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Discussione:Regno delle Due Sicilie

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Ho spostato qui la seguente frase aggiunta da Frà Diavolo, da verificare (nPOV?) + proofreading. --M/

ed annesso al Regno d'Italia all'esito di un plebiscito in cui non fu garantita la segretezza del voto ed al quale partecipò, coartata dai camorristi incaricati del mantenimento dell' ordine pubblico dal governo provvisorio, solo una minima parte degli elettori.


Se per obiettivo s'intende "conforme alla storia scritta dai vincitori", la mia aggiunta non è obiettiva. Purtroppo ciò che ho scritto è la pura verità: basta guardare le stampe pubblicate su un qualsiasi libro di storia per constatare che i voti venivano inseriti pubblicamente in due urne separate, una per i "si" l'altra per i "no". Quanto alle pressioni esercitate dalla camorra, è notorio che Liborio Romano, ex ministro borbonico, passato al governo provvisorio, strinse accordi con i capi della Bella Società Riformata per il mantenimento dell' ordine pubblico e per "incoraggiare" gli elettori. Credo che compito di un' enciclopedia come questa sia scrivere il vero e non copiare acriticamente ciò che è scritto sui libri scolastici.--Frà Diavolo 13:35, Nov 24, 2004 (UTC)

Indice

[modifica] Regno di Napoli e Regno delle Due Sicilie

Ho notato che in questo articolo vi sono diverse parti dedicate al Regno di Napoli prima del 1816. A mio parere queste notizie dovrebbero trovar posto in un altro articolo, così come quelle sulla Repubblica Partenopea. Dovrebbero essere lasciate solo quelle notizie 'legate' alla storia del regno successivo, che è una entità 'formalmente' diversa, più un certo numero di link e rimandi.
Inoltre questo articolo dovrebbe (IMHO) essere classificato come stub, in quanto mancano del tutto le notizie relative ai moti del '20 - '21 e del '48.
Infine, i link sui regnanti dovrebbero trovar posto in un articolo sulla dinastia Borbone in Italia, lasciando solo quelli che hanno regnato nel Regno dal 1816 al 1860.
P.S. - Rileggendo questo mio contributo mi sono accorto di essere stato un po' 'perentorio'. Me ne scuso, era dovuto alla fretta...
Bye. Retaggio 15:02, Nov 24, 2004 (UTC)

[modifica] Sul blocco dell'articolo

Salve, volevo sollevare alcuni 'dubbi' riguardo il blocco di questo articolo. Anche guardando la cronologia, non mi sembra che ci siano vandalismi difficilmente 'gestibili', anche avendo notato che (ad esempio) l'ultimo vandalismo era relativo a fatti del 'Regno di Napoli', che dovrebbero trovar posto in altri articoli e non in questo (vedi anche mio commento di sopra). In pratica secondo me questo articolo dovrebbe essere 'pesantemente' riscritto, con parti da eliminare e nuove parti da inserire. Tutto quello che è accaduto prima del 1816 dovrebbe essere solo 'accennato' e inserito negli articoli adeguati del Regno di Napoli e della Repubblica Partenopea. Purtroppo io non sono uno storico (meridionale sì, ma purtroppo ingegnere) dunque chiedo l'aiuto di meridionali (o storici) con 'le palle' per sbloccare e dare una adeguata veste a questo articolo, secondo me (ovviamente) importantissimo. Bye. Retaggio 08:44, Nov 29, 2004 (UTC)
P.S. Giuseppe Buonaparte non era Re delle Due Sicilie: tale 'nome' prima del 1816 non esisteva! Bye. Retaggio 08:52, Nov 29, 2004 (UTC)

Quando i revert sono troppi, ritengo utile un intervento di tipo diverso, fermando per un po' in attesa di contributi più ragionati e in linea con le politiche di it.wiki. Ovviamente qualsiasi amministratore può essere contattato per le modifiche/inserimenti che si reputano necessari o per chiedere di sbloccare la pagina. --M/ 09:01, Nov 29, 2004 (UTC)

Salve ho riscritto una bozza dell'articolo qui [1]. Dateci uno sguardo se secondo voi potrebbe sostituire l'attuale versione dell'articolo (secondo me non completamente adeguato). P.S. Ovviamente anche questo è uno stub da ampliare. Bye. Retaggio 10:16, Nov 29, 2004 (UTC)

[modifica] Ancora sul blocco dell' articolo

Durante la crisi politica del 1848, Fedinando II fu il primo monarca italiano a concedere la costituzione, questa fu abrogata a seguito dei tumulti scatenati dai deputati repubblicani (agguerrita minoranza) che paralizzarono i lavori dell' assemblea legislativa.

Riguardo ai primati del Regno, oltre all'accenno alla prima ferrovia italiana, andrebbe detto che a Portici erano attive le officine di Pietrarsa, all' avanguardia in campo ferroviario, lasciate all' oblio in epoca post-unitaria. Nel 1832 fu inaugurato, sul fiume Garigliano, il primo ponte sospeso in metallo in Italia, il più lungo fino ad allora esistente se si tiene conto solo della parte sospesa. Tale opera fu progettata dall' architetto Luigi Giura, che tra l' altro inventò la particolare lega metallica che ne rese possibile la realizzazione.

Questo è solo un esempio di ciò che andrebbe scritto su un Regno che è da sempre additato come terra di degrado e di arretratezza al solo scopo di annientare la coscienza di un Popolo e di far apparire salvifica l' "epopea" risorgimentale. Sicuramente il blocco dell' articolo ostacola la stesura di questa importantissima pagina della storia italiana.


