Paisley underground
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Il termine Paisley Underground fu coniato da Mike Quercio dei Three O'Clock in onore di una linea di abbigliamento in voga ai tempi del flower power.
Parallelamente al recupero del garage rock, negli anni '80 si sviluppa negli Stati Uniti ed in particolar modo in California, una scena votata alla riscoperta della psichedelia. Dalle cavalcate elettriche di Neil Young alle escursioni lisergiche dei Quicksilver Messenger Service (gruppo apprezzatissimo da Steve Wynn), passando per le ballate perverse e male - e non prive di divagazioni noise - dei Velvet Underground e la chitarra dissonante di Syd Barret dei Pink Floyd: questi finiscono per essere i confini di una scena che ha tra i suoi massimi esponenti i Dream Syndicate, i Green on Red, i Naked Prey, i Salvation Army/Three O'Clock (costretti a cambiare nome per ordine del vero Esercito della Salvezza), i Long Ryders (più vicini al Country Rock), i Thin White Rope, i Rain Parade (da cui discenderanno Clay Allison, Opal e infine Mazzy Star), le Bangles e i primi dischi dei Giant Sand.
Questi lavoro sono caratterizzati da un sound fortemente incentrato sulle chitarre elettriche, protagoniste di vere e proprie cavalcate distorte (esempio eloquente in The Days of Wine and Roses, esordio del 1982 dei Dream Syndicate) su ritmiche secche, precise e martellanti (le ascendenze new wave della sezione ritmica di Exploring the Axis dei Thin White Rope). Era una musica che non si limitava ad accompagnare la canzone, ma era capace di trascinarla - attraverso esasperati minutaggi (le versioni live del brano John Coltrane Stereo Blues, sempre dei Dream Syndicate, o l'ascensore psichedelico di Soul Giver degli Opal) - attraverso territori che nel mainstream di quegli anni erano difficilmente immaginabili.
L'unità della scena trova testimonianza in due dischi nati quasi per caso: l'antologia Rainy Day (1984, Rough Trade) in cui i membri di tutte le band sopra citate improvvisano cover di artisti come Beach Boys, Velvet Underground e Big Star, e The Lost Weekend il disco a nome Dust & Danny (1985, A&M) in cui Steve Wynn (Dream Syndicate) e Dan Stuart (Green on Red) guidavano una jam session intorno alle loro canzoni.
L'esperienza del Paisley Underground è confluita poi - negli anni '90, quando ormai quasi tutte le band avevano smesso la loro produzione artistica - in certo grunge (Screaming Trees, Pearl Jam), in certo slow-core (Codeine, Acetone, Red House Painters, Red Red Meat) ed ovviamente nell'alternative rock americano (Walkabouts, Wilco, Ryan Adams).
