babilonia con uno stratagemma, annettendola al suo impero di rapida espansione, di cui fu una delle 5 capitali e una satrapia.

[modifica] Alessandro Magno

Per approfondire, vedi la voce Alessandro Magno.
Mappa dell'impero di Alessandro Magno
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Mappa dell'impero di Alessandro Magno

[modifica] I Seleucidi

Per approfondire, vedi la voce Dinastia seleucide.
L'impero seleucide
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L'impero seleucide

[modifica] I Parti

Per approfondire, vedi la voce Parti.
L'impero dei Parti alla sua massima espansione, ca 60 a.C.
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L'impero dei Parti alla sua massima espansione, ca 60 a.C.

[modifica] I Sasanidi

Per approfondire, vedi la voce Sasanidi.
L'impero dei Sasanidi
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L'impero dei Sasanidi

[modifica] I Romani

I Romani sottomisero la Mesopotamia con Diocleziano nel 298, e questa divenne parte dell'impero. Con i romani si ebbe la cristianizzazione dell'area, in cui furono insediate alcune diocesi.

Caduto in battaglia contro i Sassanidi l'imperatore Giuliano, nel 363 il suo successore Gioviano sottoscrisse un trattato di pace con la Persia di Sapore II nel quale Roma rinunziò all'area della Mesopotamia. I Sasanidi introdussero lo Zoroastrismo.

[modifica] Gli Arabi

Nel 634 l'area dell'attuale Iraq fu, come altre, conquistata da Khālid b. al-Walīd e Saˁd b. Abī Waqqāṣ (della Mecca), e da al-Muthanna b. Ḥāritha (beduino) [10]. Divenne in seguito una wilāya [11], un distretto amministrativo del califfato, ed assunse il nome attuale "‘Irā'q" [12]

La massima espansione dei possedimenti dei califfi Omayyadi, fra la metà del VII secolo e la metà dell'VIII secolo d.C.
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La massima espansione dei possedimenti dei califfi Omayyadi, fra la metà del VII secolo e la metà dell'VIII secolo d.C.

Con l'arrivo degli Arabi, il territorio fu islamizzato. Ai primi conquistatori successero i califfi Omayyadi, e dopo questi vi furono gli Abbasidi (750), terza dinastia araba a reggere il mondo islamico, la cui precedente sede era a Damasco.

Il califfo abbaside Al-Mansur ordinò la fondazione di una nuova città, che si sarebbe dovuta chiamare Madinat Al-Salãm, "città della pace", che fosse situata alla stessa latitudine di Damasco (33,33º), facendone individuare il sito da un astronomo persiano e da uno della Giudea; ultimata la realizzazione in due anni, nel 762 Baghdād, divenne la capitale ed ebbe uno sviluppo fiorentissimo [13].

Il califfato Abbaside intorno all'VIII secolo
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Il califfato Abbaside intorno all'VIII secolo

I califfati abbasidi furono di notevole importanza per lo sviluppo delle scienze (in questa fase si sviluppò l'algebra) e delle arti. La munificenza e lo splendore della capitale la resero oggetto di un importante sezione dei racconti de Le mille e una notte, in cui si celebra Hārūn al-Rashīd (786-809), il califfo cui si dovette la realizzazione della Bayt al-hikma ("la casa della scienza"), la grande biblioteca di Baghdad, e della prima università pubblica islamica.

Con il IX secolo la compattezza del dominio Abbaside venne ad affievolirsi e la perdita di notevoli territori prima dominato, oltre alle lotte interne fra i Selgiuchidi (sunniti turchi) ed oltre alle invasioni dei Curdi, ruppero l'unità della regione, terminando un periodo nel quale l'Iraq era stato al centro dell'Islam. Gli Abbasidi restarono a governare il solo Iraq sino al 1055, quando il selgiuchide Toghrul Beg ottenne di essere nominato sultano dal califfo di Baghdad al-Qā'im, che ne fu preso sotto una sorta di protettorato.

Solo sotto il califfato di al-Nāsir (1180-1225) si ebbe un periodo di nuovo vigore abbaside, ma nel 1258 Hülegü Khan conquistò ai Mongoli tutta la regione.

