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Viaggi apostolici di Benedetto XVI

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Paesi visitati da Benedetto XVI.
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Paesi visitati da Benedetto XVI.

Papa Benedetto XVI ha effettuato vari viaggi apostolici: due in Germania (Colonia per la XX Giornata Mondiale della Gioventù e Baviera), uno in Polonia, terra di papa Giovanni Paolo II, durante il quale ha fatto visita al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, in Spagna ed in Turchia.

Indice

[modifica] Viaggi apostolici compiuti

Gigantografia del Papa nella città di Colonia
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Gigantografia del Papa nella città di Colonia

[modifica] Colonia (Germania) (dal 18 al 21 agosto 2005)

Per approfondire, vedi la voce Giornata Mondiale della Gioventù 2005.

Il Papa si è recato nella sua terra natale per celebrare la XX Giornata Mondiale della Gioventù. Il Pontefice è giunto al duomo di Colonia attraverso un'imbarcazione salutato da migliaia di giovani stipati sulle rive del Reno. Di rilevanza storica la visita alla sinagoga della città, dove ha parlato del forte legame che unisce ebrei e cattolici, condannando ogni forma di antisemitismo. É stato il terzo Pontefice nella storia, dopo san Pietro e Giovanni Paolo II a visitare una sinagoga. Il Pontefice ha partecipato alla veglia notturna e ha celebrato la messa sulla spianata di Marienfeld (ex miniera di lignite), presso Türnich e Kerpen, dove si sono radunati un milione di giovani.

[modifica] Polonia (dal 25 maggio al 28 maggio 2006)

Il 25 maggio 2006, nel primo giorno di permanenza in Polonia, si è recato a Varsavia dove ha pregato nella cattedrale di San Giovanni sulla tomba del cardinale Stefan Wyszynski, il primate polacco, scomparso nel 1981. In quest'occasione Benedetto XVI si è rivolto ai cattolici che devono «guardarsi dalla pretesa di impancarsi con arroganza a giudici delle generazioni precedenti, vissute in altri tempi e in altre circostanze».

Il 26 maggio 2006 la folla di pellegrini ha cominciato ad arrivare alle quattro della mattina per riempire la piazza della Vittoria di Varsavia, luogo simbolo della storia del Paese, dove il Papa ha celebrato la messa solenne, per lui la prima celebrazione di massa in terra polacca. Durante l'omelia pronunciata nel corso della Messa ha detto: «Oggi come nei secoli passati c'è chi vuole negare la verità di Cristo e non bisogna cadere nella tentazione del relativismo. Si cerca di creare l'impressione che tutto sia relativo: anche le verità della fede dipenderebbero dalla valutazione umana. Ogni cristiano è tenuto a confrontare continuamente le proprie convinzioni con i dettami del Vangelo e della Tradizione della Chiesa nell'impegno di rimanere fedele alla parola di Cristo, anche quando essa è esigente e umanamente difficile da comprendere». Nel pomeriggio si è recato a Czestochowa, al santuario mariano di Jasna Góra dov'è venerata la Madonna nera. In serata si è traferito a Cracovia alloggiando nel palazzo arcivescovile, negli ambienti in cui Giovanni Paolo II esercitò il suo ministero di vescovo. Il Papa si è affacciato dalla finestra del palazzo arcivescovile di Cracovia per benedire e salutare i fedeli. Da quella stessa finestra (chiamata dai cattolici polacchi la finestra del Papa) era solito affacciarsi Giovanni Paolo II durante le sue visite in terra polacca.

