Confraternita di Maria Santissima del Monte Carmelo
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La Confraternita di Maria Santissima del Monte Carmelo è una storica confraternita, la cui sede si trova presso l’attuale Chiesa del Carmine, tra le vie A. De Pace e C. Fontò, nel centro storico di Gallipoli.
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[modifica] La confraternita della Misericordia
La confraternita nacque intitolata alla Madonna della Pietà o Misericordia e officiava nell’oratorio di Santa Maria della Misericordia, ubicato al piano terraneo ove sorge l’attuale Chiesa del Carmine di Gallipoli.
Sua finalità istituzionale era la pratica delle opere di misericordia a favore dei cittadini poveri, dei quali celebrava le esequie a proprio carico. Inoltre, il venerdì antecedente la Domenica delle Palme solennizzava la Memoria dei dolori di Maria Santissima. Dal 1480 al 1530, durante le tristi vicende nelle quali fu coinvolta la città, sottoposta all’assedio e all’occupazione da parte dei Veneziani e delle successive dominazioni, l’antico oratorio rimase abbandonato.
Nel 1530 alcuni nobili gallipolitani, tra i quali Filippo D’Ospina, Francesco Mangalabeto e Giovanni Armellino Spiri, mossi a compassione per il completo stato di abbandono in cui versava il vecchio oratorio e animati da profondo zelo e sincera devozione verso la Vergine, lo restaurarono e vi ristabilirono la Confraternita. Il più antico documento di riferimento è la visita pastorale del vescovo di Gallipoli, Mons. Pelegro Cybo, eseguita tra il 1563 e il 1567.
Il verbale della visita, alla data del 4 settembre 1567 così recita: “...l’Ecc.mo Vescovo, proseguendo la suddetta visita, addiviene alla cappella di S. Maria della Misericordia sita all’interno della città, presso la piazza civica. Assiso d’autorità, trova in essa tre altari, uno dei quali, il maggiore in testa, con dipinto della Ss.ma Pietà. L’altro altare, verso tramontana, è sotto il titolo di S. Barbara e l’altro ancora, verso scirocco, sotto il titolo della Concezione, sul quale vi è un’immagine scolpita della Ss.ma Vergine...”. Il documento continua con la descrizione della cappella e della Confraternita.
[modifica] Il culto alla Vergine del Carmelo
Tra le successive visite pastorali, un verbale datato 1 marzo 1600, risalente alla visita di monsignor Vincenzo Capace, conferma l’esistenza della Confraternita ispezionata dal predetto presule. Nel verbale della visita pastorale di mons. Giovanni Montoja de Cardona, alla data del 7 maggio 1660, si legge che nella Confraternita di S. Maria della Misericordia è stato introdotto il culto alla Santissima Vergine del Monte Carmelo, apparsa in visione a San Simone Stock il 16 luglio 1251. Questa devozione, divenuta molto popolare con l’istituzione nel 1613 del “Privilegio Sabatino”, confermato nel 1620 da Papa Paolo V, crebbe d’intensità tra i cittadini di Gallipoli spronandoli a costruire una chiesa superiore dedicata a Maria Santissima del Monte Carmelo, della quale si trova una descrizione particolareggiata nella visita pastorale di mons. Oronzo Filomarini.
[modifica] La nuova Confraternita della B. V. del Monte Carmelo
Nel verbale del 26 agosto 1714 si legge: “...l’Ecc.mo Vescovo, dopo avere ispezionato la chiesa volgarmente detta di S. Maria della Misericordia, assai antica, passa a visitare l’oratorio superiore dedicato a S. Maria del Monte Carmelo dove officia una Confraternita che governa anche quella della Misericordia...”. Si continuò così fino al 1770, allorquando, in occasione della riforma di tutte le congregazioni laicali, le due Confraternite furono fuse sotto un’unica Regola approvata il 31 dicembre 1776 e munita di Regio Assenso il 7 gennaio 1777 con il titolo di Venerabile Congregazione dell’Opera della Misericordia – Orazione e Morte – sotto il titolo della B. V. del Carmine.
Nel 1790 ebbe mutato il titolo in Confraternita della B. V. del Monte Carmelo sotto il titolo della Misericordia. Mentre nelle altre confraternite della città si associavano fratelli secondo corporazioni di mestiere, in questa i confratelli vi aderivano perché animati da devozione verso la Vergine Santissima, e solo per il particolare culto a San Crispino vi confluivano alcuni “artigiani calzolai”. Da un verbale redatto in data 1 aprile 1824 si rileva, infatti, che nella Confraternita sono ben rappresentati i tre ceti sociali: “Galantuomini, Civili e Arteggiani”; ed è proprio dal patriziato gallipolitano, annoverato tra i confratelli, che provengono molti degli oggetti sacri più preziosi custoditi nella Confraternita.
