Giuseppe Damiani Almeyda
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Giuseppe Damiani Almeyda (Capua, 10 febbraio 1834-Palermo, 31 gennaio 1911), ingegnere italiano dell'Ottocento operante a Palermo.
Dopo gli studi a Capua, si trasferisce in Sicilia e diventa ingegnere del Comune di Palermo.
Damiani Almeyda è molto legato al disegno e fa un grande uso del colore e della policromia. All’epoca la policromia era stata riscoperta nelle opere antiche, in particolare nel 1850 nei templi greci. Dimostra una grande attenzione verso la classicità ma senza tralasciare i nuovi materiali in uso nell'Ottocento, in particolare il ferro che utilizzerà spesso.
[modifica] Opere principali
- Kaffehaüser della villa Giulia (in stile pompeiano) a Palermo;
- Diversi teatri fra cui uno a Siracusa;
- Palazzo delle scuole in piazza Marmi a Palermo;
- Archivio Comunale di Palermo;
- Fonderia Oretea (demolita) a Palermo;
- Villa Florio a Favignana, residenza estiva della famiglia oggi di proprietà del Comune ospita il Museo del Mare
- Riconfigurazione del palazzo Pretorio (sede del Senato, oggi sede del Comune) di Palermo;
- Teatro Politeama Garibaldi di Palermo;
[modifica] I suoi scritti
- Storia dell'arte moderna italiana, redatto nel 1882 e pubblicato da ed. Anteprima, 2005
[modifica] Bibliografia
- Anna Maria Fundarò, Palermo 1860/1880: Una analisi urbana attraverso progetti ed architetture di Giuseppe Damiani Almeyda, Palermo 1974
- Anna Maria Fundarò, G. Damiani Almeyda, architetto mediterraneo ed europeo, in "Kalòs", n. 18, 1992
- Anna Maria Fundarò, Giuseppe Damiani Almeyda tre architetture tra cronaca e storia, Flaccovio Editore, Palermo 1999
