Corneliu Zelea Codreanu

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Corneliu Zelea Codreanu (nato Cornelius Zelinski Codreanu) (13 settembre 1899, Iasi - 30 novembre 1938, Tancabesti) leader nazionalista rumeno, nasce da padre di probabile origine rutena e da madre tedesca. Personaggio discusso della storia rumena, divide ancora gli storici tra chi lo considera un fanatico nazista e chi un nazionalista comunque benefattore della Romania tra le due guerre.

[modifica] Gli inizi

Fin dalla giovinezza manifesta grande interesse per la causa nazionale. Nel 1916, con l’entrata della Romania nel primo conflitto mondiale, tenta l’arruolamento pur non avendo ancora raggiunto l’età per la coscrizione. Il fallimento del tentativo, unito all’uscita anzitempo dal conflitto dello stato balcanico alle pesanti condizioni imposte dal trattato di Bucarest, ne accresceranno a dismisura i sentimento nazionalisti, indirizzati soprattutto contro la pressione della vicina rivoluzione bolscevica e le comunità ebraiche della Moldavia. Una volta iscrittosi all’università della sua città natale, alla facoltà di legge, incomincia la carriera politica. Frequenta dapprima Cuza, un fervente nazionalista, e di li a poco fonderà con un elettricista la Garda Constintii Nationale (Guardia per la Coscienza Nazionale)). Comincia quindi ad attuare il suo programma, proponendo che gli studenti ebrei paghino una quota aggiuntiva per l’accesso all’istruzione superiore.

[modifica] Il periodo successivo

Nel 1922 va a studiare in Germania, nelle università di Berlino e di Jena, dove matura una profonda avversione per i principi democratici dell’allora Repubblica di Weimar. Tornato in patria nell’anno seguente, fonda con Cuza la Lega per la Difesa Cristiano-Nazionale; si tratta di una formazione ben più battagliera della precedente GNC, diventando protagonista di assalti nel ghetto di Iasi, e tentando l’assassinio del politico Bratianu, fallito per un tradimento interno. Per il tentato omicidio, Codreanu sarà imprigionato a Bucarest nel ottobre 1923. Il periodo in carcere gli fa prendere distanze sempre maggiori da Cuza, per l’idea di trasformare la legione in un organismo paramilitare, avversata da quest’ultimo, e gli suggerisce un nome nuovo per la sua stessa formazione, la Legione dell’Arcangelo Michele, per un'icona religiosa presente nella sua cella. Al termine del suo confino tra le sbarre riprende quindi un’intensa attività politica, caricata di un forte misticismo e di altri scontri con le forze politiche al governo, che gli sono causa di un nuovo arresto nel 1924, nella sua stessa Iasi.

[modifica] L'ascesa al potere

Tali attriti sono alla base di una seconda fuga nel 1926, questa volta in Francia. Al ritorno in Romania nell’anno successivo, si candida nella città di Focsani, senza però risultati apprezzabili. Decide allora di reimpostare in maniera drastica l’azione di propaganda: si muove per le zone rurali più profonde della Romania, facendo leva sui principi del cristianesimo ortodosso e sui sentimenti antisemiti di moltissimi contadini. Quando cominciano a farsi sentire gli effetti della Grande Depressione, il successo di Codreanu ha un ulteriore crescita alla fine del decennio. La denuncia della corruzione diffusa tra i politici e gli aiuti costanti ai ceti più disagiati lo fanno diventare un eroe popolare. Dall’altro lato l’ostilità e il sospetto da parte dei gruppi al potere non può che crescere e culminerà con l’ascesa al potere in Germania di Adolf Hitler. Ai tentativi di ridimensionamento da parte dei primi rispondono le rappresaglie della Guardia di Ferro (questo il nuovo nome della Legione). Il governo perciò decide di mettere fuori legge le formazioni paramilitari nel 1936. Codreanu obbedisce prontamente all'ordine del Governo ma si ripresenta pochi mesi dopo con un gruppo chiamato Totul Pentru Tara (Tutto per la patria). Nelle elezioni del 1937 vince il Partito Agrario Nazionale appoggiato dal re Carol II, senza però scalzare dal potere la TPT e la vecchia Lega di Cuza, che competono nella proposta del corporativismo.

[modifica] L’epilogo

Il re sta aspettando l’opportunità per ribaltare l’assetto del potere e distruggere la Guardia di Ferro, dopo aver rilanciato alcuni dei suoi stessi propositi per ottenere maggior consenso popolare. Il momento si presenta quando appare chiaro il non intervento della Germania nazista nella politica interna rumena. Viene promulgata una nuova costituzione e messi definitivamente al bando tutti i sostenitori di Codreanu, ritiratisi dallo scacchiere politico nel 1938. La repressione si inasprisce in seguito alle tentate uccisioni di membri del Governo in carica e porta all’incarcerazione in massa dei membri del movimento, leader incluso. Codreanu verrà ucciso il 30 novembre di quell’anno, secondo fonti ufficiali per aver tentato la fuga dalla prigione. Le ricostruzioni successive e numerose testimonianze affermano invece che si sarebbe trattato di uno strangolamento premeditato avvenuto all'interno del carcere. Il suo corpo, come quelli di alcuni suoi seguaci, verrà sepolto in un bosco poco lontano dal carcere e cosparso di acido per impedirne il riconoscimento.