Ganimede (astronomia)
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Scoperta |
11 gennaio 1610 | |
Scopritori |
Galileo Galilei Simon Marius |
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(epoca di riferimento: J2000)
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Semiasse maggiore | 1 070 400 km | |
Perijovio | 1 069 200 km | |
Apojovio | 1 071 600 km | |
Circonf. orbitale | 6 725 500 km | |
Periodo orbitale | 7,15455296 giorni (0,019588 anni) |
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Velocità orbitale |
10 868 m/s (min)
10 880 m/s (media)
10 892 m/s (max)
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Inclinazione orbitale | 2,21° | |
Inclinazione rispetto all'equat. di Giove |
0,20° | |
Eccentricità | 0,0011 | |
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Diametro medio |
5262,4 km
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Superficie | 8,7 × 1013 km² | |
Volume | 7,6 × 1019 m³ | |
Massa |
1,4819 × 1023 kg
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Densità | 1,942 × 103 kg/m³ | |
Acceleraz. di gravità in superficie |
1,43 m/s² | |
Velocità di fuga | 2 700 m/s | |
Periodo di rotazione | Rotazione sincrona | |
Inclinazione assiale | 0° | |
Temperatura superficiale |
109 K (media)
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Pressione atm. | tracce | |
Albedo | 0,43 | |
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Magnitudine apparente da Terra |
4,6 (media)
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Magnitudine apparente da Giove |
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Magnitudine app. | ||
Diametro apparente da Terra |
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Diametro apparente da Giove |
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Parallasse | ||
Moto proprio | ||
Velocità radiale |
Ganimede è il principale satellite naturale del pianeta Giove, e il più massiccio dell'intero sistema solare; supera per dimensioni (ma non per massa) lo stesso Mercurio. Scoperto da Galileo Galilei nel 1609, deve il suo nome al personaggio di Ganimede, coppiere degli dei della mitologia greca, amato da Zeus (l'equivalente greco di Giove).
In gran parte della prima letteratura astronomica ci si riferiva a Ganimede servendosi della designazione numerica romana come Giove III o come "terzo satellite di Giove".
Indice |
[modifica] Cenni storici
La scoperta di Ganimede è attribuita a Galileo Galilei, che ne documentò per primo l'esistenza nel 1610; il suo nome fu suggerito da Simon Marius, anche se cadde per un lungo tempo in disuso. Si tratta dell'unico satellite mediceo ad essere intitolato ad una figura mitologica di sesso maschile.
[modifica] Osservazione da Terra
Ganimede è l'unico satellite naturale visibile ad occhio nudo da Terra, naturalmente ad eccezione della Luna, a patto di trovarsi in condizioni osservative ideali e di godere di una vista acuta; le sue prime osservazioni potrebbero risalire all'astronomo cinese Gan De, nel 364 a.C..
[modifica] Atmosfera
Verso la metà degli anni ottanta del XX secolo un gruppo di astronomi indiani e statunitensi dell'Osservatorio Lembang, in Indonesia, hanno individuato una tenue atmosfera che circonda il satellite, nel corso di un'occultazione stellare da parte di Giove. L'atmosfera, come rivelato dalle osservazioni condotte mediante il telescopio spaziale Hubble, sarebbe composta in massima parte da ossigeno, similmente a quanto accade su Europa. Probabilmente l'ossigeno deriva dalla scomposizione del ghiaccio d'acqua superficiale di Ganimede per effetto della radiazione solare incidente; l'idrogeno prodotto nella reazione è troppo leggero per essere trattenuto dal satellite e si disperde nello spazio.
[modifica] Superficie
Per approfondire, vedi la voce Superficie di Ganimede. |
La superficie di Ganimede presenta due tipologie di terreno assai differenti; regioni scure, antiche e fortemente craterizzate si contrappongono a zone più chiare, di formazione più recente, ricche di scoscendimenti e scarpate. La loro origine è chiaramente di natura tettonica, ed è probabilmente da attribuirsi ai movimenti di rilassamento e di riposizionamento della crosta ghiacciata del satellite. Sono visibili anche formazioni geologiche che testimoniano la presenza di flussi lavici in passato. Queste caratteristiche rendono le regioni più giovani della superficie ganimediana relativamente simili a quelle di Encelado, Ariel e Miranda; le regioni più antiche ricordano la superficie di Callisto.
Entrambi i tipi di terreno sono fortemente craterizzati, e risalgono probabilmente a 3,5-4 miliardi di anni fa, un'età simile a quella degli altipiani lunari. Alcuni crateri si sovrappongono alle fenditure nel terreno, mentre altri ne sono divisi; questo indica un'origine simultanea dei diversi tipi di formazione geologica. I crateri più recenti presentano anche le caratteristiche strutture a raggiera; a differenza dei crateri lunari, tuttavia, essi sono relativamente più piatti e meno pronunciati, e sono privi dei rilievi circostanti e della depressione centrale, probabilmente per via dell'assenza di roccia dalla superficie del satellite. La superficie ganimediana è inoltre ricca di palinsesti.
La formazione principale della superficie di Ganimede è una pianura scura nota come Galileo Regio.
[modifica] Struttura interna
Per approfondire, vedi la voce Struttura interna di Ganimede. |
Ganimede si compone principalmente di silicati e ghiaccio d'acqua; presenta una crosta ghiacciata che scivola su di un mantello di ghiaccio più tiepido, e che potrebbe anche ospitare uno strato di acqua liquida.
Le indicazioni provenienti dalla sonda Galileo sembrano suffragare una differenziazione di Ganimede in tre strati concentrici: un piccolo nucleo di ferro (o ferro/zolfo), un mantello roccioso ricco di silicati ed una crosta ghiacciata. La presenza di un nucleo metallico suggerisce che in passato Ganimede possa essere stato esposto a temperature più elevate delle attuali.
La struttura interna di Ganimede potrebbe essere analoga a quella di Io.
[modifica] Campo magnetico
Nel corso del primo fly-by del satellite da parte della sonda Galileo è stato possibile individuare il campo magnetico di Ganimede, contenuto all'interno della ben più vasta magnetosfera di Giove; Ganimede è attualmente l'unico satellite naturale conosciuto a presentare un campo magnetico, probabilmente generato dalla rotazione di materiale conduttore presente nel suo nucleo metallico.
Parte del campo magnetico satellitare è indotta, e deriva probabilmente dalla presenza di uno strato conduttore nel suo sottosuolo, forse uno strato di acqua liquida ricca di sale situato ad una profondità di circa 150 km.
[modifica] Altri progetti
- Commons contiene file multimediali su Ganimede (astronomia)
[modifica] Voci correlate
- Ganimede nella fantascienza
- Ganimede è anche il nome di un asteroide del sistema solare.
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