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Theraphosidae

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Tarantola

Femmina adulta di Brachypelma smithi
Classificazione scientifica
Regno: Animalia
Phylum: Arthropoda
Subphylum: Chelicerata
Classe: Arachnida
Ordine: Araneae
Sottordine: Mygalomorphae
Superfamiglia: Theraphosoidea
Famiglia: Theraphosidae
Sottofamiglie
  • Acanthopelminae
  • Aviculariinae
  • Eumenophorinae
  • Harpactirinae
  • Ischnocolinae
  • Ornithoctoninae
  • Poecilotheriinae
  • Selenocosmiinae
  • Selenogyrinae
  • Spelopeminae
  • Stromatopelminae
  • Theraphosinae
  • Thrigmopoeinae
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Le tarantole sono i ragni appartenenti alla famiglia Theraphosidae (dal greco thera, animale selvatico, bestia e phos, luce). Sono caratterizzate da tarsi (piedi) con due artigli e ciuffi di artiglio (dette scopulae), che permettono loro di muoversi su superfici verticali. La famiglia Theraphosidae include oltre 800 specie diverse, divise in 12 sottofamiglie e 113 generi.

Indice

[modifica] Origine del nome tarantola

Il nome tarantola venne usato per la prima volta nella provincia di Taranto verso la fine del '400 riferendosi alla Lycosa tarentula (detto ragno lupo).
La credenza voleva che il morso di questo ragno provocasse una particolare malattia, detta tarantismo, caratterizzata da una condizione di malessere generale e una sintomatologia psichiatrica simile ma distinta dall'epilessia, e si riteneva che fosse possibile neutralizzare gli effetti del veleno saltando e sudando: da ciò la credenza popolare che la danza e la musica potessero risanare dalla malattia. Il termine taranta è infatti anche usato come sinonimo di "pizzica", la danza e il genere musicale generato dal tarantismo.
In realtà il morso della Lycosa tarentula, a cui veniva attribuita la colpa del malessere, è innocuo per l'uomo, più credibile è la teoria che attribuisce la colpa alla malmignatta (anche chiamata vedova nera mediterranea) che però non veniva considerata per via delle sue più modeste dimensioni. La malmignatta appartiene alla famiglia Latrodectus ed il suo veleno è effettivamente pericoloso anche per l'uomo.
Quando gli esploratori europei scoprirono le Theraphosidae in America le chiamarono tarantole per via delle loro grosse dimensioni, in realtà queste appartengono al sottordine delle Mygalomorphae e non sono legate al ragno lupo presente in Italia.
L'unico ragno appartenente alle Theraphosidae presente in Italia è l'Ischnocolus triangulifer.

[modifica] Caratteristiche generali

Nonostante le loro dimensioni spesso considerevoli, nessuna tarantola è considerata pericolosa per l'uomo, sia per il veleno piuttosto blando, sia per il loro carattere schivo.
Non tutte le tarantole sono di grosse dimensioni, in base alla specie la lunghezza del corpo può variare dai 2,5-10 cm con 8-30 cm di legspans (la lunghezza zampe comprese). Le più grosse appartengono al genere Theraphosa (Theraphosa blondi, Theraphosa apophysis) originarie del Venezuela che possono superare anche i 100 grammi di peso ed i 33 cm di lunghezza.
In genere le femmine sono di corporatura più robusta (soprattutto l'addome), di dimensioni maggiori ed hanno anche una maggiore longevità (anche oltre i 10 anni).
La maggior parte delle tarantole è di colore scuro (marrone o nero), comunque qualche specie è caratterizzata da colorazioni più vivaci come il blu cobalto dell' Haplopelma lividum, i colori metallizati dell' Avicularia versicolor oppure i colori zebrati della Brachypelma smithi o della Acanthoscurria geniculata.

[modifica] Peli

Oltre ai normali peli sul corpo alcune tarantole di origine americana hanno anche dei peli urticanti (circa 10,000 per mm² [1]) che possono utilizzare come difesa in caso non riescano a fuggire dal pericolo. Oltre ad essere lanciati contro possibili aggressori i peli urticanti vengono usati per marcare il territorio oppure messi ai bordi della ragnatela aiutano a scoraggiare eventuali predatori interessati ai piccoli (spiderlings).
In base al tipo di nemico i peli possono dimostrarsi mortali oppure un semplice deterrente. Nelle persone gli effetti si limitano ad un prurito nella zona colpita, ma maggiori problemi si hanno nel caso in cui vengano a contatto con gli occhi, vengano inalati oppure vi sua un'allergia a questi.

