François Quesnay
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François Quesnay (4 giugno 1694 - 16 dicembre 1774), medico, naturalista ed economista fu il maggior rappresentante della fisiocrazia, la dottrina che considerava la terra come la fonte unica e primaria della ricchezza. Nel suo "Tableau economique" descrisse il meccanismo economico come una struttura dinamica di tipo circolare il cui motore principale è rappresentato dall'attività agricola; è l'agricoltura, infatti, che produce quel surplus di ricchezza basilare per l'allargamento del sistema. Gli addetti all'agricoltura sono considerati da Quesnay gli unici lavoratori produttivi, mentre i mercanti e gli artigiani sono ritenuti una classe sterile, non di produttori, ma soltanto di distributori e trasformatori di ricchezza.
Il Tableau économique è un modello fisiocratico dove la società è divisa in tre classi: 1. Proprietari Terrieri (Aristocrazia) 2. Lavoratori Sterili (Artigiani, Mercanti) 3. Lavoratori Produttivi (Contadini) Il modello prevede un flusso di merci che viene prodotto e distribuito secondo uno schema basato sull'analogia con la circolazione sanguigna. Si tratta di un equilibrio economico stazionario, chiuso, in cui non c'è la distinzione tra fattori produttivi e beni prodotti.
Le Tableau économique si propone di mostrare come il prodotto sociale annuo circoli tra le classi che compongono la collettività, in modo tale da permettere la sua riproduzione nell’anno successivo. La società considerata da Quesnay riflette da vicino la società francese nel periodo precedente la rivoluzione.
La classe “produttiva” costituita dagli agricoltori; La classe “sterile” costituita dagli artigiani, dai commercianti, dai domestici e da coloro che esercitano le professioni liberali (medici, avvocati, insegnanti etc.); La classe dei proprietari fondiari, che vivono delle rendite pagate loro dalla classe “produttiva”. La classe dei proprietari comprende nel suo ambito lo Stato e la Chiesa.
Consideriamo ora un momento successivo al raccolto e vediamo quali scambi dovranno avere luogo all’interno della collettività. Quesnay suppone che il prodotto agricolo abbia un valore di 5 miliardi di franchi e quello della classe sterile un valore di 2 miliardi di franchi. Egli suppone inoltre, per ragioni puramente espositive, che il denaro esistente ammonti a 2 miliardi di franchi e si trovi, inizialmente, tutto in possesso della classe produttiva. Tutti gli atti di circolazione di denaro e prodotti possono essere allora raggruppati nei sei seguenti:
1) Gli agricoltori (A) pagano ai proprietari (P) la rendita annua che ammonta a 2 miliardi; 2) I P usano un miliardo per acquistare dagli A i loro alimenti per l’anno successivo; 3) I P usano il miliardo di denaro loro rimasto per acquistare dalla classe sterile (S) i manufatti e i servizi di cui si serviranno l’anno successivo; 4) Gli S acquistano dagli A un miliardo di alimenti per la loro sussistenza; 5) Gli A acquistano dagli S un miliardo di manufatti e servizi per il loro uso nell’anno successivo; 6) Infine gli S acquistano dagli A un miliardo di materie prime da impiegare per la loro produzione dell’anno seguente.
Vediamo la situazione al termine degli scambi. E’ chiaro che alla fine del processo di circolazione i due miliardi di denaro sono tornati agli A (uno per la via A – P – A, l’altro per la via A – P – S – A – S – A). Dei 5 miliardi di prodotti agricoli 2 sono rimasti agli agricoltori: essi rappresentano la reintegrazione delle “anticipazioni annuali” (avances annuelles), ossi di quella parte di capitale (anticipato dalla classe produttiva) che consiste degli alimenti degli A per l’anno, nonché di semi, concimi, etc., beni che dovevano esistere all’inizio dell’anno affinché la produzione degli A avvenisse. Con questi 2 miliardi di prodotti loro rimasti gli A saranno in grado di riprodurre 5 miliardi l’anno dopo. Gli A si trovano inoltre in possesso, dopo gli scambi, di un miliardo di prodotti di S. La classe sterile, d’altro lato, è in possesso di 2 miliardi di prodotti agricoli (alimenti e materie prime) che essa, nell’anno successivo, potrà trasformare in 2 miliardi di manufatti così come aveva fatto l’anno precedente. I P infine sono in possesso di alimenti per un miliardo e di manufatti per un miliardo. Sono quindi soddisfatte le condizioni perché l’anno successivo la riproduzione avvenga su scala immutata e la società possa continuare immutata la sua vita.
