Carlo Angela

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Carlo Angela (Olcenengo, VC, 9 gennaio 1875 - Torino, 3 giugno 1949). Medico, uomo politico e antifascista italiano.

Nel 2002 gli fu conferita alla memoria la Medaglia dei Giusti tra le nazioni per aver aiutato disinteressatamente molti ebrei durante la Shoah.

[modifica] Biografia

Carlo Angela nacque a Olcenengo, in provincia di Vercelli, il 9 gennaio 1875 da Pietro e Bertone Angela. Dopo la laurea in medicina nel 1899 all'Università di Torino, fece esperienza nel Congo, al seguito dell'esercito coloniale belga, poi a Parigi, frequentando corsi di neuropsichiatria del professor Babinski, con cui studiò anche Freud.

Nel dopoguerra, accanto alla professione medica, iniziò a occuparsi direttamente di politica, aderendo a Democrazia Sociale, formazione sorta nel 1921 sulle ceneri del vecchio gruppo radicale. La sezione torinese si distingueva per le posizioni di "sinistra", sostenendo l'assoluto distacco dal partito liberale e da altre coalizioni conservatrici. Benché sbandierasse l'etichetta progressista, tuttavia, il partito nel suo insieme era pieno di contraddizioni e comprendeva posizioni nazionaliste e autoritarie: dopo la marcia su Roma il suo gruppo parlamentare giunse addirittura a fornire quattro ministri al gabinetto Mussolini e a votare la fiducia al governo fascista.

Carlo Angela manifestò pubblicamente la sua disapprovazione e tra la fine del 1923 e l'inizio del 1924, insieme ad altri dirigenti, prese le distanze dal partito e si avvicinò alle posizioni del socialismo riformista di Ivanoe Bonomi, tant'è che per le elezioni del 6 aprile 1924 entrò a far parte delle liste bonomiane, come capolista per la circoscrizione piemontese di Opposizione costituzionale, che però non raggiunse il quorum e non riuscì a far eleggere alcun candidato, mentre trionfava il "listone" fascista. Dopo il rapimento e l'uccisione del deputato socialista Giacomo Matteotti, il 10 giugno 1924, Carlo Angela accusò senza mezzi termini il fascismo sul settimanale Tempi Nuovi «per il nefando delitto che ha macchiato indelebilmente l'onore nazionale». La reazione non si fece attendere e nella notte tra il 20 e il 21 giugno 1924 gli uffici della redazione del settimanale vennero saccheggiati e incendiati.

Carlo Angela rimase fuori dalle vicende politiche successive per oltre vent'anni, dopo essersi trasferito a San Maurizio Canavese, presso la casa di cura per malattie nervose e mentali "Villa Turina Amione" in qualità di direttore sanitario. Tra le prime false certificazioni va ricordata quella del ventenne Paolo Treves, figlio dell'ex parlamentare socialista Claudio, al fine di evitargli il confino per aver sottoscritto una lettera di solidarietà al filosofo Benedetto Croce ingiuriato da Mussolini.

Nella casa di cura Angela si circondò di persone fidate e diede vita a una particolare forma di resistenza civile: diede ospitalità ad antifascisti, a giovani renitenti alla leva nell'esercito di Salò e, soprattutto, a molti ebrei. Oltre a offrire rifugio, falsificò diagnosi e cartelle cliniche, trasformando ebrei in ariani, sani in malati di mente, e così via. Con la sua opera discreta e coraggiosa salvò dai lager nazisti molte persone, tra cui Donato Bachi, già direttore di Tempi Nuovi, il colonnello dei carabinieri Lattes, il capitano Finzi, il professor Nino Valobra, la moglie e la figlia dell'avvocato Massimo Ottolenghi, la famiglia Fiz, il capitano Dogliotti, il conte Revelli di Beaumont e altri.

La pericolosa attività del professore, i cui trascorsi antifascisti erano noti, rischiò più volte di essere scoperta. Ci furono infatti parecchie ispezioni e Angela fu convocato più volte nella famigerata caserma di via Asti per spiegazioni sulle sue attività sospette, ma fortunatamente nessuno degli ospiti segreti fu identificato. Il momento più drammatico accadde l'11 febbraio 1944, quando, nel corso di una rappresaglia fascista che provocò tre vittime innocenti, Carlo Angela fu sottratto alla fucilazione all'ultimo momento grazie all'intervento del conte di Robilant presso il federale di Torino Giuseppe Solaro, comandante della truppa fascista repubblicana.

Nei giorni della Liberazione, il professor Carlo Angela fu nominato sindaco di San Maurizio Canavese. Partecipò alle successive elezioni democratiche italiane in lista con Norberto Bobbio, Massimo Mila, Ada Gobetti Marchesini e una delle sue prime azioni fu il ripristino delle scuole pubbliche.

In seguito ritornò alla professione medica e fu nominato presidente dell'ospedale Molinette di Torino: un incarico prestigioso, ma che gli procurò anche molti dispiaceri. Si spense nel capoluogo piemontese il 3 giugno 1949, all'età di 74 anni.

[modifica] La medaglia di "Giusto tra le nazioni"

Le condizioni indispensabili per riconoscere un «giusto» sono tre: aver salvato ebrei, averli salvati sotto la minaccia di un grave pericolo per la propria vita, non aver mai percepito alcun compenso.

Sulla base delle prove e delle testimonianze raccolte e che gli sono state presentate, il 13 novembre 2001 una commissione israeliana ha conferito al professor Angela la Medaglia dei Giusti tra le nazioni e ha inserito il suo nome nel Giardino dei giusti presso il museo Yad Vashem di Gerusalemme: la cerimonia di premiazione è avvenuta a San Maurizio Canavese il 25 aprile 2002. Il consigliere dell'ambasciata d'Israele a Roma Tibor Schlosser, a nome di tutta la comunità ebraica mondiale, ha consegnato il riconoscimento a Sandra e Piero, i figli di Angela.

Il silenzio sulle sue azioni durò oltre a mezzo secolo, a causa della discrezione e dell'estremo riserbo di Carlo Angela e della sua famiglia, e fu interrotto soltanto nel 1995, quando Anna Segre decise di pubblicare il diario del padre Renzo, scritto durante il periodo in cui aveva trovato rifugio, con la moglie Nella, nella clinica di San Maurizio fingendosi malato di mente per sfuggire alla deportazione nei campi di sterminio.