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Maremoto dell'Oceano Indiano

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Lo tsunami in Thailandia
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Lo tsunami in Thailandia

Il maremoto dell'Oceano Indiano, del dicembre 2004, è stato uno dei più eclatanti disastri naturali registrati fra la fine del XX secolo e l'inizio degli anni 2000, causando oltre 280 mila morti. Ha avuto la sua origine e il suo sviluppo nell'arco di poche ore in una vasta area della Terra: ha riguardato l'intero sud-est dell'Asia, giungendo a lambire le coste dell'Africa orientale.

Tutto ha avuto inizio alle ore 00:58:53 UTC del 26 dicembre 2004 quando un violentissimo terremoto - circa 9,0 gradi della scala ML della magnitudo locale - ha colpito l'Oceano Indiano al largo della costa nord-occidentale di Sumatra (Indonesia).

Tale terremoto è risultato il più violento degli ultimi quarant'anni, cioè dal sisma che colpì l'Alaska (USA) il 27 marzo del 1964, ed ha provocato centinaia di migliaia di vittime, sia direttamente sia attraverso il conseguente maremoto manifestatosi attraverso una serie di onde anomale alte fino a 15 mt. che hanno colpito sotto forma di giganteschi tsunami vaste zone costiere dell'area asiatica tra i 15 minuti e le 10 ore successive al terremoto.

Gli tsunami hanno colpito e devastato parti delle regioni costiere dell'Indonesia, dello Sri Lanka, dell'India, della Thailandia, della Birmania, del Bangladesh, delle Maldive giungendo a colpire le coste della Somalia e del Kenya (ad oltre 4.500 km dall'epicentro del sisma).

Indice

[modifica] Caratteristiche del terremoto

Animazione degli tsunami nell'Oceano Indiano
Animazione degli tsunami nell'Oceano Indiano

Il terremoto è stato immediatamente avvertito da buona parte dei sismografi in attività su tutta la Terra, anche se in un primo momento gli era stata assegnata una grandezza di 6,8 gradi della scala Richter, presto corretti a 8,1. Analisi successive più approfondite hanno aumentato questa misura, in un primo momento ad 8,5 gradi, poi ad 8,9, ed infine a 9,0 gradi (equivalente a qualcosa come circa 32 miliardi di tonnellate di dinamite).

Come termine di paragone, il più violento terremoto mai registrato mediante sismografi è stato il Grande terremoto cileno del 1960, a cui fu assegnata una grandezza sismica pari a 9,5 gradi della scala Richter (ricordiamo che 12 gradi di questa scala sarebbero equivalenti ad un evento sismico di pari energia a quella necessaria ad una faglia per tagliare il pianeta Terra a metà), e che nel corso dell'ultimo secolo soltanto altri 3 terremoti sono stati di un'intensità pari o superiore.

L'ipocentro del terremoto è stato localizzato a 3,298°N, 95,779°E, a circa 160 km ad ovest di Sumatra, ad una profondità di 30 km sotto il livello del mare, all'interno del cosiddetto Anello di fuoco del Pacifico, una regione geografica di cui è risaputa l'elevata sismicità. Il terremoto è stato talmente violento da poter essere avvertito (a prescindere dalle onde anomale), oltre che in Indonesia, anche in Bangladesh, India, Malaysia, Birmania, Singapore, Thailandia ed addirittura nella Maldive.

L'area investita direttamente dal terremoto è stata insolitamente ampia, si è stimato che su qualcosa come 1.200 km di faglia la placca Indiana si sia incuneata sotto quella Birmana, provocando l'innalzamento verticale del fondo oceanico dalla parte della placca Birmana di circa 10 m, creando così le condizioni ideali per generare delle grandi onde anomale che viaggiando a circa 800 km/h hanno in poco tempo raggiunto le coste di buona parte dell'Oceano Indiano, trasformandosi in terrificanti tsunami.

