Carlo Giuseppe Londonio

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Carlo Giuseppe Londonio (1780-1845) fu uno storico ed economista italiano.

[modifica] Biografia

Nacque a Milano il 1 ottobre del 1780 da Girolamo e Giuseppa Goffredi. Rimasto orfano di padre in tenera età, fu messo da uno zio nel collegio "Lallata" a Parma, dove si distinse negli sudi; studi che interruppe all'arrivo dei francesi in Lombardia, data in cui fece ritorno a Milano 1796.
Continuò pressoché da autodidatta i propri studi, con particolare attenzione per i classici, le scienze economiche e le lingue, l'inglese e il tedesco.
Mosso da curiosità di conoscenza, intraprese una serie di viaggi in Svizzera, a Parigi e nelle città d'arte italiane, in particolare a Roma, ove ebbe modo di affinare il suo gusto estetico ed acquisire quelle conoscenze in materia artistica che gli sarebbero risultate preziose per le sue opere successive.
Contestualmente agli studi, egli cominciò a interessarsi alle vicende della politica cittadina e agli eventi "municipali".
Nel 1806 sposa Angiola Bonacina, dalla quale avrà due figlie, Isabella ed Emilia. Intanto pubblica il suo primo scritto, un'opera a carattere economico, Discorso dei danni derivanti dalle ricchezze del 1809, in cui egli fa un'attenta analisi del rapporto economia-pubblica felicità.
Immediatamente successivi sono due opuscoli in risposta ad altrettanti articoli pubblicati dal Guillon (Aimé Guillon, sacerdote e critico francese che qualche anno prima aveva provocato il risentimento del Foscolo, criticando duramente Dei Sepolcri al punto tale che il Foscolo pubblicò una lettera dal titolo evocativo: "Lettera a Monsieur Guillon, su la sua incompetenza a giudicare i poeti italiani") sul "Giornale Italiano", Poche parole in risposta alle osservazioni critiche sulla vita di Vittorio Alfieri del 1809 e Confutazione delle osservazioni del Sig. Guillon. Gli articoli furono inseriti nel G.I. N° 98 sulle ricerche intorno alla natura dello stile di Cesare Beccaria del 1810, indirizzato a Giulio Beccaria, suo caro amico.
Nel 1815 ricevette l'incarico, quale venerabile magistrato per cognizioni legali e lealtà a tutta prova, di Commissario Imperiale Delegato, con il compito di curare l'istruttoria (la sentenza spettava all'Imperatore) del processo tra lo Stato di Lucca e la famiglia dei Baciocchi. I principi di Lucca affermavano (producendo documenti in tal senso) che rivendicavano la proprietà di beni immobili, capitali ed altri oggetti che (dopo la partenza di Napoleone dall'Italia) il Governo Lucchese aveva sequestrato a garanzia dell’erario pubblico (sostenendo un loro indebito uso da parte dei familiari del Grande Còrso), e che i Baciocchi dicevano di aver ricevuto direttamente dall'imperatore francese senza doverne "rendere conto al popolo".

[modifica] Le opere

Carlo Giuseppe Londonio fu autore della Risposta ai due discorsi di Madama di Staél (pubblicati sulla Biblioteca Italiana" nel 1816), in cui affermava l'assurdità di creare un teatro italiano sulla scorta di modelli stranieri.

Nell'opuscolo Cenni critici sulla poesia romantica del 1817 (con la relativa Appendice ai Cenni critici sulla Poesia Romantica del 1818), Londonio non negava che la poesia romantica avesse «sue particolari bellezze», e tuttavia si schierava a favore del sistema classico, ritenuto «più perfetto, più ragionato, più essenziale» ed anche più appropriato alla poetica italiana, che peraltro doveva evitare di conformarsi ai gusti del "popolo" (ritenuto incompetente a giudicare dell'arte).

Altra opera di Londonio è Pensieri di un uomo di senso comune.