Antiamericanismo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

L'espressione anti-americanismo descrive una posizione ostile nei confronti della politica degli Stati Uniti d'America, dell'organizzazione della loro società, della loro storia o della loro cultura. Il termine ed il concetto sono rigettati tuttavia dalla maggior parte dei detrattori della politica degli Stati Uniti, che considerano il termine carico di pregiudizi e quindi non criticamente fondato.

L'anti-americanismo è particolarmente forte, ma non esclusivo, nella cultura marxista e nel mondo islamico.

Nella cultura marxista e in generale di sinistra, l'opposizione agli USA è legata ai cosiddetti imperialismi militare, economico, e culturale.

L'imperialismo militare viene esercitato tramite l'impiego di truppe all'estero, la fornitura di armamenti ad eserciti stranieri, e la disponibilità delle cosiddette armi strategiche, cioè dei missili intercontinentali.

L'imperialismo economico è costituito dall'influenza che le grandi aziende statunitensi hanno sull'economia dei paesi in via di sviluppo, e dall'utilizzo del dollaro al di fuori degli USA.

L'imperialismo culturale è costituito dalla diffusione in tutto il mondo di musica, film, e software di produzione statunitense.

Nel mondo islamico, l'opposizione agli USA è principalmente legata alle questioni militari e a quelle culturali. Quest'ultimo aspetto è esacerbato dal fatto che la morale prevalente negli USA è in contrasto con la morale tradizionale islamica.

Indice 1 L'imperialismo militare 2 L'imperialismo economico 3 L'imperialismo culturale 4 Storia

[modifica] L'imperialismo militare

L'opposizione internazionale all'imperialismo militare statunitense è nata dopo la Seconda Guerra Mondiale, con la cosiddetta Guerra Fredda.

Con la Conferenza di Yalta, l'Europa è stata divisa in due zone di influenza, e in seguito Stati Uniti e Unione Sovietica hanno cercato di imporre la propria influenza in tutto il mondo. Tale influenza si è esercitata, da parte degli Stati Uniti, tramite:

• la fornitura di armi e consiglieri militari ai governi filoamericani (come in Cile e Nicaragua), oppure alle forze ribelli anticomuniste (come in El Salvador);
• il dispiegamento di flotte e di basi militari in gran parte del mondo;
• l'intervento effettivo di forze armate in conflitti locali (come nella Guerra di Corea, e nella Guerra del Vietnam);
• la fabbricazione e lo schieramento di armi strategiche di distruzione di massa, come i missili intercontinentali a testata nucleare.

Tali interventi sono stati condannati sia, su un piano legale, come violazioni del diritto internazionale, che, su un piano politico, come ingerenze al principio di autodeterminazione dei popoli.

Soprattutto a partire dal 1973, l'azione militare degli Stati Uniti si è rivolta anche ai paesi a prevalenza islamica, tramite i dispiegamenti di forze in Libano, Somalia, Iraq, e Afghanistan.

Questi interventi hanno suscitato forti opposizioni da parte delle popolazioni dei paesi a prevalenza islamica.

[modifica] L'imperialismo economico

Le maggiori aziende private del mondo sono nate negli Stati Uniti, ed hanno tuttora in tale nazione la sede e la direzione centrale.

Alcune di esse hanno sia clienti che fornitori all'interno degli Stati Uniti, come la catena di supermercati, e quindi non riguardano le altre nazioni del mondo.

Altre hanno clienti all'interno degli Stati Uniti, ma fornitori all'estero, e quindi la loro politica di acquisto delle materie prime influenza ed è influenzata dalla situazione politico-economica mondiale.

Altre hanno fornitori all'interno degli Stati Uniti, ma molti clienti all'estero, e quindi la loro politica di vendita dei prodotti influenza ed è influenzata dalla situazione politico-economica mondiale.

Infine, altre aziende hanno sia numerosi fornitori che numerosi clienti all'estero, tanto che hanno preferito dislocare all'estero gran parte dei propri impianti di produzione.

Il fatto che un'azienda entri massicciamente nel mercato mondiale ne perturba gli equilibri e spesso danneggia le economie locali.