Placche tettoniche presso l'epicentro
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Placche tettoniche presso l'epicentro

La placca Indiana fa parte della più grande placca indoaustraliana che comprende l'Oceano Indiano ed il Golfo del Bengala, e sta spostandosi verso nord-est ad una velocità media di 6 cm annui (5 metri ogni secolo), verso la placca Birmana. La placca Birmana, di cui fanno parte sia le isole Nicobare che le isole Andamane e la parte settentrionale di Sumatra, è a sua volta spinta verso ovest da parte della placca della Sonda (della quale fa parte la parte meridionale di Sumatra). Sia la placca Birmana che la placca della Sonda fanno parte della placca Euroasiatica, e le attività tettoniche che risultano dalle loro interazioni, e delle relative faglie, hanno portato alla creazione della fossa della Sonda e dell'arco della Sonda, la cui orogenesi è ancora attiva.

[modifica] Scosse di assestamento ed altri terremoti

Nelle ore e nei giorni seguenti numerose scosse di assestamento di grandezza tra i 5,7 ed i 6,3 gradi sono state registrate al largo delle isole Andamane ed al largo delle Nicobare, dove sono stati anche registrati eventi sismici di grandezza pari a 7,1 [1]) e 6,6 gradi ([2]), che raramente vengono considerate come semplici scosse di assestamento. Altre scosse tra i 5,0 ed i 6,3 gradi sono avvenute nei dintorni dell'ipocentro del terremoto iniziale. Vedi anche: USGS current earthquake information.

Il terremoto è avvenuto soltanto tre giorni dopo che un violento terremoto (8,1 gradi) ha colpito una zona completamente disabitata ad ovest della Nuova Zelanda, a sud della Tasmania ed a nord dell'Isola Macquarie (appartenente all'Australia) ([3]). Dato che annualmente si verifica mediamente soltanto un terremoto di grandezza pari o maggiore ad 8,0 gradi, questo evento è statisticamente piuttosto raro, ed alcuni sismologi hanno speculato circa una possibile connessione tra i due terremoti, affermando che il precedente possa essere stato un possibile catalizzatore del successivo, anche perché i due terremoti sono avvenuti giusto sui due lati opposti della grande placca Indoaustraliana ([4]). Tra le varie ipotesi circolate vi è anche quella di una possibile reazione a catena tra placche vicine, dopo che lo stesso 26 dicembre una serie di scosse ha colpito la provincia Cinese dello Yunnan, raggiungendo i 5,0 gradi della scala Richter, uccidendo una persona e ferendone ventitré. Per concidenza, il terremoto è avvenuto esattamente (a meno di un'ora) ad un anno di distanza dal terremoto di 6,6 gradi che ha colpito la città di Bam in Iran il 26 dicembre del 2003, causando la morte di circa 30.000 persone ([5]).

[modifica] Lista degli eventi sismici

Durante il maremoto e nei giorni seguenti si sono verficate una lunga serie di scosse sismiche di varia entità della zona dell'Oceano Indiano. L'elenco delle scosse sismiche è raccolto nella seguente pagina. Elenco delle scosse sismiche

[modifica] Potenza del terremoto

Nell'immagine si possono vedere le diverse placche tettoniche e l'intensità delle scosse
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Nell'immagine si possono vedere le diverse placche tettoniche e l'intensità delle scosse

Questo risulta essere il quarto terremoto più potente al mondo nella storia della sismologia (cioè da quando si possono misurare i terremoti con metodi scientifici). L'energia totale rilasciata da un terremoto di grandezza pari 9,0 gradi della scala Richter è maggiore dell'energia consumata negli Stati Uniti d'America in un mese, o dell'energia rilasciata dai venti di un uragano particolarmente violento in un periodo di 70 giorni ([6]). Usando la formula di equivalenza tra massa ed energia E = mc2, questa quantità di energia è equivalente a quella di una massa di circa 100 kg. (molto di più di quella che viene convertita in energia durante un esplosione atomica) o a quella necessaria a bollire 10.000 litri d'acqua per ognuno degli esseri umani sulla Terra.

