Mátyás Rákosi
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Mátyás Rákosi (14 marzo 1892 - 5 febbraio 1971) fu dal 1945 al 1956 il segretario generale del Partito Comunista Ungherese e di fatto il leader dell'Ungheria.
Rákosi nacque ad Ada, nell'allora Impero Austro-Ungarico (attualmente in Serbia). Servì nell'esercito austro-ungarico durante la prima guerra mondiale fino a che fu catturato sul fronte orientale. Divenne comunista e tornato in Ungheria partecipò al governo di Béla Kun; dopo la sua caduta fuggì in Unione Sovietica. Tornato in Ungheria nel 1924 fu imprigionato, e quando nel 1940 fu rilasciato, tornò di nuovo in Unione Sovietica dove divenne capo del Comintern. Tornò in Ungheria insieme all'Armata Rossa quando questa liberò il suo paese dai nazisti.
Con l'avvento del governo comunista in Ungheria, Rákosi fu nominato segretario generale del Partito Comunista Ungherese. Mise in atto un governo autoritario, consolidando il suo potere personale.
Rákosi si definiva il miglior discepolo ungherese di Stalin. Inventò anche il termine "tattica del salame", a significare che eliminava ogni opposizione quasi fetta dopo fetta.
Il governo di Rákosi non ottenne grandi successi economici. Nell'agosto 1952 divenne anche primo ministro ma il 13 giugno 1953, per calmare Tito, fu costretto a dimettersi da questa carica a favore di Imre Nagy, mantenendo quella di segretario generale. Rakosi però fu rimosso anche da questa carica su pressione del Politburo sovietico nel giugno 1956 (poco dopo il famoso discorso di Nikita Khruščёv), e fu sostituito da Ernő Gerő. Allo scoppio dell'insurrezione ungherese, fuggì in Unione Sovietica, dove morì a Gorky nel 1971.
