As We May Think
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As We May Think è un articolo scritto da Vannevar Bush per l'Atlantic Montly nel luglio 1945 che avvia la riflessione sullo sviluppo di sistemi tecnici ipertestuali. Bush, allora direttore dell'Office of Scientific Research and Development statunitense, sottolinea come l'unità di intenti degli scienziati alleati nella seconda guerra mondiale debba essere protratta in tempo di pace. L'ostacolo principale è per Bush il moltiplicarsi delle ricerche nel mentre le materie di studio si fanno sempre più specialistiche, mettendo a rischio l'interdisciplinarietà e il dialogo fra scienziati.
Come soluzione tecnica al problema, Bush propone di creare una macchina ipertestuale, il Memex, una sorta di scrivania elettromeccanica dotata di un archivio in microfilm che funge da arcaica memoria di massa e permette di immagazzinare pagine di libri e documenti, riprodurli ed associarli gli uni agli altri. Sebbene qualcosa di simile al memex non potrà essere realizzato prima dell'avvento della miniaturizzazione elettronica, l'articolo di Bush avrà un'importanza capitale nello sviluppo dell'informatica e dell'ipertesto. L'influenza di questo articolo è evidente nel lavoro di Douglas Englebart, che lesse l'articolo al ritorno dalla guerra, dove era stato operatore radar[1].
[modifica] Note
- ↑ Frode Hegland intervista Douglas Engelbart, Atherton (California) 25 luglio 2000, audio. Cfr. anche Howard Rheingold, Smart Mobs tr. it. Milano 2003, ISBN 88-7078-841-5 p. 333.
[modifica] Bibliografia
- Vannevar Bush, As We May Think, The Atlantic Monthly July 1945.