Il terremoto potrebbe anche aver leggermente alterato la rotazione terrestre. Si stima che il momento inerziale della Terra sia diminuito, e dato che il momento angolare si è in ogni caso conservato, questo dovrebbe aver generato un aumento della velocità angolare della rotazione terrestre. In altre parole, il terremoto potrebbe aver leggermente diminuito la durata di un giorno di circa 3 µs. In ogni caso, per via degli effetti dovuti alle azioni tra la Terra e la Luna, la lunghezza di una giornata aumenta ogni anno di circa 15 µs, il che implica che la presunta velocizzazione rotazionale dovuta al terremoto verrà velocemente azzerata. Similmente, l'immane rilascio di energia e il grandioso spostamento di masse potrebbe anche aver causato un leggero spostamento dell'asse di rotazione terrestre tra i 2 ed i 6 cm; questo spostamento è comunque piuttosto piccolo, e praticamente non significativo se comparato alla naturale nutazione dell'asse di 15 metri annui ([7], [8]).

Alcuni scienziati hanno anche ipotizzato, sulla base di alcuni modelli sismici, che le piccole isole a sudovest di Sumatra potrebbero essersi spostate di circa 20 m, mentre la punta nord dell'isola si sarebbe addirittura spostata di circa 36 m. Queste ipotesi devono ancora essere scientificamente provate tramite esperimenti in loco che utilizzino dati GPS, immagini satellitari e le tradizionali tecniche di rilevazione geofisica.

Questo è il secondo terremoto nella storia sufficientemente potente da poter innescare le oscillazioni libere della terra e permetterne la loro misurazione con strumenti scientifici, il primo fu il terremoto del Cile del 1964. Le oscillazioni libere della terra erano state previste teoricamente, ma non era mai stato possibile studiarle direttamente prima del 1964, in quanto per poterle innescare è necessario un terremoto talmente potente da far risuonare l'intero pianeta, facendolo letteralmente vibrare e pulsare come un campana.

[modifica] Danni e vittime

Paesi direttamente colpiti dal terremoto e dal conseguente maremoto dell'Oceano Indiano
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Paesi direttamente colpiti dal terremoto e dal conseguente maremoto dell'Oceano Indiano

Il terremoto ha scatenato delle grandi onde anomale che hanno colpito sotto forma di immensi tsunami le coste dell'Oceano Indiano (sono anche state registrate lievi fluttuazioni di livello nell'Oceano Pacifico). Il numero totale di vittime accertate causate da questa serie di cataclismi è di circa 226.000 esseri umani, ma decine di migliaia di persone sono ancora date per disperse, mentre tra i tre ed i cinque milioni sarebbero gli sfollati.

A fronte di stime iniziali molto più conservative il responsabile delle operazioni di soccorso dell'Unione Europea, Guido Bertolaso, aveva fin dalle prime ore affermato che i morti avrebbero potuto essere alla fine ben più di 100.000 ([9]), mentre attualmente circolano stime che pongono tra i 150.000 ed i 400.000 [10] il numero dei morti soltanto per conseguenza diretta del terremoto e del conseguente tsunami soltanto in Indonesia. Secondo le organizzazioni umanitarie circa un terzo delle vittime potrebbe essere costituito da bambini, specie in considerazione del fatto che fra le popolazioni delle regioni interessate dalla sciagura vi è un'alta proporzione di minori che - in ogni caso - hanno potuto opporre una minore resistenza alla forza straripante delle acque.

Oltre alle popolazioni residenti, vi sono tra le vittime molti turisti stranieri che si trovavano in quelle zone nel pieno delle vacanze di Natale.

Gli tsunami sono piuttosto frequenti nell'Oceano Pacifico, dove le popolazioni ed i governi sono più preparati a questo fenomeno e dove sono in funzione degli evoluti sistemi di allerta. Nell'Oceano Indiano l'ultimo tsunami paragonabile a questo avvenne nel 1883, a seguito dell'eruzione e della conseguente esplosione del Krakatoa. Il numero elevato di vittime di questo maremoto potrebbe essere anche dovuto al fatto che i paesi colpiti erano del tutto impreparati all'evento, e che le popolazioni stesse non si sono rese conto e non hanno compreso i segnali che avrebbero potuto far riconoscere loro l'arrivo di uno tsunami.

Lo stato di emergenza è stato dichiarato nello Sri Lanka, in Indonesia e nelle Maldive. Le Nazioni Unite hanno dichiarato che le operazioni umanitarie attualmente in corso a seguito del cataclisma saranno le più costose della storia. I governi e le ONG hanno lanciato l'allarme sul fatto che il numero di vittime finale potrebbe aumentare a causa di eventuali epidemie.