[modifica] Habitat e abitudini

Un Ephebopus cyanognathus nella sua tela
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Un Ephebopus cyanognathus nella sua tela

Le tarantole sono predatori crepuscolari, attendono le loro prede all'ingresso della tana per poi ucciderle iniettandogli il veleno attraverso i loro aculei veleniferi. Nonostante la loro scarsa visibilità, in genere limitata a luci e ombre, riescono ad essere molto precise grazie ad un'estrema sensibilità alle vibrazioni che viene spesso migliorata utilizzando della tela all'esterno del rifugio. In base alle vibrazioni percepite il ragno decide se l'animale è un pericolo oppure una possibile preda.
La dieta tipica è formata da insetti come grilli (per le specie terricole) oppure falene (per le specie arboricole). In rari casi possono anche catturare piccoli mammiferi come topi oppure piccoli uccelli o pesci.
Vivono generalmente in solitudine e sono cannibali, alcune specie come l'Avicularia avicularia sembrano però più tolleranti alla presenza di un altro esemplare nella loro zona.

[modifica] Tane

Le tarantole vivono in diversi tipi di tane. Le specie terricole (Brachypelma, Theraphosa, ...) usano spesso scavarsela nella terra, utilizzare un rifugio abbandonato da qualche altro piccolo animale oppure qualche cavità sotto rocce o alberi caduti. Il buco ed il suo ingresso vengono poi ricoperte dalla tela, sia per protezione che per la caccia.
Le specie arboricole (Avicularia, Poecilotheria, ...), disponendo di un'agilità maggiore, abitano invece in ragnatele generalmente di forma tubolare costruite su alberi o piante.

[modifica] Crescita, vita e muta

Come gli altri ragni, le tarantole per crescere devono cambiare periodicamente il loro esoscheletro, con un processo chiamato muta. I piccoli possono fare la muta anche qualche volta all'anno, mentre gli adulti lo fanno generalmente annualmente. Cambiando esoscheletro hanno inoltre la possibilità di recuperare zampe perse o denti rotti. Le tarantole impiegano solitamente tra i 2 ed i 5 anni per raggiungere l'età adulta, ma alcune specie possono impiegarci anche una decina di anni.
Solitamente solo le femmine continuano a mutare una volta adulte permettendogli di avere una longevità molto superiore ai maschi.

[modifica] Riproduzione

Una volta adulti gli esemplari maschi hanno più che 1 o 2 anni di vita e partono immediatamente alla ricerca di una femmina con cui accoppiarsi. Il processo di riproduzione è, come per gli altri ragni, piuttosto diverso da quello dei mammiferi. Il maschio rilascia il suo seme su una ragnatela (tela spermica) per poi assorbirlo attraverso i suoi pedipalpi (Una sorta di piccole zampe situate nella parte frontale usate anche per funzioni tattili). Trovata la tana di una possibile partner, inizia il corteggiamento tamburellando con le zampe anteriori per far capire le proprie intenzioni e per assicurarsi di essere della stessa specie. Se la compagna è disposta ad accoppiarsi inizierà a sua volta a tamburellare.
Dopo i preliminari il maschio inserirà i suoi pedipalpi nella spermateca (una fessura ellittica presente nell'addome della femmina) per rilasciare il suo seme.
Terminato l'accoppiamento il maschio dovrà scappare velocemente o rischierà di essere mangiato.
Dopo l'accoppiamento, in base alla specie, verranno depositate dalle 50 alle 2000 uova che saranno controllate dalla madre per 6/7 settimane. Una volta schiuse le uova gli spiderlings rimarranno nelle vicinanze per qualche tempo per poi disperdersi in tutte le direzioni.