Benedetto XVI al suo arrivo in Polonia
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Benedetto XVI al suo arrivo in Polonia

Il 27 maggio 2006 per papa Benedetto XVI può essere definito una giornata sulle tracce di papa Giovanni Paolo II, ha infatti ripercorso la vita del suo predecessore attraverso alcuni luoghi simbolo. A Wadowice (città natale di Giovanni Paolo II), ha visitato la basilica dell'Immacolata Concezione e la casa natale di Giovanni Paolo II, oggi trasformata in un museo. Ha anche esternato la sua preghiera affinché il suo predecessore venga presto canonizzato. Sulla via di ritorno a Cracovia, si è recato al Santuario della Madonna di Kalwaria, che fu meta di numerosi pellegrinaggi di Giovanni Paolo II negli anni della sua giovinezza, e al Santuario della Divina Misericordia di Lagiewniki, consacrato da Giovanni Paolo II nel suo ultimo viaggio in patria nel 2002. Nel pomeriggio dopo una visita alla Cattedrale del Wawel di Cracovia, dove sono venerate le spoglie di san Stanislao, patrono della Polonia, ha incontrato centinaia di migliaia di ragazzi nel parco di Blonie, una immensa distesa verde sulle rive del fiume Vistola. Qui, Benedetto XVI ha pregato con loro e ha consegnato loro la «Fiamma della misericordia», affidando loro la missione di portare la luce della fede al mondo.

Il 28 maggio 2006 papa Benedetto XVI davanti a un milione di persone ha celebrato la Messa nel parco di Blonie e durante l'omelia ha detto di sentire Cracovia, la città di Karol Wojtyla, un po' anche come la sua città. Nel pomeriggio si è recato al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, dove ha pregato per onorare la memoria degli ebrei, dei polacchi, dei russi, dei rom, e dei rappresentanti di venticinque nazioni uccisi dall'odio nazista. Il Papa è entrato a piedi e da solo nel campo di concentramento di Auschwitz passando sotto l'inquietante scritta "Il lavoro rende liberi", sotto la quale sono passati milioni di ebrei destinati allo sterminio. Dopo aver pregato davanti al "muro della morte", dove vennero fucilati 20.000 detenuti, ha salutato un gruppo di ex deportati di Auschwitz. La visita è poi continuata con l'omaggio alla cella di san Massimiliano Kolbe, il frate francescano polacco (canonizzato nel 1982) che si offrì per essere ucciso al posto di un altro prigioniero, un padre di famiglia, il 14 agosto 1941. Si è poi trasferito al vicino campo di Birkenau dove si trova il Monumento internazionale alle vittime dell'Olocausto, composto da 22 lapidi che in varie lingue ricordano tutti i morti nei campi di Auschwitz-Birkenau. Qui si è anche tenuto un incontro di preghiera interconfessionale con un gruppo di ex prigionieri, nel corso del quale è stato cantato il Kaddish, un cantico funebre ebraico.

Il Papa dopo aver trascorso qualche minuto di preghiera, soffermandosi in particolare davanti alla lapide in ricordo delle vittime tedesche, ha pronunciato il suo discorso, in italiano, rimarcando quanto, in quella circostanza, senta come un peso essere un tedesco e, da teologo, ha cercato risposte all'inquietante silenzio divino davanti al male nazista. Queste sono state le sue parole: «In un luogo come questo vengono meno le parole, in fondo può restare soltanto uno sbigottito silenzio che è un interiore grido verso Dio: Signore, perché hai taciuto? Perché hai potuto tollerare tutto questo? Non possiamo scrutare il segreto di Dio, vediamo solo frammenti e ci sbagliamo se vogliamo farci giudici di Dio e della storia». Papa Ratzinger ha indicato come scopo della sua visita al campo «la grazia della riconciliazione - da Dio innanzitutto che, solo, può aprire e purificare i nostri cuori; dagli uomini poi che qui hanno sofferto, e infine la grazia della riconciliazione per tutti coloro che, in quest'ora della nostra storia, soffrono in modo nuovo sotto il potere dell'odio e sotto la violenza fomentata dall'odio». In un passaggio del discorso ha poi di fatto discolpato il popolo tedesco dalle colpe collettive, accusando i «criminali nazisti» di aver ingannato il suo popolo che fu usato come strumento della loro smania di dominio in nome di prospettive di grandezza, di ricupero dell'onore della nazione e della sua rilevanza.

Il punto principale del discorso è stato l'interpretazione del tentativo di annientamento degli ebrei come un progetto per uccidere Dio, della cui esistenza il popolo ebraico sarebbe testimonianza: cancellando Israele gli autori dello sterminio «volevano strappare anche la radice su cui si basa la fede cristiana, sostituendola definitivamente con la fede fatta da sé, la fede nel dominio dell'uomo, del forte».

