Motivazione (diritto)
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Nel diritto, la motivazione è l'enunciazione dei motivi in fatto e in diritto che precedono l'emanazione di un atto giuridico con l'esposizione chiara delle norme di legge e dei principi di diritto.
Il bisogno della motivazione per alcuni atti giuridici è determinata da questioni di garanzia e di maggior responsabilità da parte dei pubblici poteri. Per la costituzione italiana, tutti i provvedimenti giurisdizionali devono essere seguiti da una motivazione, perché siano chiare le ragioni che hanno determinato l'atto (sentenza, ordinanza e decreto) e sia quindi possibile un riesame in altra sede. L'omissione o l'insufficienza o la contraddittorietà di una motivazione fanno sì che le sentenze del grado d'appello o in unico grado siano soggette al ricorso per cassazione.
Per quanto riguarda il codice di procedura civile, la motivazione della sentenza è stabilita nel corso dell'esposizione dei fatti rilevanti della causa e delle ragioni giuridiche della decisione e in essa devono essere esposte concisamente e ordinatamente le problematiche ivi trattate. La motivazione è da ritenersi obbligatoria anche per alcuni atti di politico-costituzionali, come ad esempio il rinvio di una legge al parlamento da parte del capo dello Stato, o lo scioglimento di un consiglio regionale.
All'interno del potere legislativo, la motivazione è si prevede unicamente per alcuni atti di attività politica del parlamento, quali mozioni di fiducia o di sfiducia, mentre per quanto riguarda l'attività legislativa la costituzione non prevede alcun obbligo.
Nel campo degli atti amministrativi non esiste alcun obbligo generale di motivazione. La motivazione di una sentenza, tuttavia, può essere resa obbligatoria da una legge particolare o dalla particolarità stessa dell'atto.
