Sant'Alessandro di Alessandria
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San Alessandro, fu il diciannovesimo vescovo di Alessandria d'Egitto, ruolo che precedette quello di Papa della Chiesa copta e Patriarca della Chiesa Ortodossa di Alessandria prima degli scismi avvenuti rispettivamente nel 451 e nel 1054. Occupò la cattedra vescovile dal 313 fino alla sua morte, avvenuta nel 326.
Alla sua elezione si trovò ad affrontare le tesi di Ario, avverso il quale era stato convocato ad Alessandria un concilio dal suo predecessore Achilla. Le tesi dell'eresiarca furono condannate da questo concilio solo nel 318, permettendo a questi di fare proseliti in seno alla Chiesa. Lo sviluppo dell'arianesimo fu così repentino che la Chiesa si trovò nella necessità di indire un concilio ecumenico a Nicea nel 325 dove Alessandro ebbe un ruolo di primo piano nella condanna definitiva dell'eresia.
Il concilio di Nicea stabilì infatti che il figlio è consustanziale al padre e non generato, contraddicendo in tal modo le tesi di Ario che, pur ammettendo che Gesù fosse di sostanza simile a Dio, riteneva che questi avesse iniziato ad esistere solo nel momento in cui era stato generato.
Il concilio adottò inoltre la partizione civile dell'Impero come modello di partizione giurisdizionale della chiesa, riconoscendo per la prima volta ad Alessandria il ruolo di patriarcato.
Durante il suo lungo vescovado si verificarono le sanguinose persecuzioni degli imperatori Galerio e Petronio Massimo che misero per l'ennesima volta a dura prova il cristianesimo in Egitto.
Viene venerato come santo dalla Chiesa cattolica, da quella ortodossa (da cui è ricordato il 26 febbraio dopo esserlo stato per lungo tempo il 17 aprile) e da quella copta (da cui è ricordato il 22 aprile).
[modifica] Collegamenti esterni
| Predecessore: Achilla |
Patriarca di Alessandria 313–326 |
Successore: Atanasio |