Il blocco dell'articolo è soltanto temporaneo e dipende da alcuni interventi (alcuni sono tuoi, mi pare) non in linea con le politiche di Wikipedia. Leggere la documentazione (es. NPOV, Aiuto:Cosa mettere su Wikipedia, Portale:Comunità) può aiutare a capire meglio come gestire un articolo evitando guerre di modifiche.
Per quanto riguarda le proposte di aggiunta al testo, le prenderò in considerazione, ascoltando il giudizio di quanti ne sanno più di me sulla storia (praticamente tutti), solo quando il testo proposto sarà adeguatamente corretto e wikificato, tenga conto delle convenzioni relative alla punteggiatura ed all'uso degli spazi.
--M/ 16:57, Nov 29, 2004 (UTC)

[modifica] Qualche nota in calce a Regno delle Due Sicilie

Buongiorno a tutti e buon anno in primis. Sono appena entrato in wikipedia e sin qui ho cercato di capire come portare un contributo. Intanto, qualche curiosità sui doppi toponimi, decisamente una prerogativa della Due Sicilie. Come i + anziani ricordano, esistevano gli Abruzzi cioè Abruzzo Citeriore ed Abruzzo Ulteriore, le Calabrie i.e. Calabria Citeriore ed Ulteriore, le Puglie e cioè Capitanata, Terra di Bari, Terra d'Otranto. Infine, la Campania, puramente e semplicemente non era un toponimo in uso: i territori ad essa corrispondenti erano Napoli, Terra di Lavoro,ben più vasta dell'attuale comprendendo il Basso Lazio e le Isole Ponziane (non Pontine, per carità), i Principati ovvero Principato Citra e Principato Ultra (ci risiamo con i toponimi doppi...). Non mi meraviglia che su questa pagina gravi un blocco: in effetti si tratta di un argomento sul quale soltanto oggi si sta avviando una riflessione seria e , questo è il punto, troppe sono le incongruenze che emergono rispetto alla vulgata ufficiale . Concordo in pieno con Fra Diavolo, ma vorrei provare a ricercare con il vostro aiuto un modo neutro per quest'argomento. Per esempio, come potremmo indicare obiettivamente e neutralmente questi episodi del Risorgimento coevi?

Vale anche qui la risposta riportata negli interventi soprastanti: i contributi proposti per l'inserimento nella voce, se corretti e caratterizzati da un punto di vista neutrale, saranno inseriti nell'articolo. PS: gli interventi nelle pagine di discussione dovrebbero essere firmati. Ciao, M/ 10:26, Gen 5, 2005 (UTC)

[modifica] Regno delle Due Sicilie

Proseguo e completo il mio intervento, rimasto monco per errato invio in fase di redazione del medesimo. * Primo episodio: Nel 1849, in adesione alle clausole armistiziali che prevedevano l'occupazione austriaca di Genova (ricordiamo per inciso che da pochi decenni i Genovesi avevano perso la propria indipendenza...) le navi sarde bombardarono Genova ribellatasi all'ipotesi di ritrovarsi truppe austriache in casa; per il rispetto delle clausole d'armistizio re Vittorio Emanuele II fu detto re galantuomo. Secondo episodio: Nel 1849, nel quadro della riconquista della Sicilia (territorio giuridicamente parte dello Stato duosiciliano), le navi napolitane bombardarono Messina (rectius, controbatterono al tiro degli insorti, barricati alle porte della città che era in mano ai napoletani...) e, per tale ragione re Ferdinando II fu detto re bomba. Sorge un dubbio, i cannoni sardi erano caricati a giandujotti ? Mi scuso per la mancanza della firma dovuta a crassa e non risolta ignoranza della produzione della tilde dalla tastiera, gradito aiuto.

Per la firma, oltre a farsi riconoscere dal sistema (Entra o crea un nuovo accesso), si possono utilizzare uno dei seguenti tre metodi: il penultimo pulsante della barra in alto, quattro volte l'ultimo dei caratteri speciali posizionati sotto il pulsante "Salva la pagina", quattro volte la sequenza "Alt-126". Il testo proposto è bene che sia wikificato. Ciao, M/ 12:22, Gen 5, 2005 (UTC)

--82.51.95.113 15:21, Gen 9, 2005 (UTC)

Sei sicuro che la definizione di re galantuomo fu assegnata come tu descrivi? Perchè sembra quasi gli fu assegnata dagli austriaci: è così?
Non conosco i dettagli degli effetti del bombardamento di Messina, ma so che a Genova fu bombardato anche un ospedale (facendovi molte vittime) e, a quanto ne sapevo io, fu presa a cannonate dall'artiglieria dei bersaglieri, sistemata sulle colline che circondano la città. Ora leggo da te del bombardamento navale (che a me non era noto: chiarimenti?). La città, una volta occupata, subì una punizione collettiva e fu abbandonata al saccheggio dei benemeriti soldati con le piume in testa (vedi mia aggiunta in proposito in Vittorio Emanuele II di Savoia). Grazie per gli eventuali chiarimenti. --Piero Montesacro 11:23, 18 gen 2006 (CET)

[modifica] REGNO DELLE DUE SICILIE

Regno delle Due Sicilie è la denominazione ufficiale dello Stato che comprendeva il Meridione continentale d'Italia e la Sicilia, assunta nel 1815 con il Trattato di Casalanza che sanciva l'uscita di scena di Gioacchino Murat e la definitiva chiusura del Decennio Franese a Napoli.

Il Re, Ferdinando I di Borbone Napoli, già Ferdinando IV di Napoli e Ferdinando III di Sicilia, intese infatti riaffermare l'indivisibilità dello Stato formato da Regno di Napoli e Regno di Sicilia di fronte alle Potenze che col Congresso di Vienna avevano messo mano al riassetto europeo post Napoleone.

La preoccupazione era concreta, dal momento che le Due Sicilie perdevano definitivamente la sovranità su Malta e sullo Stato dei Presidi, proprio in questo riassetto.

L'origine della locuzione Due sicilie è però molto più antica, risalendo ai Vespri Siciliani del 1282 che segnarono la fine della sovranità angioina in Sicilia e il subentro degli aragonesi.

Le due Dinastie, D'Angiò e Aragona si fronteggiarono per 160 anni, entrambe qualificantesi regnanti di Sicilia (intesa come insulare e continentale unite)

Le concrete necessità (in specie amministrative e diplomatiche) sfociarono nell'artificio giuridico di definire al di qua e al di là del Faro (sullo Stretto di Messina) i territori contesi.

La secolare diatriba si risolse quando Alfonso V d'Aragona, adottato dalla Regina Giovanna II, ultima sovrana angioina, assunse il titolo di Rex Utriusque Siciliae, entrando in Napoli il 12 giugno 1442, confermata nel ruolo di capitale dei Regni, attribuito dagli Angioini.

Da rimarcare che, proprio lo spostamento della capitale da Palermo a Napoli era stata la causa della rivolta siciliana.

Ma, estinta la dinastia aragonese nel 1496, dopo un periodo di torbidi e congiura baronali, nel 1503 Napoli e Sicilia diventarono parte dei domini della Corona spagnola, distinte nei Viceregni di Napoli e di Sicilia.

La Guerra di successione spagnola portò nel 1707 Napoli sotto l'Austria. Sorte analoga per la Sicilia, dopo una parentesi fugace (7 anni) di dominio del Duca di Savoia Vittorio Amedeo II (assurto così a dignità regia) che ottenne di permutarla con il Regno di Sardegna.

