Cerete
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 Cerete |
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| Stato: |  Italia |
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| Regione: |  Lombardia |
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| Provincia: |  Bergamo |
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| Coordinate: |
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| Altitudine: | 612 m s.l.m. | ||
| Superficie: | 13 km² | ||
| Abitanti: |
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| Densità: | 106 ab./km² | ||
| Frazioni: | Cerete Alto, Cerete Basso, Novezio | ||
| Comuni contigui: | Bossico, Gandino, Rovetta, Songavazzo, Sovere | ||
| CAP: | 24020 | ||
| Pref. tel: | 0346 | ||
| Codice ISTAT: | 016071 | ||
| Codice catasto: | C506 | ||
| Nome abitanti: | ceretesi | ||
| Santo patrono: | S.S. Filippo e Giacomo | ||
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| Sito istituzionale | |||
Cerete è un comune di 1.378 (al 31 dicembre 2001) abitanti in provincia di Bergamo.
Indice |
[modifica] Geografia
Cerete è situato nelle Prealpi Orobiche, nella media val Borlezza. Il suo territorio negli ultimi due milioni di anni è stato interessato più volte dalle glaciazioni provenienti dalla val Camonica e sul fondovalle esistono tracce dell’antica torbiera di Cerete Basso, messa in luce dall’erosione provocata dal torrente Borlezza.
[modifica] Storia
Le testimonianze archeologiche testimoniano la presenza umana già in epoca preistorica: ceramiche dell’età del ferro (in località Gavazzo), graffiti di epoca ancora imprecisata e un blocco di ossidiana che permette di ipotizzare una frequentazione anche in epoca neolitica (in località Cedrini).
Una necropoli altomedievale è stata inoltre rinvenuta all’ingresso del paese, accanto alla chiesetta di San Rocco.
La prima menzione della località risale all'883 e riguarda la donazione da parte dell'imperatore Carlo III il Grosso al vescovo di Bergamo del piccolo monastero di San Michele Arcangelo "in locum qui dicitur Cerretum. La donazione è confermata nell'895 da re Arnolfo di Carinzia e nel 901 dall'imperatore Ludovico IV il Fanciullo. Intorno al monastero dovette formarsi un centro abitato, tanto che la località viene menzionata come civitas in un atto di permuta dei terreni del 941 conservato nel "Codex diplomaticus Langobardiae".
Attorno all’anno Mille si hanno notizie dell'esistenza di un palazzo episcopale del vescovo di Bergamo, dotato di torre, sull’attuale piazza Giovanni XXIII. Il territorio doveva estendersi dal passo della Presolana fino ai confini fra Cerete e Sovere e comprendeva probabilmente i territori attuali di Cerete, San Lorenzo di Rovetta, Songavazzo, Onore, Fino del Monte e Castione della Presolana.
Cerete Basso fu quindi annesso al comune di Gavazzo, ma mantenne l'obbligo di corrispondere le decime alla Curia. Il comune di Gavazzo, secondo un documento del 1212, comprendeva la zona sud dell’attuale Rovetta, ovvero il territorio di San Lorenzo, con la parte orientale del monte Fogarolo fino alla "valle di Barcolo" (oggi valle Faccanoni) e l’attuale territorio di Cerete collocato fra i torrenti Borlezza, Cula e Glerola. Cessò di esistere verso la metà del XIV secolo e Cerete divenne comune autonomo.
Nel 1697 arrivarono in paese le spoglie di san Vincenzo, martire romano, che furono ospitate nella chiesa parrocchiale.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti 
[modifica] Arte e architettura
Il centro storico di Cerete Alto (Sede comunale) ha il suo fulcro nella piazza Martiri della Libertà, mentre quello di Cerete Basso nella piazza Giovanni XXIII.
[modifica] Chiesa parrocchiale di San Vincenzo a Cerete Basso
Le origini della chiesa risalgono probabilmente intorno all'anno Mille, quando era probabilmente annessa al palazzo episcopale del vescovo di Bergamo: l'attuale suolo della cripta potrebbe essere riconosciuto come il pavimento di questo edificio più antico. La consacrazione della chiesa attuale risale tuttavia al 1444 e viene menzionata nel resoconto di una visita compiuta da san Carlo Borromeo nel 1575. All'epoca la chiesa era di lunghezza minore, con un presbiterio meno profondo e solo cinque altari.
