Gambocci

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Gambocci. Le origini di questo nome sono da ricollegarsi probabilmente alle zone della Bassa Savoia e probabilmente ad un ceppo secondario toscano, ove in diverse contrade esistono alcune zone denominate Poggio Gambocci, di cui la più importante è sicuramente quella situata nella città di Siena, in zona Montalcino. Altre ipotesi etimologiche ne fanno derivare l'orgine da una trasformazione del cognome piemontese Gamba, le cui altre "deformazioni" sono Gambarotta, Gambacorta, e probabilmente Gambescia.

Nella storia di questa famiglia sono da ricordarsi: Ippolito Gambocci da Gubbio, (nome latinizzato, Hippolito Gamboccio), divenuto prima camerlengo nel 1588 e fatto maestro di cappella sotto Papa Clemente VIII nel 1589, morì a Roma il 3 agosto 1601.

Ottavio Gambocci, "ricevidore de li diritti ducali" di San Paolo d' Asti il 20 aprile 1627.

Pietro Gambocci, notaio che nel 1740 dimostrò l'uso sessagenario dell'arma, Carlo Maurizio, suo figlio,deceduto nel 1791 fu professore straordinario di medicina nell' Università di Torino nel 1789 e nel 1790 professore di anatomia.

Carlo Alberto, figlio di costui, magistrato e segretario di stato agli interni, fu creato barone il 30 maggio 1835, tenuto conto della "distinta civiltà della famiglia e dei servizi del padre". Furono suoi figli: Francesco, direttore della regia pinacoteca; Alberto, professore di anatomia, fondatore di molte opere di beneficenza e scrittore di medicina, igiene e terpaeutica, riconosciuto nel titolo con Decreto Ministeriale del 9 agosto 1887 e Enrico, capostipite della linea secondogenita, poi trasferitasi a Napoli. Si ricorda anche una nobildonna pisana, Isabella Gambocci(1785), probabilmente da riconnettersi al ceppo toscano di questa famiglia.

La famiglia è iscritta nel libro d'oro della nobiltà italiana e nell'elenco ufficiale nobiliare italiano col titolo di barone (maschio primogenito) in persona di Carlo Maurizio e di Alberto

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