Guido Bonatti
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Guido Bonatti da Forlì è, secondo molti, il più famoso astronomo e astrologo del XIII secolo.
Non sono note con esattezza né la data di nascita, avvenuta agli inizi del XIII secolo, né quella di morte, collocabile probabilmente fra il 1296 ed il 1300.
Certamente, affrontò con successo, nel 1233, a Bologna, una disputa col frate Giovanni Schio da Vicenza, che sosteneva la non scientificità dell'astrologia.
In una seconda disputa, invece, quella col francescano Ugo da Reggio, detto Ugo Paucapalea, avvenuta stavolta in Forlì, a Bonatti, pare, toccò la peggio, tanto che le fonti dicono che non osò più farsi vedere in pubblico finché Ugo rimase in città.
Fu consigliere, in quanto astrologo e mago, dell'imperatore Federico II, Ezzelino da Romano, Guido Novello da Polenta e Guido da Montefeltro.
Fu al servizio anche dei comuni di Firenze, Siena e Forlì.
In particolare, si ricorda che:
- Nel 1282, il Papa Martino IV inviò un agguerrito esercito di francesi contro la città di Forlì, rimasta forse l'ultima roccaforte ghibellina in Italia. I Francesi, dopo aver a lungo assediato la città, furono infine pesantemente sconfitti, anche grazie all'abilità strategica di Guido da Montefeltro, allora a capo delle milizie forlivesi, e del suo consigliere, appunto Guido Bonatti: l'episodio è ricordato da Dante Alighieri, che di Forlì dice: "la terra che fe' già la lunga prova e di Franceschi sanguinoso mucchio" (Inferno XXVI, 43-44), mentre Bonatti stesso è messo all'Inferno (XX,118).
Intorno all'anno 1277, scrisse la sua opera più nota, dal titolo: liber decem continens tractatus astronomiae, di cui esistono vari esemplari e vennero pubblicate tre edizioni a stampa: nel 1491, nel 1506 e nel 1550. Il che dimostra il credito e l'interesse che il testo suscitò nei secoli successivi.
Del resto, sembra che un pregio indiscusso fosse quello della chiarezza (non facile da trovare in argomenti astronomici ed astrologici): lo storico Giovanni Villani dice che l'esposizione era così piana da farsi capire perfino da delle "fanciulle". In ogni caso, il suo lavoro è stato definito "tuttora alla base dell'astrologia contemporanea" (il testo, spagnolo, scrive però il cognome con la doppia n: "Bonnatti" [[1]]).
