Kawakami Gensai
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Kawakami Gensai (河上彦斎?) (4 dicembre 1834 - 13 gennaio 1871) fu un samurai fedele all'Imperatore del Giappone e uno dei quattro grandi hitokiri (幕末四大人斬り? "uccisori di uomini") che alla fine del periodo Bakumatsu, intorno alla metà del XIX secolo, combatterono contro lo shogunato Tokugawa, che governava il Paese dal 1603, portandone alla caduta e all'inizio dell'epoca Meiji.
Si dice che fosse molto calmo e calcolatore, mostrando un'incredibile freddezza nei momenti di crisi e di tensione. Fisicamente aveva lineamenti delicati e capelli lunghi, e si dice che a una certa distanza potesse essere scambiato per una donna o un bambino.
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[modifica] Contesto
Lo shōgun aveva promulgato un editto (sakoku) con cui aveva isolato il Paese dal resto del mondo, ma nel 1853 la marina degli Stati Uniti, ancorando quattro navi da guerra al largo di Edo, costrinse lo shogunato ad abolire l'editto e ad accettare un processo di occidentalizzazione e apertura agli stranieri; questo forzato cambio di rotta indebolì moltissimo l'autorità dello shōgun, e spinse molti a invocare il ritorno del potere all'Imperatore, che da diversi secoli aveva perso ogni autorità politica e rivestiva solo il ruolo di capo religioso. Kawakami Gensai fu uno di coloro che lottarono per questo ideale, scegliendo la strada dell'assassinio sistematico dei seguaci dello shōgun.
[modifica] Biografia
Al secolo Komori Genjiro[1], cambiò il suo nome quando fu adottato nella famiglia Kawakami per diventare monaco[1]; non fu mai un buddhista praticante, ma studiò a fondo questa religione che gli conferì una grande calma interiore. Si racconta che durante un incendio fu l'unico a mantenere la calma, riuscendo a domare le fiamme e divenendo un eroe locale[1].
Fu presto chiaro come fosse più portato ad essere un guerriero che un monaco, e studiò con passione l'arte della spada e le strategie militari; lo stile che seguì fu quello noto come Furanui kenjutsu (furanui = veloce come il fulmine, kenjutsu = arte della spada) o Shiranui-ryu. Si schierò con i lealisti Ishin Shishi, una fazione che combatteva lo shogunato Tokugawa, e grazie alla sua abilità con la spada entrò presto a far parte dei Quattro Hitokiri del Bakumatsu, una élite di assassini dedita all'assassinio politico dei nemici dell'Imperatore; del gruppo facevano parte anche Nakamura Hanjiro (noto anche come Kirino Toshiaki), Tanaka Shimbe, e Okada Izō, ma Kawakami divenne presto noto come il più spietato del gruppo.
Kawakami divenne famoso nel 1864 con l'assassinio di Sakuma Shōzan, un importante politico ed erudito giapponese favorevole alla presenza straniera in Giappone; l'omicidio destò particolare scalpore perché avvenne in pieno giorno. Si presume che abbia compiuto molti altri assassinî, ma sempre con grande discrezione, e non è mai stato dimostrato il suo coinvolgimento in altre azioni.
Dopo la Restaurazione Meiji e la fine dei samurai, per un breve tempo Kawakami si dedicò all'insegnamento della filosofia samurai, ma le sue idee isolazioniste non trovarono spazio nel nuovo governo imperiale, che contrariamente alle sue speranze vedeva di buon occhio l'apertura agli stranieri e anzi vedeva in lui una minaccia al futuro della nazione[1]: fu arrestato con false accuse, e condannato a esecuzione pubblica nel quarto anno dell'era Meiji (1871).
[modifica] Influenza postuma
La figura di Kawakami Gensai ha ispirato diverse opere giapponesi posteriori; in particolare su di lui è basato il personaggio di Kenshin Himura, protagonista della serie Kenshin Samurai vagabondo di Nobuhiro Watsuki.
