Discussione:Resilienza (psicologia)
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Motivazione: informazioni che è possibile integrare nella voce?. Vedi anche: Progetto medicina Portale medicina Segnalazione di Elitre 23:35, 3 ago 2006 (CEST)
La resilienza, nell'ambito della psicologia, deve tenere in conto lo stati di sviluppo delle funzioni psico mentali (psico-affettive e psico-cognitive) in cui si trova il soggetto. Questo é molto importante perchè un fatto traumatico subito sotto i due anni é sicuramente molto più grave se lo stesso avviene dopo i tre anni o dopo i dieci.
Questo succede perché se l'organizzazione psichica si trova ancora in uno stato di "debolezza" il fatto critico assume caratteristiche di invasività, producendo una disorganizzazione di tutto l'apparato. Il risultato é sempre una problematica profonda che richiederà magari anni di psicoterapia per essere risolto e, in mancanza di questi interventi "riparatori", può risultare che il danno venga registrato e si manifesti anche dopo trenta o quaranta anni. Va sottolineato che questo é il processo che si osserva anche in occasione di traumi profondi e disorganizzanti per la psiche che succedono nella vecchiaia. Questi traumi, che agiscono in situazione di debolezza psichica (per la vecchiaia) possono indurre situazioni tanto profondamente disorganizzanti che sono capaci di indurre una demenza: la famosa demenza di Alzheimer. Il danno acuto, in questi casi, porta a situazioni che chiamiamo di "stress psicosomatico" che é in grado di portare alle lesioni irreversibili che poi caratterizzeranno la malattia di Alzheimer.
Da queste osservazini si evince la necessità di controllare durante tutta la vita le capacità resilienti del soggetto che, come abbiamo detto, variano continuamente con l'età.