Alla fine del Cinquecento si ebbe un rifacimento con il prolungamento verso ovest dell'edificio, mentre al 1677 si data la decorazione in stucco di Francesco Odoni, rifatta poi nel 1747.
La chiesa conserva il "Cristo Grande" della bottega di Andrea Fantoni, la pala Ferri di Gian Antonio Guardi e molte tele e teleri di Antonio Cifrondi.
Alla chiesa di San Vincenzo è legato un episodio curioso. Attorno al 1618 il rettore della chiesa, don Giuseppe Vinetti, fece costruire sotto l'altar maggiore una cappella funeraria dedicata allo zio don Stefano Perinei (rettore a sua volta della chiesa tra il 1575 e il 1614 e ancora in vita). Nel 1634 il vescovo di Bergamo chiese la rimozione degli stucchi che decoravano la cappella, forse a causa del loro contenuto (divinità pagane mescolate con santi e simboli cristiani). Al centro della volta era rappresentato "Cristo in gloria, Maria e santi" e tutt’attorno un corteo trionfale di divinità pagane legate ai pianeti, con il compito di guidare l’anima del defunto nel regno dei cieli. Il rettore della chiesa, lo stesso che aveva ordinato la decorazione della cappella, si rifiutò, ma venne ucciso poco e seppellito insieme allo zio. L'omicidio destò all'epoca grande scalpore e il doge di Venezia, Francesco Erizzo inviò a Cerete il podestà di Bergamo per le indagini. Poco dopo, probabilmente, gli stucchi furono eliminati (ne restano solo tracce sul muro) La sepoltura ospitò in seguito anche gli altri rettori della chiesa, fino alla costruzione del nuovo cimitero fuori dal paese nel 1810. Nel 1989 il sarcofago originario è stato ricollocato al suo posto.
[modifica] Chiesa di San Rocco a Cerete Basso
Situata all'ingresso del paese è sorta probabilmente sulla sede della più antica chiesa parrocchiale. Il prato adiacente viene descritto nei documenti ("Rotolus Ecclesiae Sancti Vincentii de Cereto") come "cimitero antico" e vi furono infatti rinvenute tombe altomedioevali.
[modifica] Gli antichi mulini
L’abbondanza d’acqua, la particolare morfologia del territorio e il clima di Cerete Basso sono state le condizioni favorevoli che in passato hanno consentito di collocare in questa zona attività artigianali bisognose di forza idrica. Nel basso medioevo tutte le seriole e i mulini di Cerete Basso erano di proprietà del vescovo di Bergamo. Poi, in epoche più recenti, comuni limitrofi come Fino del Monte, Onore e Songavazzo hanno posseduto in questa terra dei propri mulini per la molinazione dei cereali. Oltre ai mulini da grano esistevano vari mulini con pestello da corteccia, folli, fucine, segherie, una cartiera e un filatoio per la seta. Cerete Basso è stato in passato un’importante realtà produttiva e ancora oggi due mulini da grano superstiti risultano competitivi per la qualità e la genuinità integrali dei loro prodotti.
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Gianfranco Gabrieli dal 14/06/2004
Centralino del comune: 0346 63300
Email del comune: comune.cerete@tiscalinet.it
[modifica] Bibliografia
- AA.VV. "Storie di Ghiaccio, di Pietre, di Foreste. Milioni di anni fra Presolana e Sebino". Quaderni di Geodinamica Alpina e Quaternaria (Numero fuori serie). C.N.R. Milano 1996
- Mariarosa Cortesi (a cura di), Le pergamene degli archivi di Bergamo, aa.740-1000, Bergamo 1988 (riporta varie pergamenne capitolari con riferimento a Cerete, fra queste la 2348 dell'anno 941)
- Laura Ferri, "I nobili Marinoni di Cerete e la cappella dell'Annunciata", Editrice Ferrari 1991
- Laura Ferri, Cerete nelle ricerche di una appassionata di storia locale, Ferrari Editrice 1996
[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