[modifica] I Mongoli

La conquista di Baghdad (anche chiamata "marcia su Baghdad") fu un'impresa militare di notevole imponenza, probabilmente la più impegnativa della storia dell'esercito mongolo, che Hülegü intraprese col pretesto di non aver ricevuto truppe da al-Musta‘sim, califfo della capitale, per le sue conquiste ai danni del Luristan.

L'impresa fu preannunciata da un inquietante espressiva minaccia che Hülegü inviò al califfo:

Quando condurrò irato il mio esercito contro Baghdad, ovunque tu ti nasconda, in cielo o in terra, ti precipiterò dalle roteanti sfere;
ti lancerò in aria come fa un leone;
non lascerò in vita nessuno del tuo regno;
brucerò la tua città, il tuo territorio, te stesso.
Se vuoi salvare te e la tua venerabile famiglia, dà retta al mio avviso con l'orecchio dell'intelligenza. Se non lo farai, tu vedrai ciò che Dio avrà voluto
.

I Mongoli con il solo terrore della loro ferocia avevano conquistato gli Assassini senza combattere, essendosi questi precipitosamente consegnati loro ad Alamut per essere risparmiati dalla loro furia; il califfo, forte di 500.000 uomini, decise però di resistere e Baghdad fu assediata.

Una raffigurazione dell'assedio mongolo di Baghdad
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Una raffigurazione dell'assedio mongolo di Baghdad

Dopo 12 giorni Baghdad fu presa e subito dopo ne fu fatto sacco. In questa occasione andò perduta la Grande Biblioteca di Baghdad, insieme a moschee ed altre opere architettoniche che segnavano remote e recenti grandezze del territorio [14].

Poco dopo, la guerra civile avrebbe smembrato l'impero mongolo e l'Iraq sarebbe presto entrato nell'orbita dell'Impero Safawide di Persia. Sotto i safawidi restò, passando per la parentesi di Tamerlano (seconda metà del XIV secolo), dal 1410 al 1534 quando Solimano il Magnifico compì la presa di Baghdad, con cui questa divenne una città periferica della provincia ottomana.

[modifica] Gli Ottomani

Per approfondire, vedi la voce Impero Ottomano.
L'avanzata dell'impero ottomano
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L'avanzata dell'impero ottomano

Sotto gli Ottomani l'Iraq fu un distretto amministrativo retto da un pascià, nominato dal governo centrale di Istanbul.

Decadde l'antico splendore del territorio, oscurato da una decadenza cui le continue guerre fra Turchi e Persiani contribuivano negativamente, anche con temporanee riconquiste come quella persiana durata dal 1623 al 1638. La conflittualità si estese ai rapporti fra sciiti e sunniti. Si dovette attendere l'Ottocento perché qualche segnale di attenzione giungesse da Istanbul.

Nel XIX secolo infatti l'autonomia lasciata ai pascià (sempre più legati ai Mamelucchi) aveva consentito il formarsi di poteri significativi dei leader di comunità tribali, che nelle rispettive conflittuali frammentazioni a loro volta consentivano l'affermarsi degli emiri curdi nell'Iraq settentrionale.

L'alluvione di Baghdad del 1831 pose fine al principato mamelucco di Daud (1816-1831) e ad una stagione di riforme, investimenti e iniziative di riordino che questo pascià aveva intrapreso: il disastro richiamò Mahmut II, sultano ottomano, che vi impose governi di più diretto controllo, sebbene caratterizzati da esterma instabilità [15].

[modifica] L'epoca coloniale

Nel 1869 fu nominato pascià Midhat, che si applicò in un disegno di modernizzazione in senso occidentale dell'area irachena. Il suo impegnativo programma di riforme (tanzimat) tendeva alla riorganizzazione dell'esercito, alla secolarizzazione della scuola, all'aggiornamento degli ordinamenti giuridici ed al risanamento delle strutture amministrative. Inoltre, promosse l'insediamento stabile delle tribù nomadi, attraverso una cessione di favore di alcuni territori ai rispettivi sceicchi.

Contrastate dal gran visir Mahmoud Nedim [16], le grandi iniziative si tradussero nel sorgere presso la popolazione di un forte sentimento nazionalista arabo, in qualche misura alimentato dalle influenze coloniali di alcune potenze europee fra le quali la Germania (che aveva interessi economici nella realizzazione di industrie e ferrovie nel paese), la Francia e la Gran Bretagna.

