Rupicapra rupicapra
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
 Stato di conservazione: Basso rischio (lc) |
||||||||||||||||||||||||
 Rupicapra rupicapra |
||||||||||||||||||||||||
| Classificazione scientifica | ||||||||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||||||||
| Nomenclatura binomiale | ||||||||||||||||||||||||
| Rupicapra rupicapra Linnaeus, 1758 |
Il camoscio (Rupicapra rupicapra, Linnaeus 1758) è un mammifero artiodattilo appartenente alla famiglia dei Bovidi. Di aspetto molto simile alle capre, viene incluso con esse e con le pecore nella sottofamiglia dei Caprini.
[modifica] Caratteristiche fisiche
Il camoscio è dotato di un pelo duro e ruvido, bruno dorato in estate, che cambia in inverno divenendo morbido e quasi completamente nero. Ha corna lunghe sino a 20 cm color ebano con caratteristica forma ad uncino. Il muso è bianco con due fascie orizzontali nere che circondano gli occhi.
La lunghezza è in media 110-130 cm; l'altezza al garrese è 70-80 cm; il peso non supera i 50 Kg.
[modifica] Distribuzione
Il camoscio abita i pendii montani delle Alpi e degli Appennini, in particolare di quello abruzzese, dove vive una sottospecie autoctona nota come camoscio d'Abruzzo (R. pyrenaica ornata). Questa specie differisce da quella alpina soprattutto per le corna che sono molto più lunghe (per il suo straordinario trofeo è soprannominato il camoscio più bello del mondo); quindi per la sua mole sensibilmente più slanciata, e per il mantello: molto più rossiccio in estate, in invernale è di colore marrone scuro anziché nero e con una macchia chiara più estesa che dal collo si allarga sino al petto.
Dal 1994 si è insediato nel Carso triestino un piccolo gruppo di camosci, sorprendendo gli studiosi.
I camosci si nutrono essenzialmente di erba in estate, di licheni e muschi d'inverno, e di germogli di alberi. Vivono in branchi composti dalle femmine con i giovani e i piccoli dell'anno, mentre i maschi adulti in estate conducono vita solitaria per poi riunirsi al branco nel periodo autunnale quando inizia il periodo degli amori. In questa fase avviene la lotta (molto cruenta!) tra i maschi adulti che si contendono il diritto di accoppiarsi con le femmine adulte del branco. A fine inverno, i maschi adulti verranno allontanati, tornando così a vita solitaria.
In Italia il camoscio è stato, nei secoli passati, vittima di una caccia spietata, che ha ridotto moltissimo, soprattutto nel caso del camoscio d'Abruzzo, la popolazione endemica. Ma grazie all'istituzione del Parco Nazionale d'Abruzzo ed alle sue politiche di conservazione, la specie si è salvata dall'estinzione, tornando a colonizzare antichi territori del suo areale come i massicci della Majella e del Gran Sasso. Allo stato attuale (2006) la popolzione del camoscio d'Abruzzo è in continua espansione e conta più di mille esemplari.
[modifica] Altri progetti
Commons contiene file multimediali su Rupicapra rupicapra
Wikispecies contiene informazioni su Rupicapra rupicapra
