Arthur Seyss-Inquart

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Arthur Seyß-Inquart (Stonařov, Moravia, 22 luglio 1892 - Norimberga, 16 ottobre 1946) fu il cancelliere austriaco filonazista che nel 1938, succeduto rapidamente a cancelliere federale Kurt Schuschnigg, con le istruzioni ricevute per telefono da Hermann Göring, aprì le frontiere del paese alle truppe tedesche permettendo l'Anschluss dell'Austria al Reich. Fu condannato a morte al Processo di Norimberga nell'ottobre del 1946.

[modifica] Biografia

Figlio di un maestro, nacque il 22 luglio 1892 a Stannern presso Iglau, nell'allora Impero Austro-Ungarico (oggi Stonařov, Repubblica Ceca). Nel 1910 intraprese gli studi di giurisprudenza a Vienna, ma dovette sospenderli a causa dello allo scoppio della Prima guerra mondiale. Infatti, nel luglio del 1914 venne reclutato nell'esercito imperiale nelle truppe da montagna, combattendo sul fronte orientale, prima in Russia (1914 - 1915) e nel 1916 in Romania. Dal 1917 combatté in Italia, meritando diverse decorazioni per il coraggio dimostrato. Fu anche ferito in combattimento, nel 1917.

Terminata la guerra, nel 1921 si laureò in giurisprudenza ed iniziò ad esercitare l'avvocatura.

Seyß-Inquart era un profondo nazionalista e non accettò la sconfitta del suo paese nel 1918. Durante il periodo della Prima repubblica austriaca (1918-1938) aderì alla Vaterländische Front ("Fronte Patriottico"), un movimento ultranazionalista di estrema destra (1920). Nel caotico periodo del primo dopoguerra, si avvicinò sempre più ai circoli maggiormente reazionari di destra, appoggiando il cancelliere Engelbert Dollfuß che instaurerò una dittatura di stampo fascista, nel 1932. Fu ministro del governo Dollfuß (1933-1934) ed appoggiò la cruenta repressione dell'insurrezione socialista di Vienna, tra il 12 ed il 15 febbraio 1934.

Anche se approdò tardi (1931) al Partito Nazista Austriaco, non aderì al tentativo di colpo di stato da questio ordito e che costò la vita a Dollfuß, nel 1934: la congiura difatti fallì, anche per il minaccioso intervento di Mussolini (era il protettore di Dollfuß, essendo l'Austria legata all'Italia da numerosi vincoli) che fece schierare le truppe al Brennero.

L'iscrizione al Partito Nazista non gli creò solide garanzie all'interno del partito medesimo, dove era visto come "tiepido e poco zelante". Nel 1936 si accostò all'ala più radicale del partito, entrando nelle simpatie di Adolf Hitler, di cui divenne un assiduo frequentatore. Per tal motivo venne escluso dal governo del successore di Dollfuß, Kurt von Schuschnigg, che fece condannare a morte i nazisti implicati nel putsch del 1934 e mise al bando il Partito Nazista Austriaco. Schuschnigg era fermamente intenzionato a difendere la libertà dell'Austria.

La successiva carriera politica di Seyß-Inquart fu svolta tutta sotto la protezione diretta di Hitler, il che suscitò l'odio tra i nazisti austriaci e tra gli alti gerarchi nazisti tedeschi, in primis Himmler. Dopo il tragico colloquio del Berghof dove Hitler, fermamente intenzionato a rendere l'Austria uno Stato satellite della Germania, impose a Schuschnigg di legalizzare nuovamente il Partito Nazista Austriaco e di ammettere i nazisti nei dicasteri chiave del governo, Seyß-Inquart divenne l'esponente di riferimento della politica hitleriana in Austria. Nelle pretese del dittatore tedesco, infatti, Seyß-Inquart avrebbe dovuto diventare il Ministro degli Interni. Constatato che Mussolini, ormai divenuto alleato di Hitler, aveva lasciato cadere la protezione dell'Austria quale stato cuscinetto tra l'Italia e la Germania, piegandosi al diktat di Hitler, Schuschnigg, pur disprezzandolo (lo soprannominò "Il traditore dell'Austria"), nominò Seyß-Inquart nella funzione di Ministro degli Interni (16 febbraio 1938).