Fu soprattutto fra tedeschi ed inglesi che si condusse lo scontro per l'economia dell'Iraq, e passò attraverso la gara all'acquisizione delle commesse ferroviarie e delle concessioni petrolifere. Per gli inglesi l'area assumeva anche un grande rilievo strategico, trovandosi sul corso della via delle Indie, ciò che rendeva il Golfo Persico di vitale importanza.

Allo scoppio della prima guerra mondiale l'impero ottomano si schierò con la Germania; gli inglesi occuparono Bassora (22 novembre 1914). Il 16 novembre 1916, l'inglese Sir Mark Sykes ed il francese François Georges-Picot siglarono in segreto gli accordi Sykes-Picot con i quali le due potenze si spartivano gli interessi sulla regione; Parigi avrebbe avuto mano libera sulla Siria e sulla wilaya di Mossul, Londra invece sul resto dell'Iraq. Pochi mesi dopo, l'11 marzo 1917, truppe inglesi conquistarono Baghdad.

Nel frattempo si ebbe la Grande rivolta araba (1916), guidata dal saudita Hussein Ibn Ali, sceicco della Mecca, e fomentata dagli inglesi. Con la promessa dell'indipendenza in caso di successo, gruppi arabi indirizzati dal generale inglese Edmund Allenby e coordinati da Lawrence d'Arabia mossero insieme alle truppe inglesi contro i Turchi, la cui fanteria fu facilmente sbaragliata e scacciata dai territori beduini.

Gli Ottomani siglarono con gli inglesi un armistizio nel 1918, dopo il quale i britannici mossero a nord verso Mossul, che presero ai francesi, ottenendo in pratica il dominio su tutto l'Iraq. In una dichiarazione congiunta Francia e Gran Bretagna auspicarono l'indipendenza delle nazioni già schiave dell'impero ottomano.

Dopo la fine della guerra, nel 1919, i destini dell'area sarebbero stati definiti negli accordi di Londra fra David Lloyd George e Georges Clemenceau. Emerse il veto degli Stati Uniti e fu di rilievo l'ostilità popolare a frenare la manovra inglese per rendere direttamente l'Iraq sia colonia, perciò alla Conferenza di pace di Parigi si decise di considerare l'Iraq oggetto di un mandato di "classe A" [17].

Ulteriori precisazioni del mandato si definirono nella Conferenza Internazionale degli Stretti, che si tenne in Italia, a Sanremo, dal 19 al 26 aprile 1920 e nel Trattato di Sèvres del 10 agosto dello stesso anno, che raccoglieva anche gli esiti della Rivolta Araba.

[modifica] Origini della questione curda

Il Kurdistan, regione etnica il cui territorio risultava diviso fra diversi stati, avrebbe dovuto ottenere l'indipendenza [18]; rappresentanti delle popolazioni curde avevano richiesto alle potenze vincitrici appoggio per le loro istanze indipendentistiche subito dopo la cessazione del conflitto mondiale, e già il 1 dicembre 1918 il colonnello inglese Arnold Wilson aveva incontrato a Sulaimaniya esponenti curdi promettendo loro sostegno. I rapporti con i curdi restavano però tesi e lo sceicco Mahmud Barzanji, a capo di alcuni gruppi curdi, organizzò azioni militari contro gli inglesi, i quali fecero intervenire la Royal Air Force per sedare le rivolte con i bombardamenti.

Mandato in esilio in India Mahmud Barzanji, più di 60 leader curdi presentarono la richiesta di uno stato curdo indipendente sotto mandato britannico. Nel 1922 Barzanji fu rimpatriato, gli fu assegato un potere di rappresentanza dei Curdi, ma ben presto proclamò il regno del Kurdistan e se ne pose a monarca. Gli inglesi accettarono, nella convinzione di potere, attraverso il nuovo Kurdistan, installare uno stato cuscinetto fra la Turchia e l'Iraq, che si avviavano a dominare. Tuttavia, l'affermazione di uno stato curdo non incontrava i loro interessi, nel timore di spinte emulative in altre regioni irachene in fermento, come Baghdad e Bassora.

