Il segno del comando
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il segno del comando | |
---|---|
Miniserie TV | |
Paese: | Italia |
Anno: | 1971 |
Genere: | sceneggiato televisivo di genere fantastico/giallo |
Episodi/puntate: | 5 episodi |
Durata: | 300' |
Colore: | bianco e nero |
Audio: | stereo |
Creatore: | Flaminio Bollini, Dante Guardamagna |
Regia: | Daniele D'Anza |
Sceneggiatura: | Giuseppe D’Agata, Flaminio Bollini, Dante Guardamagna, Lucio Mandarà |
Produzione: | RAI Radiotelevisione Italiana |
Attori: | |
|
|
Prima TV Italia (free TV) | |
periodo: | dal 16 maggio 1971 al 13 giugno 1971 |
rete: | Programma Nazionale (l’odierna Rai Uno) |
Si invita a seguire lo schema del Progetto fiction TV |
Il segno del comando è uno sceneggiato televisivo in cinque puntate, prodotto dalla Rai nel 1971, per la regia di Daniele D'Anza.
Indice |
[modifica] Trama
[modifica] Prima puntata
Lancelot Edward Forster (Ugo Pagliai) è un professore di letteratura inglese di Cambridge alle prese con la traduzione di un diario di Lord Byron, scritto durante il soggiorno romano del 1817. Durante la traduzione, il professore viene invitato, proprio a Roma, da un misterioso pittore (un certo Marco Tagliaferri) che lo sfida a cercare una piazza, citata da Byron nel diario e assente dalla toponomastica cittadina, che Forster ritiene essere un luogo inventato dal poeta. Tagliaferri, tuttavia, dimostra che la piazza esiste, allegando una fotografia della stessa alla lettera.Contemporaneamente, Forster viene chiamato a tenere una conferenza, in occasione della settimana byroniana, presso la sala del British Council di Roma. Incuriosito da queste coincidenze, Forster si precipita nella capitale. Trova ad attenderlo la modella di Tagliaferri, Lucia, la quale afferma che potrà farlo incontrare col pittore quella sera in una locanda di Trastevere. Recatosi all’Hotel Galba per prendere una stanza, qui vi rincontra la sua vecchia fiamma Olivia, anche lei ospite dell'albergo col marito Lester Sullivan, antiquario. Quella sera, alla taverna il pittore non si presenta ed Edward perde i sensi; al risveglio si ritrova nella sua macchina con accanto il medaglione di Lucia.
[modifica] Seconda puntata
Il Colonnello Tagliaferri, l'ultimo discendente della famiglia, racconta al professor Forster del suo antenato pittore, morto molto giovane. Pare che il fantasma della sua modella Lucia si aggiri ancora per le stanze dello studio abbandonato. Tornato in albergo, Edward riceve una telefonata che lo invita a visitare il cimitero degli inglesi a Roma, qui scopre la tomba del pittore e nota che la data di nascita è uguale alla sua, ma risalente a cento anni prima: il 28 marzo 1835. Tagliaferri è morto lo stesso giorno di marzo del 1871. Turbato dalla scoperta, Forster si confida con Olivia, la quale le consiglia di fare esaminare il medaglione di Lucia da un esperto d'arte, Prospero Barengo. Il mistero si infittisce sempre di più quando l'antiquario attribuisce il medaglione ad un orafo del 700, Ilario Brandani, noto per le sue attività negromantiche, nato il 28 marzo 1735 e morto lo stesso giorno del 1771. Nel frattempo Barbara ha scoperto che la piazza della foto è rappresentata in un quadro di proprietà del principe Anchisi. Forster si reca alla villa del principe e qui vi vede il fantasma di Lucia.
[modifica] Terza puntata
Forster fa ritorno a Villa Anchisi ed il Principe lo accoglie con entusiasmo mostrandogli anche la sua ricca collezione di opere di Byron e gli confessa di essere un grande appassionato di occultismo. La sera, una telefonata anonima informa il professore su come trovare il quadro di Tagliaferri che ritrae la misteriosa piazza romana, ma giunto sul posto, Forster viene coinvolto in una sconvolgente seduta spiritica. Al termine della quale fa ritorno in Hotel dove scopre che il colonnello Tagliaferro è morto.
[modifica] Quarta puntata
[modifica] Quinta puntata
[modifica] Storia della produzione
Nel 1968, tra i vicoli di Trastevere, gli sceneggiatori Dante Guardamagna e Flaminio Bollini evocano, quasi per gioco, antichi manoscritti, pittori e poeti ottocenteschi, zingare sibilline e presenze fantasmatiche. Non immaginano che stanno dando vita ad una storia che rimarrà negli annali della televisione italiana.
Il soggetto, alla cui collaborazione partecipano altri due sceneggiatori, Lucio Mandarà e Giuseppe D’Agata, viene venduto alla Rai, che però lo accantona momentaneamente. Solo qualche anno dopo viene “riesumato” ed i vertici Rai danno il via alla realizzazione. I 4 cominciano a scrivere la sceneggiatura, ma Guardamagna e Mandarà lasciano subito, mentre Bollini (che si propone anche per la regia) e D’Agata continuano. Arrivati a metà e fermi ad un punto morto, Bollini abbandona, lasciando D’Agata da solo. Riuscirà comunque a finire lo script. Seguono diversi mesi di preparazione in studio, per poi passare alle riprese vere e proprie tra Roma e Napoli (molte le ricostruzioni negli studi partenopei ad opera dello scenografo Nicola Rubertelli).
Il tema trattato è inusuale per i tempi: si parla di occultismo, di esoterismo, perfino di reincarnazione e l’alone di magia e mistero che si crea è tale da suggestionare tutta la troupe. La censura avrebbe persino costretto ad eliminare dal copione alcune parole giudicate troppo forti. La realizzazione del finale è alquanto travagliata. Ne sarebbero stati preparati addirittura cinque, ma comunque Daniele D’Anza è costretto a cambiarlo su pressione di alcuni attori (tra cui Silvia Monelli), che lo reputano troppo poco “magico” rispetto al resto della storia.
Viene trasmesso il 16 maggio 1971, sul Programma Nazionale (l’odierna Rai Uno) dalle 21.15 alle 22.15 circa, in cinque puntate domenicali (la quinta e ultima verrà trasmessa il 13 giugno 1971). Il Segno del Comando paralizza il paese, avvince, intriga ed impaurisce il pubblico televisivo, che conta un ascolto medio di 14.800.000 spettatori.
Nei primi anni '90, Mediaset realizza il remake per La Cinq, il “Canale 5 francese”. Sbrigativo e, comunque, non all’altezza dell’originale, vanta, però, la partecipazione di diversi attori noti, tra i quali spicca Robert Powell nei panni del professor Forster.
Nel 1994, Giuseppe D’Agata rielabora la sceneggiatura e ne ricava un romanzo, pubblicato dalla Newton Compton Editori. Lo sceneggiatore ne approfitta per ripristinare il finale originale, che svela alcuni punti rimasti in sospeso nella riduzione televisiva. Dopo circa trent’anni, viene rieditato in VHS e DVD dalla Elleu Multimedia.