Pietro Tacca

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La fontana di Piazza Santissima Annunziata, Firenze

Pietro Tacca (Carrara 1577 - Firenze 1640), fu uno scultore italiano, il maggior rappresentante in Toscana del gusto barocco.

A soli quindici anni entrò nella bottega del Giambologna (1592), lo scultore più impoprtante dell'epoca a Firenze, del quale divenne il primo aiutante dopo la partenza di Pietro Francavilla per Parigi nel 1601. Alla morte del maestro (1608), ebbe in usufrutto lo studio e l'abitazione e solo un anno dopo entrò al suo posto come scultore granducale.

Dopo aver portato terminato alcuni lavori incompiuti del maestro, come il monumento equestre a Ferdinando I de' Medici per Piazza Santissima Annunziata, quello a Enrico IV, inviato a Parigi e distrutto durante la rivoluzione nel 1793, e quello a Filippo III di Spagna, oggi ancora collocato nella Plaza Mayor di Madrid (1616).

Tra il 1620 e il 1623 eseguì quello che viene considerato il suo capolavoro, i Quattro mori incatenati alla base del monumento a Ferdinando I de' Medici nella piazzetta della darsena a Livorno. Esii rappresentano i pirati saraceni fatti prigionieri dall'Ordine di Santo Stefano, creato dal padre di Ferdinando, Cosimo I. Si dice che lo scultore avesse scelto come modelli alcuni schiavi prigionieri delle galere che attraccavano nel vicino porto di Livorno. Le accentuate torsioni (mutuate dallo stile di Giambologna) e le smorfie di dolore ben rappresentano la condizione di prigionia dei soggetti, che si sublima in un insieme di grande realismo ed eleganza.

Le due fontane in bronzo (1629) che oggi decorano superbamente Piazza Santissima Annunziata a Firenze erano in origine destinate pure a Livorno: sono caratterizzate da un disegno estremamente movimentato e ricco di dettagli estrosi e iniziano a segnare il passaggio dallo stile manierista a quello barocco.

Sempre per Firenze, copiando un marmo ellenistico oggi conservato agli Uffizi, realizzò la celebre Fontana del Porcellino (1630) che andò a decorare la recentemente costruita Loggia del Mercato Nuovo. Tra il 1626 e il 1642 realizzò le statue dei granduci Ferdinando I e Ferdinando II per i rispettivi cenotafi nelle Cappelle Medicee.

Ormai famosissimo per le sue opere in bronzo, realizzò numerosi bronzetti e una serie di Crocifissi per varie chiese, ai quali collaborò anche il figlio Ferdinando, pure lui votato alla carriera di scultore.

La sua ultima e travagliata impresa fu il grandioso monumento equestre a Filippo IV di Spagna, al quale lavorò dal 1634 fino alla morte nel 1640. Questo monumento è la prima statua equestre con il cavallo impennato sulle zampe posteriore: a prescindere dal vivido modellato e la fiera posizione del sovrano con in mano il bastone del comando, colpisce l'incredibile risultato statico che nessuno scultore aveva mai tentato fino ad allora.

Morì nel 1640, poco dopo che la statua di Felipe IV venne imbarcata per Madrid, e fu sepolto nella basilica della Santissima Annunziata.