[modifica] Curiosità

  • Molti polacchi si sono mobilitati per la prima visita del Papa succeduto a Giovanni Paolo II. In suo onore sono state organizzate donazioni straordinarie di sangue, sono stati vietati gli alcolici ed una pubblicità televisiva sui Mondiali di calcio 2006 in cui si vede una coppia mentre fa sesso, inoltre giovani cattolici gli hanno consegnato un libro in cui affermano il proprio impegno contro la droga.
  • Mentre veniva cantato il Kaddish, un canto per i morti della Shoah, è spuntato sopra il campo di Birkenau uno spettacolare arcobaleno, simbolo della pace e dell'Olocausto. Il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni dopo aver definito la visita del Pontefice «un momento storico, con un discorso grande all'inizio e alla fine problematico nel suo contenuto» ha aggiunto: «Si deve riflettere su un segno spettacolare: quell'arcobaleno che spunta nel cielo mentre il Papa compie la sua visita. L'arcobaleno è il segno biblico dell'impegno divino a non distruggere l'umanità: Dio non distrugge l'uomo, ma lascia agli uomini il libero arbitrio di farlo».

[modifica] Valencia (Spagna) (8 luglio e 9 luglio 2006)

Il Papa si è recato nella città spagnola in occasione del V Incontro Mondiale delle Famiglie. Subito dopo l'atterraggio, Benedetto XVI è giunto alla stazione Jesus della metropolitana di Valencia dove ha pregato per le 42 vittime dell'incidente del 3 luglio, causato da un guasto dei treni. Ad accoglierlo i principi ereditari Felipe e Letizia di Borbone. Il Papa si è raccolto in preghiera davanti all'entrata della stazione del metro leggendo un passaggio del Vangelo. Dopo la breve ma commossa cerimonia si è diretto con la papamobile alla cattedrale della Virgen de Los Desamparados ed ha rivolto un messaggio ai vescovi. Nel pomeriggio è andato a far visita di cortesia ai reali di Spagna, re Juan Carlos e la consorte Sofia al Palazzo della Generalitat. Successivamente Papa Ratzinger ha ricevuto per un breve scambio di saluti il presidente del governo spagnolo José Luis Rodríguez Zapatero nel Palazzo Arcivescovile. Il premier spagnolo all’ingresso dell’arcivescovado è stato fischiato dai gruppi di pellegrini a seguito dei provvedimenti promossi dal suo governo (legge sui matrimoni omosessuali, divorzio breve, sperimentazione sugli embrioni, declassamento dell’ora di religione).

In serata il Pontefice si è recato all'incontro festivo e testimoniale per la conclusione del V Incontro Mondiale delle Famiglie nella Città delle Arti e delle Scienze. Nello stesso luogo nella prima mattinata di domenica 9 luglio Papa Ratzinger ha celebrato la messa e recitato l'Angelus. Ha fatto discutere la decisione del premier Zapatero, contraria alla prassi, di non assistere alla funzione religiosa (il portavoce vaticano Joaquin Navarro Valls ha sottolineato che neanche Fidel Castro aveva disertato la messa durante la visita di Giovanni Paolo II a Cuba).

[modifica] Baviera (Germania) (dal 9 al 14 settembre 2006)

La casa natale di Benedetto XVI a Marktl am Inn
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La casa natale di Benedetto XVI a Marktl am Inn

Per il suo quarto viaggio apostolico il Papa si è recato nella sua terra natale, la Baviera.

