Santa Maria Maggiore (Bergamo)
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La Basilica di Santa Maria Maggiore si trova nella piazza del Duomo, a Bergamo.
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[modifica] Storia
La Basilica fu edificata nel 1137 sul sito di una altra chiesa del VIII secolo dedicata a Maria, a sua volta eretta sopra un tempio romano dedicato alla Clemenza.
La chiesa prende origine dal voto alla Madonna fatto nel 1133 dalla città di Bergamo di erigere una chiesa in suo onore se la siccità e le altre calamità naturali che l’affliggevano fossero cessate.
Il progetto fu affidato dal Consorzio della Fabbrica a Mastro Fredo, del quale non si hanno altre notizie.
Nel 1185 fu consacrato l'altare e nel 1187 vennero completati il presbiterio e le absidi est del transetto.
I lavori subirono un rallentamento durante il 1200 a causa di difficoltà economiche; tuttavia furono completati la facciata cieca e l'atrio.
Nella Basilica si tenevano anche le assemblee del popolo, secondo una pratica comune durante il Medioevo.
Nel corso del XIV secolo e del XV secolo i lavori furono ripresi dai maestri campionesi, con l'aggiunta dei tre protiri di Giovanni da Campione.
Tra il 1436 e il 1459 fu innalzato il campanile, che venne terminato verso la fine del Cinquecento, e tra il 1485 e il 1491 venne costruita la nuova sagrestia, a causa della demolizione dell’antica sagrestia ordinata da Bartolomeo Colleoni per erigere la propria cappella funeraria.
Il 23 giugno 1449 venne fondata l' Opera Pia Misericordia Maggiore, allo scopo di conservare ed arricchire di opere d’arte la Basilica.
Nel 1521 fu realizzato da Pietro Isabello il portale di di sud-ovest, detto porta della Fontana.
L'edificio subì rimaneggiamenti all'interno nel corso nel XVII secolo, dovuti agli interventi (eseguiti tra il 1614 e il 1651) di Francesco Maria Richini, Giovanni Angelo Sala e Giovanni Barberini. Nello stesso periodo venne anche rimaneggiato il tiburio.
[modifica] Esterno
La chiesa mostra alla piazza il fianco sinistro; la facciata, infatti, è cieca in quanto faceva parete unica con l'antico palazzo vescovile.
L'esterno della basilica conserva le linee architettoniche romanico-lombarde originarie.
Gli accessi alla chiesa sono costituiti dai due protiri di Giovanni da Campione e dalla porta della Fontana di Pietro Isabello.
[modifica] Abside centrale
L'abside è coronata da una loggia con volte a botte.
La loggia è delimitata in alto da un fregio a denti di sega e in basso da un fregio vegetale di derivazione classica che funge da cornicione, ed è scandita da archi ciechi su semicolonne che contengono monofore.
Nel pennacchio tra due degli archi ciechi si trova un ritratto all'interno di un clipeo, con una scritta ora illeggibile.
I capitelli sono a decoro vegetale, ad eccezione di uno che raffigura Gli angeli con le trombe del giudizio.
[modifica] Absidi dei due transetti
L'abside del transetto destro ha una struttura analoga a quella principale.
Sul cornicione della loggia vi è un fregio costituito da nastri intrecciati, entro cui sono scolpiti animali affrontati.
Su una delle colonne degli archi ciechi vi è un capitello con il Sacrificio di Abramo.
Anche l'abside del transetto sinistro è simile a quella centrale, benché presenti un'esecuzione meno accurata.
[modifica] Protiro e portale del transetto sinistro
Il protiro di Giovanni da Campione, datato 1353, è sostenuto da colonne sorrette da due leoni stilofori in marmo veronese, raffigurati in piedi, e contornati da figure di esseri umani e di animali.
L'arcone ha un archivolto percorso da un fregio con scene di caccia, mentre la volta è decorata a losanghe policrome.