Nel frattempo, era in corso la guerra greco-turca (1919-1922), conclusasi malamente per la Grecia e chiusa con il Trattato di Losanna (24 luglio 1923) che riconosceva alcune istanze turche; in particolare, consolidò il possesso turco su una parte del Kurdistan, impedendone quindi l'unificazione.

[modifica] Il mandato britannico ed il regno iracheno

L'allora Emiro Faysal a un ricevimento da lui organizzato a Versailles durante la Conferenza di Pace di Parigi del 1919.
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L'allora Emiro Faysal a un ricevimento da lui organizzato a Versailles durante la Conferenza di Pace di Parigi del 1919. [19]

Nell'agosto del 1921 nell'Iraq ormai in mani inglesi fu istituita la monarchia, e ne fu posto a capo lo hāshemita Faysal ibn al-Husayn. La decisione era effetto della conferenza del Cairo, cui aveva partecipato anche Churchill, ministro delle colonie inglesi, e nella quale si optò per un colonialismo indiretto, coperto da un apparato arabo.

Il nuovo sovrano, in gioventù esponente di al-Fatah, e nel 1919 capo della delegazione araba alla Conferenza di pace, era già stato per un brevissimo tempo re della Siria [20], sino a che l'applicazione dei trattati di pace non rese la Siria alla Francia che, dovendola comunque prendere militarmente, inviò Faysal in esilio dopo la Battaglia di Maysalun. Fu scelto principalmente in quanto figlio di Al-Husayn ibn Ali, Sceriffo di Mecca ed al tempo re del Hijāz, autore principale della Rivolta Araba del 1916 [21]. Formalmente la nomina avvenne a seguito di un plebiscito gestito ed organizzato dal Colonial Office britannico.

Il regno di Faysal, subito necessitoso di consolidare il consenso, si avviò con grandi aperture verso le gerarchie militari (che sino ad allora avevano servito nell'esercito ottomano) e verso i sunniti (che esercitavano una leadership su importanti centri come Bassora, Baghdad e Mossul). Ai sunniti delle regioni centro-settentrionali, agli sciiti ed ai curdi andò incontro consentendo, su licenza inglese, un certo grado di autonomia politica, amministrativa e fiscale. I rapporti di forza videro consolidarsi una influenza sunnita (e in parte curda) su governo ed esercito, ed una prevalenza sciita (ed in minor parte sunnita) sul parlamento.

I ceti bassi si trovarono senza significativa rappresentanza, e fra questi prese a distinguersi la classe degli efendiyya che si componeva anche di un proletariato urbano in via di occidentalizzazione. Ma tanto gli efendiyya che le altre componenti sociali, si trovavano unite nell'entusiasmo verso la diffusione del Panarabismo.

Il regno patì spinte secessionistiche nelle regioni sciite dell'Eufrate, oltre che al nord fra le tribù curde. Queste ultime spingevano per ricondurre Mossul verso la Turchia, le cui forze armate appoggiarono i curdi in alcuni scontri antibritannici. Faysal spinse perché il mandato britannico fosse convertito in un trattato di amicizia o di alleanza fra i due paesi.

Il trattato prevedeva che il re garantisse gli interessi inglesi nella regione e che ad alcuni pubblici uffici fossero assegnati funzionari britannici. In cambio Londra avrebbe garantito assistenza militare ed altre provvidenze, tra le quali l'ausilio tecnico nella formazione di un esercito iracheno (che fu concepito e sarebbe poi stato sfruttato come un cruciale strumento di controllo del paese).

Nel 1924 fu riunita una assemblea costituente i cui lavori produssero una costituzione per la quale il re poteva sciogliere il parlamento, convocare i comizi per le elezioni e nominare il primo ministro. Nel 1925, mentre Mossul veniva riguadagnata all'Iraq, si tennero le prime elezioni; nello stesso anno furono elargite le prime concessioni per la ricerca e l'estrazione del petrolio ad una compagnia straniera [22], e riguardavano zone prossime a Baghdad e a Mossul. Le ricerche sarebbero iniziate nel 1927. Faysal inoltrò al governo britannico ripetute pressioni perché il Regno Unito appoggiasse la richiesta irachena di ammissione alla Società delle Nazioni.

