Sagrestia Vecchia

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La Sagrestia Vecchia nella Basilica di San Lorenzo di Firenze, è uno dei capolavori di Filippo Brunelleschi e dell'architettura del primo Rinascimento. Vi ha lavorato con importanti contributi scultorei anche Donatello.

Nata come sagrestia della basilica, più che altro una cappella, dedicata a San Giovanni, della sagrestia vera e propria, la cui entrata si apre sul lato ovest. Fu denominata vecchia in seguito alla costruzione della Sagrestia Nuova ad opera di Michelangelo. Brunelleschi la realizzò tra il 1421 e il 1428, sotto il patrocinio dei Medici e fu la prima parte della basilica ad essere completata.

E' una piccola costruzione a pianta quadrata in cui ricorrno ovunque misure modulari, tipiche di Brunelleschi, come l'altezza pari alla larghezza, che forma un cubo, sormontato da una cupola semisferica a ombrello, divisa da costoloni. Vi si apre una scarsella (asbide quadrata) grande un nono del resto della struttura e sormontata da una cupoletta con un affresco delle costellazioni.

Notevole è il gioco dei colori, oltre al consueto intonaco bianco su costoloni in pietra serena, è anche arricchito da dettagli in colore ocra (o oro), rosso e blu:

• Il fregio con i Cherubini e serafini nella cornice marcapiano, realizzato a stampo in terracotta policroma invetriata.
• I tondi con le Storie di San Giovanni Evangelista (1428-1432) nei pennacchi della cupola, opere di Donatello nella tecnica dello stiacciato cioè un bassorilievo con le figure deformate dallo scorcio, ma che in lontananza crea illusione di profondità e prospettiva. La tecnica è quella dello stucco dipinto in una tenue ed elegante cromia di bianco, rosso mattone e azzurro.
• I tondi degli Evangelisti (1435), sempre di Donatello, nella sezione alta delle pareti, sempre in stucco policromo, ma con un'impostazione più tradizionale, con maggior rilievo e in bicromia blu/bianco.
• I battenti delle due porte bronzee a due battenti ciascuna con i Santi, Martiri, Apostoli e Padri della Chiesa (1440-1443) sempre di Donatello.
• Sopra le porte due edicole in stucco policromo con i Santi Lorenzo e Stefano a sinistra e i Santi Cosma e Damiano a destra, dello stesso autore.

La decorazione plastica è magnificamente inserita nella struttura architettonica tanto da formarne un armonico tutt'uno. I numeri che ricorrono nelle proporzioni della struttura sono il quattro e il tre con le loro combinazioni matematiche, in un rapporto che nella tradizione ebraico-cristiano identifica la perfezione.

Gli affreschi della volta della cupola nell’abside raffigurano la situazione cosmologica del Sole e delle costellazioni, come appariva su Firenze la notte del 4 luglio 1442. Si suppone che la volta celeste sia stata dipinta dall’eclettico pittore-decoratore Giuliano d’Arrigo, detto Pesello.

Opera autografa del Verrocchio è il monumento funebre a Giovanni e Piero de' Medici, figli di Cosimo il Vecchio, commissionati nel 1472 dai figli dello stesso Piero, Lorenzo il Magnifico e Giuliano de' Medici. Inoltre è qui presente il monumento funebre a Giovanni di Bicci de' Medici, padre di Cosimo, sotto il tavolo centrale. Questi elementi sono concepiti come elementi complementari all'architettura che ne stemperano il rigore formale.