Invece la Guerra di successione polacca consentì a Carlo di Borbone (figlio di Filippo V di Borbone Spagna e Elisabetta Farnese) la conquista delle Corone di Napoli e Sicilia nel 1734.

Carlo, anche a Napoli noto come Carlo III (ordinale che gli spetta come Re di Spagna dal 1759 mentre a Napoli sarebbe Carlo VII), oltre a dare nuovo lustro al territorio, specie alla Capitale, rimise in auge l'antica denominazione Due Sicilie, peraltro mai scomparsa.

Infatti, già ben prima del 1815, in piena epoca vicereale, i Sovrani spagnoli mantenevano nella monetazione napoletana e siciliana la scritta Rex Utr.Sic. che ritroveremo regolarmente nella monetazione borbonica sino al 1860 e a partire dal 1734, pur restando le distinzioni fra onze in Sicilia e ducati a Napoli, per limitarci alle principali monete.

L'ambasciatore inglese, Sir William Hamilton, nei suoi rapporti (1765 e segg.)usa la locuzione Kingdom of the two Sicilies e, riferendosi al Re, his Sicilian Majesty.

Ancora, nel 1769 il grande cartografo padovano Antonio Rizzi Zannoni fu incaricato della preparazione dell'atlante geografico del Regno di Napoli, articolato su 31 fogli per la parte continentale e 13 per la Sicilia, mentre la carta di unione, risalente al 1801, recita testualmente: "distribuzione dei fogli dell'Atlante geografico delle Due Sicilie".

L'utilizzo non sporadico e/o occasionale dei termini Napoli e Sicilia per indicare l'intero Stato inducono a qualche cautela circa rigide catalogazioni della storia del Reame, e altrettanto si dica per l'episodio della Repubblica Partenopea e la parentesi del Decennio.

Per analogia, si pensi all'Italia, passata nel volgere di 85 anni da monarchia a repubblica: di certo sia la Repubblica di Salò che il Regno del Sud restano nell'ambito della Storia d'Italia. Semmai in chiave di lettura maliziosa, i Borbone erano consapevoli dell'estrema sensibilità i Siciliani circa la distinzione fra i Regni nonché del fatto che ben poco avevano gradito il trasferimento da Palermo a Napoli della Capitale e, quindi una certa vaghezza in tema poteva risultare opportuna.

Non a caso la Sicilia, in particolare nelle crisi del '48 e del '60 fu il tallone d'Achille del Regno che, comunque, nei 127 anni di vita conobbe un notevole sviluppo, collocandosi all'avanguardia in numerosi settori fra gli Stati preunitari.

Anche tralasciando la straricordata prima nave a vapore (1818) nel Mediterraneo e la prima ferrovia (1839) italiana, l'elenco è di tutto rispetto:

  1. 1754 Istituzione della prima Cattedra di economia
  2. 1832 Primo ponte sospeso in ferro nell'Europa continentale
  3. 1840 Prima fabbrica metalmeccanica a Pietrarsa (il progetto fu ripreso tal quale dai Russi a Kronstadt. Nel 1855 i Reali napoletani fornirono ai "cugini" sabaudi i piani di Pietrarsa,gratuitamente.Fu così realizzato l'Ansaldo,in dimensioni più ridotte)
  4. 1841 Primo osservatorio vulcanico sul Vesuvio, nel mondo.Quando - anni 30 del secolo XX - gli USA vorranno creare un'analoga struttura per lo studio dei vulcani delle Hawaii si rifaranno a quel modello.
  5. 1852 Primo telegrafo elettrico in Italia
  6. 1852 primo bacino di carenaggio in muratura in italia.

Non meno interessante fu l'esperienza, prettamente illuministica, di San Leucio con una legislazione sociale assolutamente in anticipo sui tempi. Nel campo culturale si può ricordare che il Teatro di San Carlo(1737) rappresenta, per tipologia e dimensioni, il prototipo del teatro operistico in Italia e non solo.

Premesso che a metà 800 le Due Sicilie - nel confronto con le Potenze europee - NON erano industrializzate, quando nel 1861 i nuovi governanti effettuarono il primo censimento dello Stato Italiano, le Provincie meridionali, con il 42% della popolazione complessiva avevano il 44% del totale degli addetti alle industrie.


segue bibliografia.

A.Cutolo GIOVANNA II Ed. De Agostini 1968

G.Pagano&V.Giura (a cura) L'ITALIA DEL II SETTECENTO NELLE RELAZIONI SEGRETE DI W.HAMILTON... Ed.Scientifiche Italiane 1997

H.Acton I BORBONI DI NAPOLI Ed.Giunti/Martello 1960

H.Acton GLI ULTIMI BORBONI DI NAPOLI Ed.Martello 1973

A.Servidio L'IMBROGLIO NAZIONALE A.Guida Editore 2002

F.Patturelli CASERTA E SAN LEUCIO Napoli dalla Stamperia Reale 1826

A.Mangone L'INDUSTRIA DEL REGNO DI NAPOLI 1859-1860 F.Fiorentino Ed. 1976

L.De Matteo NOI DELLA MERIDIONALE ITALIA Ed.Scientifiche Italiane 2002

Formicola/Romano L'INDUSTRIA NAVALE DI FERDINANDO II DI BORBONE Fiorentino Ed_ s.d.

[modifica] Commenti

Commento al contributo di Speciale:Contributions&target=82.51.95.113.

Oltre ad apportare le correzioni necessarie, ti suggerisco di togliere i commenti e rendere il testo maggiormente enciclopedico. Controlla i paragrafi che iniziano con "#", trovi le indicazioni in Aiuto:Come si modifica una pagina. Ciao, M/ 15:29, Gen 9, 2005 (UTC)

[modifica] Nome articolo da cambiare

Da spostare a Regno delle due Sicilie (due minuscolo). Per il momento, essendo l'articolo bloccato, ho creato un redirect. Marcok 10:36, Gen 12, 2005 (UTC)

Non sono d'accordo con il due minuscolo... In effetti il Due fa parte del nome 'vero e proprio', non è che le 'Sicilie' siano effettivamente due... (si parla anche di regno Duosiciliano) Comunque, se nonostante ciò, vi sono delle convenzioni di wiki che dicono diversamente, discutiamone. Bye. Retaggio 11:07, Gen 12, 2005 (UTC)

