Palazzo Datini
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
 |
Questa voce che tratta un argomento di architettura è solo un abbozzo. Contribuisci a migliorarla secondo le convenzioni di Wikipedia. Vedi l'elenco degli abbozzi di architettura. (uso di questo avviso) |
Residenza del mercante pratese Francesco Datini, venne iniziato a costruire nel 1383. Il palazzo è stato decorato da importanti artisti fiorentini dell'epoca, come Agnolo Gaddi e Niccolò Gerini sia nelle sale interne che all'esterno (questi ultimi oggi sono molto rovinati). Invisible a tutt'oggi è invece l'orto botanico che si trovava di fronte allo stesso palazzo, uno dei primi del genere in Italia.
Nel 1409 il mercante ospitò in questo palazzo il papa Alessandro V e il re di Francia Luigi d'Angiò.
Francesco Datini fu uno dei più ricchi mercanti della sua epoca e nel Trecento la sua compagnia tessile/finanziaria aveva filiali in Italia e all'estero (Avignone e Barcellona i principali, ma la rete si estendeva a tutto il Mediterraneo, fino ad Alessandria in Egitto). Tutte le carte del suo archivio vennero murate, dopo la sua morte, in un vano alto e stretto del palazzo e miracolosamente ritrovate quasi intatte nel XIX secolo. Vi sono custoditi migliaia di libri contabili, campionari tessili lettere commerciali, lettere private, in un insieme di straordinaria ricchezza e completezza (circa centocinquantamila documenti), tale da farlo considerare il più importante archivio mercantile medievale d'Europa.
Per questo oggi, nel palazzo, è ospitati l' Archivio di Stato, che gestisce vari fondi, oltre al suddetto Archivio Datini, anche quello del Ceppo, opera di beneficenza costituita come lascito ereditario del Datini.