Schuschnigg, a questo punto, tentò l'ultima carta per impedire l'Anschluss, ovvero l'annessione dell'Austria alla Germania nazista, cercando l'appoggio della Francia e della Gran Bretagna, ma invano. Inoltre, cercò d'indire un referendum popolare sulla questione, ben conscio che la maggiornaza della popolazione austriaca era contraria all'unione con i tedeschi. A questo punto, Hitler, furibondo, inviò un ultimatum a Schuschnigg, dove si chiedevano le di lui dimissioni dalla carica di cancelliere e la sua sostituzione con la figura appunto di Seyß-Inquart, pena l'invasione militare dell'Austria. Schuschnigg si piegò, ed il 12 marzo 1938 Seyß-Inquart divenne Cancelliere austriaco per un giorno appena: il suo primo ed ultimo atto da cancelliere austriaco fu appunto quello di invitare l'esercito tedesco ad invadere l'Austria ed ad indire un plebiscito pilotato per confermare l'annessione del suo paese alla Germania nazista.

A seguito dell'invasione tedesca, il 13 marzo 1938, Seyss-Inquart divenne Commissario e SS-Gruppenführer per l'Ostmark (tale denominazione prese l'Austria sotto il regime nazista, tra il 1938 ed il 1945).

Nell'ottobre 1939 divenne Ministro senza portafoglio e Vicegovernatore della Polonia occupata, ai diretti ordini del governatore Hans Frank. In Polonia, da fervente antisemita qual era, creò nel distretto di Lublino, un territorio speciale per la concentrazione degli ebrei polacchi e tedeschi.

La resa dell'Olanda ai nazisti, il 15 maggio 1940, comportò la creazione di uno stato fantoccio con a capo Seyß-Inquart, che divenne Governatore dei Paesi Bassi il 19 maggio 1940, carica che ricoprì ininterrottamente fino alla liberazione del paese da parte degli Alleati negli ultimi mesi del 1944.

Hitler considerava gli olandesi come appartenenti all'Heimat, alla medesima stirpe dei tedeschi, pertanto, Seyß-Inquart ricevette l'incarico di armonizzare i rapporti tra occupanti ed occupati, ma fallì nell'incarico, essendo gli olandesi contrari all'antisemitismo ed all'occupazione militare. Non soltanto non decollò il progetto di creare un Partito Nazista Olandese, ma anche le retate contro gli ebrei olandesi, a partire dal 1941, provocarono una dura reazione di quel popolo, che si tradusse in una serie di scioperi, sabotaggi, mancata collaborazione con i nazisti. Seyß-Inquart s'irrigidì nella sua posizione e divenne talmente odiato da meritare anche la fama di "Boia dell'Olanda". Tra le sue imprese, anche quella di condannare al lager la bambina ebrea Anna Frank, autrice del famoso diario.

Nel 1944 tentò d'intavolare sotterranee trattative con gli Alleati, che, tuttavia, considerate le responsabilità di Seyß-Inquart, rifiutarono di dar seguito alla cosa. Nel maggio 1945, al crollo della Germania nazista, venne arrestato e deferito al Tribunale di Norimberga. Accusato e ritenuto colpevole delle accuse di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l'umanità, guerra di aggressione, venne condannato all'impiccagione nel 1946.

Alla lettura della sentenza, però, fu l'unico a riconoscersi colpevole di quanto ascrittogli, a differenza di tutti gli altri gerarchi condannati che inveivano contro la corte o che inscenavano manifestazioni isteriche. Seyß-Inquart, infatti, fu l'unico a replicare alla corte: «Avete ragione! Ho meritato la sentenza!», forse in un ultima manifestazione di dignità. Dopo l'esecuzione, il corpo del gerarca venne cremato e le sue ceneri, al pari di quelle di tutti gli altri imputati, vennero seppellite in un luogo segreto della Brughiera di Luneburgo, in Germania, vicino al fiume Elba.

separatore

Precedessore:	Cancelliere d'Austria	Successore:
Kurt Schuschnigg	1938	Anschluss