PS - Quanto alla 'durata storica' del nome Due Sicilie, non penso dovremmo estenderla a prima del 1816, ecluso il periodo di Alfoso d'Aragona. Sebbene il nome fosse comunemente in uso, tale nome comincia formalmente ad indicare uno stato nel 1816 (tanto che il re cambiò il suo ordinale). Prima di quella data dovremmo più correttamente parlare di Regno di Napoli, Regno di Sicilia, Vicereame di Napoli e Vicereame di Sicilia. Ovviamente IMO. Bye. Retaggio 11:07, Gen 12, 2005 (UTC)


--Emmeauerre 17:32, Gen 12, 2005 (UTC) D'accordo con Retaggio, correttamente si deve parlare di Due Sicilie. Non concordo, invece, sulla "durata storica" dal momento che è forse un po' riduttivo parlare di "comunemente in uso" per un locuzione correntemente usata nelle relazioni internazionali e regolarmente incisa sulle monete dei due Regni. D'altro canto, il lettore poco addentro a questi aspetti potrebbe incontrare qualche difficoltà nel ricostruire la storia di quelle terre. Per questo sarebbe opportuno legare opportunamente le diverse locuzioni, con rimandi per coloro che volessero approfondire. Che ne dite?

D'accordo con Emmeauerre sui rimandi e link da inserire per 'chiarire' alcuni aspetti non 'immediati' della storia meridionale. Stiamo attenti comunque a non mischiare notizie di stati diversi che avevano comunque storie, epoche e finalità diverse. È vero che un 'lettore poco attento' potrebbe cercare notizie su Masaniello in questo articolo, ma dovrebbe trovarci soltanto un link che lo rimandi alla pagina specifica oppure al Vicereame di Napoli. Così ad esempio per Giovanna la pazza (Regno di Napoli), piuttosto che per Federico II (Regno di Sicilia), oppure per la Sanfelice (Repubblica Partenopea). Quanto alla effetiva 'nascita' delle Due Sicilie, cerchiamo delle fonti autorevoli e discutiamone: formalmente il regno nasce nel 1816 e dura 45 anni, ma se vogliamo indicare diversamente (o fare dei link) ci possiamo ragionare sopra. Bye. Retaggio 08:23, Gen 13, 2005 (UTC)

PS - Credo sia ora di chiedere a qualche admin di eliminare finalmente il blocco su questo articolo: dal tono di questa discussione mi sembra ormai che ci sia un 'buon' gruppo di persone disposte a ragionare su questo tema, in grado di tener testa anche ai (purtroppo frequenti) interventi vandalici o non NPOV già visti. È giunta l'ora di trasformare questa discussione in produttiva oltre che accademica. Saluti a tutti. Bye. Retaggio 08:23, Gen 13, 2005 (UTC)

Sono positivamente colpito dalla vivacità di questa discussione e credo, in linea con gli altri utenti, che sia ora di eliminare il blocco dell' articolo; dopotutto quelli che sono stati definiti interventi vandalici hanno sortito l' effetto di far nascere questo costruttivo dibattito.

Per quanto riguarda il periodo storico da trattare sotto la voce "Regno delle Due Sicilie", propongo di ricomprendervi tutto il regno borbonico (quindi anche il periodo 1734-1816), ciò soprattutto perché è riscontrabile una quasi totale continuità tra il periodo precedente e quello successivo all' esperienza bonapartista (muta il nome non lo Stato).

P.S. Altra proposta: parliamo di Repubblica Napoletana, la Repubblica Partenopea non esiste in alcun atto ufficiale dell' epoca.--Frà Diavolo 12:36, Gen 13, 2005 (UTC)

Tolto il blocco alla pagina (però la tengo d'occhio!) - Gac 13:56, Gen 15, 2005 (UTC)


--Emmeauerre 10:16, Gen 16, 2005 (UTC)

[modifica] DUE SICILIE Ulteriori considerazioni sulla denominazione

Carlo d'Angiò, capostipite della Dinastia Angioina (nonchè fratello di Luigi IX Re di Francia, nonché "giustiziere dell'ultimo Svevo, Corradino,per una rapida focalizzazione), trasferì la capitale da Palermo a Napoli con grandissimo malcontento dei Siciliani (1265). Infatti, circa 20 anni dopo, l'ostilità siciliana esplose nei Vespri (1282) che segnarono la fine degli Angioini nell'isola. Ma, tornando al 1265, il neo-Papa Clemente IV definisce Carlo d'Angiò - nella Bolla di investitura - "Re d'amendue le Sicilie", ben prima, quindi della nascita di due Regni. Volendo porre un punto fermo alla questione, questa è la sequenza cronologica:

  1. 1140 Regno di Sicilia, con capitale Palermo, si estende anche al Meridione continentale grazie a Ruggero il Normanno.
  1. 1265 Carlo d'Angiò si insedia e trasferisce la capitale a Napoli: il Regno mantiene la denominazione originaria, ma nell'uso comune - sempre per l'intero territorio - viene detto Regno di Napoli.
  1. 1282 Gli Angioini, pur ridotti al solo territorio continentale, si definiscono Re di Sicilia come i loro avversari aragonesi.
  1. 1302 Con la pace di Caltabellotta viene ufficializzata la spartizione, Napoli agli Angioini, Sicilia agli Aragonesi. La Sicilia aragonese assunse la denominazione di Regno di Trinacria mentre il meridione continentale si chiamò Regno di Sicilia.
  1. 1442 Alfonso V d'Aragona estende la sovranità su Napoli, assumendo il titolo di Rex Utriusque Siciliae.
  1. 1503/1734 I Sovrani di Spagna che governano - con distinti Vicerè - Napoli e Sicilia, assumono il predicato di Re delle Due Sicilie citra et ultra.
  1. 1734/1861 I Sovrani del casato Borbone Napoli si qualificano sin dal capostipite Re delle Due Sicilie Nel 1816, sia per ragioni di ordine interno (sbarazzarsi, senza troppi clamori, della Costituzione Siciliana ed estendere all'isola le innovazioni legislative e amministrative introdotte nel c.d. Decennio Francese) sia di ordine esterno per riaffermare l'indivisibilità dello Stato meridionale, i due Regni lasciano il posto ad un'unica struttura statale, le Due Sicilie.

Tanto, solo per sottolineare l'esigenza di un criterio che contemperi la opportunità di offrire un quadro d'insieme della storia unitaria del più antico Stato italiano senza perdere di vista le specificità dei due Regni,che, comunque, anche nei periodi di maggior separatezza si condizionarono a vicenda, non foss'altro perché entrambi aspiravano a rappresentare l'intero. In ogni caso,si dovrebbero escludere trattazioni a sé stanti per Repubblica Napoletana e Decennio Francese, preferendo ampie finestre nell'ambito unico dello Stato meridionale la cui storia - d'accordo - ha presentato numerose facce.


