Maurizio Scelli
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Maurizio Scelli (Sulmona, AQ 28 febbraio 1961) avvocato, dapprima segretario generale dell'UNITALSI, è stato Commissario Straordinario della Croce Rossa Italiana dall'aprile 2003 fino alle nuove elezioni che si sono svolte a Roma il 10-11 dicembre 2005 e hanno portato alla nomina di Massimo Barra.
Scelli è stato candidato alle elezioni politiche del maggio 2001 con Forza Italia in un collegio di Roma, uscendone sconfitto. In seguito, nel marzo 2005, Scelli vara un movimento giovanile vicino al partito di Berlusconi. La denominazione crea problemi: prima "Forza ragazzi", poi "Onda azzurra", infine viene scelto il più neutrale "Italia di Nuovo", presentandosi come associazione esterna al movimento politico.
Il battesimo si tiene al Palazzetto dello Sport di Firenze: l'annunciata presenza, tra gli altri ospiti, di due ex-terroristi di destra, crea non poche frizioni con la presenza del Presidente del Consiglio. L'appuntamento naufraga: gran parte delle gradinate restano deserte, tanto che la partecipazione di Berlusconi resta incerta fino alla fine. Non mancano episodi di protesta all'esterno della struttura da parte di attivisti della CRI e la stessa esplicita richiesta di Scelli che non fossero presenti i quadri di Forza Italia alla manifestazione contribuisce all'insuccesso della sua iniziativa.
Scelli acuisce lo scontro con Berlusconi prima dichiarando divergenze di vedute con il Governo in materia di conduzione delle situazioni di crisi in Iraq e sulla gestione dei sequestri degli Italiani, poi, affrancandosi da Forza Italia, trasforma la sua associazione in un velleitario movimento politico, cambiando logo, ma mantenendo il nome "Italia di Nuovo". Nel dicembre 2005, Scelli fonda il partito, mirando a presentarsi alle politiche del 2006 fuori dagli schieramenti ("nè con Prodi, nè con Berlusconi") e parlando soprattutto ai giovani di solidarismo e valori etici, mirando a raccogliere 150.000 firme per puntare poi al 4% e quindi a 2.000.000 di voti.
Nel febbraio 2006 annuncia la presentazione delle liste elettorali del partito in modo autonomo sia dal centrodestra che dal centrosinistra e raccogliendo attorno a sé altre piccole formazioni politiche centriste in una "Confederazione Di Centro" (CDC) tra le quali è presente la Democrazia Cristiana di Angelo Sandri ("Democrazia Cristiana - Scudo Crociato - Libertas"). Vista però la difficoltà per il giovane e poco radicato partito di superare la soglia di sbarramento del 4% Scelli decide a fine febbraio di apparentarsi nella coalizione di centrodestra guidata da Silvio Berlusconi, abbassando così lo sbarramento al 2%.
Dopo aver presentato il simbolo tuttavia fallisce la raccolta firme necessaria per presentare le liste per un partito non presente in parlamento. L'11 marzo 2006 Scelli annuncia l'impossibilità per il partito di presentarsi alle elezioni politiche.
Nel periodo trascorso al vertice della Croce Rossa Italiana, ha visitato più volte anche le missioni all'estero. Secondo alcuni è stato un abile mediatore, capace di contribuire alla liberazione di alcuni ostaggi in Iraq, per altri ha suscitato perplessità il ruolo svolto, che ha in parte compromesso la neutralità sancita per statuto, in parte rischiato di compromettere la sicurezza dei volontari in servizio a causa della vicinanza agli ambienti governativi.
