Tilia
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Tiglio | ||||||||||||||||||
Tilia tomentosa |
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Classificazione scientifica | ||||||||||||||||||
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Specie | ||||||||||||||||||
Tilia (nome comune Tiglio) è un genere di piante della famiglia delle Tiliaceae (Malvaceae secondo la classificazione APG), originario dell'emisfero boreale. Il nome deriva dal greco ptilon (= ala), per la caratteristica brattea fogliacea che facilita la diffusione eolica dei grappoli di frutti.
Indice |
[modifica] Descrizione
Sono alberi di notevoli dimensioni, molto longevi, dall'apparato radicale espanso, profondo. Possiedono tronco robusto, alla cui base si sviluppano frequentemente numerosi polloni, e chioma larga, ramosa e tondeggiante. La corteccia dapprima liscia presenta nel tempo screpolature longitudinali.
Ha foglie alterne, asimmetriche, picciolate con base cordata e acute all'apice, dal margine variamente seghettato.
I fiori, ermafroditi, odorosi, hanno un calice di 5 sepali e una corolla con 5 petali di colore giallognolo, stami numerosi e saldati alla base a formare numerosi ciuffetti; il pistillo è unico con ovario supero pentaoculare; sono riuniti a gruppi di 3 (o anche 2-5) in mazzetti dai lunghi peduncoli che originano da una brattea fogliacea ovoidale di colore verde-pallido, che a maturità, disseccando, forma un'ala che agevola il trasporto a distanza dei frutti, che sono a forma di capsula secca ovale o globosa, della grossezza di un pisello, con la superfice più o meno costoluta, pelosa e con un endocarpo legnoso e resistente, chiamata carcerulo.
[modifica] Diffusione
Il Tiglio vegeta nelle zone dal Castanetum al Fagetum in luoghi freschi e ombreggiati.
[modifica] Specie
Comprende specie arboree che si incrociano facilmente tra loro, dando luogo a numerosi ibridi dalle caratteristiche intermedie; ne deriva che la classificazione delle specie risulta poco agevole, con opinioni contrastanti tra i botanici, e un numero di specie considerate autonome che può variare da 18 a 65 a seconda dell'autore considerato.
Spontanee in Italia troviamo la Tilia cordata Mill. (= Tilia parvifolia Ehrh., Tilia sylvestris Desf.) noto col nome di Tiglio selvatico albero di media statura con altezze fino a 25 m, con rami dalla corteccia grigia o marrone, foglie decidue, di colore verde brillante, glauche sulla pagina inferiore, con ciuffetti di peli rossici negli angoli delle nervatura, ovate-cordate, asimmetriche, fiori bratteati, profumati, primaverili, riuniti in infiorescenze ascellari, frutti con costole poco visibili ed endocarpo fragile; la Tilia platyphyllos Scop. (= Tilia europea L.) noto col nome di Tiglio nostrale o Tiglio nostrano diffusa nell'Europa continentale e nel Caucaso, albero alto fino a 40 m, a foglie caduche, cuoriformi, a margine seghettato, con la pagina inferiore pubescente, con ciuffetti di peli biancastri negli angoli delle nervatura, che a maggio-giugno portano all'ascella i fiori profumati, forniti di brattea, di colore bianco-giallastro e riuniti in infiorescenze pendenti formate da 2-5 fiori ermafroditi, i frutti sono piccole capsule con costole sporgenti, ed endocarpo duro e legnoso.
Le specie citate vengono considerate da alcuni autori come sottospecie della linneana Tilia europaea nota come Tiglio europeo o Tiglio comune; citiamo inoltre la Tilia x vulgaris Hayne noto col nome di Tiglio intermedio, che è un ibrido tra la Tilia cordata e la Tilia platyphyllos, con caratteristiche intermedie tra le specie originarie, molto diffuso in Italia.
