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Ficus carica

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Fico

Foglie e sicono di Fico
Classificazione scientifica
Regno: Plantae
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Urticales
Famiglia: Moraceae
Genere: Ficus
Specie: carica
Nomenclatura binomiale
Ficus carica
L.
Varietà coltivate
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Il Ficus carica è una pianta xerofila dei climi subtropicali temperati, appartenente alla famiglia delle Moraceae. Rappresenta la specie più nordica del genere Ficus.

Indice

[modifica] Morfologia

Può raggiungere altezze di 4-8 m, ha il tronco corto e ramoso con una liscia corteccia grigio-cenerino, rami deboli ricchi di midollo con gemme terminali acuminate coperte da due squame brunastre; le foglie sono grandi, scabre, oblunghe, lobate grossolanamente dentate; fiori piccolissimi racchiusi in una infiorescenza carnosa, piriforme, ricca di zuccheri con una piccola apertura apicale per consentire l'entrata degli imenotteri pronubi; i frutti sono dei piccoli acheni.

Presenta due forme botaniche, comunemente note come fico e caprifico, la prima fornisce i ricettacoli delle infiorescenze (siconi) che con il perigonio dei singoli fiori ivi contenuti, vengono consumati e commercializzati freschi o essiccati; la seconda forma, il caprifico, fornisce il polline e l'insetto pronubo (Blastophaga psenes), i fiori diclini, con perianzio di 4 parti, gli staminiferi peduncolati hanno generalmente 2 stami, i pistilliferi monocarpellari che contengono un solo ovulo nell'ovario, sono longistili e provvisti di papille stimmatiche nel fico, mentre sono brevistili e senza papille nel caprifico. Dai semi del caprifico si ottengono piante sia di fico che di caprifico.

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Nel fico comune abbiamo due tipi di ricettacolo: i fioroni o fichi fioroni che maturano alla fine della primavera o all'inizio dell'estate; e i forniti, veri fichi o pedagnuoli che maturano alla fine dell'estate, all'ascella delle foglie sui brevi rametti primaverili, su questi stessi rametti si formano contestualmente nuovi ricettacoli che si svilupperanno nella primavera successiva come fioroni. A volte se la stagione si presenta particolarmente favorevole, la pianta riesce a portare a maturazione in autunno una terza generazione di siconi detti volgarmente cimaruoli.

Il caprifico sviluppa tre tipi di siconi: i profichi ( o anche fioroni); i mammoni o forniti e le mamme o cratiri.

L'impollinazione con la Blastophaga psenes, ottenuta appendendo dei siconi caprificati sul fico comune, pur accelerando la maturazione e aumentando la dimensione dei siconi eduli, comporta una colorazione rossastra della polpa con un'aumento del numero e della consistenza degli acheni; per questo motivo nell'industria dei fichi secchi si tende ad utilizzare varietà partenocarpiche che mantengono una polpa chiara.

[modifica] Varietà

Un brogiotto nero
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Un brogiotto nero

La coltivazione del fico si è sviluppata in diverse zone del pianeta, ma naturalmente in maniera significativa solo nei distretti climatici analoghi all ambiente mediterraneo, caldo ed arido. Nel bacino del Mediterraneo oltre all'Italia abbiamo importanti coltivazioni in Turchia, Grecia, Algeria, Spagna, Libia, Marocco, Egitto, Palestina, Francia; altri paesi di notevole importanza produttiva sono: Portogallo, Siria, Russia, Arabia, India, Giappone, California, Argentina, Australia e molti altri.

