Iato

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Lo iato (da hiatus = "apertura") è un fenomeno linguistico che consiste nel dividere tra due sillabe due vocali che altrimenti farebbero parte della stessa sillaba.

Per iato si intende anche la successione di due vocali che non formano dittongo e che appartengono a due sillabe diverse: ad es., nell'italiano beato ( diviso in sillabe be-a-to). L'incontro tra due vocali forti (a, e, o), provoca sempre iato, a meno che non vengano considerate unite, per opportunità metrica, tramite sinizesi (o sineresi)

[modifica] Tipi di iato

Il tipo più frequente di iato ha nelle cosiddette lingue con dittonghi semivocalici, come l'italiano e lo spagnolo. In questo caso il dittongo è formato da una vocale breve asillabica ("semivocale") ([i_^, u_^, y_^] ecc.) e una vocale piena. A causa d'insistenza o d'enfasi, la semivocale può diventare anch'essa vocale piena: si ha quindi l'iato. Un esempio dall'italiano può essere piede, normalmente bisillabo ("pi_^E.de/ ma che può facilmente diventare trisillabo, con un esecuzione più lenta (Lentoform): /pi"E.de/. Come si può notare l'accento si sposta sulla vocale che prima formava dittongo con la semivocale.

Un caso differente si ha nel caso in cui due vocali che non formano dittongo semivocalico s'incontrino. Questo, per la somiglianza con il caso precedente, si chiama nella tradizione grammaticale italiana anch'esso "iato": è il caso di due vocali qualsiasi in cui non ci sia né una /i/ né una /u/, le uniche due vocali che in italiano possono diventare semivocali: in francese c'è anche /y/, in rumeno anche /e/ ed /o/.

Un esempio di quest'ultimo caso può essere mia. In italiano è (spesso) considerato bisillabo perché l'allungamento prosodico avviene di solito sulla prima vocale (accentata) ["mi:.a] o, per enfasi, ["mi::.a]. Non si può non notare la differenza con l'inglese near (nei dialetti non rotici: /"nI@/) che viene invece considerato monosillabico. Questo perché l'inglese può avere un nucleo sillabico complesso con una sillaba lunga o dittongo vocalico mentre in italiano questo non è possibile, anche se alcune parlate regionali (per esempio pisano e barese) usano realizzazioni dittongate delle vocali allungate per effetto dell'accento tonico.

È da notare che la spiegazione data da alcuni linguisti, che tendono a considerare questi due casi come /"mi.ja/ e /"ni@/, inserendo quindi nel primo caso un'approssimante palatale (una consonante a tutti gli effetti) per rendere conto della bisillabicità non può essere accettata, dato che l'iato avviene anche in casi come marea dove non si può certo ricorrere a trucchetti come */ma.rE.[j]a/, */ma.rE.[w]a/ o */ma"rE.[h]a/ per giustificarne la trisillabicità.

[modifica] Iato iniziale

In italiano le semivocali [i_^ u_^] possono comparire anche in posizione iniziale, sia pure raramente. In questi casi esse rivelano pienamente la loro natura ambivalente, vocalica e asillabica, potendo diventere vocali sillabiche oppure vocali asillabiche (tendendo verso le consonanti approssimanti) per esempio ieri e uomo /"i_^E.ri, "u_^O.mo/ considerarle come fanno molti linguisti semplicemente consonanti non spiega il fatto come mai queste vogliono l'articolo eliso (d'ieri, l'uomo) e come mostrino un comportamento differente rispetto a parole inizianti con vere approssimanti come iena che infatti vogliono l'articolo lo/la senza elisione: /la"jE.na/. Invece si può /"lu_^O.mo/ come /lu"O.mo/.