Principio della violenza
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Con principio della violenza si indica la tesi secondo la quale la violenza non è una realtà che bisogna condannare, ridurre ai margini ed eliminare in una umana convivenza civile, ma anzi è necessario al processo storico. Questa teoria viene affrontata in particolare dalle teorie marxiste-leniniste, ma non è assolutamente esclusiva del comunismo, in quanto rintracciabile in parecchi movimenti che si oppongono ad un precedente sistema socio-politico:
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Motivazione: Né Mazzini né i mazziniani possono essere definiti come apologeti della violenza (che pure in linea teorica non escludono in casi estremi) Segnalazione di Sicilgolem
in Italia, l'esempio piu' eclatante è rappresentato dal risorgimento italiano ed in particolare dal mazzinianesimo, in tutte le sue sfumature.
[modifica] Principio della violenza nel Marxismo
Il principio viene affermato con estremo rigore dalle teorie marxiste-leniniste, in base alle quali la violenza è indispensabile per abbattere il regime capitalistico-borghese:
- Ma che la violenza ha anche un altro ruolo nella storia, un ruolo rivoluzionario: essa è, secondo la parola di Marx, la levatrice di ogni vecchia società gravida di una società nuova, che essa sia lo strumento con cui si compie il movimento della società, che infrange forme politiche irrigidite e morte, di tutto questo in Dhuring non si trova neanche una parola (Friedrich Engels);
- la dittatura del proletariato è una guerra senza pietà di una classe nuova contro la borghesia, il rovesciamento della borghesia e la instaurazione della repubblica del Soviet (Lenin);
- la conquista del potere da parte del proletariato è l'abolizione violenta del potere della borghesia da sostituirsi con la dittatura del proletariato... (Stalin).
Per il comunismo, dunque, la violenza è uno strumento necessario e non condannabile se usato per la costruzione della dittatura del proletariato, od, ancora prima, per l'instaurazione della societa' borghese-capitalistica a spese di quella assolutistica (come accaduto storicamente, ad esempio, nella rivoluzione francese). I comunisti che si oppongono a questa concezione si pongono nel filone del revisionismo del marxismo.
E' da specificare, per correttezza, che esistono anche varie correnti del comunismo che negano in modo assoluto che lo stalinismo sia stata una forma di comunismo: la sua applicazione pratica, secondo queste teorie, fu infatti la negazione stessa dei principi del comunismo. Bisogna anche aggiungere che il maggior numero di comunisti uccisi in regime dittatoriale è stato quello relativo al regime staliniano, durante il quale fu eliminata un'intera generazione di bolscevichi e di comunisti, in quanto ritenuti pericolosi per il regime stesso