Il petrolio fu trovato poco dopo a Baba Gurgur, nei pressi di Kirkouk. Le richieste di Faysal per l'ammissione alla S.d.N. non furono considerate dai britannici se non nel 1930, che per combinazione era anche l'anno di scadenza del mandato. Un trattato anglo-iracheno fu siglato il 30 giugno ed in questo era compresa la sostituzione dell'Alto Commissario con un ambasciatore. Formalmente l'Iraq raggiungeva quindi il rango di stato libero ed indipendente. L'ammissione alla S.d.N. sarebbe stata concessa nell'ottobre del 1932.

[modifica] L'Iraq indipendente, o quasi

Quantunque sotto una forte influenza britannica di fatto, il regno di Faysal mosse i primi timidi passi come stato sovrano, ma il re morì l'8 settembre 1933 e gli successe il figlio Ghāzī I [23].

Re Ghāzī I, in divisa da generale dell'esercito iracheno
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Re Ghāzī I, in divisa da generale dell'esercito iracheno

Ghāzī, che era stato per lungo tempo la persona più vicina al nonno al-Ḥusayn ibn ˁAlī, il grande Sharīf di Mecca, era discretamente favorevole al panarabismo e ostile verso gli albionici. Appena iniziò a regnare, le spinte panarabiste si fecero più intense e nelle forze armate cominciò a prendere forma e consistenza un gruppo di potere denominato Quadrato d'oro (al-Tarbīˁa al-dhahabiyya)[24]. Londra disponeva ancora di un'ingente presenza militare nel paese, ufficialmente per garantire la sicurezza della "via delle Indie", in realtà per mantenere un controllo efficace sugli interessi petroliferi; ottenuta l'indipendenza, le forze armate irachene vennero a trovarsi in naturale disagio per la compresenza dei "colleghi" europei e la reazione ostile fu pressoché fisiologica.

Nel 1936 il generale curdo Bakr al-Ṣidqī, comandante in capo dell'esercito, mise in atto un tentativo di imprimere una svolta politica in senso nazionalistico all'Iraq, ponendosi in contrasto con il primo ministro Yassin al-Hachimi; il golpe prevedeva la sostituzione di al-Hachimi con Hikmat Suleyman [25] ed il potere di al-Ṣidqī durò sino al 12 agosto 1937, quando fu assassinato. Senza più il suo protettore, Suleyman si dimise, venendo sostituito dal monarchico Jamil al-Midfai, al suo terzo incarico.

Poco prima dell'omicidio di al-Ṣidqī, l'8 luglio, l’Iran, la Turchia, l’Iraq e l’Afghanistan avevano firmato il trattato di Saadabad che tra l'altro prevedeva un coordinamento della lotta alla "sovversione" dei curdi.

Re Ghāzī, che nel frattempo aveva aperto radio Kasr el Zouhour (palazzo dei fiori) a fini di propaganda, avanzò delle rivendicazioni sul già promettente Kuwait che, secondo alcune ricostruzioni fondate su usi amministrativi ottomani, sarebbe stato a suo dire da annettere all'Iraq. Il giovane re morì in un incidente stradale, il 4 aprile 1939. L'incidente in cui trovò la morte diede adito a diverse congetture tendenti a considerarlo un omicidio politico, molte delle quali convergenti sulla ipotesi che il Kuwait potesse esserne il movente ed il potente filo-britannico Nūrī Āl Saˁīd (già ispiratore del governo deposto da al-Ṣidqī) l'eventuale mandante. Del re si era anche detto, da fonti inglesi, che fosse filo-nazista; di certo l'Iraq aveva dovuto, nello stesso anno, rompere le relazioni con la Germania di Hitler, in forza del trattato anglo-iracheno.

