Breda Ba.88
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Breda Ba.88 "Lince" | |
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Il Breda 88 a terra |
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Descrizione | |
Ruolo | caccia assaltatore |
Equipaggio | 2 |
Primo volo | Ottobre 1936 |
Entrata in servizio | 1938 |
Costruttore | Soc. Italiana Ernesto Breda |
Dimensioni | |
Lunghezza | 10,79 m. |
Apertura alare | 15,60 m. |
Altezza | 3,10 m. |
Superficie alare | 33,34 mq. |
Pesi | |
A vuoto | 4.650 kg. |
Carico | 6.750 kg. |
Massimo al decollo | Problematico, mai definito |
Propulsione | |
Motore | 2 Piaggio PXI RC.40 |
Potenza | 1.000 cv caduno |
Prestazioni | |
Velocità massima | 490 km/h |
Autonomia | 1.640 km. |
Tangenza | 8.000 m. |
Armamento | |
Mitragliatrici | 3 Breda-SAFAT da 12,7mm. e 1 da 7,7mm. dorsale |
Bombe | fino a 1.000 kg. in fusoliera |
Missili | |
Altro | |
Note | |
Nel 1942 viene allestita la versione modificata Ba.88M | |
La lista di aerei militari presenti su wiki | |
Progetto:Aviazione |
La Breda, in origine fabbrica di locomotive, entrò nel settore aeronautico nel 1917. Nel primo dopoguerra costruì aerei da addestramento, tra cui il Ba.19 in dotazione alle prime pattuglie acrobatiche italiane. Realizzò poi gli assaltatori Ba.64 e Ba.65 e, nel 1936, il caccia pesante Breda Ba.88 "Lince".
Indice |
[modifica] Bello ma pericoloso
Nella prima versione il Breda 88 è un aereo biposto, monoderiva, interamente metallico, dotato di motori Isotta-Fraschini K14 da 900 cv.
Viene a lungo collaudato da Furio Niclot che lo porta a conquistare anche primati di velocità, raggiungendo, nel Dicembre del 1937, i 554 km/h. di velocità media su percorso di 100Km e con carico di 1.000kg.
L'ultimo dei 4 record mondiali ottenuti, i primi 2 con i motori da 900hp e gli altri con quelli potenziati da 1.000, è rappresentato dal primato su circuito di 1.000km e sempre con 1.000kg di carico, alla media di oltre 524kmh. Questi risultati fanno ben sperare nell'impiego come caccia pesante e assaltatore veloce. Viene così dotato di tre mitragliatrici fisse sul muso e una dorsale brandeggiabile. Diventa bideriva, consentendo all'arma dorsale di sparare anche linearmente nel settore di coda, con l'alzo limitato da una barra sagomata su cui poggia la canna per evitare di colpire le derive e i piani di coda.
L'allestimento bellico limita però le prestazioni e l'aereo ora non supera i 490 km/h, pur dotato di motori Piaggio XI RC.40 da 1.000 cv.
Incomincia anche a mostrare intrinseci problemi aereodinamici e soprattutto un eccessivo carico alare. Nella configurazione militare proseguono i voli di collaudo, durante uno dei quali perde la vita il magg. Borgogno: l'aereo entra in vite piatta e nel tentativo di lanciarsi i cavi del paracadute vengono tranciati dall'ala. È il preludio della sfortunata carriera di un un apparecchio che resta comunque interessante. In un libro pubblicato nel 1942 il comandante inglese P.F.M. Fellowes addirittura lo descrive come "il miglior apparecchio da caccia di cui dispongano gli Italiani".
[modifica] L'impiego in guerra
Nel Giugno 1940 sono operativi due gruppi, per un totale di 74 Ba.88, e già il 16 Giugno partono dalla Sardegna contro obiettivi terrestri in Corsica. Attaccano le basi di Portovecchio, Bonifacio, Ghisonaccia e Travo, ripetendo più volte l'azione, ma incominciando a mostrare notevoli limiti nell'impiego bellico. Purtroppo oltre all'insoddisfazione generalmente riportata non si hanno informazioni sui dettagli di quest'insoddisfazione.
Ancora più difficile è l'esperienza del 7° gruppo che con 32 Ba.88 viene inviato in Libia. Con i filtri anti sabbia che riducono nettamente la potenza del motore, il rifornimento completo di carburante, 1.500 munizioni e 250 kg. di bombe, alcuni apparecchi non riescono neanche a decollare o ad avere quota e velocità sufficiente per virare. Le prestazioni effettivamente ottenute sono riportate dai documenti redatti a suo tempo dal personale dell'Aereonautica: salita a non più di 2 metri/sec. e 190 Kmh., velocità orizzontale di appena 250Kmh. Si allegerisce il possibile, limitando il carburante, togliendo la mitragliatrice dorsale e di conseguenza il secondo membro dell'equipaggio, ma la situazione non migliora di molto. Un Ba.88 viene abbattuto da fuoco amico, non essendo abituati a vederlo in volo. Compiono così solo voli di intercettazione e ricognizione prima di rientrare in Italia alla fine del 1940. La produzione continua comunque per tutto il 1939 dalla Breda e dall'IMAM. Una versione modificata, il Ba.88M, sopravvive fino al 1943 con le modifiche apportate dall'Agusta, in particolare con l'aumento della supeficie alare, l'adozione di freni di picchiata e l'armamento con 4 mitragliatrici da 12,7 nel muso, o in alternativa, senza mitragliatrici ma con carico di caduta e di lancio, nel tentativo di adattarli al bombardamento in picchiata. I motori vengono sostituiti dai più affidabili FIAT A74 RC.38.
[modifica] Una fine ingloriosa
Alcuni degli apparecchi rientrati dall'Africa, dopo aver smontato tutto quanto riutilizzabile, finiscono col fare da civetta sugli aeroporti per ingannare il nemico.
Gli ultimi esemplari prodotti prima delle modifiche, talvolta non vengono nemmeno utilizzati, andando direttamente alla demolizione per il recupero del materiale strategico.
Verranno prodotti in totale 149 esemplari. Il Ba.88 fu certamente la maggiore delusione dell'industria aereonautica italiana. Il carico alare era elevato, e la potenza installata insufficiente, ma confrontando i relativi valori con una macchina simile, il Bf.110, non si nota una grandissima differenza. Così, resta piuttosto difficile capire il totale fallimento di questa macchina, che evidentemente era assai difettosa già come progettazione base da non essere né soddisfacente né migliorabile nemmeno con la riprogettazione allo standard M.