Iqbal Masih
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
«Non ho paura del mio padrone. Ora è lui ad aver paura di me»
|
|
(Iqbal Masih)
|
Iqbal Masih, operaio tessile e sindacalista Pakistano nasce a Muridke nel 1983. Comincia a lavorare in condizioni di schiavitù a quattro anni, nel 1987, dopo che il padre l’aveva venduto per 12 dollari.
Iqbal fu costretto a lavorare incatenato a un telaio per sedici ore al giorno, al salario di 1 rupia al giorno, l'equivalente di 3 centesimi di euro attuali. Nel 1992 partecipa di nascosto a una manifestazione del Fronte di Liberazione dal Lavoro Schiavizzato (BLLF) e improvvisa un discorso che denuncia la condizione di lavoro dei bambini della fabbrica di tappeti in cui lavorava. Gli avvocati del sindacato contribuiscono a liberarlo dal lavoro minorile e il segretario del BLLF, Eshan Ullah Khan, lo indirizza allo studio e all'attività in difesa dei diritti dei bambini. Dal 1993 Masih comincia così una serie di conferenze internazionali sensibilizando l’opinione pubblica mondiale sui diritti negati ai bambini nel suo paese e contribuendo al dibattito sulla schivitù mondiale e sui diritti internazionali dell’infanzia. Nel dicembre del 1994 ottiene un premio di 15.000 dollari sponsorizzato dall’azienda calzaturiera Reebok, con i quali Iqbal avrebbe voluto finanziare una scuola nel suo paese. In una conferenza a Stoccolma affermò che "Nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento di lavoro. Gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano sono penne e matite". Ricevette una borsa di studio dalla Brandeis University di Waltham, Massachussets, ma la rifiutò, nella speranza di aiutare ancora i bambini del Pakistan e rendere utile la propria esperienza, sfidando le continue minacce dei fabbricanti di tappeti, che vedevano in Iqbal una minaccia. Il 16 aprile del 1995 viene assassinato mentre gioca in bicicletta davanti a casa sua; il processo che vedeva imputati gli assassini materiali con la collusione della polizia non chiarirà mai del tutto i dettagli della vicenda, sebbene appare certo che il suo omicidio sia stato opera di sicari della locale "mafia dei tappeti". A causa del duro lavoro e dell'insufficienza di cibo, Iqbal non era cresciuto correttamente e a dodici anni pesava e misurava come un bambino di sei. La sua morte ebbe una forte eco in tutto il mondo. In Italia nel 1998 la regista Cinzia T.H. Torrini realizzò il film Iqbal, girandolo in Marocco e Sri Lanka. Numerose sono le scuole intitolate a suo nome in Italia e nel mondo.