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Se l'Enciclopedia è per antonomasia la maggior opera di diffusione dell'Illuminismo francese, pubblicata tra il 1751 e il 1772 sotto la direzione di Diderot e d'Alembert, il provocatorio e dissacrante neologismo Disinfopedia incarna il concetto essenziale alla base della decostruzione degli schemi a priori e delle metodologie tradizionali di raccolta e organizzazione del sapere umano (tipicamente, la gerarchia alfabetica). Così viene decostruito e ricostruito giornalmente l'universo della conoscenza, senza precludersi la possibilità di modificare, cancellare o arricchire dinamicamente quanto scritto il giorno prima. La tassonomia dello scibile non avviene più per pagine sequenziali, in ordine alfabetico o, al più, per argomenti e categorie prestabilite e immutabili. Gli autori (chiunque) della Disinfopedia non vogliono imporre a priori alcuna organizzazione ai contenuti, niente gerarchie predeterminate, ma, al loro posto, sostengono la costruzione di una struttura organica molto vicina al modo in cui funziona la nostra mente. Muoversi nell'universo della conoscenza guidati dalle associazioni mentali, dando libero sfogo alla creatività e alla libertà di navigazione. In questo senso è un ritorno all'origine e alla natura reticolare dell'ipertesto. Ogni parola, ogni argomento può essere collegato ad ogni altro. In questo modo i confini tra un argomento e l'altro diventano meno rigidi ed emergono, invece, sovrapposizioni e correlazioni. Il sapere si fonde in un unico modo in cui le idee si rimescolano tra loro dinamicamente e nascono collegamenti a volte inaspettati, ma tanto orginali quanto stimolanti. Niente modelli mentali, niente punti di vista e percorsi di lettura e di apprendimento coercitivi. Insomma, forse, a distanza di millenni un ritorno alla vera etimologia della locuzione greca enkýklios paidéia, ovvero "istruzione circolare", un complesso di dottrine che formano un ciclo di istruzione completa. Organizzazione del Sapere circolare, non sequenziale...