Tra le specie ornamentali coltivate nel nostro paese oltre alla Tilia cordata, ricordiamo la Tilia americana L. e le numerose varietà, originaria del Nord America e nota come Tiglio americano, si presenta come un albero di 23-40 m di altezza, a foglie decidue, ovate-cordate di colore verde scuro e piccoli fiori ermafroditi, primaverili di colore giallognolo, frutti secchi e duri, pubescenti, contenenti uno o due semi
[modifica] Uso
- Come pianta ornamentale nei viali, parchi e giardini
- Il legno biancastro, omogeneo, leggero (p. sp. 0,90 fresco, 0,65 stagionato) è idoneo a lavori di intaglio, intarsio, scultura, parti di strumenti musicali e per la realizzazione di oggetti vari
- I fiori forniscono il polline per il miele, e vengono utilizzati per la preparazione di infusi e tisane
- Nell'arboricoltura da legno vengono utilizzate per il governo a ceduo o fustaia, grazie al rapido vigore vegetativo
- Come pianta medicinale, nella farmacopea ufficiale vengono utilizzati i fiori col nome di Tiliae flores per la presenza del glucoside Tiliacina, e di tannini, mucillagini, etc.
[modifica] Proprietà medicinali
Le informazioni qui riportate hanno solo un fine illustrativo: non sono riferibili né a prescrizioni né a consigli medici - Leggi il disclaimer |
- Il decotto di corteccia dei giovani rami raccolto in primavera ha proprietà astringenti, per uso esterno utilizzato come clistere per la cura di diarree e infezioni intestinali
- L'infuso, la tisana e lo sciroppo dei fiori con le brattee, raccolti in giugno-luglio e fatti seccare all'ombra, vantano proprietà anticatarrali, bechiche, sudorifere, emollienti, antispasmodiche, vasodilatatrici e calmanti
- Per uso esterno l'infuso di fiori viene usato per bagni calmanti e ristoratori, mentre il decotto serve per gargarismi curativi di stomatiti, faringiti, glossiti, angine
- L'estratto acquoso di alburno (la parte esterna del legno) dei rami, avrebbe un'azione contro gli spasmi intestinali, biliari ed epatici, vanterebbe inoltre un'attività antipertensiva e dilatatrice delle coronarie
- Il decotto dei giovani rami ha un'azione diuretica
- Il carbone vegetale ottenuto dal legno viene utilizzato come assorbente antiputrido intestinale
[modifica] Metodi di coltivazione
Piante frugali, poco esigenti come esposizione alla luce e tipo di terreno, anche se preferiscono suoli fertili e freschi, eliminare i polloni periodicamente.
Si moltiplicano per semina, propaggine, talea e in alcuni casi per innesto
[modifica] Avversità
- Insetti:
- Lepidotteri:
- Bombice del ciliegio - le larve gregarie di Eriogaster lanestris L., nate dalle uova a forma di manicotto ricoperto da lunghi peli grigi che la femmina si stacca dall'addome all'atto dell'ovideposizione, deposte sui rametti in aprile, divorano le foglie con ingenti danni
- Bucefala - le larve di Phalera bucephala L., attaccano le foglie divorandone il parenchima e lasciando intatte solo le nervature principali
- Sesia apiforme - le larve di Aegeria apiformis Clerck. , scavano gallerie sotto la corteccia alla base del tronco e raggiungendo per via interna le radici con gravissimi e mortali danni per la pianta
- Pirrocore - l'emittero Pyrrhocoris apterus L. causa con le sue punture gravi danni ai giovani getti
- Lepidotteri:
- Acari:
- Eriofide - adulti e neanidi di Eriophyes tiliae Pagenst., provocano sulla pagina inferiore delle foglie numerosissime piccole galle rilevate dapprima biancastre successivamentecolor ruggine
- Ragnetto giallo - giovani e adulti di Tetranychus telarius L. danneggiano gravemente le foglie e i rametti
- Funghi:
- Antracnosi - l'attacco di Gnomonia tiliae Kleb. provoca sulle foglie ei giovani rametti, macchioline brunastre circolari dal contorno nerastro
- Seccume della corteccia - la corteccia infettata da Pyrenochaeta pubescens mostra delle pustole ovali o tondeggianti, di colore rosso-brunastro che in seguito al disseccamento della parte colpita assumono una colorazione grigiastra
- Vaiolatura - le foglie colpite da Cercospora macrospora presentano innumerevoli macchie sul lembo fogliare, con successivo imbrunimento e caduta della foglia