[modifica] Tarantole come animali domestici

Un maschio di Grammostola rosea all'interno di un terrario
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Un maschio di Grammostola rosea all'interno di un terrario

Le tarantole sono spesso considerate un buon animale domestico per via della loro silenziosità, dello spazio ridotto di cui necessitano, delle poche cure necessarie, dell'assenza di cattivi odori e del loro basso costo.
Generalmente le specie più consigliate per i novizi sono la Grammostola rosea (Anche chiamata Chilean Rose) oppure quelle appartenenti alla famiglia Brachypelma (Che però sono soggette a controlli CITES). Il carattere in genere mansueto, la facilità di garantirgli parametri ambientali corretti e la facile reperibilità sul mercato fanno di queste tarantole un ottimo punto di partenza.
Il terrario, in vetro o plastica per gli esemplari più piccoli, va scelto in base al tipo di ragno: terricolo, arboricolo o scavatore.
L'altezza non dev'essere eccessiva per i ragni terricoli (Al massimo 30 cm dal substrato, per minimizzare il rischio cadute) mentre dev'essere maggiore per i ragni arboricoli (40-80 cm) in modo che possano arrampicarsi e creare le loro ragnatele tubulari.
Generalmente come substrato è consigliato qualche centimetro di torba irlandese, che non dove essere assolutamente concimata e/o trattata. Per i ragni scavatori tale substrato dovrà essere aumentato fino a 20/40 cm.
Come decorazione si può posizionare un sasso liscio al centro del terrario per evitare che il ragno cadendo dalle pareti lo colpisca. Per le specie arboricole non devono mancare cortecce o altri materiali per arrampicarsi e poter creare le loro tele.
Ogni specie necessita di una temperatura media e un'umidità relativa particolari. Per quanto riguarda la temperatura si possono utilizzare tappetini riscaldanti oppure cavetti termici, entrambi da utilizzare all'esterno del terrario. Per l'umidità spesso viene utilizzato un recipiente d'acqua abbinato a delle spruzzate tramite vaporizzatore.

[modifica] Legislazione

Le informazioni legali qui riportate hanno solo un fine divulgativo, possono non applicarsi al vostro caso o non essere aggiornate - Leggi il disclaimer

La legge n° 213 del 1° agosto 2003 sancisce che E' vietato a chiunque, detenere, commercializzare, importare, esportare o riesportare tutti gli esemplari vivi di aracnidi selvatici, ovvero provenienti da riproduzioni in cattività, che possono arrecare, con la loro azione diretta, effetti mortali o invalidanti per l'uomo o che comunque possono costituire pericolo per l'incolumità pubblica.
Vista la mancanza di una lista degli aracnidi ritenuti pericolosi è al momento sconsigliato l'acquisto di qualsiasi ragno o scorpione.

[modifica] Morsi e trattamento

Una Chaetopelma gracile nella tipica posizione di difesa
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Una Chaetopelma gracile nella tipica posizione di difesa

Non ci sono prove di morti causate dal morso di tarantole agli umani, anche se alcune fonti associano la morte di un bambino cinese al morso di una Haplopelma.
La documentazione riguardante gli effetti dei morsi di tarantole è piuttosto scarsa, comunque per molte specie gli effetti sembrano simili ad una semplice puntura di vespa.
A parte il dolore, l'unico pericolo è la possibilità di una reazione allergica o di infezione.
Prima di attaccare la tarantola generalmente assume una posizione di avvertimento alzando la parte anteriore del corpo mostrando chiaramente i suoi aculei veleniferi e, in alcune specie, facendo uno stridulo. Se questo avvertimento non bastasse a scoraggiare il nemico si ruota per lanciare i peli urticanti eventualmente presenti sull'addome. Solo a questo punto e solo se impossibilitata alla fuga la tarantola scatta velocemente per infliggere il morso.

[modifica] Tarantole come cibo

In uno speciale del National Geographic è stato illustrato come alcune tribù delle Amazzoni cacciano e cucinano le tarantole. I ragni vengono catturati con l'ausilio di un bastone e le loro zampe legate assieme per poi essere arrostiti ancora vivi.
La Theraphosa Blondi è considerata una prelibatezza dagli indigeni Piaroa del Venezuela.
Altro luogo in cui la tarantola è difusa come cibo è la Cambogia[2].

[modifica] Note

  1. Cooke, J.A.L., Roth, V.D., Miller, F.H. (1972). The urticating hairs of theraphosid spiders. American Museum novitates 2498. PDF (12Mb) - Abstract
  2. Ray, Nick (2002), Lonely Planet Cambodia, Lonely Planet Publications, ISBN 1740591119. p. 308.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni

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