Le varietà di fico coltivate sono innumerevoli, citeremo solo alcune varietà italiane:

  • Unifere. Producono solo fichi estivi-autunnali sui rametti dell'anno:
    • Marchesano
    • Cantano
    • Pazzo
    • Coppa
    • Meloncello
    • Arneo
    • Della penna
    • Brogiotto nero
  • Bifere. Producono generalmente fioroni sui rametti dell'anno precedente e fichi estivi-autunnali su quelli dell'anno:
    • Caprificabili:
      • Fracazzano
      • Sessune
      • Napoletano
    • Partenocarpiche:
      • Ottano o Dottato
      • Del Vescovo

[modifica] Coltivazione

Il Ficus carica gradisce climi caldi non umidi, si adatta a qualunque tipo di terreno purché sciolto e ben drenato, non tollera a lungo temperature sotto i -10° C, è peraltro da considerare che la resistenza al freddo è fortemente condizionata dalla maturazione del legno, cioè dalla trasformazione dei tralci succulenti ed erbacei in legno compatto, disidratato e soprattutto ricco di resine ed amidi che sono eccellenti antigelo, enormi differenze si verificano con piante giovani, succulente ed in intensa crescita, crescita sia dovuta ad eccesso di umidità nel suolo che per eccesso di concimazione, e piante vecchie in siti aridi e poveri, dove hanno mostrato resistenze senza gravi problemi a temperature di -18, -20°C. E' da notare che la coltivazione di specie necessitanti la fecondazione da Blastophaga psenes sono limitate dalla temperatura di sopravvivenza della stessa, che è di circa -8, -9°C, limitando quindi alle sole varietà partenocarpiche la coltivazione a temperature inferiori, o in assenza dell'agente fecondatore. Per quanto riguarda il caldo a +50° C e con bassa umidità la pianta arresta i processi vegetativi, le notti calde favoriscono la produzione mentre il ristagno di acqua la pregiudica. Dotato di un apparato radicale potente resiste bene alla siccità e ai terreni salsi e incolti, in particolare come apparato radicale di una pianta da clima semidesertico, è particolarmente efficace nella ricerca dell'acqua; le radici sono molto invasive, in un giardino possono penetrare in cisterne, condotti o scantinati. E' una delle poche piante che resistano senza problemi ai venti salini, in tutte le fasi vegetative.

Si concima con fertilizzanti complessi o nelle colture industriali specializzate ricorrendo al sovescio di leguminose con aggiunta di perfosfato, calciocianamide, solfato ammonico. La moltiplicazione avviene con la semina, per talea e per innesto ad anello,corona e gemma. La potatura si limita ad interventi invernali di eliminazione di rami mal disposti o danneggiati.

Le Regioni italiane a maggior vocazione produttiva sono Puglia, Campania e Calabria, una produzione significativa proviene anche dall'Abruzzo, Sicilia e Lazio; la Puglia fornisce anche la maggior produzione di fichi secchi. La produttività del fico dipende dai fattori climatici, dall'umidità e dal suolo dove viene coltivato, orientativamente si può stimare che in terreni sciolti, profondi e freschi si possa arrivare a produzioni di 4-5 q per albero, mentre in terreni rocciosi marginali solo a pochi chilogrammi per albero. La produzione comincia dal 5° anno di vita della pianta ed aumenta progressivamente fino al 60° anno di età, quando decresce repentinamente e la pianta muore per necrosi del tessuto legnoso.

Il miglioramento della produzione, condizione necessaria per far fronte alla competitività dei mercati internazionali e italiani, prevede:

  • La selezione di sempre nuove varietà con migliori caratteristiche del prodotto, più rispondenti alle richieste del mercato e all'abbattimento dei costi di produzione
  • Una lotta mirata alle malattie e ai parassiti
  • Una migliore presentazione del prodotto, con particolare riferimento al prodotto seccato

[modifica] Fico secco

Fichi secchi calabresi
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Fichi secchi calabresi

Il Fico secco è il sicono (frutto) raccolto in piena maturazione e fatto essiccare al sole con trattamenti chimici o fisici di disinfestazione.

In Italia la maggior parte della produzione viene dalle regioni meridionali in special modo la Puglia.

La raccolta avviene in più riprese, secondo la varietà e la stagione, si preferiscono le varietà partenocarpiche per la polpa chiara, con acheni in minor numero e di consistenza più morbida rispetto alle varietà caprificate.