Alcune note in calce a Regno delle Due Sicilie

Apporterei qualche piccolo ritocco: "il re Ferdinando IV di Borbone Napoli" è la dicitura corretta e, forse foneticamente più gradevole.

"periodo di sovranità borbonica". Il termine dominazione ha una connotazione negativa ben precisa, direi.

"Il nome....trarrebbe origine addirittura...." essendo infatti documentata la denominazione "amendue le Sicilie" nella Bolla pontificia di investitura di Carlo d'Angiò (1265) è preferibile il condizionale, eventualmente integrato da un brevissimo cenno alla Bolla.

I termini "al di qua" ed "al di là" del Faro non erano quelli usati da entrambi i contendenti, semmai solo dagli angioini che potevano per Napoli riferirsi ad una Sicilia al di qua del Faro.

Attenzione, Alfonso d'Aragona assunse il titolo di Rex utriusque Siciliae ma non usò la locuzione Regno delle Due Sicilie. Il termine non andò affatto in disuso dal momento che tutti i Sovrani spagnoli,nel periodo di dominazione (qui sì, è appropriato) si dissero Re delle Due Sicilie. A questo proposito, da un punto di vista giuridico, i Regni di Napoli e di Sicilia furono amministrati da Vicerè in nome e per conto dei Reali spagnoli. La terminologia Viceregno o Vicereame è moderna e, giuridicamente, non significa niente.

Altrimenti, per analogia, un Comune temporaneamente retto dal Vicesindaco diventa Vicecomune ?

In effetti, fermo restando l'accenno sintetico alle varie denominazioni,varrebbe la pena fare un articolo specificamente sul tema, dato che non manca materiale.

Le diverse monetazioni avevano però corso legale in entrambi i "Reali Dominii".

Non sarebbe il caso, circa i primati del Regno di spendere qualche parola in più?

Mi sto accorgendo di una cosa, forse non sono adatto a Wikipedia perché non me la sento tanto di andare a "pastrugnare" nel lavoro di altri, però ci vorrebbero delle modifiche...se siete d'accordo farei qualche piccolo intervento, ditemi voi. Bye. --Emmeauerre 00:06, Gen 21, 2005 (UTC)


Prego pastrugnate gente, pastrugnate. Bye. Retaggio 08:15, Gen 21, 2005 (UTC)

P.S. - Creato un 'disambigua' per Carlo di Borbone. Vedete se è OK. Bye. Retaggio 08:44, Gen 21, 2005 (UTC)


Ok per i vostri ultimi interventi, veramente appropriati per la forma. Il mio ultimo è un microintervento, corretto un Barnardo in Bernardo, chiaro errore di battitura. Mò vi saluto, devo andare a ballare (il tango argentino...), altrimenti la mogliera si incavola.--Emmeauerre 20:02, Gen 21, 2005 (UTC)

[modifica] Origine del nome

Ciao a tutti.
L'argomento "Regno delle Due Sicilie" è tanto interessante
quanto complesso. Comprendo bene l'impegno necessario per rendere
il testo facilmente leggibile, sintetico ed esaustivo.
Per quanto riguarda l'origine del nome, forse andrebbe
fatto cenno agli avvenimenti che nacquero con i c.d. vespri siciliani
e si conclusero a Caltabellotta.
In vero, furono gli accordi sottoscritti a Caltabellotta che, di fatto,
divisero in due parti il Regno che fu di Federico II,
non la rivolta dei palermitani.
Leggo, ancora, di "una fugace apparizione dei Savoia".
Forse sarebbe il caso di fare un cenno più preciso
di questo avvenimento, riferendo delle circostanze
che portarono i Savoia a reggere la corona di Sicilia (dal 1713-pace di Utrecht)
e di quelle che indussero, successivamente, Vittorio Amedeo II
a scambiare il Regno di Sicilia con quello di Sardegna (nel 1720-pace de l'Aja).
Che ne pensate ?
Cordiali saluti.


In verità, gli accordi sottoscritti a Caltabellotta
fecero tutt'altro che ufficializzare la separazione
dei due Regni. Fu stabilito soltanto una assegnazione
temporanea del Regno di Sicilia a Federico III d'Aragona.
Nel senso che alla morte di quest'ultimo l'isola
sarebbe tornata, a tutti gli effetti, sotto il governo
degli angioini di Napoli.
In altri termini, gli angioini non avevano affatto rinunciato
al loro dominio sulla Sicilia.
Ecco perché sarebbe opportuno parlare di una
separazione "di fatto" e non "ufficiale".
Per quanto riguarda i Savoia, concordo. Ma allora
occorrerebbe eliminare dal testo tutto il periodo:
"In seguito .......... dei Savoia)".
O no ?
Saluti cordiali.

[modifica] Pace di Caltabellotta

Salve a tutti. Ripensando alla Pace di Caltabellotta, credo non sia sbagliato (anzi) dire che ufficializzò la separazione dei due Regni. Se ufficializzare vuol dire: rendere noto qualcosa deciso precedentemente, la Pace di Caltabellotta ufficializzò la separazione dei Regni, anche se, nelle intenzioni dei protagonisti doveva trattarsi di separazione solo temporanea. Resto, in ogni caso, del parere che bisogna approfondire altrove tale argomento e quello della fugace apparizione dei Savoia. Perdonate questo mio parziale cambio d'opinione. Buon lavoro.--Frà Diavolo 12:11, Gen 31, 2005 (UTC)

D'accordo con Frà Diavolo riguardo la pace di Caltabellotta. (Sebbene abbia fatto io stesso un intervento di senso opposto, ho cambiato idea al riguardo).
Per quanto riguarda il periodo dei Savoia in Sicilia, credo che in questo articolo non dovremmo andar oltre dei brevi cenni. Qualche notizia di maggior dettaglio penso potrebbe essere inserita in un articolo relativo al periodo di Viceregno, in quanto (seppure non completamente corretto) il periodo è temporalmente inserito tra il Viceregno spagnolo e quello (breve) austriaco. In questo articolo (Regno delle Due Sicilie) credo (per 'facilità' di lettura) che non dovremmo inserire notizie anteriori al 1734, escluso 'cenni', link e 'rimandi'.
Comunque pensiamoci ancora. Bye. Retaggio 13:52, Gen 31, 2005 (UTC)

