Telepinu

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Nota disambigua - Se stai cercando l'omonima divinità hittita, vedi Telepino.

Telepinu è comunemente considerato l'ultimo re del vecchio impero hittita: governò dal 1525 a.C. al 1500 a.C.

Indice

1 La famiglia
2 L'incoronazione di Telepinu
3 Il regno di Telepinu
4 Le imprese militari
5 Voci correlate
6 Collegamenti esterni

[modifica] La famiglia

Commercio del vino

Telepino sposò Ištapariya, sorella di Huzziya I, per preservare il sangue reale. Ištapariya fu uccisa a causa di un intrigo politico. Huzziya I aveva ordito una congiura contro Telepinu e sua moglie Ištapariya, ma Telepinu venne a sapere in qualche modo dell'attentato: riuscì a sfuggire a Huzziya ed ai suoi complici, ma la moglie perse la vita nell'agguato.
Telepino aveva anche due figli. Ammuna, il maschio, fu ucciso qualche tempo dopo la madre a causa di un altro intrigo politico.
Harapšili, la femmina, aveva sposato Alluwamna, che avrebbe dovuto essere il successore di Telepinu sul trono hittita. Ma entrambi, figlia e genero, furono esiliati per aver partecipato alla rivolta di Šanku, un ribelle che non voleva pagare il tributo di grano e vino).

[modifica] L'incoronazione di Telepinu

Huzziya I aveva cinque fratelli che avevano derubato Telepinu delle sue proprietà allo scopo di sostenere economicamente Huzziya nell'attentato per uccidere Telepinu. Huzziya I ed i suoi cinque fratelli furono assassinati da Tanuwa, capo delle guardie, probabilmente all'insaputa dello stesso Telepinu.
Tanuwa fu condannato dal pankuš (il senato), ma Telepinu ignorò la sentenza di morte e lo fece nascondere tra i coltivatori (dopo tutto, Telepinu aveva largamente beneficiato del gesto di Tanuwa). Egli proclamò la sua incoronazione alla fine di una lunga serie di omicidi, e si assicurò la successione sul trono del regno hittita.
E' stato dimostrato che la proclamazione di Telepinu conteneva (in calce) una compilazione di leggi, prima testimonianza delle leggi emanate da Telepinu, il quale sembra che fosse molto interessato alla materia legale.

[modifica] Il regno di Telepinu

Agli inizi del suo regno, l'Impero hittita era concentrato in alcuni territori, avendo perduto da tempo gran parte delle terre conquistate durante il regno di Hattusili I and Mursili I, da Arzawa ad occidente, Mitanni nell'est, Gasgas nel nord, e Kizzuwadna nel sud.
Telepino riuscì a riparare in un ristretto territorio gli Hurriti (tribù stanziata in Palestina, probabilmente antenati dei Curdi, che vivevano nella regione montagnosa lungo i fiumi Eufrate e Tigri) di Mitanni, per farsene degli alleati; comunque, alla fine del regno di Telepino, l'Impero hittita entra in una età oscura per almeno un secolo, caratterizzata da troppe poche prove storiche per trarne delle congetture.

[modifica] Le imprese militari

Impero hittita

Telepinu consolidò il regno sul territorio hittita e ne allargò i confini.
Distrusse la città di Haššuwa, conquistò Luhha, perse Arzawa (una piccola città-Stato nell'ovest dell'Anatolia, che potrebbe oscurare anche la leggenda di Atlantide, quanto a mistero).
Telepinu fu il primo re a firmare un trattato con uno Stato straniero, nella specie Kizzuwatna. Alcuni frammenti di questo trattato ci sono pervenuti, scritti in lingua hittita e in accadiano.
Tutti i trattati firmati dagli Hittiti comprendevano solitamente una introduzione preliminare che descriveva le precedenti relazioni tra gli Hittiti e le controparti del trattato, in modo da giustificare l'esistenza del trattato stesso. L'ultimo trattato che conserva questa tradizione è stato quello firmato da Tudhaliya II e Šunnaššura di Kizzuwatna (tra il 1400 e il 1390 a.C.). Questo documento, redatto con lo stile della coeva «Incriminazione di Madduwatta» (Έδικτο του *Μαδυβάττη: Madduwatta era il primo sovrano della città-Stato di Lukka, sulle coste sud-occidentali dell'Asia Minore, che trovò asilo politico presso Tudhaliya II, in cambio della promessa di invadere Arzawa governata dal re Zupanta-Kurunta; invece Madduwatta attaccò Zippasla, città hittita, alleandosi con Dalawa, e sposando la figlia del re di Arzawa, in modo da assicurarsi la conquista dell'Anatolia occidentale), dimostra chiaramente che la tradizione era ben radicata.