Alcuni storici hanno già ipotizzato che questo potrebbe essere il più costoso tsunami in termini di vite umane a memoria d'uomo.

I fusi orari delle zone colpite dal cataclisma sono i seguenti: UTC+3: (Kenya, Somalia); UTC+4: (Mauritius, Réunion, Seychelles); UTC+5: (Maldives); UTC+5:30: (India); UTC+6: (Bangladesh, Sri Lanka); UTC+6:30: (Isole Cocos, Birmania); UTC+7: (Indonesia (ovest), Thailandia); UTC+8: (Malesia, Singapore). Dato che il terremoto ha colpito alle 00:58:53 UTC, bisogna considerare i fusi orari precedentemente introdotti per ottenere gli orari locali a cui si sono svolti i vari avvenimenti. Una lista di fusi orari si può trovare in [11].

[modifica] Le vittime

Paese Morti Feriti Dispersi Sfollati
Confermati Stimati
Indonesia * ~173.981[12] 228.429 [13] 230.000+? 1,240 [14] Centinaia di migliaia
Sri Lanka ** 41,008 [15] Fino a 50,000 8,200+ [16] 4,000+ [17] circa 1.500.000[18]
India 10.744[19] 15,000 10,000 [20] 100,000s
Thailandia 5.305 [21] 6,800 [22] 9,810 6,475 [23] 29,000+
Somalia 298 [24] 100+
Birmania 90 [25] 45 [26] 14 788
Maldive 82 [27] 30 [28] 8,352 [29]
Malesia 74 [30] 183 6 5,000
Tanzania 10 [31]
Seychelles 10 [32] 7
Bangladesh 2
Kenya 2
Sudafrica 2 [33]
Madagascar 0 >1,000 [34]
Totale ~231.594+ 300.329+ 510,000 [35] 22,000+ 3-5 milioni [36]
Nota: tutte le cifre sono approssimate e soggette a modifiche ed aggiornamenti continui.
* Le autorità Indonesiane hanno confermato ufficialmente di aver smesso di contare le vittime, per via del caos in cui versano le aree colpite. Le stime attuali su quanti siano i morti per conseguenza diretta del terremoto e del conseguente tsunami in Indonesia variano tra i 150.000 ed i 400.000.
** Incluse 14.000 vittime nelle regioni controllate dai ribelli delle Tigri Tamil.

India, Indonesia, e Sri Lanka hanno sofferto il maggior numero di vittime dal disastro naturale.

[modifica] Aiuti umanitari

[modifica] Contributi pubblici

Data la dimensione del disastro naturale l'ONU ha lanciato un appello agli stati membri affinché contribuiscano generosamente, dato che il maremoto dell'Oceano Indiano sarà la più grande azione umanitari mai avviata dall'ONU. Dopo un iniziale lentezza i governi dei principali stati hanno provveduto ha effettuare ingenti stanziamenti per l'emergenza. Allo stato attuale l'ONU stima che tra aiuti pubblici e privati siano stati raccolti 2 miliardi di dollari statunitensi.

La seguente tabella è una lista parziale dei principali aiuti stanziati da governi, privati e associazioni non governative suddivisi per nazione di appartenenza. La tabella è stata ricavata dai dati ONU, BBC e da altre fonti ([37] [38]):