[modifica] Qualche doverosa precisazione

Credo che le questioni sollevate da Silla e Frà Diavolo siano fondate. Dovremmo comunque concordare sul metodo. Ho parlato di "fugace apparizione dei Savoia" perchè, la brevissima permanenza e l'assenza di attività incisive (le cose non sono antitetiche...), escluderebbero - in quel contesto - la necessità di dilungarsi. Tanto più, immagino (onestamente, non sono andato a vedere) che, sub Savoia, l'evento che assicurò al casato la dignità regia è stato (è..sarà) adeguatamente trattato. Nel caso, ma sono disponibile a rivedere la mia posizione, sarebbe solo una digressione. Più articolato il discorso sull'origine del nome che, sempre in questa pagina, ho affrontato al punto 1.2 il 16 gennaio, attirando l'attenzione su un documento non secondario, la Bolla pontificia di investitura di Carlo d'Angiò, in cui si parla di "amendue le Sicilie". Il fatto che l'espressione venga usata da chi si attribuiva il potere di legittimare i sovrani (non a caso tali "per grazia di Dio") in un momento (1265) anteriore anche ai Vespri, mi sembra meritevole di un ulteriore approfondimento, al di fuori dell'articolo, per non appesantirlo.Bye.--Emmeauerre 13:31, Gen 31, 2005 (UTC)

Salve, visto che praticamente siamo tutti d'accordo, ho provato a risistemare l' origine del nome. Naturalmente se non va bene possiamo sempre tornare alla versione precedente. Mi scuso ancora per il tempo fattovi perdere in una faccenda di pura forma. Saluti--Frà Diavolo 14:52, Gen 31, 2005 (UTC)

[modifica] Ultima modifica di Fra' Diavolo

Sono piuttosto perplesso, non per la sostanza quanto per la forma. Concetti quali "autarchia" e "nazionalizzazioni" non mi sembrano pertinenti. Si deve considerare che nelle Due Sicilie lo Stato era propenso ad intervenire in quelle iniziative che ravvisava come strategiche,però lasciando all'iniziativa privata, anche negli stessi settori, campo libero in seconda battuta.

Emblematico il caso delle ferrovie: concessione ai privati per la costruzione della rete (comunque secondo i programmi governativi) e l'esercizio della stessa, ma intervento diretto dello Stato a monte.

Infatti, lo stabilimento di Pietrarsa sorse al precipuo fine di produrre in loco (su licenza inglese)locomotive, carrozze,nonchè macchine a vapore per il settore navale ma anche per creare una nuova categoria di lavoratori specializzati per affrancarsi dalla dipendenza dall'estero (Inghilterra in specie).

Curiosamente, tutto ebbe origine dalla crisi degli zolfi, allorchè Ferdinando apprese con disappunto che l'atout che riteneva di avere in una disputa che la presenza dell'Home Fleet spingeva allo showdown militare, e cioè il disporre delle uniche navi militari a vapore nel Mediterraneo, si rivelò una scartina. Infatti, il personale di macchina, britannico, fece sapere che mai e poi mai avrebbe portato le navi borboniche a impegnare quelle della loro madrepatria.

Le Due Sicilie non pensarono mai a una nazionalizzazione degli zolfi (unica risorsa che, per facilità di estrazione, aveva assunto rilevanza internazionale, per quei paesi che avevano già avviato un'industria di rilievo, cioè Inghilterra e Francia) ma solo a venderli a migliori condizioni.

I trattati di commercio in essere sia con i Paesi europei, Impero ottomano e russo, Stati Uniti, Brasile e via dicendo non credo si concilino con tendenze autarchiche, non pensi?--Emmeauerre 13:47, Feb 1, 2005 (UTC)


[modifica] il 1848 a Napoli

Allora, 82.55.69.110 sono sempre io, non mi va l'anonimato. Però mi sta venendo un dubbio, sto forse contravvenendo a qualche regola? Infatti, è la terza volta che metto giù questa precisazione in questa pagina. Una prima volta è andata a beatissime donne perché doveva esserci un po' di traffico, il collegamento era lentissimo e infine impossibile. Però, poco fa, era andato, almeno così mi è parso...non è stato per caso cancellato ? In sostanza. oltre a qualificarmi, volevo giustificare l'intervento. Penso infatti che il 1848 vada opportunamente trattato e contestualizzato sia a livello italiano che europeo. Ho tentato, ma non mi soddisfa troppo, di evidenziare, anche nella sequenza temporale, avvenimenti e prese di posizione da parte dei principali "attori". Noto infatti che se proviamo a mettere in fila gli eventi più significativi di quei mesi, la classica lettura ufficiale "giuramento/tradimento/repressione" appare alquanto riduttiva. A solo titolo d'esempio, dopo il 15 maggio come noto fu sciolto il Parlamento ma, ristabilito l'ordine anche nelle provincie, il 15 giugno furono nuovamente convocati i comizi elettorali e il 1° luglio 1848 si tenne la prima seduta del Parlamento. Inoltre, i deputati erano, in massima parte quelli eletti nel precedente aprile. Mi piacerebbe sentire in tema gli amici Retaggio (bentornato!), Fra' Diavolo (siamo fermi a "nazionalizzazione" e "autarchia", che vogliamo fare?) e Lucio Silla.--Emmeauerre 17:08, Feb 3, 2005 (UTC)

D'accordo con Emmeauerre sul '48, da ampliare riguardo la nuova convocazione e 'rinvio' del parlamento. Vorrei anche porre una questione minore (a Fra Diavolo): stavo per cambiare le parole "inutili e falsi pettegolezzi" riguardo Settembrini, poi mi sono (temporaneamente) fermato. Seppur non 'sbagliato', vorrei trovare una forma più 'enciclopedica' e meno da 'gossip'... Cosa ne pensate? Bye. Retaggio 11:08, Feb 4, 2005 (UTC)

Salve a tutti, ho provato a sistemare le frasi contestatemi, naturalmente non avrei avuto nulla da obiettare se le avessi trovate modificate (anzi)...purtroppo in questi giorni non ho tanto tempo da dedicare a wiki, mi sto limitando a dare un'occhiata alle ultime modifiche. Ciao e buon lavoro.--Frà Diavolo 12:02, Feb 4, 2005 (UTC)

[modifica] Al di qua o...al di là..? ah, saperlo, saperlo..

Caro Lucio, no, stavolta non è opinabile, o di qua, o di là...non sono d'accordo sulla tua correzione. Ma non vado a correggere perché ne voglio prima ragionare.

Per prima cosa, dobbiamo stabilire il "punto di vista" di chi ha usato questa terminologia. Ebbene,furono gli Angioini ad introdurla, ovviamente DOPO aver perso la Sicilia Sicilia che, per l'appunto, diventò "real dominio al di là del Faro".

