Ramesse II

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Usermaatra setepenra Ramesisu meriamun fu il terzo sovrano della XIX dinastia egizia.

Nome Horo	Giuseppe Flavio	anni di regno	Sesto Africano	anni di regno	Eusebio di Cesarea	anni di regno	Altri nomi
Kha nekhet meri maat	Harmesses Miamun	66			Ramesses	68	Ramesse II

Mummia di Ramesse II (Museo Egizio del Cairo)

Indice

1 Biografia
- 1.1 Politica estera
- 1.2 Politica interna
2 Titolatura
3 cronologia
4 Bibliografia e collegamenti esterni

[modifica] Biografia

Il nome di questo sovrano richiama alla memoria la battaglia di Qadesh ed i templi di Abu Simbel.

Figlio di Seti I e di Tuya, Ramesse II salì al trono dopo una probabile coreggenza con il padre.

Durante il secondo anno di regno dovette affrontare la minaccia dei pirati Sherden (o Shardana) che compivano incursioni nella regione del delta del Nilo; dopo averli sconfitti, Ramesse II inglobò i prigionieri nell'esercito per poi reimpiegarli come guardia del corpo personale (situazione che può ricordare la famosa guardia variaga degli imperatori bizantini).

Seguendo la linea indicata dal padre, Ramesse, pur riallacciandosi alla tradizione della XVIII dinastia, cercò di moderare il potere del clero tebano di Amon facendo precedere la sua titolatura dall'epiteto Setepenra (Eletto da Ra) e spostando la sua residenza nella regione del delta dove fece edificare, nei pressi di Avaris (la capitale dei sovrani hyksos), Per-Ramesse (Casa di Ramesse), la sua residenza.

[modifica] Politica estera

Statua di Ramesse II nel museo egizio di Torino

La politica estera di Ramesse II fu principalmente rivolta all'area mediorientale e si sviluppò attraverso una serie di campagne militari che ebbero luogo negli anni 4°, 5°, 8°, 10°, e forse 18°, di regno.

L'obiettivo primario delle prime di queste campagne fu quello di ripristinare la zona d'influenza egizia nell'area palestinese così come l'avevano delineata la politica estera e le conquiste militari di Thutmose III. Questa intenzione si scontrò con la crescente influenza del regno ittita che controllava ormai tutta la Siria settentrionale e l'intera regione di Naharina.

La battaglia cruciale di questo conflitto ebbe luogo durante la campagna dell'ottavo anno, nei pressi della città di Qaddesh. Essa vide il confronto tra l'esercito egizio comandato personalmente da Ramesse e quello ittita al comando di Muwatallish II. Della battaglia possediamo resoconti sia di fonte ittita che di fonte egizia, ed è possibile notare che entrambe le parti si attribuirono la vittoria.

Il sovrano egizio presentò la battaglia come un vittoria personale e ne fece immortalare il resoconto sulle pareti del suo tempio funerario (Ramesseum) a Menphi (Bollettino di Qaddesh e Poema di Pentar). Malgrado le affermazioni dei contendenti, gli storici sono portati a ritenere che la battaglia non ebbe vincitori, poiché nonostante Ramesse avesse fermato l'avanzata ittita il progetto di recuperare le zone d'influenza nella Siria e a Naharina non ebbe successo.

Le seguenti spedizioni militari egizie nell'area palestinese furono rivolte solamente a riportare all'ordine alcuni governanti locali, ribellatisi al controllo egizio. Il confronto con il regno ittita ebbe il suo epilogo nel 21° anno di regno di Ramesse con la stipula di un trattato di pace tra lui e Hattushilish III, succeduto a Muwatallish. Il trattato, che ci è pervenuto sia nella versione egizia che in quella ittita, prevedeva un patto di non aggressione, il riconoscimento dei reciproci confini, regole sull'estradizione dei fuggitivi ed un patto di mutua assistenza in caso di attacco da parte di terzi.

Nel corso del suo lungo regno Ramesse II intervenne anche nell'area libica per frenare i tentativi di infiltrazione delle tribù di quela regione verso il delta. A questo scopo venne anche realizzata una linea di difesa fortificata che partendo dall'area costiera di Rakotis si estendeva fino all'odierna Marsa Matruh.

[modifica] Politica interna

Ramesse II fu un grande costruttore: fece erigere numerosi templi e colossali statue di sé allo scopo di rafforzare l'aspetto divino della propria indiscutibile regalità. Tra i templi più noti enumeriamo sicuramente quello di Abu Simbel.

Nella sua attività edilizia il sovrano non si diede scrupoli nel demolire gli edifici eretti da Akhenaton (per riutilizzarne i materiali), né di deturpare le costruzioni di altri predecessori.

Tra le sue realizzazioni anche quella di Pi-Ramesse, in pratica una città eretta solamente come residenza del sovrano (la capitale dell'Egitto continuò ad essere Tebe). La nuova città sorse nel delta del Nilo non lontano dal sito di Avaris, la capitale dei sovrani hyksos della XV dinastia

Ramesse II ebbe un grande numero di mogli e concubine da cui nacque un grande numero di figli (alcuni rilievi che rappresentano la famiglia reale ne riportano più di cento); la Grande Sposa Reale di maggior importanza fu Nefertari Merenmut che venne anche divinizzata associandola alla dea Hathor.

Nel 33° anno di regno Ramesse sposò Isinofret che ebbe a sua volta il titolo di Grande Sposa Reale e poi in sequenza quattro delle sue figlie. Dopo il trattato con Hatti, sposò anche una figlia del re ittita Hattushillish che prese il nome egizio di Maat-hor Neferura anch'essa fregiata del titolo di Grande Sposa Reale.

Alla sua morte, Ramesse II fu sepolto nella tomba KV7 che si era fatto preparare nella Valle dei Re, anche se la sua mummia venne poi spostata nella tomba-rifugio di Deir el-Bahari nel corso della XXI dinastia.

Una lettura leggendaria degli scarsi dati storici in nostro possesso vorrebbe vedere in Ramesse II il sovrano egizio che nell'Antico Testamento è detto Faraone (usato come nome proprio) e citato in relazione alla migrazione delle tribù ebraiche dall'Egitto alla Palestina.