Nazione Governo ONG & Privati
Australia $67.45m (USD 52.6m) $63m (USD 49.1m)
Canada CAD 58m (USD 48m), più moratoria sui debiti [39], piu donazioni da parte di privati che ammontano a circa [40] CAD 36.3m (USD 30m)
Cina CNY 522m (USD 63m) [41]  ?
Danimarca DKK 300m (USD 54.95m) USD 7.5m
Unione Europea €33m (USD 44m) n/a
Finlandia €22.16m €4.5m donati alla Croce Rossa della Finlandia [42]
Francia €42m (USD 57m)  ?
Germania €20m (USD 26m)  ?
Hong Kong HKD 50m (USD 6.41m) HKD 240m (USD 30.77m)
Irlanda €12m (USD 16m) Più di €3.8m[43]
Italia € 70m (USD 95m) elevati a 113m [44] [45] € 42m donazioni tramite SMS [46]
Giappone USD 500m [47]  ?
Kuwait USD 2.1m  ?
Olanda €27m (USD 36m)  ?
Norvegia NOK 100m (USD 16.4m)  ?
Portogallo €8m (USD 10.9m)  ?
Qatar USD 10m [48]  ?
Spagna €51m (USD 69m)  ?
Arabia Saudita USD 10m  ?
Singapore SGD 6m (USD 3.6m) [49]  ?
Svezia SEK 500m (USD 75m) [50] SEK 333M (USD 50m) [51]
Svizzera CHF 27m (USD 23.8m) CHF 114m (USD 99m)
Taiwan USD 5.1m  ?
Emirati Arabi Uniti USD 2.0m  ?
Regno Unito £50m (USD 96m) [52] £52.7m (USD 101m) [53]
Stati Uniti d'America USD 350m [54] USD 80m da società [55] + 44m da privati
Banca Mondiale USD 250m [56] n/a

[modifica] Donazioni private

La risposta umanitaria da parte dei privati alla sciagura asiatica è stata immediata da tutte le parti del mondo. Nella seguente pagina è raccolta una lista parziale delle organizzazioni umanitarie operanti nella zona e delle associazioni che si occupano di adozioni internazionali e di adozioni a distanza. Data la natura di wikipedia non siamo in grado di garantire l'autenticità e la buona fede delle associazioni elencate per quindi, prima di contribuite vi invitiamo a verificare la buona fede dell'associazione da voi scelta. Lista Associazioni

[modifica] Aggiornamenti 6 gennaio 2005

[modifica] Volontariato

Dall'Italia è partito un primo team della protezione civile per lo Sri Lanka.

Tra coloro che hanno deciso di partire in queste ore ci sono soprattutto medici, infermieri e personale specializzato contro le emergenze sanitarie.

La World medical association ha lanciato un appello a tutto il personale medico e sanitario del pianeta, affinché chiunque possa farlo collabori con la Croce Rossa Internazionale e la Mezzaluna Rossa.

Medici senza frontiere ha mandato un team di otto persone a Banda Aceh (Indonesia), altre otto nello Sri Lanka (dove altre 17 sono pronte a volare al primo ordine), altre équipe di dimensioni analoghe sono in viaggio per India, Thailandia, Malaysia e Birmania.

Si mobilitano anche le case farmaceutiche: La Menarini ha donato farmaci da inviare nei paesi del sudest asiatico colpiti dal maremoto. -> Si mobilita l'intera Comunità internazionale

[modifica] Indirizzi da contattare

Chi volesse dare il proprio contributo e partire come volontario può rivolgersi a:

Il Cesvi, inviando il curriculum a recruiting@cesvi.org, precisando periodo di disponibilità, grado di padronanza dell'inglese, vaccinazioni, passaporto, ecc.

A Medici senza Frontiere può rivolgersi il personale medico che intende dare la propria assistenza nei luoghi del disastro. Rivolgersi al seguente sito http://www.msf.it/particonnoi

Alla Croce Rossa italiana, facendo riferimento al sito http://www.cri.it/

[modifica] Adozioni a distanza

Le organizzazioni vogliono sottolineare che, essendo l'adozione in Italia una pratica complessa e lunga, al momento potrebbe essere un vero aiuto il sostegno a distanza anche per evitare di sradicare i bambini dalla loro terra.

[modifica] Aggiornamenti 7 gennaio 2005

[modifica] Il G7 congela i debiti dei paesi colpiti

Il G7 ha accettato una moratoria del debito estero dei Paesi del sud est asiatico colpiti dal maremoto. Lo hanno reso noto fonti del Tesoro britannico. La moratoria passa ora all'esame del Club di Parigi (che riunisce i Paesi donatori) che si riunirà il 12 gennaio, prima di essere effettiva. L'accordo sulla moratoria all'interno del G7 era già stata anticipato dal Cancelliere allo Scacchiere britannico Gordon Brown ed era stata presentato durante il vertice di Giakarta. Il congelamento riguarderà circa 3 miliardi di dollari (2,2 miliardi di euro) di rimborsi previsti per quest'anno, che potranno così essere utilizzati per finanziare la ricostruzione. I Paesi asiatici hanno complessivamente - secondo le ultime stime - un debito estero di 400 miliardi di dollari. Il paese più indebitato è l'Indonesia con 132 miliardi di dollari.

