Josef Dietrich

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Josef "Sepp" Dietrich (28 maggio 1892 - 21 aprile 1966) fu uno dei più stimati generali delle Waffen-SS, godendo di grande popolarità da parte dei suoi uomini al comando di varie divisioni corazzate SS, su entrambi i fronti.

È stato unanimemente ritenuto un grande combattente, anche dagli ex-avversari. Raggiunse il grado di SS-Oberstgruppenführer, ossia generale d'armata, e fu comandante della 1. SS-Panzer Division Leibstandarte SS Adolf Hitler: un suo ritratto ci è offerto nel libro Il gladiatore di Hitler di Joachim von Ribbentrop.

II ruolo di Sepp Dietrich era unico: uomo che è nel contempo scaltro, energico e brutale. Dietro le sembianze del fanfarone, Dietrich nascose un carattere estremamente scrupoloso. È fenomeno comune fra quella classe di persone del tipo di Georg Von Frundsberg, Hans Joachim von Ziethen e Friedrich Wilhelm von Seydlitz. Sepp Dietrich era un individuo rude e violento che aveva cominciato la sua carriera come autista e comandante delle guardie del corpo di Hitler. I suoi metodi sbrigativi ottenevano sempre lo scopo desiderato, il che compiaceva particolarmente Hitler: l'atteggiamento di Dietrich, che rispondeva pienamente ai suoi ideali, non era certo il risultato dell'addestramento militare tradizionale. Inoltre, Dietrich aveva il merito, agli occhi del Führer, di non discutere mai gli ordini.

Nato nel 1892, a Hawangen, in Baviera, fu apprendista macellaio, si arruolò nell'Esercito Imperiale tedesco nel 1911 e combatté nella Prima guerra mondiale col grado di sergente nelle prime unità corazzate dell'esercito tedesco. Dietrich entrò nelle SS nel 1928, pur avendo aderito, fin dal 1923 alle SA. I primi ruoli di rilievo che ricoprì furono quelli da autista del Führer e responsabile della sua guardia del corpo, mentre nel 1931 fu anche eletto parlamentare al Reichstag.

Scrive di lui Franz Kurowski, autore di molti studi sulla Seconda guerra mondiale: «Un autentico soldato di prima linea, egli sa come sbrogliarsela con le sue truppe anche nel peggior momento di una battaglia e sa come reimpiegarle per un fatale contrattacco.» La sua figura di comandante è molto ammirata anche dagli ex-nemici, perché Dietrich seppe imporsi con grandi intuizioni sul campo di battaglia.

Dietrich condusse i soldati delle SS nella campagna di Francia, durante i giorni di Dunkerque, nell'invasione di Grecia e Yugoslavia, e nel 1941-1942 in Russia. Ottenne le maggiori ricompense al valore del III Reich e come molti comandanti delle Waffen-SS era solito partecipare agli scontri con i propri uomini. Sembra questa essere una peculiare caratteristica delle SS: il cameratismo ad ogni grado. Infatti le SS furono l'unico corpo militare al mondo a poter vantare ben 32 generali caduti in prima linea. La lealtà verso le sue truppe pare l'abbia anche portato a dei conflitti con Himmler.

Egli guidò anche il contrattacco delle Ardenne nel dicembre 1944, che rallentò sensibilmente gli Americani, sottoponendoli ad un durissimo smacco, non ultimato del tutto unicamente per le carenza logistiche che logoravano ormai le divisioni tedesche, che erano ormai prive anche di un adeguato sostegno aereo. Dietrich si spostò sul fronte orientale, in Ungheria, combattendo fino all'ultimo contro i sovietici per la difesa di Vienna.

Le sue armate si consegnarono al generale americano George Patton l'8 maggio 1945. Dietrich fu processato e condannato a 25 anni di carcere perché ritentuto in qualche modo responsabile di un eccidio di prigionieri americani avvenuto nella zona di Malmedy, durante la controffensiva tedesca sul fronte francese delle Ardenne. Scontati circa dieci anni di pena, fu rilasciato nel 1955, salvo tornare nuovamente in prigione per 18 mesi, avendo subito una condanna per il massacro delle SA del 1934, durante il quale ebbe un ruolo di rilievo.

Morì a 74 anni, il 21 aprile 1966, per un attacco di cuore, presso Ludwigsburg, nella Germania Ovest.

Particolare significativo: ai suoi funerali parteciparono veterani di molte nazioni, anche di quelle che gli furono nemiche.