E, del resto, se ci pensi facendo riferimento a quel momento storico, gli Aragonesi subentrati agli Angioini non si vedevano ancora sicuri nel nuovo dominio (ne fanno fede i termini della pace di Caltabellotta che, in pratica equivalevano a dire "be', per ora restate pure, ma sia chiaro, siamo noi Angioini a concederlo, poi tutto deve tornare come prima..."). Difficile, quindi, che impiegassero una dizione sicuramente provocatoria, in quella fase.

La terminologia si è poi così radicata nell'uso da permanere anche durante il periodo borbonico e qui disponiamo di ogni sorta di documento a soccorrerci. Il caso vuole che qualche tempo fa, su una bancarella di Ancona abbia trovato, in ottime condizioni un volumetto intestato "Collezione delle leggi e de' Decreti Reali del Regno delle Due Sicilie - Anno 1852" - Semestre II da luglio a tutto dicembre. Napoli Dalla Stamperia Reale 1852. In pratica, la raccolta semestrale di quella che oggi è la Gazzetta Ufficiale.

In una congerie di provvedimenti, dai più minuti a quelli di peso (fra l'altro i criteri fissati per il regolamento edilizio di Messina, assolutamente moderni..) troviamo il "Decreto che fissa la contribuzione fondiaria né reali dominii al di qua del Faro per l'anno 1853" che vengono nel corpo del provvedimento analiticamente indicati: Napoli, Terra di Lavoro, Principato citeriore, Basilicata, Principato ulteriore, Capitanata, Terra di Bari, Terra d'Otranto, Calabria citeriore,Seconda Calabria ulteriore, Prima Calabria ulteriore, Molise, Abruzzo citeriore, Secondo Abruzzo ulteriore, Primo Abruzzo ulteriore.

Penso che l'argomento sia esaurientemente sviscerato, ti pare? O avevi qualche diversa risultanza? Ciao.--Emmeauerre 13:33, Feb 4, 2005 (UTC)

Per Retaggio, grazie, la forma è nettamente migliorata. Ho solo fatto un piccolissimo ritocco,"sostanzialmente sul mercato interno" invece che "anche sul mercato interno" che presupporrebbe una presenza di manufatti italiani sui mercati esteri (a parte le produzioni agricole).Bye.--Emmeauerre 13:50, Feb 4, 2005 (UTC)


Ciao.
Una precisazione preliminare.
Ho effettuato la modifica senza prima aver aperto
il dibattito, in quanto, in un recente passato,
(vedi pagina di discussione di Valentiniano II),
avendo aperto il dibattito prima di una modifica,
sono stato cortesemente invitato ad evitare tale procedura.
Sarebbe il caso di trovare una linea univoca.
Ciò detto, chiarisco subito che la dicitura da me
introdotta in variazione della precedente discende dalla
consultazione di tre Atlanti storici più un testo e non ho ancora
completato la consultazione di altri testi in mio possesso.

  • Atlanti:
  1. Touring Club Italiano, ediz. 1997, pag. 49
  2. De Agostini per Panorama, ediz. 2003, pag.162
  3. Ist. Geogr. De Agostini, ediz. 2004, pag. 241
  • Testo
  1. Montanelli, Storia d'Italia, Ediz. RCS 1997, Vol. 2°, pag.22

Tutte le cartine presenti negli atlanti citati,
nonché quella presente nel testo, concordano nel
denominare l'Italia meridionale peninsulare come
"Regno di Sicilia al di là del faro".
Posso scannerizzare le immagini e inviartele via
e-mail se mi fornisci l'indirizzo.
Sarebbe più difficile, per ovvie ragioni di
violazioni di copyright, utilizzare it.wiki.
In vero, ho anche ragionato un po'.
Se parliamo di Regno di Sicilia al di qua o
al di là del faro, mi sembra più logico che il punto
di vista sia (ora come allora) la Sicilia e non Napoli.
Se è vero ciò, il "di là" dovrebbe essere
l'Italia meridionale peninsulare.
Fin qui la mia ricerca e la mia opinione.
Non conosco il volumetto da te citato.
Ovviamente chiedo lumi.
Saluti cordiali.

[modifica] Purtroppo....

Mi devi consentire, ma, purtroppo, in specie le edizioni più recenti non di questa o quella specifica casa editrice, presentano svarioni clamorosi perché è scomparsa la figura del correttore di bozze. Ora, a titolo di esempio, sono socio vitalizio nr.09711 (Club del secolo) e nr.2285759j (ordinario) del Touring Club e con questo son due anni che rilevo e segnalo inesattezze. Ti propongo un giochetto: serie "l'Italia prima dell'Italia" "Napoli,una capitale e il suo Regno" a pag. 9, cartina del Regno. Guarda, se non l'hai, consultalo in una libreria, è scoraggiante... Quanto a Indro Montanelli e la sua Storia d'Italia, brillantissimo volgarizzatore, ma spesso superficiale e legato a formule precotte.

Il volumetto è semplicemente la raccolta ufficiale degli atti ufficiali del Regno nel II semestre 1852. Domani, scannerizzo e ti invio pagina e frontespizio.--Emmeauerre 20:11, Feb 4, 2005 (UTC)

Comunque, il mio e-mail è mdangelo42@aliceposta.it. Bye

Scusa, forse sono stato un po' brusco e magari ti sarò sembrato fissato e presuntuoso. In effetti, è un po' di tempo che mi dedico alla caccia all'errore e, t'assicuro, talvolta c'è da restare sconcertati per la superficialità e la mancanza di qualsivoglia verifica. Non sono un esperto di inglese, però "giochi di ruolo" come traduzione di play role mi ha sempre sconcertato. Era forse troppo banale "parte" (intesa come ruolo in un copione teatrale...)? Da anni abbiamo avuto, e non c'è verso di correggerlo, "inciucio" come sinonimo di pastrocchio/accordo pasticciato (più o meno immondo), laddove ogni buon napoletano sa (o dovrebbe sapere) che significa "pettegolezzo". Case editrici specializzate in testi geografici viaggiano imperterrite con le Isole Pontine, laddove la corretta dicitura è Isole Ponziane, perché con l'Agro Pontino non hanno nulla a che fare, salvo lo scippo operato in epoca fascista ai danni della provincia di Caserta (soppressa). Mò, facciamo così, mandami pure tutti gli estremi di quei testi. Per quanto mi riguarda, scriverò alla Case editrici, segnalando l'erronea indicazione. Due parole, però sul tuo ragionamento. Come noto, Regno di Sicilia è rimasto come denominazione anche dopo la conquista del meridione continentale. Il problema inizia col trasferimento della capitale: tenuto conto che dal 1265 al 1861 capitale è stata Napoli e i Sovrani, ovviamente, vedono le cose dal proprio punto di osservazione (specie in monarchie assolute), sei proprio certo che i Sovrani da Napoli si vedessero come se fossero stati a Palermo ? Non ti lasciar ingannare dalla "Sicilia", anche perchè, in effetti, la dicitura corretta è "Reali dominii al di qua... e al di là". Per ora, lasciamo tutto congelato, voglio sentire anche il Direttore della Biblioteca Nazionale di Napoli, perché dobbiamo stare alla documentazione ufficiale, quando ci troviamo di fronte a problematiche del genere...(chissà cosa penseranno di noi gli altri wikipediani estranei alla diatriba..).Bye--Emmeauerre 20:11, Feb 4, 2005 (UTC)