Il 9 settembre 2006 papa Ratzinger è giunto a Monaco di Baviera esprimendo la sua gioia per la possibilità di rivedere almeno una volta la sua Patria e i luoghi in cui è vissuto da giovane. Dopo i discorsi di benvenuto si è recato sulla Marienplatz, la piazza principale della città dove lo hanno accolto migliaia di persone. In questo stesso luogo trent'anni prima i fedeli di Monaco lo accolsero come loro nuovo arcivescovo e sempre da qui, cinque anni dopo, Ratzinger era partito per andare a Roma chiamato dal Papa. Il Papa ha ricordato che prima di partire per il Vaticano rivolse una preghiera alla Patrona Bavariae, per affidare alla sua protezione la sua città e la sua Patria. Nel discorso alla piazza ha anche ricordato la leggenda di san Corbiniano e dell'orso, raffigurato nello stemma papale, da cui si fece aiutare nel viaggio verso Roma, lasciandolo poi libero una volta raggiunta la meta. «L'orso di San Corbiniano a Roma è stato lasciato libero. Nel mio caso il Padrone ha deciso diversamente» ha aggiunto. Dopo la preghiera in Marienplatz, Benedetto XVI si è recato alla Residenz, uno dei palazzi reali piu' grandi d'Europa che ospita la Cancelleria dove in rapida successione ha incontrato, unico momento politico della visita, il presidente della Repubblica Federale di Germania Horst Koehler, il cancelliere Angela Merkel e il ministro presidente della Baviera Edmund Stoiber.

Il Papa ha visitato anche il Santuario Mariano di Altötting, la città di Frisinga dove fu ordinato sacerdote e Marktl am Inn (suo paese natale), con varie celebrazioni e momenti di preghiera. Il 13 settembre, il Papa ha compiuto una tappa privata a casa del fratello mons. Georg Ratzinger e, all'Università di Regensburg tenendo una vera e propria lezione sul rapporto tra fede e ragione in un discorso davanti ai cattedratici, ha anche ribadito la sua ferma condanna dell'uso della violenza per scopi religiosi,: «La violenza» ha detto Ratzinger, «è in contrasto con la natura di Dio» e «non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio».

Prima di lasciare la Baviera il Papa ha anche visitato le tombe della sorella e dei genitori al cimitero di Pentling, lasciando ancora viva l'eco delle parole con cui aveva aperto la sua visita a Monaco, in risposta alla domanda di un giornalista che gli chiedeva se sarebbe tornato nella sua terra per visitare Berlino: «Sono un uomo vecchio e non so quanto tempo mi darà ancora il Signore».

[modifica] L'ira del mondo islamico

Per approfondire, vedi la voce Controversia con l'Islam sulla lezione di Ratisbona di papa Benedetto XVI.

Alcuni passaggi del discorso tenuto a Regensburg sono stati duramente contestati da gran parte delle comunità musulmane: la massima autorita' religiosa turca, Ali Bardokoglu, ha chiesto al Pontefice di scusarsi per quanto affermato dichiarando che «se le parole di Ratzinger mostrano un odio nel suo cuore, allora siamo davanti ad una situazione pericolosa» e chiedendo l'annullamento della previsto viaggio apostolico in Turchia. Reazioni anche della comunità palestinese che, per bocca del portavoce di Al-Fatah in Cisgiordania ha affermato che «il suo discorso non riflette i principi di tolleranza del cristianesimo, veicolati dal messaggero palestinese della Cristianità». In risposta alle polemiche, il portavoce della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi ha rilevato in una nota che «non era certo nelle intenzioni del Santo Padre svolgere uno studio approfondito sulla Jihad e sul pensiero musulmano in merito, e tanto meno offendere la sensibilità dei credenti musulmani» e che «ciò che sta a cuore al Santo Padre è un chiaro e radicale rifiuto della motivazione religiosa della violenza». Numerose poi sono state le manifestazioni di protesta in alcuni paesi islamici, come il Pakistan, che hanno preso di mira il Pontefice, anche condite da minacce di morte. Benedetto XVI, vista la portata delle polemiche suscitate, ha sentito la necessità di intervenire personalmente affermando di essere «vivamente rammaricato» per la crisi provocata e che le sue intenzioni erano quelle di incoraggiare «un dialogo franco e sincero con grande rispetto reciproco». Il papa ha preso inoltre le distanze dal contenuto delle citazioni contro Maometto pronunciate che, ha detto, «non riflettono in alcun modo il mio pensiero».