La produzione del fico secco prevede fasi successive di lavorazione, che si possono riassumere come segue:

  1. Raccolta dei frutti asciutti con il peduncolo, completamente maturi e tutti allo stesso grado di maturazione, separando i fichi bianchi da quelli colorati
  2. Sbiancatura dei fichi bianchi con un trattamento ai vapori di zolfo per una ventina di minuti
  3. Esposizione dei fichi al sole su cannicci puliti, facendo attenzione che non vi sia contatto tra i frutti e che l'occhio del sìcono sia posto verso l'alto fino alla completa coagulazione del succo interno
  4. Rivoltare quotidianamente i fichi per un disseccamento omogeneo e graduale, eliminando quelli piccoli o macchiati e comprimendo quelli rigonfi per eliminare le sacche d'aria
  5. Durante l'essiccamento proteggere i fichi dalle impurità e dalle ovideposizioni delle femmine di Efestia (Ephestia cautella)
  6. A essiccamento avvenuto disinfestare i fichi secchi per due ore in autoclave sottovuoto usando Bromuro di metilene, nelle produzioni artigianali si immergono i fichi, in acqua di mare (o soluzione salina di Cloruro di sodio) bollente, per circa due minuti.

Per un'essiccamento ottimale la perdita d'acqua deve raggiungere il 30-35%.

In Italia per la produzione di fichi secchi vengono usate le varietà: Dottato, Brogiotto, Pissalutto, Farà, etc.

In Turchia, uno dei maggiori produttori mondiali di fichi secchi viene principalmente usata la varietà Fico di Smirne.

[modifica] Proprietà medicinali

Le informazioni qui riportate hanno solo un fine illustrativo: non sono riferibili né a prescrizioni né a consigli medici - Leggi il disclaimer
  • Gemme fresche: l'attività è da attribuirsi agli enzimi digestivi contenuti; regolarizza la motilita’ e la secrezione gastroduodenale, soprattutto in soggetti con reazioni psicosomatiche a livello gastrointestinale.
  • Foglie: raccolte da maggio ad agosto e fatte essiccare lentamente, contengono furocumarine, bergaptene, psoralene, cumarine, lattice; hanno proprietà emagoghe, antinfiammatorie ed espettoranti; le fucomarine possono creare problemi con fenomeni di fotosensibilizzazione.
  • Frutti immaturi, parti verdi e giovani rametti: il lattice che sgorga dai tagli contiene amilasi e proteasi, viene applicato per uso esterno per eliminare calli e verruche per l’azione caustica e proteolitica, è irritante per la pelle.
  • Frutti freschi: assunti in quantità hanno un effetto lassativo.
  • Frutti essiccati: ricchi di vitamine A e B, proteine e zuccheri, hanno proprietà emollienti, espettoranti e lassative.