La moneta statunitense, il dollaro, è utilizzata come bene-rifugio in molte economie dissestate, e in molti casi la valuta locale è esplicitamente ancorata al dollaro. Inoltre, il mercato internazionale di molte materie prime utilizza il dollaro come valuta di riferimento. Tutto ciò fa sì che l'andamento dell'economia statunitense abbia un immediato riflesso sull'economia mondiale.

Infine, anche i prodotti d'uso quotidiano hanno una valenza culturale, in particolare nell'abbigliamento o nell'alimentazione, e il predominio di un fornitore finisce per alterare le tradizioni locali. Quindi, esiste un'opposizione ai prodotti industriali stranieri, finalizzata alla conservazione e al recupero della tradizione locale di qualità.

[modifica] L'imperialismo culturale

In gran parte del mondo, sono di produzione statunitense:

• la maggior parte dei film (eventualmente doppiati in una lingua locale) proiettati nei cinematografi;
• la maggior parte del software orizzontale (cioè rivolto a un gran numero di utilizzatori) utilizzato nei computer;
• gran parte dei libri (eventualmente tradotti in una lingua locale) che si trovano nelle librerie e nelle bibioteche;
• gran parte dei brani di musica leggera che si trovano nei negozi di musica o che vengono trasmessi dalle radio.

Prevalentemente, non si tratta di prodotti rivolti a specifici mercati locali, ma di prodotti rivolti principalmente al pubblico statunitense e poi venduti in tutto il mondo. La localizzazione di tali prodotti consiste nella traduzione nella lingua locale, e talvolta nel taglio di alcune scene o nell'inserimento di scene alternative.

Sostanzialmente, la "visione del mondo" statunitense viene presentata quasi immutata in tutto il mondo.

Gli effetti di questa grande industria editoriale sono molteplici:

• Le produzioni culturali locali (di film, libri, musica) soffrono la concorrenza, e quindi hanno un mercato notevolmente ristretto.
• La lingua inglese si diffonde rapidamente nei paesi in cui non è economicamente conveniente doppiare i film e tradurre i libri, e nei quali i film statunitensi vengono proiettati in lingua originale con i sottotitoli nella lingua locale.
• I modelli culturali statunitensi vengono proposti e tendono a imporsi in paesi che tradizionalmente hanno modelli culturali notevolmente diversi.

[modifica] Storia

Durante la storia si è sviluppato un rapporto di amore-odio verso gli Stati Uniti da parte del resto del mondo.

In Europa, molti criticano ancora regolarmente l' "interventismo" americano, l'onnipresenza della lingua inglese, ecc.; non ne restano meno degli spettatori assidui dei film hollywoodiani e si lasciano affascinare dai telefilm che mettono in scena il sogno americano, per esempio "Dallas".

L'America latina è un'altra terra tradizionale dell'anti-americanismo, a causa della politica condotta dagli Stati Uniti su questa parte del continente. Per contro, certi affermano che l'argomento della politica degli Stati Uniti serve a giustificare l'insuccesso relativo delle democrazie e delle economie sudamericane. Più recentemente, il sentimento anti-americano si è sparso nel resto del mondo, in particolare nel mondo arabo-musulmano.

Gli Americani furono per molto tempo un continente destinato alla colonizzazione europea. Il vescovo e filosofa irlandese George Berkeley espresse nel 1726 la teoria del "translatio imperii, studii e religionis" esponendo l'idea che lo sviluppo dell'umanità seguiva una direttrice verso l'ovest, il percorso del sole. L'Europa era la punta di diamante della civiltà dopo che l'Oriente arabo gli aveva ceduto storicamente questo ruolo, l'America costituiva il prolungamento logico di questa traslazione.

Tuttavia, di ritorno di un viaggio negli U.S.A., Charles Dickens espresse nel 1842 la sua delusione: pubblicò un taccuino di viaggio, "American Note", critico nei confronti della società americana, in particolare del debole attaccamento alla terra e della mancanza di buona creanza. D'altronde dobbiamo tenere conto che gli Stati Uniti più che altro significavano per il popolo europeo la possibilità di migliorare propria condizione economica. Le vittime irlandesi della carestia, gli scandinavi, i russi, i Bulgari e gli italiani emigrarono in massa. Per gli oppositori politici l'esilio era una possibilità di evitare l'imprigionamento: nel 1848 gli Stati Uniti conobbero un'onda di immigrazione che esportò dell'Europa verso il Nuovo Mondo il malcontento sociale.