[modifica] Costruzione della Chiesa del Carmine
Nel 1836, a causa dell’usura del tempo, i due oratori furono demoliti per fare posto all’attuale Chiesa del Carmine, aperta al culto il 5 aprile 1838, vigilia della Memoria dei Dolori di Maria Santissima. In essa si accede attraverso un portale che si affaccia su via C. Fontò e si viene accolti da una sala perfettamente quadrata con i lati di circa dieci metri ciascuno; ha un’altezza alquanto maestosa con la volta sorretta da quattro robuste colonne. All’aula segue il presbiterio di una profondità di circa cinque metri, fiancheggiato dal coro ligneo per i confratelli. Sulla parete di fondo dell'altare maggiore si ammira una pala raffigurante la scena della “Deposizione di Gesù dalla Croce”, che la tradizione attribuisce ad un discepolo del famoso pittore Antonio Ribera e che la Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e Demoetnoantropologico della Puglia ha schedato come opera di Girolamo Imparato del XVII secolo. Sulla parete destra della Chiesa si trova l’altare dedicato alla Santissima Vergine del Monte Carmelo con tela raffigurante la stessa. Sulla parete sinistra si trova l’altare con dipinto raffigurante l’Immacolata e Santa Lucia.
Alcuni anni orsono, nel sacello funebre della Chiesa inferiore è stato ritrovato l’antico monolito dell’Immacolata descritto nella visita pastorale tenuta da Mons. Cybo nel 1567. Sottoposto a restauro, nell’Anno Giubilare del 2000 è stato collocato nella chiesa ed esposto all’ammirazione di tutti.
[modifica] Privilegi concessi
Nel corso dei secoli la Confraternita ha avuto nel tessuto sociale cittadino una grande importanza, avvalorata dai numerosi privilegi ottenuti nel tempo e gelosamente custoditi nel proprio archivio storico, dei quali si riportano quelli più significativi:
- 02 dicembre 1749 - Aggregazione all’arciconfraternita “Orazione e Morte ” di Roma;
- 28 marzo 1772 - Privilegio per il pellegrinaggio ai “Sepolcri” con relativo uso del cappello e del bordone;
- 31 dicembre 1776 - Regola di fondazione del Sodalizio dalla fusione delle due primitive confraternite;
- 07 gennaio 1777 - Regio Assenso di Ferdinando IV di Borbone;
- 13 febbraio 1779 - Real Dispaccio per la precedenza nelle processioni e riti;
- 23 febbraio 1864 - Permesso governativo per la questua cittadina dell’Opera di Misericordia;
- 14 gennaio 1870 - Bolla di Papa Pio IX con concessione delle ndulgenze nelle principali festività della Confraternita;
- 29 maggio 2001 - Bolla di Papa Giovanni Paolo II con concessione delle indulgenze in occasione dell’Anno Mariano Carmelitano.
[modifica] La Confraternita oggi
Nella chiesa del Carmine oggi opera la Confraternita di Maria Santissima del Monte Carmelo e della Misericordia, formata da 167 confratelli e 153 consorelle.
Titolare della Confraternita è la B. V. Maria del Monte Carmelo festeggiata il 16 luglio. Anticamente la festa del Carmelo era solennizzata con l’allestimento di archi di trionfo nei pressi della chiesa, con processione, spari pirotecnici e musica. La Confraternita, a conclusione dei festeggiamenti, assegnava una somma di denaro (orfanaggio) a una fanciulla, sorteggiandola tra le più povere della città. Il venerdì antecedente la Domenica delle Palme si commemora in modo particolare la Vergine Santissima Addolorata, antica titolare della Confraternita della misericordia. La memoria dei Dolori ha le sue espressioni più significative nella processione (la più solenne della città), nella Celebrazione dell’Eucarestia presieduta dal vescovo nella basilica cattedrale e nell’esecuzione dell’oratorio sacro, costituito da composizioni musicali di valenti autori gallipolini, di proprietà del Sodalizio.
Oltre alla Vergine Santissima, la Confraternita venera da secoli santa Lucia martire, alla quale era già dedicato un altare nella vecchia chiesa, celebrandone la memoria con un triduo di preghiere e con la processione vigiliare accompagnata dalla tradizionale “pastorale gallipolina”.
Durante i riti del Giovedì Santo, per privilegio concesso con Bolla Vescovile del 28 maggio 1772, dalla chiesa del Carmine singole coppie di confratelli, indossando la divisa nera della Confraternita, con il cappello e il bordone raggiungono le chiese della città per adorare l'Eucaristia. Quando tutte le varie coppie di confratelli rientrano nella chiesa della Confraternita, si avvia una processione con lo scopo di visitare i repositori allestiti nelle altre chiese della città.
Tuttavia, il vero fine della Confraternita non consiste nel far rivivere solo le antiche tradizioni tramandate dai nostri antenati, ma nell’impegno da parte di ciascuno a testimoniare la propria fede con semplicità, accostandosi ai Sacramenti, partecipando alla catechesi, promovendo e attuando la solidarietà umana e cristiana.
