Lettera 22

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Lettera 22, primo modello

La Lettera 22 è una celebre macchina per scrivere meccanica portatile realizzata dalla Olivetti. Fu uno dei prodotti di maggior successo della Olivetti negli anni '50, e ricevette premi sia in Italia (Compasso d'Oro nel 1954) che all'estero (miglior prodotto di design del secolo secondo l'Illinois Technology Institute nel 1959). Inoltre è esposta nella collezione permanente di design al Museum of Modern Art di New York. Era prodotta nello stabilimento Olivetti di Agliè.

Fu progettata nel 1950 dall'architetto e designer Marcello Nizzoli, collaboratore dell'azienda di Ivrea dal 1938, in collaborazione con l'ingegnere Giuseppe Beccio. La lettera 22 sostituì il modello Studio 44, progettato da Figini e Pollini. La linea ideata da Nizzoli trae spunto dal lavoro di ricerca a cui questi partecipò per la realizzazione della Lexikon 80.

La tastiera è incorporata nella carrozzeria, il rullo è incastrato senza nessuna emergenza, fatta eccezione per la manopola, rispetto al piano orizzontale della macchina; la leva azionatrice del carrello è emergente ma più compatta nel corpo della macchina, rispetto alla Lexikon, per rispondere alle esigenze di trasportabilità e di limitato ingombro. La macchina da scrivere misura 8.3 x 29.8 x 32.4 cm e ciò la rende, nonostante il peso di circa 4 Kilogrammi, estremamente funzionale al trasporto per i canoni dell'epoca. L'unità della carrozzeria è ottenuta nonostante la divisione della scocca in due parti per consentire l'asporto del carrello. Viene venduta accompagnata ad una valigetta in cartone o similpelle con maniglia in modo da agevolarne il trasporto.

La lettera 22 è una macchina per scrivere con braccetti di scrittura per pressione. I braccetti battono un nastro con inchiostro rosso o nero, posizionato tra il braccio e la la carta, ogni volta che un tasto è premuto. Un piccolo tasto situato in alto a destra della tastiera può essere usato per controllare la posizione di battitura del nastro, al fine di selezionare la stampa in nero, rosso o senza inchiostro (in caso di carta carbone). Il movimento del nastro, che si ha ad ogni pressione, cambia direzione automaticamente quando il nastro e finito su entrambe le ruote. Due sensori meccanici, vicino ad ogni ruota si spostano quando il nastro si tende (ciò indica che sta finendo), e fissano la ruota giusta al meccanismo di trasporto del nastro e staccano l'altra.

La tastiera e del tipo QZERTY, come è solito delle macchine italiane (a parte le moderne tastiere per computer). Oltre ai tasti dei caratteri la tastiera include una barra spaziatrice, due tasti shift, un blocca maiuscolo, il tasto tornaindietro ed un tasto per lasciare il margine. Di questi solo il tasto indietro ha stampato un simbolo su di se (una freccia rivolta a destra), mentre gli altri cinque citati sono lasciati vuoti.

L' insieme dei caratteri ha un evidente mancanza, il numero 1 che dovrebbe essere sostituito dal maiuscolo \ cioe | . Sebbene questo possa sembrare una strana mancanza oggi, era invece una cosa comune nelle vecchie macchine da scrivere. Mancano anche i tasti per le vocali accentate maiuscole, alcuni delle quali sono usate in italiano. Tuttavia questi tasti non si trovano nemmeno nelle tastiere di oggi.

Sono molti gli scrittori e i giornalisti che hanno trovato nella lettera 22 una compagna ideale per il proprio lavoro. Ricordiamo, solo per citarne alcuni, Enzo Biagi, Indro Montanelli che non se ne separò mai e Valentino Parlato che la usa tuttora. Il sodalizio con il mondo del giornalismo è confermato, inoltre, dalla presenza di un'asociazione indipendente di giornalisti che dalla lettera 22 ha tratto il nome.