Sulle testate delle mensole che sorreggono l'arcone è raffigurata L'Annunciazione.
Al di sopra del protiro una loggia contiene le statue di S.Barbara, S.Vincenzo e la statua equestre di Sant'Alessandro.
Ancora al di sopra, all'interno di un'edicola gotica di Hans von Fernach (1403), si trova la Madonna col Bambino affiancata da S.Esteria e S.Grata, opera di Andreolo de' Bianchi (1398).
Il portale romanico, del secolo XII-XIII, è privo di lunetta ed architrave, e presenta delle figurine inserite all'interno di riquadri.
[modifica] Protiro e portale del transetto destro
Il protiro di Giovanni da Campione, risalente al 1367, è sostenuto da due ordini di colonne: quelle esterne sorrette da leoni stilofori, mentre quelle interne sostenute da due telamoni inginocchiati, un uomo ed una donna.
Le mensole che sorreggono l'arcone del protiro hanno capitelli fogliati.
Sulla mensola di destra sono rappresentati draghi ed esseri mostruosi, mentre la mensola sinistra ha delle scene di caccia.
Il portale è coronato da un bassorilievo raffigurante, all'interno di nicchie, Cristo contornato da santi, opera sempre di Giovanni da Campione (1360); nella lunetta c'è un rilievo con La nascita del Battista.
[modifica] La porta della Fontana di Pietro Isabello
La porta della Fontana ha un protiro rinascimentale di Pietro Isabello (1521). La lunetta ha un affresco che rappresenta la Natività di Maria, attribuito ad Andrea Previtali.
[modifica] Interno
L'interno della basilica conserva l'impianto romanico a croce greca con tre navate divise da pilastri che finiscono con un'abside, ma ha subito notevoli modifiche nel XVII secolo secondo lo stile barocco.
Lungo le pareti e ai pilastri sono appesi degli arazzi, in parte eseguiti a Firenze (1583-86) su disegno di Alessandro Allori e in parte di fattura fiamminga (secolo XVI-XVII), che rappresentano scene della Vita di Maria.
Sopra l'arazzo che rappresenta la Crocifissione, eseguito ad Anversa nel 1698 su cartoni di Ludwig van Schoor, è il dipinto di Luca Giordano con il Passaggio del Mar Rosso (1681).
A sinistra dell'ingresso vi è il monumento sepolcrale del cardinale Guglielmo Longhi, di Ugo da Campione (1319-1320). Sulla parete di fondo, il monumento a Gaetano Donizetti, opera di Vincenzo Vela (1855) e quello di Simone Mayr (suo maestro e già maestro di cappella in questa stessa Basilica) eseguito nel 1852 da Innocenzo Fraccaroli.
All'inizio della navata sinistra, un confessionale barocco intagliato da Andrea Fantoni (1704).
Un Crocifisso del '300 pende sulla balaustra del presbiterio.
Nel presbiterio, che ospita sei candelabri in bronzo del 1597, vi è un coro ligneo disegnato da Bernardino Zenale e da Andrea Previtali. Gli stalli del coro e le tarsie dell’iconostasi, che raffigurano racconti biblici, (il Passaggio del Mar Rosso, il Diluvio Universale, Giuditta e Oloferne e Davide e Golia) sono stati eseguiti tra il 1524 e il 1555 su disegno di Lorenzo Lotto da Giovan Francesco Capoferri e Giovanni Belli. Le differenti cromie sono date dal diverso tipo di legno, mentre sfumature di colore e profondità d’immagine sono ottenute con infusi d’erbe e utilizzo di sabbia calda.
Alla testata del transetto destro vi sono affreschi trecenteschi d'ispirazione giottesca di autore ignoto con Storie di S. Egidio, L'ultima cena e L’albero della vita o di S. Bonaventura (1347), parzialmente coperto da un affresco del '600.
[modifica] Voci correlate
- Bergamo
- Cappella Colleoni
- Giovanni da Campione
- Pietro Isabello