La successione di Ghāzī trovò un principe ereditario, Faysal II, di appena quattro anni, e si dovette ricorrere alla reggenza, affidata allo zio ‘Abd al-Ilāh.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Note

  1. Il nome di Šumer, di incerto significato, fu loro attribuito dagli Accadi
  2. Ur-Nammu fu re dei Sumeri nel XXI secolo a.C.; l'originale di questo codice non è mai stato reperito, sopravvisse però in copie di età successive. Così in Claudio Saporetti, Antiche leggi, Rusconi 1998, ov'è definito il più antico codice del vicino Oriente.
  3. Molti ritrovamenti di disposizioni regali, a partire da quelli di Entemena che fu re di Lagaš intorno al 2400 a.C., lasciano suppore che tale attività sia stata diffusa ed articolata. Si vedano in proposito C. Saporetti (cit.) e M. Lambert, Une inscription nouvelle d'Entéména, in Rivista di Studi Orientali 47 (1972).
  4. Si noti però che non si intende per "dinastia" una successione di re appartenenti alla medesima famiglia, bensì una successione di re che ebbero imperio su una data città.
  5. In realtà il periodo di regno di Etana è variamente fissato in una durata leggendaria che andrebbe dai 635 ai 1500 anni
  6. Babele era un altro nome della capitale.
  7. Oltre alla citazione biblica, va detto che racconti di un simile evento si reperiscono in altre culture del periodo.
  8. La cui forma tipica era in latifondo.
  9. La leggenda attribuisce però la loro ideazione alla regina Semiramide.
  10. La decisiva battaglia di Qadisiyah, città sull'Eufrate, in realtà si protrasse dal 633 al 636.
  11. Wilāya è tuttora il nome dei distretti di alcuni paesi arabi, ad esempio il Sudan.
  12. Dal persiano Erak, "basso Iran".
  13. Durante il califfato di al-Mu‘tasim, però, nella metà dell'VIII secolo, la capitale fu spostata a Sāmarrā’ dall'835 all'892.
  14. Parte dei resoconti della presa di Baghdad vengono da Marco Polo.
  15. Più di dieci governatori si alternarono fra il 1831 ed il 1869
  16. Il contrasto fu risolto d'imperio da Istambul, che destituì Mahmoud Nedim e pose Midhat a gran visir; in tale carica però Midhat sarebbe restato solo tre mesi prima di essere destinato a governatore di Salonicco
  17. I mandati di classe A riguardavano regioni che erano sotto il dominio dell'impero ottomano e che avessero raggiunto uno sviluppo per il quale la loro esistenza come nazioni indipendenti avrebbe potuto essere riconosciuta previo assenso delle amministrazioni locali e con l'ausilio di uno stato mandatario che le assistesse sino a quando non sarebbero state capaci di autogestirsi. La statuizione comprendeva un richiamo al gradimento delle comunità interessate ("The wishes of these communities must be a principal consideration in the selection of the Mandatory"), ma l'Iraq fu assenato alla Gran Bretagna malgrado uno scarso gradimento locale.
  18. Sezione III, Articoli 62–64 del Trattato di Sèvres.
  19. Al centro, da sinistra a destra: Rustem Haydar, Nuri Al Said, l'Emiro, il Capitano Pisani (dietro Faysal) T.E. Lawrence (Lawrence d'Arabia), un ignoto servitore di Faysal e il Capitano Tahsin Qadri.
  20. Dal 7 marzo al 24 luglio 1920.
  21. Poco dopo un altro figlio di Al-Husayn ibn Ali, Abd Allah, sarebbe stato insediato sul trono della Transgiordania.
  22. La Iraq Petroleum Company, con sede a Londra. Il libro dei soci della compagnia, che aveva sostituito la Turkish Petroleum Company nell'esclusiva della concessione, era così composto:
    • 23,75% Royal Dutch Shell
    • 23,75% British Petroleum Co. (BP)
    • 23,75% NEDEC (Near East Development Corporation, a sua volta 50% Mobil e 50% Esso)
    • 23,75% Compagnie française des pétroles (CFP), progenitrice di Total
    • 5% Calouste Sarkis Gulbenkian (detto per questo "il Signor Cinquepercento")
  23. La successione si corredava della nomina ad ammiraglio della Flotta della Marina Reale Irachena, Feldmaresciallo dell'Esercito Reale Iracheno e maresciallo dell'Aeronautica Militare Irachena.
  24. I cui leader erano il gen. Ṣalāḥ al-Dīn al-Ṣabbāgh (comandante della III Divisione), il gen. Kāmil Shabībī (Comandante della I Divisione), il gen. Fahmī Saˁīd (comandante delle Forze meccanizzate) e il gen. Maḥmūd Salmān (comandante dell'Aeronautica),
  25. Questo fu anche, probabilmente, il primo colpo di stato in senso moderno nel mondo arabo.
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