Cartello di Medellin
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Il Cartello di Medellin fu una vasta organizzazione di narcotrafficanti della città di Medellín in Colombia, operante negli anni 70 e 80. L'artefice principale di tale organizzazione fu Pablo Escobar. Al culmine della sua potenza, il cartello otteneva introiti per oltre 60 milioni di dollari al mese, per un guadagno totale stimato in oltre 28 miliardi di dollari. Altri personaggi di spicco, coinvolti o in qualche modo connessi al cartello, furono i componenti della famiglia Ochoa, oltre a Carlos Lehder e all'americano George Jung. Il cartello si trovò in conflitto con l'altro grande cartello di droga colombiano, il Cartello di Calì, e, dai primi anni 80, anche con il governo colombiano.
[modifica] L'epoca delle estradizioni
Quando vi fu un trattato tra gli Stati Uniti e la Colombia che permetteva una facile estradizione dei boss di Medellin, molti di questi furono estradati negli USA ed arrestati. Tra i fautori di questo accordo vi furono il Ministro della Giustizia colombiano Rodrigo Lara Bonilla, l'ufficiale di polizia Jaime Ramirez e numerosi giudici di Corte Suprema. Questa politica, portò ai numerosi conflitti tra la polizia colombiana e i trafficanti di Medellin. Molti di questi furono eliminati. Tra i morti vi fu anche lo stesso ministro Rodrigo Lara Bonilla, che fu ammazzato nel 1984 nella sua auto durante l'ora di punta da un gruppo di motociclisti. Quest'omicidio fu l'atto finale che convinse il Presidente della Colombia, Belisario Betancur, a firmare l'estradizione di Carlos Lehder e di altri importanti boss del cartello.
Jaime Ramirez, ufficiale di polizia che aveva eseguito numerosi sequestri di droga provocando ingenti perdite al cartello, fu ammazzato sull'autostrada, speronato da un'altra auto e poi finito a colpi di arma da fuoco. Sua moglie e i suoi due bambini furono solo feriti.
Il Cartello minacciò di morte i giudici della Corte Suprema, chiedendo loro di denunciare il Trattato di Estradizione. Gli avvertimenti furono ignorati. Qualche tempo dopo, 35 membri del gruppo di guerriglia M-19, pesantemente armati, attaccarono l'edificio sede della Corte Suprema, causando l'assedio del Palazzo di Giustizia nel Novembre del 1985. L'esercito e la polizia tentarono di soccorrere gli ostaggi, ma l'operazione finì tragicamente: molti degli ostaggi vennero uccisi nel fuoco incrociato e le perdite furono pesanti. Qualcuno sostenne all'epoca che dietro l'incursione dell'M-19 ci fosse la mano del Cartello, che aveva tutto l'interesse a intimidire la Corte Suprema. La questione ha continuato a essere discussa in Colombia.
[modifica] Operazioni Americane
Gli agenti della DEA e della US Customs operarono molti arresti e sequestri di cocaina utilizzando informatori sotto copertura. I testimoni più importanti furono Barry Seal e "Max". Barry Seal aveva lavorato per il Cartello e trasportava illegalmente droga negli Stati Uniti. Quando venne catturato, decise di aiutare gli Stati Uniti a sconfiggere il Cartello e fornì molti nomi e dettagli sui percorsi della cocaina, che portarono a molti arresti. Il Cartello vendicò il danno facendolo uccidere. Max, al quale il Cartello aveva ordinato di uccidere Barry Seal, rifiutò il compito. Più tardi contribuì a trovare e imprigionare l'assassino di Barry Seal, e collaborò con la DEA fornendo molte informazioni.
[modifica] La fine del Cartello
Il Cartello perse molto del suo consolidato potere e della sua influenza dopo la morte o la cattura di molti dei suoi uomini di punta, il che portò alla sua scomparsa come un'unica entità; molti dei suoi associati rimasti in libertà e dei vecchi membri sono però ancora attivi sulla scena internazionale della droga.