[modifica] Turchia (dal 28 novembre al 1 dicembre 2006)

Il 28 novembre, su invito del Presidente della Repubblica turco Ahmet Necdet Sezer, il Papa è giunto in Turchia per una visita ufficiale allo stato e alla Chiesa cattolica locale.

Benedetto XVI, dopo aver sottolineato ai giornalisti presenti sull'aereo papale, che il suo «non e' un viaggio politico ma un viaggio pastorale», giunto ad Ankara ha incontrato, per un breve colloquio in aeroporto, il premier turco Tayyip Erdoğan, trasmettendogli i suoi sentimenti positivi riguardo l'adesione della Turchia all'Unione Europea e, nella sede della nunziatura, i membri del corpo diplomatico, ai quali ha ricordato il problema della Terra Santa.

Nel secondo giorno di visita il Papa è stato (terzo pontefice dopo Paolo VI e Giovanni Paolo II, nella storica città di Efeso dove ha visitato il santuario della Casa di Maria, luogo di culto sia per i cattolici sia per i musulmani; qui, nel suo discorso tenuto davanti a qualche centinaio di fedeli cattolici, ha invocato ancora «pace e riconciliazione per coloro che abitano nella Terra che chiamiamo 'santa' e che tale è ritenuta sia dai cristiani che dagli ebrei e dai musulmani».

L'interno della Moschea Blu di Istanbul, visitata da Benedetto XVI
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L'interno della Moschea Blu di Istanbul, visitata da Benedetto XVI

Il 30 novembre, il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I ha accolto il Papa ad Istanbul nella Chiesa di San Giorgio; qui il pontefice ha assistito alla Divina Liturgia secondo il rito ortodosso, pronunciando poi parole di aperture verso il dialogo ecumenico, affermando tra l'altro che «la Chiesa Cattolica è pronta a fare tutto il possibile per superare gli ostacoli e per ricercare, insieme con i nostri fratelli e sorelle ortodossi, mezzi sempre più efficaci di collaborazione pastorale a tale scopo». Il papa ed il patriarca hanno prodotto poi una dichiarazione congiunta di condanna della violenza esercitata in nome di Dio.

Dopo la visita alla Basilica di Santa Sofia, principale monumento di Istanbul, il papa si è recato nella Moschea Blu, forse il momento più suggestivo dell'intero viaggio pastorale; a piedi scalzi ha percorso il tempio assieme al Gran Mufti con cui si è raccolto in un momento di silenzio. Il papa ha visitato anche la Cattedrale Armena Apostolica di Istanbul, incontrando il Patriarca Mesrob II.

Il 1 dicembre, nel suo ultimo giorno di visita, Ratzinger ha celebrato la messa nella Cattedrale dello Spirito Santo, altro momento di incontro con la comunità cattolica turca alla quale il papa ha dedicato parte della sua omelia, sottolineando le difficili condizioni in cui vivono i fedeli e affermando che «la Chiesa non vuole imporre nulla a nessuno e che chiede semplicemente di poter vivere liberamente per rivelare colui che essa non puo' nascondere, Cristo Gesu' che ci ha amati fino alla fine sulla croce e che ci ha dato il suo Spirito, presenza viva di Dio in mezzo a noi e nel piu' profondo di noi stessi».

Concludendo la sua visita, il papa ha dichiarato: «una parte del mio cuore rimane ad Istanbul, questa magnifica città».

[modifica] Minacce e sicurezza

La visita del papa in Turchia, nata in un clima difficile nei rapporti con una parte delle comunità islamiche anche in seguito al discorso di Ratisbona che aveva suscitato irritazione, si è svolta senza particolari intoppi.

Numerose erano state le minacce all'incolumità di Ratzinger, fatte pervenire per lo più via internet, da parte di gruppi integralisti islamici turchi; ma, una manifestazione di protesta indetta ad Istanbul, alcuni giorni prima del viaggio papale, non aveva avuto l'esito sperato dagli organizzatori, vedendo la partecipazione di poche migliaia di persone, confermando così la moderazione di gran parte del popolo turco e la marginalizzazione delle frange estremiste.