Ciao.
Ti ho spedito le immagini della cartografia.
Penso che Montanelli si sia limitato soltanto a
scrivere i testi e non abbia mai disegnato cartine.
Nella cartografia che ti ho inviato
ho notato che mentre la dicitura "Al di là del Faro"
è sempre riportata, l'altra non è riportata
da nessuna parte, ma soltanto Sicilia-Trinacria.
Che vorrà dire?
Per quanto riguarda il volumetto sulle
contribuzioni fondiarie (che non conosco),
si potrebbe anche pensare che essendo stato
stampato nel 1852, in pieno
Regno delle Due Sicilie, cioè Regno unito
e capitale Napoli e non più Palermo,
la dicitura "al di qua del Faro", adoperata
nel volumetto, stesse ad indicare soltanto
il punto di vista geografico dalla capitale.
Diversamente non si spiegherebbe la necessità
di elencare anche le Regioni ubicate
"al di qua del Faro".
O no?
Chiedo lumi.
Saluti cordiali.

Buondì Lucio Silla (na' curiosità, ma gli altri dove si stanno nascondendo?). Stanotte, rientrato dal ballo (la moglie sul punto non transige...) ho scartabellato qualche testo ma l'argomento - che pure tante volte mi son trovato sotto al naso - sembra si sia volatilizzato, al massimo qualche indicazione ambigua. Scusa riprendo più tardi, magari passiamo sulle nostre pagine di discussione per non appesantire questa, ok?--Emmeauerre 12:44, Feb 5, 2005 (UTC)

Salve a tutti... rispondo alla Vs. curiosità: non mi sto nascondendo, sono solo un po' temporaneamente impegnato per lavoro.
Quanto alla questione del 'Faro' vi sto 'leggendo'. Anche io ho trovato riferimenti di atlanti storici (De Agostini, in particolare) che parlano di 'Trinacria' e 'Al di là' per Napoli, come se il punto di vista fosse la Sicilia (e non Napoli). È possibile anche che con i secoli il 'punto di vista' sia cambiato (diventando Napoli). Mi sto facendo l'idea che 'Regno di Sicilia al di qua del faro' e 'Reali Domini al di qua del faro' non indichino la stessa cosa; d'altra parte tra le due locuzioni ci passano quattro secoli...
Ci risentiamo comunque tra qualche giorno. Bye. Retaggio 18:16, Feb 7, 2005 (UTC)


Ho effettuato le ultime modifiche con un po' di disagio, non vorrei sembrare prevaricatore, la ricerca su l'aldiqua e l'aldilà è apertissima, però in questa voce, Due Sicilie, cioè Regno borbonico, i documenti che ho inviato per posta a Lucio Silla (sono ancora alle prime fasi per certe finezze tipo allegati) non dovrebbero dare adito a dubbi. Mi accorgo piuttosto che non ho risposto a un suo quesito, cioè il perché di un'elencazione minuziosa in un atto legislativo: proprio perché gli interessati, vuoi quali aventi diritto, vuoi perché soggetti ad obblighi devono essere certi e sicuri. Naturalmente, Amministrazioni oscurantiste, come la borbonica, si limitavano a banalissime elencazioni, prive di qualsiasi fascino. Volete mettere,quanto più belli gli atti secondo il collaudato "stile" che, talvolta, siamo obbligati a leggere ? Tanto per intenderci, un atto come il decreto sulla contribuzione fondiaria, nel "buroitalianese" sarebbe più o meno: "...soggetti all'imposizione di cui all'art. 1, le aree individuate al comma 3, art. 8 DPR 10/85 modificato ai sensi del DL 87/90 conv.L. 115 12.7.90 e integrato dal disposto....ovvero come andare avanti all'infinito senza farsi assolutamente capire". Naturalmente, mi fermo qui.--Emmeauerre 17:04, Feb 8, 2005 (UTC)

Decisamente, ieri una giornata no...chi ha letto sopra si starà chiedendo di quali modifiche stia farneticando, possibile che non le abbia salvate? O mi sono state cancellate, ma in tal caso le ritroverei in cronologia, giusto ? Le vado a inserire. bye, --Emmeauerre 11:35, Feb 9, 2005 (UTC)


[modifica] Suddivisioni del regno

Trovo l'articolo molto interessante, anche perché conosco poco la storia del Regno delle due Sicilie. Mi incuriosisce la suddivisione del regno in Terra di Lavoro, Calabria ulteriore ecc. Se posso suggerire una linea di ricerca, mi piacerebbe che venissero indicati anche i confini geografici di queste suddivisioni e magari saperne di più sulla loro funzione amministrativa. --Paolo da Reggio 11:45, Mag 2, 2005 (CEST)

Sono d'accordissimo... e ti dirò di più: se scorri questa pagina troverai due nomi di utenti "espertissimi" della questione (hanno fatto faro di Messina, per intenderci) e che non aspettano altro che qualcuno vada a "pizzicarli" sulle loro pagine utente, a "rompergli le scatole" fino a quando non ne possono più e decidono di mettersi a fare questo lavoraccio...;-)
Ah, ovviamente io non ti ho detto niente! ;-) Bye. Retaggio 23:09, Mag 2, 2005 (CEST)

[modifica] Correzione

Nel testo dell'articolo dove si dice che Amatrice e Cittaducale erano parte del Primo Abruzzo Ulteriore dovreste corregere che erano parte del "Secondo Abruzzo Ulteriore" e non del Primo.

Ciao Fernando i cui avi risiedevano nel Secondo Abruzzo Ulteriore

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