[modifica] Vittime

Ha ormai superato le 225.000 vittime il bilancio delle vittime dello tsunami del 26 dicembre: il computo si è ulteriormente aggravato con i nuovi dati dell'Indonesia, dove il coordinamento soccorsi del ministero degli Affari Sociali ha stamane diffuso un bilancio di 113.306 morti (il computo precedente era fermo a 94.200). In Sri Lanka, oltre alle 30.615 vittime accertate, altre 4.356 persone risultano ancora disperse. Dei 5.288 morti in Thailandia, 2.510 erano turisti stranieri.

Cresce, con il passare delle ore, il timore sulla sorte degli italiani dispersi nelle località colpite dal sisma e dal maremoto di domenica scorsa. Non è ancora possibile tracciare alcun bilancio definitivo delle vittime, a causa dell'entità e delle gigantesche proporzioni del cataclisma abbattutosi sui Paesi del Sud-est asiatico. I morti finora accertati dalla Farnesina sono 20 e 350 i dispersi.

[modifica] Aggiornamenti 8 gennaio 2005

[modifica] Aiuti

In Italia, è stata Milano la provincia che ha risposto più prontamente in termini di solidarietà verso i paesi del sud-est asiatico devastati dal maremoto del giorno di Santo Stefano. Nella sottoscrizione "Un aiuto subito" promossa da Corriere della Sera, Tg5 e Mediafriends in collaborazione con CartaSi, seguono le province di Roma e di Bergamo. Le regioni ai primi tre posti sono Lombardia, Piemonte e Lazio.

Più in generale, le offerte giungono per il 67% dal Nord Italia, per il 21 dal Centro e per il 12 dal Sud. La maggioranza dei donatori è compresa nella fascia di età fra i 35 e i 49 anni. Dei sottoscrittori il 64% sono uomini.

La cifra raccolta sarà utilizzata per la costruzione di scuole, ospedali e centri di accoglienza per orfani. Alla sera del 4 gennaio "Un aiuto subito" aveva superato i 3,5 milioni di euro. Le offerte con carte di credito CartaSi, Visa, MasterCard, American Express si effettuano chiamando il numero verde 800667788 di CartaSi (dall'estero chiamare lo 02-34980007).

È aperto anche il conto corrente 5555/90 di Banca Intesa (codice Abi 3069, codice Cab 5062, codice Cin S). Su questo conto, fino a martedì sera, erano stati versati 2,2 milioni di euro.

Prosegue fino alle 24 di domenica 9 gennaio la raccolta di fondi attraverso messaggini sms inviati da utenti di telefonini Tim, Vodafone, Wind e H3G. Si offre 1 euro digitando il numero 48580, unico per tutti i gestori. Dai telefoni fissi si offrono 2 euro con ogni chiamata al numero 163100. I fondi raccolti saranno affidati alla Protezione civile per i primi soccorsi alle popolazioni colpite. Martedì sera erano stati raggiunti i 25 milioni di euro.

(informazioni desunte dal Corriere della sera dell'8 gennaio 2004)

[modifica] Maremoto in Asia: appelli e ricerche

Avete informazioni o testimonianze provenienti dal sud est dell'Asia, e in particolare dalle zone colpite da sisma? Inviatele a http://www.Corriere.it precisando come sempre nome e cognome. Non saranno pubblicati messaggi di tipo diverso da informazioni o richieste di notizie dalle zone colpite dalla tragedia.

Per l'invio di fotografie o altri materiali alla redazione scrivete a questo indirizzo di posta elettronica:

  • internet@rcs.it

Forse sono già noti, ma ecco due siti molto completi e, sembrerebbe, piuttosto aggiornati su dispersi, oggetti ritrovati e altri elementi utili.