[modifica] Malattie e parassitosi

  • Insetti:
    • Emitteri:
      • Bianca rossa (Chrysomphalus dictyospermi): attacca in numerose colonie rami, frutti e foglie, insediandosi lungo le nervature della pagina inferiore delle foglie causandone il disseccamento e la caduta.
      • Ceroplaste (Ceroplastes rusci): provoca gravi deperimenti di rametti e foglie con vistosi cali produttivi.
      • Cocciniglia a barchetta (Eulecanium persicae): infesta le parti meno soleggiate della chioma, disponendosi in lunghe file lungo i rami.
      • La cocciniglia ostreiforme (Quadraspidiotus ostraeformis) e la cocciniglia rossa (Aonidiella aurantii): attaccano i rami e il tronco.
      • Cocciniglia di S. Josè (Aspidiotus perniciosus): infesta tutte le parti della pianta con una predilizione per frutti, rami e tronchi, che ricopre con una crosta fittissima di scudetti; le sue punture provocano macchiolione rossastre sulla parte colpita, malformazioni nei frutti e un progressivo deperimento della pianta.
      • Cocciniglia a virgola rappresentata da due specie dello stesso genere, la (Mytilococcus conchiformis) e la (M. ficifoliae): la prima attacca i rametti, la seconda le foglie.
      • Psilla (Homotoma ficus): in primavera le larve attaccano le gemme, successivamente le foglie nella pagina inferiore vicino alle nervature, normalmente non provoca danni rilevanti.
    • Lepidotteri:
      • Efestia (Ephestia cautella): temibilissimo per la produzione di fichi seccati, le larve rodono l'interno del frutto riempiendolo di escrementi, la femmina depone le uova sui fichi che cominciano a seccare sull'albero o sui frutti esposti al sole per completare l'essiccamento.
      • Tignola (Simaethis nemorana): le larve neonate rodono le foglie lasciando intatte le sole nervatura, la seconda generazione di larve può attaccare anche i frutti.
    • Coleotteri:
      • Bostrico (Sinoxylon sex-dentatum): le larve e gli adulti scavano gallerie dirette in tutti i sensi interessando l'intero spessore dei rametti che possono facilmente spezzarsi.
      • Carpofilo (Carpophilus hemipterus): erode e danneggia i frutti essiccati.
      • Esperofane cinerino (Hesperophanes cinereus): le larve per 2-3 anni scavano profonde gallerie nel legno, le femmine ovidepongono su rami malati o legno esposto.
      • Ipoboro (Hypoborus ficus): gli insetti adulti scavano gallerie trasversali nel legno e nel cambio, mentre le larve scavano profonde gallerie perpendicolari, arrivando con azione sinergica ad interessare tutto il cilindro centrale con disseccamento e caduta della corteccia, vengono attaccati preferibilmente i rami deperiti o morti non tempestivamente eliminati con la potatura.
      • Pogonocero ispido (Pogonochaerus hispidus): la larva scava gallerie tortuose sotto la corteccia e nel legno, la femmina depone le uova sulla corteccia di rami vecchi e deperiti.
    • Ditteri:
      • Mosca mediterranea (Ceratitis capitata): le larve attaccano la polpa del frutto distruggendola, successivamente il frutto marcisce e cade.
  • Funghi:
    • Antracnosi (Ascochyta caricae): provoca sulle foglie tacche bruno-rossastre arrotondate o allungate lungo le nervature e al cui centro i tessuti disseccano e compaiono i picnidi.
    • Brusone fogliare (Phyllosticta sycophila): provoca sulle foglie attaccate delle tacche color ocra al centro, bruno-rossastre ai margini esterni; le macchie confluendo in larghe chiazze secche provoca lacerazioni, accartocciamento e caduta delle foglie.
    • Cancro del tronco (Phomopsis cinerascens): attacca in seguito ad una ferita non disinfettata, soprattutto il tronco e le branche madri impiegando 2-3 anni per formare il cancro, l'alterazione inizia con una zona depressa che lentamente si allarga fino a circondare tutto il tronco.
    • Colletotricosi (Colletotrichum caricae): provoca amarcescenza e la caduta dei frutti immaturi, che dapprima mostrano tacche depresse e isolate confluenti successivamente in chiazze brune al centro più chiare in periferia.
    • Marciume (Botrytis cinerea): provoca la mummificazione dei frutti e il disseccamento dei rametti, si conserva da un anno all'altro svernando sui frutti mummificati rimasti sulla pianta e sui rametti morti, non tempestivamente rimossi e distrutti.
    • Vaiolatura (Cercospora bolleana): provoca macchie olivacee sulle nervature delle foglie, macchie che confluiscono formando grandi chiazze brunastre con accartocciamento e caduta delle foglie.
    • Ruggine (Uredo fici): attacca le foglie provocando sulla pagina superiore delle macchie gialle e in corrispondenza sulla pagina inferiore i sori giallo-bruni, determina la caduta prematura delle foglie e ritardo della maturazione dei frutti.
  • Batteri:
    • Mal secco (Bacterium fici): a seguito dell'infezione batterica il tronco divente di colore bruno, i rami anneriscono disseccano emettendo a volte un liquido viscoso. D'estate colpisce anche le foglie che presentano in un primo momento macchie decolorate che diventano nerastre, con disseccamento e frantumazione dei tessuti.
  • Virus:
    • Mosaico: il virus attacca foglie, frutti e rametti; le foglie presentano aree di verie dimensioni giallognole e decolorate, segue la necrosi delle aree internervali o solo delle nervature con evidenti malformazioni; i frutti colpiti presentano malformazioni e caduta precoce; il vettore principale del virus è l'eriofide Aceria ficus.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni

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