Nel XX secolo, gli Stati Uniti diventarono il nemico supremo dei sindacati, il Fordismo ed il Tailorismo furono considerati come disumani: Bertolt Brecht criticò il "nuovo capitalismo". Negli anni 1920, i film e le compagnie americane arrivarono in Europa. La cantante nera Josephine Baker ottenne un grande successo in Europa e diventò uno dei simboli dell'America, sebbene il jazz fosse considerato dall'élite americana come una negazione dell'americanità. Nello stesso tempo, la partecipazione degli Stati Uniti alla Prima Guerra mondiale generò un sentimento anti-americano nei poteri della "Triplice Alleanza". Questo risentimento si rinforzò durante il marasma economico della Grande Depressione. In Germania, i nazional-socialisti accreditarono l'idea che gli Stati Uniti erano diretti da una cospirazione ebraica.

Con la fine della Seconda Guerra mondiale e la disfatta del nazismo, il mondo conobbe una polarizzazione tra l'URSS comunista e gli Stati Uniti capitalisti. Un anti-americanismo di ideologia comunista fu imposto nei paesi di Europa centrale e dell'est, sostenuto dai partiti comunisti dei paesi alleati degli Stati Uniti. In reazione alla minaccia sovietica i dirigenti americani condussero una politica Anti-Comunista che culminò col Maccartismo. La persecuzione dei simpatizzanti comunisti fu utilizzato dai detrattori degli Stati Uniti come un argomento sulla debolezza della democrazia americana. In replica all'accusa concernente le mancanze sulla sua democrazia gli Stati Uniti rispondono che sono uno dei rari paesi a non avere conosciuto mai i tre reggimi totalitari che hanno conosciuto l'Europa e di altre parti del mondo: il comunismo il nazismo ed il fascismo.

Gli interventi militari americani (utilizzazione della bomba atomica contro il Giappone) distruzione totale di città tedesche come Dresda, guerra della Corea, guerra del Vietnam) dopo il 1945 hanno gettato anche il dubbio sull'immagine umana e civilizzatrice degli Stati Uniti. Di più, gli Stati Uniti decisero durante la guerra fredda di destabilizzare e rovesciare delle democrazie dove temevano una affermazione del comunismo, per esempio il colpo di stato del 11 settembre 1973 contro Salvador Allende in Cile e nel contemporaneo sostenere dei regimi non democratici, per esempio l'Arabia Saudita. Contemporaneamente la controcultura americana, pacifista, conquistava l'Europa.

Il sostegno degli Stati Uniti ad Israele dalla sua creazione nel 1948, poi il mantenimento di truppe "infedeli" sui luoghi santi dell'islam, in Arabia Saudita dopo la prima guerra del Golfo, contribuirono a sviluppare un sentimento anti-americano nel mondo arabo. Fu sfruttato da certi governi autoritari, in Siria o in Iran che fece degli U.S.A. un sfogo del malcontento popolare; questo sentimento è alimentato anche dai fondamentalisti musulmani.

Gli attentati dell' 11 settembre 2001 provocarono un grande slancio di simpatia in Europa nei confronti gli Stati Uniti. Ma la gestione "unilaterale" della minaccia terroristica per la salvaguardia del suolo americano, gli atti anti-democratici (detenzione illimitata di indiziati a Guantanamo privandoli di fondamentali diritti umani), la politica della guerra "preventiva" con l'intervento militare in Iraq nel 2003, il sostegno dei contestati metodi israeliani di lotta contro i gruppi palestinesi terroristici, la carta bianca rilasciata al governo russo per la sua "lotta contro il terrorismo" all'epoca della seconda guerra Cecena, ha annullato velocemente qualsiasi ragione di solidarieta a cui si è sostituito un movimento enorme di anti-americanismo sia nel mondo arabo-musulmano che in quello europeo.