Possiamo ora capire perché Quesnay chiami “produttiva” la classe degli agricoltori e “sterile” quella degli artigiani, domestici, etc. La prima, con “anticipazioni annuali” di due miliardi in prodotti agricoli è in grado di riprodurre 5 miliardi di quei prodotti: di riprodurre cioè le sue “anticipazioni” con un sovrappiù, o “prodotto netto” (produit net”), di tre miliardi (Quesnay sembra non considerare il miliardo di manufatti in mano degli A come essenziali alla riproduzione agricola). Gli artigiani, invece non riproducono che le loro “anticipazioni” di 2 miliardi o, come Quesnay preferisce descrivere la cosa, essi non fanno altro che “trasformare” in manufatti equivalenti, 2 miliardi di prodotti agricoli. Così, secondo Quesnay, il prodotto sociale consiste solo dei 5 miliardi di prodotto agricolo. Di questi 5 miliardi, 2 – il loro ammontare determinato dalle sussistenze degli A (il “consumo necessario” di cui si è detto nell’introduzione), oltre che della quantità di semi etc. occorrenti per il nuovo ciclo produttivo – devono essere reimpiegati nella produzione: in caso diverso la classe degli A si ridurrà di numero e l’intero prodotto sociale si ridurrà in proporzione. Il rimanente, o sovrappiù, servirà, per un miliardo, al mantenimento di proprietari, Stato, Chiesa e, per i residui 2 miliardi, sarà trasformato dalla classe sterile (mantenendo nel processo anche questa classe) per tornare per il miliardo rimasto ai P.
Lo Schema dell’analisi di Quesnay
I fisiocratici ritenevano che lo Stato dovesse astenersi il più possibile dall’intervenire nell’economia e lasciare che essa fosse regolata dalle “leggi di natura” (di qui il nome di “Fisiocrazia”, poi attribuito alla scuola). Le politiche seguite allora dallo Stato, e in particolare le imposte gravanti sugli A, portavano, a loro avviso, a una diminuzione delle anticipazioni annuali degli A e impoverivano quindi, per la conseguente diminuzione del sovrappiù, tutte le classi sociali. Circa i contributi di Quesnay a tutto il pensiero economico posteriore è importante ricordare: a) la nozione di prodotto nazionale che appare qui per la prima volta in forma limpida; b) l’analisi del capitale nelle sue forme di sussistenza dei lavoratori e prodotti da impiegare direttamente nella produzione; c) distinzione tra capitale circolante (prodotti utilizzabili in un solo ciclo produttivo) e capitale fisso (prodotti utilizzabili in più cicli produttivi). La teoria opera su quattro quantità che esprimono l’entità di altrettanti aggregati di prodotti. Le prime tre sono: Il prodotto sociale annuo P; Il consumo necessario N; Quanto necessario per reintegrare i mezzi di produzione consumati nel corso della produzione dell’anno. Chiameremo C l’entità di quest’ultimo aggregato di prodotto. Per Quesnay costituiscono dei dati: a. Le condizioni tecniche della produzione agricola, nonché la composizione per merci del prodotto agricolo; b. Quale parte del prodotto viene attribuito ad ogni lavoratore produttivo: parte determinata da quanto è necessario affinché egli possa vivere e riprodursi; c. Il numero dei lavoratori produttivi. Note le circostanze (a), (b), (c)sono note anche la quantità P, che dipende da (a) e (c); la quantità N, che dipende da (b) e (c); la quantità C che dipende da (a) e (c). La quantità C + N, che esprime la parte del prodotto sociale che deve essere reimpiegata nel processo produttivo affinché, l’anno successivo, esso possa ripetersi su scala immutata, è perciò nota. E’ inoltre possibile determinare per differenza
P – (N + C)
la quarta quantità: il sovrappiù S.
L’innovazione di Quesnay risiede nel fatto che nella sua formulazione di un modello matematico, seppur semplice ed incompleto, ci sono le premesse per il concetto macroeconomico dell'equilibrio economico generale e per il modello Input Output di Leontief. Molti ritengono che il fondatore dell'economia politica sia stato Smith (1776) mentre Marx dirà che il vero fondatore è Quesnay per aver introdotto il concetto di un processo economico circolare seppure stazionario e chiuso, per non aver fatto distinzione tra fattori e mezzi produttivi, tra fattori produttivi (input) e beni prodotti (output) (è il concetto base della Produzione di merce a mezzo di merce) e soprattutto per aver classificato e distinto le classi sociali, facendoli coincidere con le classi economiche. Infine si potrebbe dire che ha concepito un processo che in un certo modo rispetta il presupposto della concorrenza perfetta senza porsi il problema della domanda effettiva, ovvero tutto quello che viene prodotto deve essere rimesso in circolo e quindi investito e consumato. Nel suo pensiero la moneta non conta e non è soggetta ad alcuna domanda effettiva. Il suo modello tratta un equilibrio stazionario, e non esiste una teoria del valore in senso proprio.