[modifica] Vittime

Il bilancio al 26 gennaio 2005. La tragica conta più aggiornata delle vittime è arrivata ora a circa 300 mila vittime, migliaia di dispersi e migliaia di feriti. Secondo il governo Usa non si avrà mai un conteggio esatto delle vittime.

Questo il dettaglio:

Sri Lanka: 38.195 morti e 5.640 dispersi (27.008 morti nelle aree controllate dal governo; ma i ribelli delle Tigri Tamil denunciano 16.656 morti nelle zone sotto il loro controllo e parlano di 18.481 dispersi). I feriti sono 16.236 e gli sfollati 578.224. Gli stranieri che hanno preso la vita in questo paese sono 107.

Indonesia: l'ultimo bilancio è di 228.429 morti e 132.000 dispersi. Il bilancio precedente parlava di circa 174.000 morti, ma il governo si è avvalso di un nuovo sistema informatico per la conta delle vittime. I dispersi nella provincia di Aceh, nel nord di Sumatra, sono 15.420. Le persone ricoverate sono 2.086; le case distrutte dal maremoto sono 21.659 e i senzatetto sono 544.927.

India: il ministro dell'Interno ha rivisto il bilancio ufficiale. I morti accertati sono 10.749 e i dispersi 5.624 (di cui 5.531 nelle isole Andamane e Nicobare) per i quali non ci sono molte speranze e vengono conteggiati tra i morti. Il numero totale delle vittime è quindi di 15.636. I senzatetto sono quasi 385 mila, sistemati in 600 campi provvisori. Nelle Andamane e Nicobare, che prima del disastro avevano 350 mila abitanti, oltre 44 mila sono nei campi tendati, ma più di 11.500 hanno lasciato gli arcipelaghi. Secondo il governo almeno 2,7 milioni di persone sono state interessati in qualche modo dal maremoto che ha investito 2.260 km di costa continentale

Thailandia: bilancio ufficiale di 5.374 morti, di cui 2.516 stranieri e altre 211 persone di nazionalità non determinata. I dispersi sono 3.132, di cui 1.892 stranieri. Il premier thailandese Thaqsin Shinawatra ha lasciato intendere che il bilancio definitivo dei morti per il maremoto potrebbe aggirarsi tra 7 mila e 10 mila. «C'è molta gente conteggiata come dispersa e noi pensiamo che l'80% di queste persone siano morte», ha detto.

Malaysia: 68 morti, 218 feriti e 35 dispersi nel nord-ovest del Paese, specialmente sull'isola turistica di Penang, la più toccata con 37 morti secondo il vice primo ministro e responsabili locali. Altre dieci vittime nello Stato di Kedah, tre in quello di Perak e una nel Selangor.

Maldive: almeno 82 morti, 26 dispersi, 42 feriti, 13 mila senza tetto. Quattordici isole abitate (sono 202 in tutto nell'arcipelago) hanno dovuto essere evacuate, 20 sono state distrutte, 53 hanno subito danni gravissimi, 29 stazioni balneari su 85 sono inagibili

Myanmar: 59 morti secondo il primo ministro Soe Win, di cui una dozzina nel crollo di un ponte a Kawthaung. I senza tetto sono 3.200. Fonti ministeriali hanno affermato che le vittime si sono registrate sull'isola Pyinzalu, nella città di Laputta e nel delta del fiume Irrawaddy. Non si hanno notizie delle etnie di pescatori Salon e Moken, chiamate «i nomadi del mare», che vivono nelle isole che dovrebbero essere state investite dallo tsunami. Alcuni missionari presenti nella zona parlano di migliaia di morti.

Bangladesh: 2 morti

Africa: un uomo è annegato in Kenia. Somalia: 298 morti accertati, «secondo le informazioni che abbiamo ricevuto», ha detto il portavoce presidenziale Yusuf Mohamed Ismail. I senzatetto sono 17 mila. In Madagascar un'onda di un metro ha distrutto 150 abitazioni nel villaggio di Ambalafary: 1.200 i senza tetto. Seychelles: tre morti. Tanzania: 10 persone morte in mare a seguito dello tsunami

Medio Oriente: decine di dispersi nello Yemen e centinaia di feriti nell'Oman.

(informazioni desunte dal Corriere delle sera)

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni

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