A viaggio pastorale in corso tuttavia sono pervenute pesanti minacce firmate dal gruppo terroristico Al-Qaida e pervenute tramite un sito web in cui si affermava che «la visita di Benedetto XVI ha lo scopo di preparare una campagna crociata contro i paesi islamici».

Imponenti sono state le misure di sicurezza prese dalle autorità turche per questo viaggio pastorale: oltre dodicimila poliziotti hanno garantito la sicurezza del papa ad Istanbul, mentre tiratori scelti sono stati collocati sulle terrazze degli edifici, dando alla storica città turca l'aspetto da città in stato di assedio; la polizia turca ha inoltre compiuto 18 arresti di presunti esponenti di Al-Qaida.

Inoltre i nazionalisti turchi conosciuti per le loro posizioni intransigenti sono stati posti sotto stretta sorveglianza dalle autorità; una manifestazione di protesta organizzata da esponenti dei Lupi grigi, gli islamo-nazionalisti del Partito della Grande Unione (Bbp), si è svolta durante la visita di Benedetto XVI alla Basilica di Santa Sofia, ma non ha visto una nutrita partecipazione, anche per l'intervento della polizia che ha impedito ai facinorosi di avvicinarsi alla piazza Beyazid.

E' emerso chiaro, anche secondo quanto riportato da tutta la stampa locale, che la visita di Benedetto XVI in Turchia è stata un successo sia per quanto riguarda i rapporti interreligiosi, sia anche per l'immagine che il papa ha dato di sè, riuscendo a conquistare il popolo turco per i suoi gesti e le sue parole di distensione.

[modifica] Viaggi apostolici previsti

Per approfondire, vedi la voce Giornata Mondiale della Gioventù 2008.
  • Gran Bretagna: Blair, ricevuto dal Papa il 3 giugno 2006, ha invitato il Pontefice a visitare la Gran Bretagna in un futuro prossimo. Poiché l'agenda del Papa per il 2007 è già piena, la visita si terrà probabilmente nel 2008 o dopo.
  • Stati Uniti: è stato invitato anche negli Stati Uniti, ma non è stata ancora stata ufficializzata la data della visita.

[modifica] Altre visite e pellegrinaggi

  • Bari (29 maggio 2005): Papa Benedetto XVI si è recato a Bari per presiedere la Messa conclusiva del Congresso eucaristico nazionale. In quest'occasione ha voluto marcare il tentativo di riconciliazione con la Chiesa Ortodossa.
  • Manoppello, (Arcidiocesi di Chieti-Vasto) (1° settembre 2006): pellegrinaggio privato al Santuario del Volto Santo, in occasione del V centenario della reliquia (un telo di lino che secondo la tradizione sarebbe stato usato dalla Veronica per asciugare il sangue e il sudore di Gesù durante la via Crucis e sul quale è impresso un volto maschile che secondo la tradizione è quello di Gesù Cristo). Il Papa, accolto dall'arcivescovo mons. Bruno Forte, in occasione della prima Giornata per la salvaguardia del pianeta indetta dalla Chiesa ha rinnovato l'appello a «rispettare la Natura, grande dono di Dio che è sempre più esposto a seri rischi di degrado ambientale e va pertanto difeso e tutelato». É la prima volta che un Pontefice si reca in questo Santuario.
  • Verona (19 ottobre 2006): il Papa ha partecipato al IV Convegno Ecclesiale Nazionale, l'appuntamento decennale della Chiesa italiana. Benedetto XVI ha rivolto un discorso ai partecipanti al Convegno nella Fiera di Verona, durante il quale ha ribadito la contrarietà al riconoscimento di unioni diverse dal matrimonio, sottolineando tuttavia che «la Chiesa non è un agente politico» e che il compito di operare nella società spetta «ai fedeli laici, che operano come cittadini sotto la propria responsabilità». Nel pomeriggio il pontefice ha celebrato la messa allo Stadio Bentegodi e durante l'omelia ha auspicato che la Chiesa italiana, dopo l'esperienza del Convegno Ecclesiale, possa ripartire per affrontare le sfide che il cambiamento della società pone, ribadendo però che «in un mondo che cambia, il Vangelo non muta».

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

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